lunedì 17 giugno 2013

TUFFI


Il RiesliGarten si prende una brevissima vacanza. Appena tornati faremo un tuffo nelle fresche acque della Ruwer...anzi, quattro passi nelle vigne di Maximin Grunhauser e Karthauserhof...

lunedì 10 giugno 2013

RIESLING TRIO - ANDANTE CON BRIO

Torniamo nelle colline pavesi per una piccola fotografia sui Riesling 2010, un'annata che qui ha esaltato i caratteri di finezza ed eleganza del nostro vitigno preferito: stagione fresca e vini ricchi di slancio, pur non mancando di polpa (che, del resto, qui non manca mai).
Vini più eleganti, per intenderci, rispetto ai 2011 (ne avevamo già parlato qui): un po' meno ciccia ma più agilità, più mineralità, più persistenza gustativa. In alcuni di questi aspetti conta l'anno in più trascorso in bottiglia, ma ci pare (avendo già assaggiato queste bottiglie anche un anno fa, appena uscite) che molto abbia fatto l'annata vendemmiale.
Per questa prima ricognizione sull'annata abbiamo scelto tre fra le migliori etichette. Come dire, ci piace vincere facile, ma avremo modo di parlare anche degli altri per avere un quadro più generale.
Abbiamo assaggiato le tre bottiglie NON alla cieca, per una volta, in relax.
Ecco qua:
 
OP Riesling Landò 2010 – Le Fracce
Da barbatelle alsaziane. Tre ettari su suoli calcarei e calcareo-argillosi esposti a ovest a un'altitudine di 250-350 metri, parte a Mairano di Casteggio, parte a San Biagio di Casteggio (zona più alta, più sabbiosa e, a tratti, pietrosa). Impianti a Guyot con circa 5.000 piante/ettaro.
In vendemmia generalmente si fa uso di ghiaccio secco per proteggere l'uva da ossidazioni.
In cantina, macerazione pellicolare per 18 ore a 4° C, fermentazione alcolica a 18° in acciaio inox per 25 giorni circa, poi, dopo la fermentazione malolattica, affinamento di 4 mesi circa in acciaio a 5° C per effettuare una stabilizzazione tartarica.
Naso preciso, un po' tropicaleggiante (ananas) e lievemente minerale, agrumato, anche se l'impressione è che debba trovare ancora distensione aromatica (buon segno, di gioventù). Bel palato che alterna tratti suadenti e tondi ad elementi freschi e sapidi con piacevole carattere agrumato. Carattere scattante combinato a una buona polpa.
 
 

Una delle vigne del Landò

OP Riesling Vigna Costa 2010 - Paolo Verdi
Vigna piantata nel 1988 ed esposta a sud ovest su suoli molto limosi. Altitudine di 160-200 metri per un densità di 4.500 piante/ettaro, potatura a Guyot.
In cantina l'uva viene diraspata e criomacerata per 13 ore, segue svinatura del “fiore” (60% della massa totale), stabilizzazione tartarica, filtrazione e imbottigliamento.
Il naso è una combinazione di frutti bianchi maturi, confettura di rabarbaro, marmellata di agrumi, note balsamiche leggermente canforate e idrocarburi. In bocca si avverte una lievissima carbonica che accentua la freschezza. Attacco e sviluppo molto sapidi, anzi, salati. Impatto vivo e quasi sferzante, incisivo e nervoso, progressione dritta e precisa, con finale rinfrescante leggermente amarognolo.
 
La Vigna Costa di Verdi

Riesling 2010 - Monsupello
Vigne tra Oliva Gessi e Torricella Verzate, età media di 15 anni, esposizione a sud est e sud ovest, suoli calcarei con sottosuolo gessoso. Impianto a Guyot con 4.700 ceppi/ettaro di densità.
Pressatura soffice dell'uva intera, il mosto fiore (50% sul totale) è separato dal resto e il tutto viene svolto in ambiente inertizzato per evitare ossidazioni.
Fermentazione del mosto fiore (chiarificato e travasato dopo un giorno) in acciaio inox a 18°. Seguono altri travasi, una lieve stabilizzazone proteica, microfiltrazione e imbottigliamento.
Naso fruttato (frutti bianchi e gialli tropicali), integro e nitido, con sfumature minerali-sassose.
Palato ben definito che si allarga più glicerinoso e più alcolico rispetto a quello di Verdi; dove quello parte e finisce dritto come una lama, questo inizia avvolgente, paffuto, per chiudere fresco e vitale con buono slancio.
 
