venerdì 1 agosto 2014

VEGGIOLA MIX 2014

A distanza di un anno quasi esatto siamo tornati alla Locanda dei Briganti di Veggiola (vicino a Gropparello, provincia di Piacenza) con un gruppo di amici ristoratori e produttori per un incontro-bevuta-degustazione volutamente senza fili conduttori, che ci ha permesso di spaziare tra numerosi territori del Riesling (...come sempre è mancata l'Austria, ma non lo facciamo apposta!) e numerose annate (dal caldo 2011 della Val Venosta e dell'alsaziano Sommerberg al fresco 1979 del moselliano Erdener Treppchen).
 
 
Un viaggio senza fili accompagnato da salame e coppa piacentini, frittelle di patate con pancetta al Gutturnio, gnocchi con puzzone di Moena, gorgonzola e pere, cotoletta di filetto di maiale, sbisolona (bravo Tiziano, menu pensato e cucinato bene!) che proviamo a raccontarvi qui sotto:
 
 
 
Alto Adige Val Venosta Riesling 2011 - FALKENSTEIN
Unica bottiglia italana del lotto. Tappo Stelvin.
Frutto e mineralità idrocarburica combinate, poi scie floreali; palato ricco e sostanzioso, con bella energia sapida e complessa articolazione.
 
Sommerberg Grand Cru 2011 - SCHOFFIT
Tanta polpa, a partire da un naso di frutto maturo (tropicale, poi melone). Palato grasso e di peso, potente, più che elegante, largo e voluminoso, anche se l'acidità riesce ad allungarlo e a tenerlo in piedi fino a un finale lungo.
 
Alsace Breitenberg 2010 - KUBLER
A distanza di un anno dal primo assaggio, il vino (la bottiglia?) mostra un lato più maturo (mela all'aria, miele...toni dolci-ossidativi) al naso che rischia di appiattirlo togliendogli freschezza. Resta però il palato vibrante che ricordavamo, ora peraltro con acidità meglio integrata nella struttura.

Pfalz Riesling trocken 2005 - STUDIER
Tappo di vetro per una bottiglia che si rivelerà più evoluta del pari annata, più stanca sia al naso che al palato. Confronto a parte, e tenendo conto che trattasi di vino "base", è una bottiglia non disprezzabile, che però mostra il lato più grezzo e caldo del Riesling tedesco.

Nahe Monzinger Halenberg trocken 2005 - EMRICH-SCHÖNLEBER
Poco più di 5 ettari a disposizione dell'azienda in questo Cru con suoli di ardesia blu e quarzite.
Primo picco della degustazione per un grande trocken. Erbe aromatiche, agrumi, petrolio, poi palato molto solido e compatto, sapido, di grande, piacevole e articolata beva, ma che sembra possa ancora trovare ulteriori sviluppi in tema di espressione.

 
Wehlener Sonnenuhr spatlese 2004 - J.J. PRÜM
Ne avevamo parlato in occasione del primo post di questo blog: la carbonica (che svanisce dopo alcuni minuti) c'è ancora, così come la nota di cenere sotto la scorza agrumata. Resta un'impressione di grande vitalità ed eleganza. Spatlese quintessenziale di un'annata fortemente classica.

 
Brauneberger Juffer Sonnenuhr auslese 2008 - FRITZ HAAG
Da Magnum.
QUI un piccolo approdondimento sull'azienda e su un'altra annata dello stesso vino.
Frutto generoso, espansivo (pesca, albicocca, sfumature tropicali di mango), ma anche note di selce e sasso. Struttura morbida e cremosa all'attacco, ma molto lunga e arricchita da una rinfrescante freschezza acida. Profilo che riesce ad unire mirabilmente la polpa fruttata (in primo piano) e le scie minerali più austere (sullo sfondo). Grande vino dolce.

 
Erdener Treppchen auslese 1979 - BENEDICT ERBEN-LOOSEN
Bottiglia da 0,70 litri. Auslese di 35 anni che si presenta con un colore giallo paglierino carico dagli accenni dorati.
Al naso confettura di rabarbaro e susine, poi zucchero di canna caramellato e creme caramel; bocca ancora nervosa, magari un po' corta e poco voluminosa per essere un auslese, ma a distanza di 35 anni, questa "piccola" annata (meteo difficile, con tanta pioggia) è ancora molto godibile.

 
Arrivederci a presto!

Mostri a Veggiola
 
Vittorio Barbieri

domenica 8 giugno 2014

CORDON CUT 2001

Per la prima volta su queste pagine parliamo di un vino australiano: il Cordon Cut di Mount Horrocks, tra i più celebrati vini dolci australiani.
Cordon Cut è prodotto da una vendemmia tardiva di riesling renano (in genere senza presenza di Botrytis) nella Clare Valley, South Australia. L'uva viene lasciata in pianta ma tagliando i tralci, pratica da cui deriva il nome del vino.

