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domenica 26 maggio 2019

RIESLING VIDEO-SCHULE 41

Torna la Video-Scuola con una intervista effettuata dallo staff di James Suckling a Katharina Prum, erede di una delle saghe viticole famigliari più importanti del vino europeo.
Si parla della mitica azienda J.J. Prum (oggi diretta da Katharina), dell'annata 2013, di Mosella e del mercato del vino ad Hong Kong.
In inglese, dura 4 minuti. Buona visione.


mercoledì 1 agosto 2018

RIESLINGATA 2018

Nuovo cambio di sede per la Rieslingata estiva, che quest'anno ha avuto luogo in una piccola frazione di Groppallo (nell'appennino piacentino), chiamata Frè. Come al solito la Rieslingata è un pot-pourri variopinto e un po' caotico, ma il senso di questa bevuta (bevuta, non degustazione) è sempre stato prevalentemente conviviale, tra grandi bottiglie, curiosità, rarità rieslingose, buon cibo e amici.


Limitandomi a citare solo una piccola selezione delle bottiglie assaggiate, non si possono dimenticare i sussulti dei partecipanti per un campione sudtirolese ben noto su queste pagine e che si conferma uno dei Riesling italiani per ecellenza, qui messo alla prova con una bottiglia di dieci anni: il Kaiton di Kuenhof. Così come, ancora una volta, ha dato una dimostrazione di forza – sotto forma di leggiadra eleganza - un produttore mitico, J.J. Prum, alle prese con un lage minore, il Bernkasteler Badstube. Impagabile poi la curiosità e l'emozione di provare un raro vino d'asta, peraltro eccellente, di Bauer. 
Infine, la Rieslingata significa anche scoperta di vini e/o aziende meno sotto i riflettori. Outsider. Stavolta ne abbiamo scovati tre. 
Più in dettaglio, ecco allora il racconto di queste sei bottiglie.

Kaiton 2008 - Kuenhof 
Un classico della Valle Isarco. Naso minerale, con toni di sasso bagnato, intriganti rimandi affumicati e speziati, infine agrumati. Palato lungo e piccante, nervoso e sicuro, sapido, o meglio, salato. Agile e dinamico, ha bella struttura e sviluppo articolato. Se ne trovate una bottiglia in giro, bevetela o tenetela due-tre anni in cantina, può migliorare ancora. 

Bernkasteler Badstube spatlese 2007 – J.J. Prum 
Un mito della Mittel Mosel, J.J. Prum, qui alle prese con un'ottima annata di quello che non si può certo definire come il suo lage più rinomato. 
Vino succoso, anche se non un mostro di sprint; elegante e composto (anche al naso, dove la proverbiali note sulfuree sono quasi assenti) ha buon frutto agrumato – mandarino, limone – e un lieve tocco di vaniglia. Cremoso e vellutato, si sviluppa con bella eleganza sapida chiudendo con un finale armonico, seppur non lunghissimo. 

La parte di B. Badstube confinante con il Doctor, da www.weinlagen.info

Brauneberger Juffer auslese** 2015 (vino d'asta) – Bauer 
Sede a Mulheim, nella Mittel Mosel, per questa azienda che all'asta 2016 del Bernkasteler Ring ha proposto il “super” auslese in questione (le due stelle corrispondono più o meno ad un Gold Kapsel quasi una Beerenauslese). 
Ampia intensità fruttata persino tropicaleggiante, poi scie mielose, floreali e di frutto giallo (melone). Palato ricco e grasso, ma con acidità viva, grande sapidità e finale sicuro. Potente e pieno, riesce a mantenere eleganza e scatto nonostante l'importante concentrazione. 


Poi gli ousider. 
Il Ciarla 2015 di Fondo San Giuseppe, azienda nota agli appassionati di bianchi “alternativi” romagnoli, proviene da una vigna di 0.7 ettari posta a 400 m slm in Comune di Brisighella. Vino deciso e di carattere, combinazione olfattiva di frutto e fiori, di erba falciata, pesca e agrumi maturi; potente ma dinamico, il palato è secco e sapido, con finale teso. 
Limen 2012 di Giuliano Micheletti, vignaiolo “naturale” nei pressi di Trento, è un vino che esce in commercio dopo circa tre anni di affinamento tra vasca (due anni) e bottiglia (un anno); all'attacco di bocca glicerinoso fa seguire un'articolazione gustativa compatta e sapida. Piacevole.


Infine, il Ryzlink Rynsky 2013 di Dobra Vinice, azienda Bio della Repubblica Ceca (Moravia, esattamente), vino diritto di eleganza nordica, con una vena puntuta ben equilibrata dalla struttura. Ben fatto e lineare, ha finale di adeguata persistenza.

giovedì 10 maggio 2018

ENOLAB TRAPANI/1

L'Enolab Riesling ONAV si sposta in Sicilia, a Trapani, presso il wine-bar Winehouse (di fronte al porto), per tre serate tra maggio e giugno. Prima tappa il 7 maggio scorso, tema Mosella, la patria di alcuni tra i vini più freschi ed eleganti in assoluto, capaci – nei casi migliori – di ribaltare i canoni della degustazione del vino e persino il concetto di Vino ai quali molti di noi, per cultura e tradizioni, sono abituati.
Prima di tutto un doveroso e grande ringraziamento alla delegazione locale ONAV – guidata da Riccardo Cassisa – ed alla sua calorosa accoglienza.