Il mosto, in ambiente inertizzato, del Riesling di Monsupello
 

A presto nuovi aggiornamenti sui Riesling Oltrepò (riassaggi annata 2011 e assaggi annata 2012)...poi un po' di Austria...tanta Germania...Alto Adige...ancora Germania...

Vittorio Barbieri

lunedì 3 giugno 2013

ROMAGNA RIESLING

Non si vive di sola Mosella...così, sabato 1° giugno, siamo andati a scovare un Riesling dalla zona che non ti aspetti. Quindi eccoci a Campiume, nella Valle del Lamone, sulle colline del brisighellese, in una parte di Romagna ravennate che guarda già alla Toscana (il confine è a pochi chilometri) per l'incontro di presentazione dei BioViticultori.
Chi sono i Bioviticultori? Sei produttori “bio” (biologici e biodinamici) della zona che nel 2011 si sono riuniti in una associazione: Andrea Bragagni, Paolo Francesconi, Il Pratello, Vigne di San Lorenzo, Fondo San Giuseppe e Vigne dei Boschi.
Campiume non è solo la casa privata di Filippo Manetti (alias Vigne di San Lorenzo) e quella comune dei sei, è anche un luogo bellissimo, fuori dal tempo, un antico borgo medievale trasformato in agriturismo di classe e sostanza. Ci sono anche una chiesa sconsacrata trasformata in biblioteca e l'antico cimitero trasformato in giardino di erbe aromatiche. Noi del Rieslingarten andiam matti per queste cose!
Campiume
Cosa c'entra tutto questo con il nostro blog? Due Bioviticultori, Fondo San Giuseppe e Vigne dei Boschi, producono Riesling Renano. Noi ci soffermeremo su quello di Vigne dei Boschi, di cui sabato abbiamo avuto la fortuna di provare una verticale di tutte le annate prodotte fino ad ora.

L'AZIENDA
La storia di Vigne dei Boschi inizia nel 1989, quando Paolo Babini acquista un piccolo corpo di vigneti poco a sud di Brisighella, a Valpiana, in una zona alta poco vitata.
Dopo un periodo di conferimento delle uve alla locale cantina sociale, inizia a vinificare in proprio dal 2000. Nel frattempo, nel 1994, abbandona i trattamenti chimici in vigna e intraprende la via del biologico per approdare, nel 2002, alla biodinamica (attualmente l'azienda è in conversione), secondo un'attitudine razionale che cerca di adattare le teorie steineriane alla pratica contadina. Nella gestione aziendale, Paolo è affiancato dalla moglie Katia Alpi, enologa.
Il dinamizzatore di Paolo Babini

LE VIGNE
Gli oltre 6 ettari a Valpiana sono disposti su pianelli sovrapposti, tra 300 e 450 metri d'altezza in una zona fresca e ventilata su suoli di marne grigie e arenaria, immersi nei boschi, con qualche ulivo a punteggiare il paesaggio. Le vigne sono inerbite con sovescio e trattate solo con rame e zolfo.
Notevole la vigna del Poggio Tura, piantata nel 1999 ad alberello romagnolo (con pali e fili) utilizzando quindici biotipi di sangiovese ricavati da piante in parte novantenni.
E proprio la grande variabilità clonale in vigna è tra gli elementi alla base delle attenzioni verso la difesa della biodiversità, che si concretizza in una continua, sensibile, esplorazione del territorio.

