domenica 13 gennaio 2019

RIESLING VIDEO-SCHULE 40

In attesa delle nuove degustazioni e dei relativi racconti, inizio l'anno 2019 con un breve video sulla nuova avventura di Klaus Peter Keller (iconico produttore del Rheinessen) in Mosella.
Infatti, con la collaborazione di Julian Haart, Keller nel 2018 ha preso possesso di una parcella di 0.7 ettari nel Piesporter Schubertslay, vigna con pendenze estreme (80%) e piante non innestate di circa 120 anni. Ce n'era abbastanza, insomma, per fare questa "follia".
Il video, affascinante seppur molto breve, illustra con eloquenza le caratteristiche essenziali del vigneto.
A presto e buon anno a tutti.

sabato 15 dicembre 2018

LOIBNERBERG

Knoll ha sede a Dürnstein, sulle rive del Danubio nel Wachau, parte nord dell'Austria, tra le più interessanti al mondo per la produzione di Riesling anche se, mea culpa, raramente finora ha trovato spazio su queste pagine.
I primi imbottigliamenti aziendali risalgono agli anni '50, mentre sono del decennio successivo le prime, riconoscibilissime etichette con lo storico marchio barocco raffigurante Sant'Urbano.


Oggi Knoll lavora 16 ettari (in buona parte terrazzati), compresa una piccola porzione dello storico Cru Loibnerberg (citato fin dal tardo Medioevo), esteso per poco più di 30 ettari con esposizioni variabili (da ovest a sud est), pendenze elevate ed altitudine che dai 200 metri della parte bassa sale fino a 400 metri slm. Questa varietà di situazioni porta ad avere differenze nei vari settori della vigna (ne sono stati individuati quattro, ciascuno con le proprie specifiche caratteristiche). La roccia madre vede la predominanza di gneiss di derivazione granitica al quale si aggiunge, qua e là, un loess calcareo. I suoli sabbiosi e pietrosi si scaldano velocemente permettendo un germogliamento precoce in primavera e facilitano il drenaggio delle acque.
Le foto della vigna, del suolo e della cantina provengono da www.vinea-wachau.at


Loibner Smaragd trocken 2016 – Knoll 
Il termine "Smaragd" indica i vini trocken della regione che raggiungono almeno il 12,5% di alcol. 
Al naso subito toni netti di scorza d'arancia e albicocca, poi scie erbacee e tropicali (ananas e papaja). Il profilo olfattivo è giovanile e non ancora pienamente espresso, ma già ampio e seducente.
Il palato è compatto e pieno, ma di grande dinamismo, rinforzato da una spinta acido-salina che lo rende teso e vibrante. Compattezza articolata e non monolitica, per un vino da aspettare, ma già molto piacevole.

lunedì 3 dicembre 2018

BREUER + BERG ROSENECK

Breuer è un peso massimo del Rheingau. 
Bernhard Breuer (papà dell'attuale titolare, Theresa) è stato tra i fondatori di Charta nel 1984, associazione che ha avuto un ruolo fondamentale nello scuotere l'allora sonnolenta regione, ma anche nello stimolare la discussione nazionale sul concetto di vino trocken, poi sfociata nell'odierna classificazione della V.D.P. e nella nascita dell'attuale “trockenwelle”, la nuova ondata dei vini secchi. 
L'associazione aveva individuato nella tipologia trocken lo stile da perseguire, fissando standard rigidi per chiunque volesse farne parte. Proprio Breuer aveva iniziato a puntare sui trocken già alla fine degli anni '70, quando molti, al di fuori della Germania, pensavano che i Riesling del Rheingau (e tedeschi in genere) fossero esclusivamente con residuo zuccherino.
A partire dal 1987 Charta aveva dato vita ad una nuova designazione, Erstes Gewächs, sorta di Grand Cru equiparabili agli attuali Grosses Gewächs, e per questo aveva iniziato la ricerca dei migliori Lage del territorio insieme all'Istituto di Geisenheim. Le ricerche si erano concluse nel 1999, quando ormai l'esperienza CHARTA – e la trentina di aziende ad essa connessa - era confluita nella V.D.P., con circa un terzo dell'area regionale (1.132 ettari) classificato come Erstes Gewachs, un'area molto ampia che aveva causato le critiche di alcuni soci, Breuer in primis. Ma la strada verso la valorizzazione dei trocken ormai era tracciata.