Si parte con la Mosella, dunque, e con le sue consuete montagne russe degustative tra vini trocken e non - ambito spatlese ed auslese - in un arco temporale di ben 31 anni (2016-1985). Vini difficilmente inquadrabili in rigide categorie, perché non esiste IL Riesling, esistono I Riesling, ciascuno con le proprie declinazioni prima di tutto territoriali e poi tipologiche e/o legate al produttore. 
Un altro grazie ad ONAV Trapani per le foto...si parte. 
Tra i sette vini degustati alcune vecchie conoscenze di questo blog ed un paio di “novità”, come lo Scharzhofberger GG 2016 di Von Hovel, dalla sottozona Saar, scelto per inaugurare la degustazione. Appena versato un lieve sbuffo ridotto-lievitoso-gassoso. Subito dopo emergono fiori (lavanda), poi pesca, lime e pompelmo. Bocca fresca e sottile, innervata da un'acidità viva e matura che porta ad un finale di bello sprint. La disarmante semplicità dei Mosel Riesling giovani.


È poi la volta di una rara chicca proveniente da una tra le pochissime vigne veramente leggendarie della Mittel Mosel: il Berkasteler Doctor spatlese trocken 2007 di Dr. Thanisch: naso elegante con note di confettura di rabarbaro e frutti gialli, poi idrocarburi; bocca di volume, ampia, dallo sviluppo compatto e innervata da una acidità matura, salata e armonica. Vino potente ed elegante.


Ultimo vino trocken della serata il Wintricher spatlese trocken 2001 di Molitor Rosenkreuz, sottile, fresco e nervoso. Naso complesso ed in fase terziaria, bocca agile e quasi spigolosa. In generale il vino fila via che è un piacere senza riverberarsi con grande persistenza, ma dove perde in lunghezza guadagna in bevibilità. A livello aromatico regala uno sviluppo cangiante tra lievi idrocarburi, polvere da sparo, selce, erbe aromatiche secche, torrone e toni fumè.


Si passa ai vini con residuo zuccherino, per primo il Graacher Domprobst spatlese fuder 5 2016 di Willi Schaefer. Il fuder 5 viene solitamente destinato ad una selezione di Domprobst spatlese che spesso (come il caso in questione) tende ad un'auslese. Frutto che, dopo le iniziali sensazioni lievitose, moscateggia nitidamente rinfrescato da toni di zenzero; il volume e gli zuccheri non mancano, ma nemmeno lo slancio e un grande sprint nel finale trascinante, dove si riverberano note di frutti gialli (pesca) e fiori. Una grande spatlese.


Si torna indietro nel tempo con il Graacher Himmelreich spatlese 2007 di Kerpen, ennesima bottiglia ad un ottimo rapporto qualità/prezzo proposta da questa piccola azienda di Wehlen. Gli oltre 10 anni di affinamento hanno permesso alla dolcezza di fondersi alla perfezione con gli altri elementi gustativi, ma anche il naso è entrato in una fase affascinante in cui la confettura di susina gialla si fonde con quella di rabarbaro e con sfumature idrocarburiche. Complessità e piacevolezza.


Per ultime, le due auslese. Si inizia con un classico: il Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 di JJ Prum, da un'annata fresca che continua a regalare soddisfazioni. Minerale, idrocarburico e leggermente sulfureo su uno sfondo di infuso di camomilla. Qui ci trasferiamo in un mondo più freddo e austero, ma essenziale. La quintessenza della Mosella più elegantemente austera, anche grazie ad una bocca aerea di precisione e lunghezza notevoli.


Chiusura con l'Urziger Wurzgarten auslese 1985 di Benedict Loosen Erben, dai tratti fumè spinti completati da ricordi di erbe officinali secche e speziati (zenzero); il palato attacca con buon volume, si articola sicuro per finire puntuto e leggermente amarognolo, ancora non domo. Nel suo apice espressivo, potrà dare ancora soddisfazioni negli anni a venire.


sabato 10 febbraio 2018

ENOLAB MONZA/4

Si è chiusa la bella esperienza dell'Enolaboratorio Riesling, fatto e pensato insieme ad Onav Monza. Prima di tutto un grande grazie a Daniela Guiducci, a tutta la delegazione ed ai partecipanti, che hanno reso possibile questo variopinto (e, spero, per alcuni sorprendente) viaggio virtuale nei meandri del Riesling.
Nell'ultima tappa siamo andati a spasso nel tempo - dal 2004 al 1985 - e nello spazio, girovagando tra Rheingau, Alsazia e soprattutto Mosella. Tre vini secchi per iniziare, cinque con residuo zuccherino per terminare: il Riesling alle prese con le sue proverbiali longevità ed evoluzioni.