 

 
Mount Horrocks ha una decina di ettari di proprietà con certificazione "organic" dai quali produce in tutto circa 40-45.000 bottiglie, suddivise in diverse etichette a base sauvignon, semillon, shiraz, più due a base riesling (il Cordon Cut e un Riesling secco dalla zona di Watervale) e una a base...nero d'Avola!
L'azienda, nata negli anni '80, è di proprietà di Stephanie Toole (che ci ha inviato le due foto qui sopra) dal 1993.
 
Clare Valley Riesling "Cordon Cut" 2001 - Mount Horrocks
Ci ricordavamo ripetuti e piacevoli assaggi della versione 2002 fatti tra il 2004 e il 2005: tanto frutto, discreta complessità, freschezza. Grande quindi è stata la curiosità quando nella cantina del Ristorante Riva (Ponte dell'Olio, Pc) grazie al sommelier Maurizio Rossi abbiamo scovato una bottiglia di 2001.
 
 
Colore ambra intenso, quasi arancione, viatico a un naso "dolce" e fruttato con aromi di miele, confettura di albicocca e marmellata di agrumi (arancia, lime). Bocca dolce e morbida, lì per lì quasi untuosa, ma con una veloce scia acida nel finale che salva dalla stucchevolezza e riesce ancora a rinfrescare.
Insomma, polposa, rassicurante e morbida opulenza cui non avrebbe fatto male uno slancio acido più deciso che ci avrebbe dato un vino anche complesso, oltre che piacevole.
 
Vittorio Barbieri

lunedì 26 maggio 2014

PRAEPOSITUS 2009

Da tempo il Praepositus dell'Abbazia di Novacella è costantemente tra i migliori Riesling nazionali. Celestino Lucin guida la parte vitivinicola dell'Abbazia agostiniana, che ormai da nove secoli produce vino.
 
 
Oltre che sulle uve dei 400 conferitori (provenienti da circa 50 ettari), l'Abbazia può contare sulle uve di proprietà del Podere Marklhof di Cornaiano, coltivato a schiava e pinot nero.
La linea “Praepositus” contraddistingue le selezioni aziendali. Il Riesling Praepositus proviene da vigne allevate tra Bressanone e Varna, a 650-700 metri di altitudine sulle ghiaie moreniche della zona.
Parte degli acini vengono raccolti tardivamente (entro metà dicembre) e la vinificazione avviene in acciaio.
 
Alto Adige Valle Isarco Riesling “Praepositus” 2009 – Abbazia di Novacella
Cerca di combinare generosità e misura, ne esce un Riesling chiaroscurale e affascinante. Al naso note di gesso e asfalto, poi buccia di arancia matura e sfumature floreali.

 
Corpo compatto e pieno, strutturato e ricco, ma sapido e con acidità viva ben integrata. Sviluppo gustativo incisivo e dal passo sicuro anche se non manca un lato morbido, o meglio, pieno e avvolgente, che vira sull'amarognolo nel finale, quando emergono toni di zenzero e zafferano. Complesso.
 
Vittorio Barbieri

sabato 17 maggio 2014

Il bianco del venerdì

Nel RieslinGarten è il momento delle verticali di Riesling oltrepadani, a quanto pare.
Dopo Frecciarossa è la volta di Monsupello, realtà che non significa solo Metodo Classico (tra i migliori in Italia da pinot nero), perché nella marea di altre etichette prodotte spicca un ottimo Riesling, tra i più sicuri ed affidabili della zona.
Nei mesi scorsi ne abbiamo già parlato un paio di volte, QUI del 2011 e QUI (vedi anche per alcuni dettagli tecnici) del 2010, e ora torniamo sul tema grazie alla disponibilità della famiglia Boatti (Laura e Pierangelo, figli dello scomparso e indimenticato Carlo) e di Marco Bertelegni che a metà maggio ha organizzato in azienda una verticale di nove annate.
 
