sabato 28 marzo 2015

KARTHÄUSERHOF

Karthäuserhof è un nome di punta della Ruwer, un approdo sicuro per chi vuole avvicinarsi a una zona capace di regalare alcuni tra i vini più elegantemente sottili e vibranti di tutta la Germania, grazie anche alle doti del Karthäuserhofberg (suoli di ardesia con inclusioni di ferro) e alla capacità di tradurne i migliori caratteri.

parte del Karthäuserhofberg
ardesia raccolta nel Karthäuserhofberg

Non ci siamo ancora occupati in modo approfondito dell'azienda, anche se qui ne avevamo già fatto cenno. Aggiungiamo che nonostante il cambio di proprietà avvenuto nel 2012, Cristoph Tyrrell è ancora alla supervisione dell'azienda e lo staff tecnico è immutato da allora.
 

Eitelsbacher Karthäuserhofberg spatlese 2013 - Karthäuserhof
(57,6 gr/l residuo zuccherino, 7,5% alcol, 9,7 gr/l acidità)
Annata di rese molto basse, la media aziendale è stata di soli 30 hl/ha, cioè quasi la metà rispetto alle annate "normali". Vendemmia del riesling iniziata il 14 ottobre e terminata il 30 dello stesso mese. La maggior parte degli imbottigliamenti, compreso quello del vino in questione, è stata fatta a marzo 2014.


Espressivo e già piacevole nonostante la gioventù, su un timbro elegante e non troppo estroverso, ma già ricco di sfumature. Agrumi, ananas, pesca gialla, pasta di mandorla: frutto e "dolcezza" misurata al naso. Palato concentrato e molto preciso, lungo. Acidità molto viva, ma ben integrata. Sviluppo succoso con finale schioccante.


Bottiglia che si insinua con scioltezza ed è alto il rischio di finirla senza rendersene conto. Nel complesso molto elegante e molto beverino, un connubio che ci piace molto.
Cercheremo di risentirlo tra otto-dieci di anni.

Vittorio Barbieri

lunedì 16 marzo 2015

CARAVANSERRAGLIO

Siamo tornati in una delle abituali "case" del Giardino del Riesling: Monsupello, azienda di Torricella Verzate (Pv) ben nota su queste pagine, vedi qui e qui. Tornati a fare cosa? Una di quelle degustazioni conviviali, non proprio a tema (a parte il vitigno di partenza, chiaro): una miscellanea un po' caotica, un vero e proprio caravanserraglio dove si mescolano territori, annate, storie e stili diversi.
Degustazioni tecnicamente complicate che mettono alla prova i sensi e la capacità di concentrazione dei degustatori e che permettono di cogliere, nella (sovra)abbondanza di caratteri espressivi dei vini, sfumature da riportare a casa e rielaborare in seguito.


Presente il consueto drappello misto di produttori oltrepadani e piacentini, un grande ringraziamento a Pierangelo Boatti e a Marco Bertelegni, padroni di casa generosi che, a corredo della degustazione di Riesling, non possono far mancare, prima e dopo, le loro eccellenti bollicine Metodo Classico da pinot nero.


I vini:
Homburger Trocken 2013 - Fürst Löwenstein
Dalla Franconia. Profilo aromatico fruttato, mela verde molto intensa e ananas, e floreale; bocca semplice e diretta, affilata, anche se corta, ma che va dritta al suo scopo: farsi bere senza pensieri. Non pretende di essere chissà cosa e per una bevuta senza fronzoli può essere un ottimo compagno.

Riesling Reserve 2012 - Willm
Da Barr (Alsazia). Selce, note floreali e di frutta matura; più rotondo e meno fresco del precedente, con lieve residuo zuccherino. Nel complesso, abbastanza piacevole ma un po' "seduto".

Alto Adige Val Venosta Riesling 2012 - Falkenstein
Avevamo un altro ricordo di questo vino e per questo ne sospendiamo in qualche modo il giudizio, perché non possiamo non pensare che la bottiglia sia tra quelle catalogabili come "poco felici" (conservata male?). Note di pneumatico bruciato (di "frenata", insomma), riduzione, poi escono note di mela, un affumicatura un po' greve, molto lento ad aprirsi; la bocca, scombinata, riporta le note olfattive. Alla prossima.

Wachenheimer Rechbächel trocken 2012 - Dr. Bürklin Wolf
Pfalz. Da un monopole aziendale di un produttore abbonato a queste pagine (qui, qui e qui). Si inizia a salire di livello. Salvia ed erbe alpine alle prime olfazioni, per un naso accattivante e preciso; pieno al palato, con tratti morbidi e rotondi. Avvolge e rassicura, forse poteva avere più slancio acido-sapido.

Wachenheimer Rechbächel (vedi freccia)

Ganz Horn im Sonnenschein G.G. 2012 - Ökonomierat Rebholz
Pfalz. Da alcune parcelle dell'Im Sonnenschein di Siebeldingen (se siete curiosi vi rimandiamo a questo vecchio post). Primo vero picco della degustazione. Cappero sotto sale al naso, poi agrumi, frutti gialli, sasso bagnato. La bocca è giocata su un timbro sapido/salmastro molto dinamico e fresco. Sviluppo gustativo complesso e molto saporito. Gran vino.