Wintricher spatlese trocken 2001 – Molitor Rosenkreuz
Dalla Mosella Centrale un vino elegante e sottile, fresco.
Naso fine e complesso, in bocca più agilità che muscoli, fila via che è un piacere senza riverberarsi con grande persistenza, ma dove perde in lunghezza guadagna in bevibilità. A livello aromatico regala uno sviluppo cangiante tra lievi idrocarburi, polvere da sparo, selce, erbe aromatiche secche, pesca, cedro e toni fumè. Beverino e complesso.

Winkeler Jesuitengarten trocken 1997 – Wegeler
Ci si sposta in Rheingau, in una vigna “bassa” e precoce attaccata al Reno, con un vino caldo e generoso, già nel colore dorato, poi negli aromi di frutti gialli (tropicali e non, ananas e albicocca) e pasta di mandorla; dopo lunga ossigenazione escono leggere note di solvente; la bocca attacca grassa, ma si sviluppa salda e compatta finendo con buono slancio.

Moenchberg G.C. Vielles Vignes 1986 – Gresser
Alsazia, Basso Reno, uno dei due vini più datati della serata. Partenza con toni fortemente affumicati che evolvono in note di fiori secchi, croccante alla nocciola, chewing gum e asfalto; palato che scalcia e sgomita con acidità viva e non ancora perfettamente integrata (e forse mai lo sarà). Secco, molto secco, ha un carattere di profonda ed ispida eleganza terziaria.

Wehlener Sonnenuhr spatlese 1998 – Baumler Becker
Da un'azienda che ha chiuso i battenti anni fa, il primo vino con residuo zuccherino di stasera. Torniamo nella Mosella Centrale (gli ultimi cinque vini, a parte il successivo, provengono da qui) con una bottiglia gradevole e quasi didascalica al palato, nel suo dolce-non dolce molto ben risolto: un peso medio beverino e armonico. Il naso è un po' semplice, tra frutta in confettura e fiori che con il tempo non trovano grande evoluzione, ma la bocca, vicina al priorio apice, incede con scioltezza invidiabile.

Saarburger Rausch spatlese 1999 (9-00, vino d'asta) – Geltz Zilliken
Un mito della Saar, Zilliken, ed un vino che fu presentato all'asta della V.D.P. nel 2000.
Una selezione di spatlese che spinge sul lato polposo e dolce (quasi un'auslese), sia al naso, un tripudio di agrumi canditi (cedro su tutti), sia in bocca, dove il vino si mostra ampio, ricco e potente, ancora spostato sul lato dolce, seppure molto preciso ed equilibrato dalla grande sapidità.


Urziger Wurzgarten spatlese 1994 – Markus Molitor
Spatlese di eccellente riuscita, complesso e in equilibrio, molto ben fatto. Finezza d'idrocarburi, frutto, confettura di rabarbaro, camomilla; il palato è ricco, il residuo zuccherino si è fuso alla perfezione con la struttura, articolata e multidimensionale. Eleganza e potenza racchiuse in un unico calice.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – J.J. Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi di eleganza aerea ed austera. Impatto chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree); esce alla chetichella nelle sue note di confetture, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Palato di grandissima finezza, molto “classico”.

Urziger Wurzgarten auslese 1985 – Benedict Loosen Erben
Chiusura della serata e del corso con un'auslese di armonia esemplare. Naso di frutti gialli in confettura, fumo, zenzero, molto “Wurzgarten”. Struttura gustativa piena, elegante con nervosa chiusura agrumata. Vino completo, piacevolmente pronto (nel proprio apice espressivo) ma che darà ancora soddisfazioni negli anni.


sabato 8 aprile 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/4

Si è chiusa la bella esperienza dell'Enolaboratorio Riesling, fatto e pensato insieme ad ONAV Piacenza. Prima di tutto un grande grazie a tutta la delegazione, mix di competenza, disponibilità e simpatia. Bravi.
Nell'ultima tappa del viaggio siamo andati a spasso nel tempo - dal 2005 al 1977 - e nello spazio, limitandoci in realtà a due sole aree della Germania: Rheingau – primi due vini - e Mosella – i successivi sei, tra cui un vino della Ruwer ed uno della Saar. Un viaggio utile non tanto e non solo per avere la conferma che i migliori Riesling sono vini parecchio longevi, quanto per seguirne idealmente lo sviluppo e l'evoluzione nel corso degli anni, osservarne la trasformazione dopo averne colto – nella prima serata del corso – il lato più giovanile.





Di seguito il racconto degli 8 vini, in un percorso degustativo rocambolesco su e giù tra i decenni e le tipologie.
Grazie ancora una volta a Luca Cannizzaro per le foto.

Rauenthaler Nonnenberg trocken 2005 – Georg Breuer
Naso sul versante floreale e fruttato, non propriamente “caldo” ma comunque “carnoso”. La bocca attacca ampia e potente, si articola con buon bilanciamento e chiude con finale fresco e sapido.
Il vino è giovane anche se già molto piacevole e di buon equilibrio, ma lo aspettiamo al varco per risentirlo tra 3-4 anni.