16 ANIME
Poco distante e poco più in basso del Poggio Tura, percorrendo un breve sentiero nel bosco, sbuca all'improvviso la quindicina di filari di riesling renano allevati a Guyot. La Vigna Pozzo è stata piantata nel 1999 con una densità di 5.333 piante/ettaro.
Qui, dal 2004, viene prodotto il 16 Anime, che prende nome da un antico censimento riguardante la parrocchia di Valpiana, dove appunto, nell'Alto Medioevo, risiedevano “16 anime”.
È uno dei Riesling italiani più stimolanti, curiosi e sfuggenti alle definizioni, inquieto e difficilmente inquadrabile negli abituali canoni del Riesling. Visto negli anni lascia trasparire con chiarezza il percorso di conoscenza e apprendimento del territorio e del vitigno che il vignaiolo ha percorso e sta percorrendo (il 2012 è ancora in vasca, non l'abbiamo assaggiato, ma siamo molto curiosi di farlo), senza ancora mostrarsi nel pieno della sua espressività, viste le relativamente poche annate disponibili e l'ampio potenziale di longevità che queste sembrano avere.

La vigna del 16 Anime
I VINI

2004
Prodotto solo in magnum.
Si stacca dagli altri e fa storia a sé. Tanta botrytis in fase di raccolta, macerazione sulle bucce, fermentazione in barriques usate e uso di lieviti selezionati. Elementi, a parte l'uso delle barriques (che ritroveremo nell'annata successiva), che non hanno più trovato spazio nella storia del vino. Un po' per scelte tecniche, un po' per caratteristiche dell'annata.
Oggi il vino ha un naso complesso con sensazioni fumè e di croccante alle nocciole, con una nota quasi rugginosa. In bocca è grasso e potente (una delle annate più alcoliche, oltre 14,5% di alcol svolto) e mostra un residuo zuccherino deciso e avvolgente. Un carattere alsazianeggiante e viscerale. Una mosca bianca nel panorama dei bianchi nazionali.

2005
Inizia il processo di snellimento del vino. Paolo Babini anticipa la raccolta per ottenere più acidità in bottiglia e per evitare che la botrytis (non buona come quella dell'anno precedente) faccia danni.
Aromi terziari con note balsamiche e idrocarburiche mature, sensazioni gustative più fresche del precedente, decisamente più secco, ma maggiore slancio acido avrebbe giovato e portato il vino ancora più lontano.

(2006 annata non imbottigliata e non assaggiata)

2007
L'annata meno alcolica (circa 12,5%) nonostante il gran caldo stagionale, frutto di un ulteriore anticipo della raccolta, alla ricerca di un continuo snellimento del vino. Lo snellimento c'è, anche se, con il senno di poi, forse fin troppo, ma il vino è intrigante.
Naso gassoso e un po' sulfureo, idrocarburico; palato più “piccolo”, stretto e sottile dei precedenti, tagliente, ma un po' corto.

2008
Siamo vicini alla quadratura del cerchio di questa prima fase. Più completo del precedente e meglio a fuoco, più compatto. Grassezza e slancio, eleganza. La parte aromatica oscilla tra note di pompelmo rosa e idrocarburiche, poi marine, il palato unisce densità e slancio sapido. Preciso e di bella beva.

2009
Lieve timbro ossidativo, erbe aromatiche (rosmarino) secche, erba appena tagliata e marmellata di arance in un naso non prorompente, un po' timido. In bocca, grassezza e polpa alcolica, ma con articolazione tesa e fresca, anche se sembra che il vino stia attraversando una fase di transizione e chiusura.

2010
Scontroso e affascinante. Il naso all'inizio evoca la buccia di limone, lo straccio bagnato, sembra un problema di tappo. Dopo qualche minuto si ripulisce, trovando un'espressione aromatica più distesa, con accenni di erbe aromatiche.
Palato di sostanza, intrigante nel suo sgomitare giovanile, scontroso, con finale fresco, profondo e amarognolo.

2011
Forse l'unico vino del lotto che arriva a sfiorare alcuni canoni di architettura Rieslingosa più familiare, dalle parti dell'Alto Adige, in qualche modo più rassicuranti.
Profilo in generale più lineare, naso preciso e nitido con note di anice e agrumi, più frutto, spezie e florealità, che idrocarburi. Palato giovane, ma già di buona scorrevolezza.
Paolo Babini e i suoi "gioielli"

Se siete interessati al 16 Anime e ai BioViticultori, fate un salto a Campiume il 16 giugno, dalle 11 alle 21 ci sarà un nuovo incontro, aperto al pubblico, con i produttori dell'Associazione.