Alto Adige Valle Isarco Riesling 2011 - Köfererhof
Non lo facciamo apposta: altra bottiglia che ci pare sfortunata. Naso pungente con sensazioni di tonno in scatola e cipolla; note che tornano in bocca e condizionano la degustazione. C'è struttura, potenza, sotto sotto anche la tensione che ti aspetti, ma crediamo sia il caso di rimandare la valutazione ad un prossimo assaggio.

Stielweg Alte Reben 2011 - Künstler
Rheingau. Naso cangiante e molto complesso, tra i due-tre più belli della degustazione: miele, menta, mela, ananas, camomilla; bocca ampia con sviluppo fresco alternato a scie zuccherine, chiusura amarognola che fa perdere un po' di compattezza generale e tende a slegare la struttura, ma il vino c'è tutto.

Profilo del suolo dello Stielweg

Saarburger Rausch kabinett 2011 - Geltz Zilliken
Dalla Saar. Qui un approfondimento sull'azienda.
Vino che divide i presenti. Il salto al mondo della Mosella, a "quel" Riesling e lo stacco di genere con i precedenti si sente, rischiando di far passare in secondo piano il vino. Gli equilibri gustativi, soprattutto, iniziano a farsi più sottili e delicati. Filigranati.


Leggero, quasi leggiadro, un vino che danza sulle punte. Al naso note sassose, albicocca, erbe aromatiche e lime. Attacco dolce e rotondo (quasi 65 gr/l di residuo zuccherino), ma progressione sicura con finale rinfrescante che "allunga" il vino. Da risentire tra almeno cinque-sei anni per provarlo in una fase più vicina alla piena espressività.

Erdener Prälat auslese 2007 - Weins Prüm
Dal cuore della Media Mosella e da uno tra i nostri Cru preferiti (vedi qui). Agrumi canditi, frutti gialli in confettura, lieve zafferano. Attacco felpato, sferico e cremoso con sviluppo vibrante e complesso; finale fresco e molto lungo, armonico. Ha pienezza e concentrazione ma grandi scioltezza e bevibilità. Un campione di eleganza. Vino completo, che sarebbe bello riprovare tra una decina d'anni.

Dietro le case, sotto lo spuntone di roccia: Erdener Prälat

Trittenheimer Apotheke auslese 1990 - Ansgar Clüsserath
Ancora dalla Media Mosella, un'azienda storica, uno tra i vari Clüsserath della zona: 5 ettari (principalmente tra Dhron e Piesport) e circa 40.000 bottiglie prodotte. Nella gestione aziendale oggi Eva Clüsserath si è aggiunta al padre, Ansgar.


Toni ossidativi, con rimandi che portano quasi ai Marsala "nobili", ricordi di tiramisù e zabaione al caffè, confettura di rabarbaro, frutti canditi; bocca piena ma agile al tempo stesso, lunga, più secca del precedente auslese. Profilo complesso, quasi da meditazione, giocato su eleganti note ossidative nobili. Fascino austero.

Vittorio Barbieri (ha collaborato Alberto Alfano)

domenica 1 marzo 2015

ARBAREI

Continua il viaggio nel Riesling langarolo, dopo qui e qui, questa volta con uno tra i pionieri, l'Arbarei, prodotto per la prima volta da Ceretto nel 1996.


Azienda di dimensioni impegnative (90 ettari, ora in conversione all'Agricoltura Biologica, per 900.000 bottiglie prodotte) con sede ad Alba, nota ai più forse per un bestseller nazional-popolare quale il Blangé, Arneis che ha spopolato negli anni scorsi e che ancora oggi viene prodotto in oltre 600.000 pezzi.
Non solo Arneis, però, tra i vini aziendali, ma anche Barolo, Barbaresco e, appunto, il Langhe Bianco a base riesling renano chiamato Arbarei.

Langhe Bianco Arbarei 2012 - Ceretto
Da 2,7 ettari piantati ad Albaretto Torre ("Arbarei" in dialetto), sul confine con il Comune di Sinio, ad oltre 600 metri di altitudine su terreni fortemente sabbiosi in un contesto di elevate escursioni termiche. In cantina: fermentazione a bassa temperatura in acciaio, nove mesi di affinamento (circa tre dei quali sulle fecce fini) prima dell'imbottigliamento. Circa 6.000 bottiglie prodotte all'anno.


Naso che alterna sensazioni di mela matura e frutta gialla con note "inorganiche" (sasso, pietra); il palato in qualche modo conferma il carattere olfattivo, perché ad un approccio pieno e di peso, quasi avvolgente, seguono uno sviluppo ed un finale sapidi e freschi. Non è un mostro di agilità, ma distribuisce bene i propri muscoli. 

Vittorio Barbieri