Hochheimer Holle auslese trocken 2002 - Kunstler
Rispetto al precedente gli aromi sono più evoluti e centrati su un registro terziario più pronunciato tra confetture e toni di cenere/fumo. Palato molto bello, sferzante e pieno, con un'acidità guizzante e salata che attraversa il vino dall'inizio alla fine rinfrescando una struttura importante.


Urziger Wurgarten spatlese 1977 – Benedict Loosen Erben
Qui si sale sulle montagne russe con una spatlese non trocken di 40 anni che sembra quasi trocken. Naso d'impatto scontroso, quasi fungino e fortemente iodato e torbato. Con l'aria poi si rivelano anche note di agrumi confit. Bocca sottile e piccola (figlia dell'annata) ravvivata da una acidità citrina e sgrassante. Vino disarmonico dal fascino irregolare e turbolento.


Scharzhofberger spatlese 2001 – Von Kesselstatt
Dalla Saar. Si torna a un registro più accogliente e rassicurante con il primo dei vini con residuo zuccherino più evidente. Pesca, albicocca, pera, mango, camomilla: naso didattico e di gradevole immediatezza; bocca vellutata e fresca al tempo stesso. Impeccabile ed esemplare.


Wehlener Sonnenuhr auslese 1997 – J.J. Prum
Uno dei 3 imbottigliamenti (lo 09 00) di Wehlener Sonnenuhr auslese proposti da Prum in questa annata.
Dopo l'eleganza classica e sottile, appena austera, dell'eccellente auslese 2004 assaggiato nella prima serata dell'Enolaboratorio, si passa ad un altro fuoriclasse che si annuncia con un colore molto chiaro e tenue. Frutto agrumato (buccia d'arancia matura) ed erbe aromatiche (salvia, basilico) in grande evidenza; lievi sbuffi sulfurei che restano sullo sfondo a completare il quadro. Bocca elegantissima e succosa, salda e molto lunga. Un vino che sembra ancora all'inizio del proprio lungo cammino: grande complessità in totale scioltezza e, ancora una volta, grande bevibilità.


Maximiner Grunhaus Abstberg kabinett 1989 – Maximin Grunhaus/Von Schubert
Dalla Ruwer. Lieve sfondo iodato con buon frutto e note di torrefazione ad ammorbidire l'impatto iniziale. La bocca, molto viva, è innervata da un'acidità salata che dà sprint e trova armonia con un residuo zuccherino che arrotonda e “scalda” un vino comunque fresco e pimpante.


Longuicher Maximiner Herrenberg spatlese 1988 – Schmitt Wagner
1° TEMPO
Da un vigna a piede franco piantata nel 1896 (che oggi ha dunque 121 anni e che quando venne prodotto questo vino aveva “solo” 92 anni…).
Naso inizialmente ombroso e reticente che l'aria (il vino è stato servito un paio di ore dopo la stappatura) smuove solo di poco da note terrose e di foglie morte, di muschio-muffe. Chiede pazienza e solo a fine serata inizierà a tirare fuori il frutto, ma lì per lì sembra quasi non volersi far piacere. La bocca però si rivela da subito cristallina, nitida e precisa, persino rinfrescante.
Bottiglia a due facce, che costringe i degustatori ad uno sforzo in più, ma che sa regalare emozioni.
2° TEMPO
Poi succede che qualcuno, un corsista curioso e avveduto, Marco Massari, si porta a casa ciò che resta di una bottiglia (la seconda stappata, perché la prima sa di tappo) e qualche giorno dopo mi scrive:
A 24h di distanza il vino è proprio cambiato tanto, il naso esce in maniera molto fine ed elegante e le note iniziali lasciano il posto al frutto ed a note di grafite e pietra focaia. Avessi portato a casa la bottiglia intera difficilmente mi sarei fermato”.


Urziger Wurzgarten auslese 1985 – Benedict Loosen Erben
Chiusura della serata e del corso con un'auslese di armonia esemplare. Naso di frutti gialli in confettura e fumo. Struttura gustativa ampia e piena, elegante e armonica. Vino completo, piacevolmente pronto (probabilmente vicino al proprio apice espressivo) ma che darà ancora soddisfazioni negli anni.


venerdì 17 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/1

Prima tappa dell'Enolaboratorio Riesling di Piacenza organizzato da ONAV al Circolo dell'Unione.
Virtualmente si va in Mosella. 9 vini per provare a raccontare quello che per molti versi è IL territorio del Riesling, quello classico, quello dei vini con gli equilibrismi gustativi più spericolati. Ed anche quello che, per chi scrive, è stata la porta di accesso al magico mondo del Riesling.
9 vini, si diceva: 3 trocken e 6 con residuo zuccherino, tipologia quest'ultima in cui tuttora credo vada ricercato il meglio della Mosella, che sulla tipologia trocken perde ancora qualche colpo rispetto a regioni come Rheingau e Pfalz, per citarne solo due.
A parte i primi due vini, della Ruwer, tutti gli altri provengono dalla Mosella Centrale.
Ecco i vini, raccontati nell'ordine in cui sono stati serviti.