 
 
Vittorio Barbieri

lunedì 27 maggio 2013

RIESLING ON TOUR!

 
Palazzo Corsini è un gran bel palazzo fiorentino seicentesco. Inizialmente qui c'era un “casino” (nel senso di piccola casa signorile...), nel tempo sono stati costruiti altri edifici ed oggi chi dovesse visitare questi luoghi avrebbe la fortuna di aggirarsi in saloni e salette, salire e scendere dal magnifico scalone monumentale, passeggiare nel giardino all’italiana e ammirare un po' distratto quadri e affreschi del '600 in un contesto sfarzoso e imponente.
Qui, lo scorso 13 maggio, si è tenuta la prima tappa del Riesling On Tour italiano, organizzata dalla prestigiosa rivista tedesca di enogastronomia Der Feinschmecker con il supporto di Thurner PM (che ci ha fornito le foto).
Madaleine Jakits di Der Feinschmecker
L’occasione per noi giardinieri era molto ghiotta, di quelle da non perdere. Così ci siamo permessi il lusso di un pomeriggio fiorentino, con tanto di spettacolare giornata primaverile di contorno (una rarità, visto il clima delle ultime settimane), all’insegna del nostro nettare preferito.
In programma, oltre alle degustazioni libere presso i banchetti dove i 25 produttori erano presenti di persona, due seminari molto interessanti. Siamo riusciti a seguire solo il primo, condotto da Gian Luca Mazzella. Ahimè, ci siamo persi il seminario di Andrea Gori.
Un momento delle degustazioni libere
Nella degustazione guidata da Mazzella i protagonisti erano dieci vini: una coppia di annate per ciascuno dei cinque produttori presenti, una recente e una più datata.
In realtà per tutti l'annata più recente era la 2011, di belle, anzi, bellissime speranze: qualcuno in Mosella l'ha paragonata alla 2007, per la fioritura anticipata, la raccolta tardiva e le alte densità zuccherine ben bilanciate dall'acidità.
I produttori protagonisti della degustazione sono stati Donnhoff, Bassermann-Jordan, Heymann-Lowenstein, Robert Weil e J.J. Prum.
Il seminario di Gian Luca Mazzella
I VINI E LE AZIENDE

La storica tenuta di Helmut Donnhoff si trova sulle ripide colline che costeggiano il fiume Nahe, un affluente della Mosella, in una delle più piccole regioni vitivinicole di Germania. Di Helmut Donnhoff (dal 1971, era 22enne, alla guida dell'azienda, che oggi conta 25 ettari di vigneti), tra i migliori bianchisti tedeschi e, forse, del mondo abbiamo assaggiato il Riesling Dellchen 2011 e il suo predecessore del 1997.
Il 2011 ha un attacco di naso molto fine, fresco e complesso, pur in assenza di botrytis, dove prevalgono sensazioni floreali e note di pesca bianca. In bocca, acidità e sapidità ben combinate con la struttura e l'alcol, in armonia.
La versione del 1997 ha invece una più immediata e netta presenza di idrocarburi, che fa da apertura a un naso ampio, con note tropicali e agrumate. La bocca è piena, ricca e con una piacevole chiusura decisa e asciutta.