 
Folta e vivace la compagnia che ci ha accompagnato nel piccolo-grande evento, divisa tra produttori oltrepadani/piacentini (Giulio Fiamberti, Stefano Calatroni e Stefano Pizzamiglio), giornalisti (Francesco Beghi) e persone che "per qualche motivo vengono talvolta invitate, senza che nessuno capisca bene quale sia" (Roger Marchi).
Riesling di Monsupello, dunque, un vino che negli anni è andato via via costruendo la propria personalità. Da “bianco del venerdì”, come veniva chiamato in famiglia dai Boatti, cioè classico e semplice bianco da pesce a base riesling italico degli anni '70, a vino con percentuali sempre maggiori di renano (dal 2000 unico vitigno presente) progettato in vigna e in cantina per reggere negli anni, grazie anche alle intuizioni di Pierangelo Boatti, e per farsi sempre più vino della domenica, delle grandi occasioni. Nel 2006 arriva Marco Bertelegni (attualmente direttore tecnico), che dal 2010 inizia a lasciare con più decisione la propria impronta in un ideale proseguimento del lungo percorso tracciato dai Boatti.
Note non secondarie: dal 2011 è in produzione una vigna di fondovalle a Redavalle, che si affianca agli storici vigneti di Torricella Verzate e Oliva Gessi; dal 2008 al 2010 parte dell'uva è provenuta da una vigna di Montalto.
 
 
1996
Unica annata in degustazione contenente riesling italico.
Colore oro carico che preannuncia un profilo decisamente terziario. Al naso complesse sensazioni evolute “dolci”, candite, di pasticceria, miele e confettura di susina; con i minuti emergono note di tamarindo. Il finale, vivo e di buona freschezza, tiene, rilancia il vino e lo rende piacevole, in assoluto e pure tenendo conto del fatto che probabilmente non era stato pensato per lunghi affinamenti in bottiglia, ma per essere bevuto subito, figlio di una concezione vitivinicola diversa da quella che ha animato le annate successive.
 
 
2003
Profilo più fresco rispetto alle attese (2003 praticamente ovunque annata torrida di elevate concentrazioni alcoliche e basse acidità). Probabilmente un po' carente in sfumature, semmai monolitico, il vino è solido e integro, compatto, unendo da un lato polpa e peso, dall'altro discreto slancio acido. Il naso oscilla tra lievi note dolci/vanigliate, di orzata e sciroppo d'acero combinate a toni mandorlati e lievemente balsamici.

2004
L'annata preferita di Pierangelo Boatti. Annata che in molti territori viene ricordata come eccellente per condizioni climatiche e, spesso, per riuscita enologica. E pure come parziale ritorno alla normalità delle condizioni vendemmiali dopo gli estremi delle due annate precedenti (2003 e 2002).
Qui il risultato è un vino complesso e armonico, dallo sviluppo sciolto e sicuro, dove frutto (agrumi) e mineralità vanno a braccetto. Bicchiere ben contrastato che unisce polpa e sfumature.

2006
Annata calda, non la più adatta per esaltare l'eleganza e la freschezza del riesling. Dunque timbro più maturo e ossidativo già visibile dal colore, profumi che, in piccolo, ricordano certe sensazioni del '96 (miele, frutto candito) poi palato di buon peso, anche se sembra mancare la freschezza dei vini precedenti.

2008
Qui il consueto tono lievemente ossidativo di questi anni trova uno sviluppo piuttosto intrigante.
Sotto (e dentro) quel colore carico, quasi dorato, caldo, si agita un groviglio affascinante: mineralità e frutto (agrumi quasi canditi) in tandem, poi note di croccante alle nocciole. Palato vivo e fresco, con finale sicuro, per un vino dal timbro sensuale e generoso.

 
2010
Prima annata con Bertelegni alla guida tecnica. Aldilà dell'annata fresca di suo, viene inaugurata un'altra, lieve, mutazione concettuale, dove lo stile si fa più riduttivo, più fresco.
Colore che, a parte la maggiore gioventù del vino rispetto alle annate degustate prima, si schiarisce e raffredda, anticipando nitide note di pera e cedro, sullo sfondo toni di frutta tropicale. Palato saldo e slanciato, fresco e molto lungo, che promette ulteriori e luminosi futuri sviluppi.

2011
Annata calda (come la successiva 2012) che offre un vino dal frutto ampio, con palato largo e pieno, ampio e polposo, ma con finale fresco e sapido. Un vino più grosso e appena meno slanciato del precedente, ma capace di portare con buona disinvoltura i propri muscoli.

2012
Naso di esuberanza fruttata (melone), piacevole, che introduce a un carattere gustativo fresco e diritto, incisivo, leggermente più “piccolo” del 2011, più semplice e corto del 2010, ma molto gradevole e perfettamente in linea con lo stile di questi ultimi anni.

2013
Ecco, l'annata che uscirà tra pochi mesi promette scintille grazie a uno sviluppo climatico fresco adatto ad esaltare l'eleganza del vitigno. Aromi comprensibilmente indietro nello sviluppo, ma già sufficientemente espansivi, con note lievemente balsamiche, di pera e lime. Al momento più rivelatrice la dinamica gustativa, di grande energia acido-sapida, con struttura di grande vigore. E un bellissimo finale di potenza sapida schioccante.

 
 
Vittorio Barbieri e Alberto Alfano