Maximin Grunhauser Absterg kabinett trocken 2008 – Maximiner Grunhaus
Ci tenevo ad inaugurare il corso con un kabinett trocken vecchio stile della Ruwer come questo. Didattico e molto buono. Sottile e slanciato, nervoso e senza fronzoli. Buona la complessità olfattiva, dove alle note di frutta in confettura (anche tropicali) si uniscono sensazioni minerali, agrumate e di erbe aromatiche. Bello e deciso il finale di bocca.
Entrato nel suo apice espressivo, che probabilmente durerà ancora alcuni anni.

Karthauserhofberg alte reben spatlese trocken 2015 – Karthauserhof
Ancora Ruwer per un vino che, a differenza del precedente, vive sul lato fruttato-maturo (cotognata) e speziato dolce; struttura quasi opulenta per la tipologia e la zona, anche se in bocca recupera slancio e compattezza, ma pur sempre mantenendosi su un versante rotondo.


Batterieberg trocken 2013 – Immich-Batterieberg
Terzo e ultimo vino trocken della serata. Il naso esprime toni fruttati, speziati (zenzero) e floreali ma sembra quasi in una fase di passaggio verso sensazioni minerali più complesse. In bocca scalpita e chiude compresso, quasi con durezza: avrà bisogno di tempo per distendere la materia che oggi a tratti appare quasi “cruda”.

Graacher Domprobst kabinett 2013 – Willi Schaefer
Si passa ai vini con residuo zuccherino e si parte col botto. Grande kabinett dal carattere ampio e ricco, con volumetrie e ricchezze olfattive quasi da spatlese. Il bello è che, seppur pieno, mantiene linearità e scorrevolezza, una sorta di eleganza polposa. Pesca gialla e scie agrumate al naso per un vino molto gradevole oggi, ma che darà grandi soddisfazioni anche negli anni a venire.

Bernkasteler Doctor spatlese 2015 – Wwe. Thanisch/Erben Thanisch
Naso al momento un po' chiuso, lento ad aprirsi, che fatica ad esprimere il grande potenziale ma che regala comunque piacevoli note di anice ed erbe aromatiche; è in bocca però dove il vino si rivela realmente lasciando intuire la sua grandezza: esplode ampio, grasso e fresco al tempo stesso. Molto succoso, finisce con lunghezza importante e complessi ritorni aromatici da fuoriclasse.


Urziger Wurzgarten auslese fuder 8 2015 – Merkelbach
Nitido, preciso e lineare, sia al naso che in bocca. Pesca, albicocca, ananas, pasta di mandorle. Già ora molto godibile anche grazie all'acidità molto ben integrata nella struttura zuccherina. Carattere gustativo lungo e fresco. I fratelli Merkelbach al meglio in un vino che è anche fortemente paradigmatico di ciò che questa vigna può dare nelle migliori annate: immediatezza e profondità.

Erdener Pralat auslese 2010 – Dr. Loosen
Naso esplosivo e ricco, potente, con toni di frutto della passione e miele. Al palato subito un po' di carbonica che, lì per lì, maschera un residuo zuccherino più presente rispetto al vino precedente. Quasi opulento, esprime il lato ricco del Pralat, innervato però, come nei migliori esemplari, da una verve acido-sapida che lo ravviva.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – JJ Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi mirabile di eleganza aerea ed austera (di quelle truffaldine: la bottiglia finisce in una amen). Come il vino precedente è solare e ciarliero, così questo è chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree che spariscono dopo pochi minuti); esce alla chetichella nelle sue note di confettura di rabarbaro, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Classicismo Prum al meglio in un'annata dal taglio classico.


Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2015 – Dr. Hermann
Unico vino realmente “dolce” della serata, che probabilmente nella sequenza degustativa odierna paga un po' questo staccarsi dal dolce-non dolce dei precedenti. Si dichiara apertamente denso e dolce già dal naso: albicocca candita, miele, fiori dolci. Un "Pralatone": bocca grassa e ricca di polpa compensata da adeguato slancio.


domenica 14 agosto 2016

AP 07

È sempre un piacere parlare di J.J. Prüm, mitico produttore della Media Mosella, con cui tra l'altro è stato inaugurato questo blog quasi tre anni e mezzo fa (vedi qui, anche per approfondimenti sull'azienda). L'occasione nasce dall'assaggio di una splendida auslese del 2005, in Media Mosella annata di vini ricchi (molte le auslese prodotte, poche le spätlese e i kabinett), spesso con tratti opulenti ed esotici.


Graacher Himmelreich auslese 2005 – J.J. Prüm
Occhio al numero AP, perché questa non è l'unica Graacher Himmelreich auslese dell'anno prodotta da J.J. Prüm, ma quella che riporta come ultima cifra “'07”, segno di un imbottigliamento tardivo (2007) che la differenzia dalle versioni “06” (imbottigliate nel 2006).