La cantina di Theresa Breuer, a Rudesheim

Oggi Theresa Breuer gestisce con piglio saldo i 34 ettari di proprietà (81% riesling) che, insieme ad una % di uve acquistate, arrivano a sfornare ogni anno circa 250.000 bottiglie. 
Tra i “Grand Cru” a disposizione, i Breuer possiedono 2.1 ettari nel Berg Roseneck (cioè “l'angolo delle rose”, più o meno, nome dato a questa collina nel XIII secolo per la storica presenza di rose selvatiche), esteso complessivamente per 30 ettari scarsi ad ovest di Rüdesheim con esposizione a sud e pendenze non particolarmente estreme (media del 35%, a tratti con declivi addirittura quasi pianeggianti). È compreso tra il Berg Schlossberg, il Berg Rottland (che si trovano sotto il “nostro” vigneto) ed il Drachenstein (più in alto, con microclima più fresco, un Cru meno quotato). Zona di vini ricchi, potenti ma eleganti, grazie a terreni più leggeri rispetto a quelli confinanti, in cui si alternano marne, loess e argilla con presenza di ardesia rossa e quarzo. 

Berg Roseneck: dall'alto: mappa, vista parziale e dettaglio del suolo

Berg Roseneck trocken 2006 – Breuer 
Subito il naso si apre su toni che dal torroncino/croccante alle nocciole si ampliano a sensazioni agrumate di lime e di pesca matura, poi di lieve idrocarburo per arrivare, dopo opportuna ossigenazione nel bicchiere, a note leggermente fumé di cenere. Il palato è ricco e ben articolato, con lievissimo residuo zuccherino che allarga l'ingresso di bocca e lascia presto spazio alla freschezza acido-sapida, ancora viva e tesa. Il peso ed il volume ci sono, ma ben supportati da una struttura saporita che invita al secondo bicchiere. 
Bottiglia entrata nel suo apice espressivo e che probabilmente vi resterà ancora per almeno tre-quattro anni.


martedì 27 novembre 2018

LE CRONACHE DI NATURNO-2018

È sempre un piacere tornare a Naturno (Val Venosta, Alto Adige) per le Giornate del Riesling ed in particolare per partecipare al concorso del miglior Riesling italiano. Occhio, ho scritto italiano, non italico. Dunque si parla di Riesling Renano prodotti in Italia, non di Riesling Italico.
La degustazione si è svolta il 7 novembre scorso presso la canonica di Tablà (con spettacolare vista sulla collina di Juval), mentre il 25 novembre sono stati resi noti i migliori 10 vini dell'annata 2017 sui 56 degustati. Un grande grazie a Monika Unterthurner, Norbert Dibiasi, Peter Dipoli ed alla Pro Loco di Naturno per l'impeccabile organizzazione ed ospitalità.
La foto della premiazione è stata "rubata" alla pagina Facebook RIESLINGTAGE NATURNS.
Ecco i primi dieci classificati:


1. Praecipuus - ROENO
2. Langhe Riesling Herzu – ETTORE GERMANO
3. Val Venosta A.A. Riesling – FALKENSTEIN 
4. A.A. Castel Ringberg – ELENA WALCH
5. Garda Riesling Emanuela – DUE PINI
6. A.A. Val Venosta Riesling Geieregg – HIMMELREICHHOF
7. A.A. Valle Isarco Riesling - PACHERHOF
8. A.A. Valle Isarco Riesling – KOEFERERHOF
9. A.A. Riesling Pitzon – NALS MARGREID
10. Trentino Riesling – FONDAZIONE EDMUND MACH


Dunque nella top ten 6 Riesling altotesini, 1 veneto, 1 piemontese, 1 lombardo ed 1 trentino, ma per la prima volta vince il Praecipuus, Riesling veneto - primo non altoatesino o piemontese a vincere la competizione - della Valdadige che non costituisce una vera e propria sorpresa, visto che è spesso tra i migliori. La versione 2017 si offre con un naso “dolce” e generoso rinfrescato da toni minerali (selce) che trova corrispondenza in un palato ampio e compatto, segnato da intensi rimandi di frutto speziato. Completo e accattivante.
L'Herzu di Germano è un habituè del podio. Quest'anno mostra un fine carattere fruttato maturo-balsamico, animato da un palato elegantemente nervoso.
Infine, sull'ultimo gradino del virtuale podio, Falkenstein, dagli intensi toni di mela verde che si riverberano nel palato ricco di frutto e potente, ma compatto e scorrevole.
Tra i primi dieci ho personalmente apprezzato in modo particolare anche il Riesling di Pacherhof. Elegante e (relativamente) sottile, sprigiona scie di frutto verde-balsamico attorno ad un corpo di fresca persistenza salina.
Per il resto, segnalo giusto un paio di piacevoli scoperte o riscoperte. Come Lehengut, ad esempio, per me una scoperta: piccola realtà Bio della Val Venosta che ha presentato un ottimo Riesling, fresco e salato. O Strasserhof, regolarmente tra i più interessanti Riesling sudtirolesi grazie ad uno stile incisivo, agrumato e nervoso dimostrato anche in questa occasione.