L’azienda Dr. von Bassermann-Jordan, di proprietà di Achim Niederberger, risiede in una delle zone viticole tedesche più calde, il Pfalz, che noi italiani conosciamo come Palatinato, a Deidesheim. Qui Niederberger possiede un’importante tenuta di circa 50 ettari su suoli provenienti da antiche colate laviche, con produzione seguita dall’enologo Ulrich Mell.
Il Jesuitengarten Riesling trocken Grosses Gewachs 2011 proviene da un cru, un tempo di proprietà dei gesuiti, con una estensione di 6 ettari a 170 metri sul livello del mare, su terre argillose e gessose, con tratti leggermente limosi, classificato come uno dei Grand Cru della zona. Il vino ha note calde, floreali, di pesca quasi in confettura. In bocca predomina una acidità viva e austera, violenta, ancora un po' slegata dalle altre componenti.
La versione 2007 ha un naso complesso e un po' maturo, leggermente fumè, con lievi note balsamiche. In bocca è ricco e polposo, apre e chiude con decisione.
Heymann-Lowenstein ci porta in Bassa Mosella, a Winningen, in una vallata protetta dai freddi venti del nord. La zona è caratterizzata da vigne ad alberello su ripidi pendii di ardesia che riflettono i raggi del sole sugli acini e rilasciano calore durante la notte.
Il Riesling Roettgen 2011, fermentato con lieviti indigeni, nasce da un cru ricco di ossidi di ferro con esposizione sud-sud est. Naso non prorompente, ma fine, pulito, netto, con sentori di salvia, rosmarino, pesca, albicocca e zafferano. La bocca è piena, con ottima acidità, agrumata e lunga, e finale asciutto. Ottimo vino da pasto, di importante struttura.
Il Roettgen ‘Alte Reben’ 2002 (annata tardiva caratterizzata da temperature fresche) si apre su un naso complesso ed evoluto. Frutta candita, zafferano, miele, sambuco, che contribuiscono a dare un'idea di...grassezza fresca. Note zuccherine e polposità, accentuate da toni mielosi, sono comunque in equilibrio con una importante vena di acidità. Vino pieno e di sostanza, quasi masticabile, ma slanciato.
Poi l'accoppiata di Robert Weil proveniente dalla vigna Grafenberg (17,5 ettari l'estensione del cru) di Kiedrick, Rheingau. Wilhelm Weil ha una tenuta di circa 65 ettari, dal 1981 parzialmente di proprietà di una multinazionale giapponese.
Il Kiedrich Grafenberg Riesling Spatlese 2011 ha potenti note dolci, tropicali al naso. La bocca presenta un avvolgente residuo zuccherino ben equilibrato dalla componente acida.
Ci sembra però più piacevole e risolta l’annata 2001, che ha una squillante nota di idrocarburo, ampiezza e sensazioni quasi di essenze (nel senso di legni) balsamiche, oltre che di zafferano. In bocca residuo zuccherino meno evidente rispetto al 2011. Acidità, freschezza e nerbo, per un palato dove risaltano sensazioni di agrumi e zafferano affiancate a note più erbacee e vegetali.
Chiudiamo in bellezza con J. J. Prum. Siamo in piena Mosella. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui.
In degustazione due Wehlener Sonnenuhr Auslese Gold Kapsel, il 2011 e il mitico 1983.
Katharina Prum dice che i vini dell'annata 2011 esprimono molto bene il carattere dei rispettivi Cru, quindi Wehlen è molto Wehlen, Graach è molto Graach e via dicendo.
Il 2011 in questione ha un naso fruttato (pesca e pera, soprattutto), con note mielose e affumicate. La bocca è opulenta e polposa, ma affilata. Densa e di struttura importante, ma supportata dalla vena acida. Nerbo e vigore. E tanto rigore. Wehlen! Anzi, Wehlen+J.J. Prum.
Poi...il 1983, vendemmia dove un magnifico autunno ha contribuito a dare vini freschi e zuccherini, nel complesso senza importanti presenze di botrytis. Ottima annata per gli Eiswein, tra cui alcuni leggendari (quello di Egon Muller e il GK di J. J. Prum). Ma torniamo a noi......agli occhi il colore è oro carico. Naso ancora fresco, complesso, ricco. Zafferano, pietra focaia, tabacco, tartufo, spezie (su tutte, cannella), note balsamiche. Impressionante per ampiezza e nitidezza. La bocca ha tratti flessuosi e cremosi, ma con freschezza e mineralità molto vive. Finale piacevolmente asciutto, preciso e senza cedimenti.
Sorprende la tenuta in freschezza, la grande beva. Grande gioventù. Magari poterlo risentire tra qualche anno...già ora un’emozione!

Foto di gruppo dei produttori
Speriamo presto in nuove tappe italiane del Riesling On Tour...

Alberto Alfano e Vittorio Barbieri