All'assaggio caratteri da vino “dolce”: naso di albicocca, pesca e susine mature (più in confettura, a dire il vero), mandarino, poi scie lievemente zafferanose e quasi tropicali. Palato arioso, leggiadro e molto scorrevole nonostante la grassezza ed il residuo zuccherino ben presenti. Bello slancio centrale e finale molto sicuro. Mirabile scioltezza espressiva.
Grande vino dolce, anzi, grande vino tout court. Già molto buono ora, sarebbe una fortuna riprovarlo tra dieci-quindici anni.

martedì 15 dicembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 11

L'ultimo video di quest'anno della video-schule è una produzione "Munchies" (2015, Vice Media) che, grazie a Billy Wagner, ci porta prima da Ernie Loosen durante la vendemmia nell'Erdener Treppchen, poi da Katharina Pruem alle prese con una simulazione di potatura nel Wehlener Sonnenuhr (simulazione perché ancora troppo presto per potare realmente), infine a Zeltingen per una divagazione culinario-venatoria e per una toccata-e-fuga da Markus Molitor.
16 minuti godibili, mettetevi comodi. Buona visione.



venerdì 6 settembre 2013

OLD STYLE

Succede che anche i giardinieri si sposino rinunciando all'invidiabile (?) status di scapolo e che, prima della fatidica data, vogliano bersi un bicchiere (ok, qualcuno in più...) in buona compagnia.
Così, visto l'imminente sposalizio di uno dei due, insieme ad alcuni amici i giardinieri si son ritrovati alla Taverna del Gusto di Piacenza per una bicchierata a base di vecchi Riesling della Mosella.
La Taverna del Gusto di Andrea Libè (aiutato dai due insostituibili bracci destri, Raffaella Pinotti e Sergio Libè) è un posto dove, fino a pochi anni fa, c'erano in carta oltre 50 Riesling di varia provenienza. Ora le referenze rieslingose sono “solo” 40, ma la Taverna resta un approdo più che sicuro per provare non solo Riesling, soprattutto tedeschi e altoatesini, ma anche Champagne, Barolo, vini di Borgogna e pure piacentini, per dire, il tutto abbinato ai migliori salumi e formaggi italiani. Tutto ciò di cui una persona normale ha bisogno per vivere un'esistenza serena, insomma.
 
 
I VINI
Buona parte delle bottiglie assaggiate sono importate da Teatro del Vino, che ha scovato rari flaconi di aziende non più esistenti, fantasmi viventi che ci hanno fatto compiere un viaggio negli anni '80 e '90 tra vigne mitiche ed altre di secondo piano.
Il tutto è stato accompagnato da pane, burro e acciughe (del Cantabrico) e da crostini con lardo di Colonnata.
Alcune foto sono state scattate dalla Taverna del Gusto.
 
 
Erdener Treppchen spatlese 1992 – Meulenhof
QUI avevamo fatto cenno a questo Cru, che in alcune parcelle confinanti con l'Erdener Pralat vale l'ipotetico rango di Grand Cru, ma che lungo la sua ampia estensione ha alti e bassi qualitativi.
Meulenhof è una delle realtà più antiche in zona, esiste infatti dal 13° secolo.
La famiglia Justen è entrata in azienda via matrimonio nel 1919 (prima di allora la proprietà era di un ramo della famiglia Schmitges). Dal 1990 è Stefan Justen a gestire i vigneti nei Cru: Urziger Wurzgarten, Erdener Treppchen ed Erdener Pralat, dove l'azienda vanta da generazioni una piccola e preziosa parcella di 500 mq nella parte allargata del Cru, con vigne di circa 80 anni.
Bel colore, ancora giovanile, che introduce a un profilo di accattivante e integra semplicità. Ecco, con Meulenhof si va sempre sul sicuro: difficile trovare bottiglie straordinarie, molto più facile trovarne di livello medio-alto e sempre a buoni prezzi. Una garanzia.
Qui il frutto esprime una freschezza (relativa) che si spinge quasi fin verso note leggermente verdi/vegetali, per lasciare poi spazio alla confettura di susina gialla e agli idrocarburi. Palato che si sviluppa con buona propulsione e piacevolezza.
 
Urziger Wurzgarten auslese 1990 – Reinhold Oster
Del “Giardino delle spezie di Urzig” abbiamo già parlato QUI. Per la prima volta, invece, parliamo di questa azienda.
Dopo la morte di Reinhold Oster nel 2005, i 5 ettari di vigne tra Urzig ed Erden che costituivano l'azienda erano stati prima ceduti in affitto a S.A. Prum e, in seguito, a Monchof e a J.J. Christoffel Erben, mentre dall'inizio di quest'anno sono state acquistate da Markus Molitor.
All'epoca il 1990 è stata definita come la miglior annata dal 1971, per frutto e acidità ben combinati.
Nel complesso il frutto maturo e il peso, la rotondità, hanno la meglio sul lato fresco, ma senza perdere troppo in vitalità. Naso con sensazioni fumè, poi speziate e di cioccolato bianco; attacco al palato ricco, lì per lì opulento e quasi oleoso, che progredisce recuperando slancio nel finale.
 
 
Neumagener Laudamusberg auslese 1989 – Erben Burgermeister Lauer
Neumagen è un paesino stretto tra Trittenheim e Piesport, nella Mosella Centrale, in pratica appena prima che inizi la fascia collinare di maggiore pregio. In questo villaggio gode di ottima considerazione il Cru “Rosengartchen”, mentre il Laudamusberg (esteso per 38 ettari) è considerata vigna di importanza secondaria.
Annata di difficile gestione causa condizioni meteorologiche, tanta Botrytis, ma non tutta buona, concentrazioni e maturità non troppo elevate.
Primo impatto agrumato (pompelmo e cedro), timbro citrino fin dal naso, confermato da un palato diritto dalla spiccata freschezza. Sensazioni dunque vive, schioccanti e dolcezza contenuta che accentuano la facilità di beva. Profilo di sobria austerità, poco generoso, quasi magro rispetto al precedente, tutto giocato sulla freschezza e con una buona sapidità finale che ripulisce il palato.
Per chi ama il genere (come noi) una bottiglia da cercare.
 
 
Wehlener Sonnenuhr auslese 1995 GK – J.J. Prum
Con J.J. Prum ed il Wehlener Sonnenuhr abbiamo inaugurato il RieslinGarten proprio QUI, ma mai, fino ad ora, avevamo scritto di una Gold Kapsel, o GK, categoria speciale che indica una selezione della selezione dei migliori vigneti (in genere con raccolta tardiva in presenza di Botrytis), contrassegnata da una capsula dorata che sigilla la bottiglia.
Annata di estratti importanti e di Botrytis, il 1995, di potenza e complessità (dalle vigne di Wehlen Prum ha raccolto solo uva dalla categoria auslese in su).
Si cambia passo, altra categoria. Nel senso che, oltre ad essere molto buono, è proprio un' altra tipologia di vino. Si entra nel mondo dei grandi vini da meditazione europei.
Grande impatto olfattivo dove spiccano lo zafferano e la confettura di albicocca, più che gli idrocarburi, generosità e polpa, insomma, con una sfumatura quasi iodata tra le righe.
Il naso si apre mostrando la complessità di cui è dotato, tendendo a sprigionare comunque sempre note “dolci”, anche di miele e pasta di mandorle. Palato potente e persistente, di peso e concentrazione (e zuccheri) ma ravvivato dall'acidità e, ebbene sì, da un'ancora percettibile carbonica che pizzica il palato.
 
 
 
 
 
Vittorio Barbieri

lunedì 27 maggio 2013

RIESLING ON TOUR!

 
Palazzo Corsini è un gran bel palazzo fiorentino seicentesco. Inizialmente qui c'era un “casino” (nel senso di piccola casa signorile...), nel tempo sono stati costruiti altri edifici ed oggi chi dovesse visitare questi luoghi avrebbe la fortuna di aggirarsi in saloni e salette, salire e scendere dal magnifico scalone monumentale, passeggiare nel giardino all’italiana e ammirare un po' distratto quadri e affreschi del '600 in un contesto sfarzoso e imponente.
Qui, lo scorso 13 maggio, si è tenuta la prima tappa del Riesling On Tour italiano, organizzata dalla prestigiosa rivista tedesca di enogastronomia Der Feinschmecker con il supporto di Thurner PM (che ci ha fornito le foto).
Madaleine Jakits di Der Feinschmecker
L’occasione per noi giardinieri era molto ghiotta, di quelle da non perdere. Così ci siamo permessi il lusso di un pomeriggio fiorentino, con tanto di spettacolare giornata primaverile di contorno (una rarità, visto il clima delle ultime settimane), all’insegna del nostro nettare preferito.
In programma, oltre alle degustazioni libere presso i banchetti dove i 25 produttori erano presenti di persona, due seminari molto interessanti. Siamo riusciti a seguire solo il primo, condotto da Gian Luca Mazzella. Ahimè, ci siamo persi il seminario di Andrea Gori.
Un momento delle degustazioni libere
Nella degustazione guidata da Mazzella i protagonisti erano dieci vini: una coppia di annate per ciascuno dei cinque produttori presenti, una recente e una più datata.
In realtà per tutti l'annata più recente era la 2011, di belle, anzi, bellissime speranze: qualcuno in Mosella l'ha paragonata alla 2007, per la fioritura anticipata, la raccolta tardiva e le alte densità zuccherine ben bilanciate dall'acidità.
I produttori protagonisti della degustazione sono stati Donnhoff, Bassermann-Jordan, Heymann-Lowenstein, Robert Weil e J.J. Prum.
Il seminario di Gian Luca Mazzella
I VINI E LE AZIENDE

La storica tenuta di Helmut Donnhoff si trova sulle ripide colline che costeggiano il fiume Nahe, un affluente della Mosella, in una delle più piccole regioni vitivinicole di Germania. Di Helmut Donnhoff (dal 1971, era 22enne, alla guida dell'azienda, che oggi conta 25 ettari di vigneti), tra i migliori bianchisti tedeschi e, forse, del mondo abbiamo assaggiato il Riesling Dellchen 2011 e il suo predecessore del 1997.
Il 2011 ha un attacco di naso molto fine, fresco e complesso, pur in assenza di botrytis, dove prevalgono sensazioni floreali e note di pesca bianca. In bocca, acidità e sapidità ben combinate con la struttura e l'alcol, in armonia.
La versione del 1997 ha invece una più immediata e netta presenza di idrocarburi, che fa da apertura a un naso ampio, con note tropicali e agrumate. La bocca è piena, ricca e con una piacevole chiusura decisa e asciutta.

L’azienda Dr. von Bassermann-Jordan, di proprietà di Achim Niederberger, risiede in una delle zone viticole tedesche più calde, il Pfalz, che noi italiani conosciamo come Palatinato, a Deidesheim. Qui Niederberger possiede un’importante tenuta di circa 50 ettari su suoli provenienti da antiche colate laviche, con produzione seguita dall’enologo Ulrich Mell.
Il Jesuitengarten Riesling trocken Grosses Gewachs 2011 proviene da un cru, un tempo di proprietà dei gesuiti, con una estensione di 6 ettari a 170 metri sul livello del mare, su terre argillose e gessose, con tratti leggermente limosi, classificato come uno dei Grand Cru della zona. Il vino ha note calde, floreali, di pesca quasi in confettura. In bocca predomina una acidità viva e austera, violenta, ancora un po' slegata dalle altre componenti.
La versione 2007 ha un naso complesso e un po' maturo, leggermente fumè, con lievi note balsamiche. In bocca è ricco e polposo, apre e chiude con decisione.
Heymann-Lowenstein ci porta in Bassa Mosella, a Winningen, in una vallata protetta dai freddi venti del nord. La zona è caratterizzata da vigne ad alberello su ripidi pendii di ardesia che riflettono i raggi del sole sugli acini e rilasciano calore durante la notte.
Il Riesling Roettgen 2011, fermentato con lieviti indigeni, nasce da un cru ricco di ossidi di ferro con esposizione sud-sud est. Naso non prorompente, ma fine, pulito, netto, con sentori di salvia, rosmarino, pesca, albicocca e zafferano. La bocca è piena, con ottima acidità, agrumata e lunga, e finale asciutto. Ottimo vino da pasto, di importante struttura.
Il Roettgen ‘Alte Reben’ 2002 (annata tardiva caratterizzata da temperature fresche) si apre su un naso complesso ed evoluto. Frutta candita, zafferano, miele, sambuco, che contribuiscono a dare un'idea di...grassezza fresca. Note zuccherine e polposità, accentuate da toni mielosi, sono comunque in equilibrio con una importante vena di acidità. Vino pieno e di sostanza, quasi masticabile, ma slanciato.
Poi l'accoppiata di Robert Weil proveniente dalla vigna Grafenberg (17,5 ettari l'estensione del cru) di Kiedrick, Rheingau. Wilhelm Weil ha una tenuta di circa 65 ettari, dal 1981 parzialmente di proprietà di una multinazionale giapponese.
Il Kiedrich Grafenberg Riesling Spatlese 2011 ha potenti note dolci, tropicali al naso. La bocca presenta un avvolgente residuo zuccherino ben equilibrato dalla componente acida.
Ci sembra però più piacevole e risolta l’annata 2001, che ha una squillante nota di idrocarburo, ampiezza e sensazioni quasi di essenze (nel senso di legni) balsamiche, oltre che di zafferano. In bocca residuo zuccherino meno evidente rispetto al 2011. Acidità, freschezza e nerbo, per un palato dove risaltano sensazioni di agrumi e zafferano affiancate a note più erbacee e vegetali.
Chiudiamo in bellezza con J. J. Prum. Siamo in piena Mosella. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui.
In degustazione due Wehlener Sonnenuhr Auslese Gold Kapsel, il 2011 e il mitico 1983.
Katharina Prum dice che i vini dell'annata 2011 esprimono molto bene il carattere dei rispettivi Cru, quindi Wehlen è molto Wehlen, Graach è molto Graach e via dicendo.
Il 2011 in questione ha un naso fruttato (pesca e pera, soprattutto), con note mielose e affumicate. La bocca è opulenta e polposa, ma affilata. Densa e di struttura importante, ma supportata dalla vena acida. Nerbo e vigore. E tanto rigore. Wehlen! Anzi, Wehlen+J.J. Prum.
Poi...il 1983, vendemmia dove un magnifico autunno ha contribuito a dare vini freschi e zuccherini, nel complesso senza importanti presenze di botrytis. Ottima annata per gli Eiswein, tra cui alcuni leggendari (quello di Egon Muller e il GK di J. J. Prum). Ma torniamo a noi......agli occhi il colore è oro carico. Naso ancora fresco, complesso, ricco. Zafferano, pietra focaia, tabacco, tartufo, spezie (su tutte, cannella), note balsamiche. Impressionante per ampiezza e nitidezza. La bocca ha tratti flessuosi e cremosi, ma con freschezza e mineralità molto vive. Finale piacevolmente asciutto, preciso e senza cedimenti.
Sorprende la tenuta in freschezza, la grande beva. Grande gioventù. Magari poterlo risentire tra qualche anno...già ora un’emozione!

Foto di gruppo dei produttori
Speriamo presto in nuove tappe italiane del Riesling On Tour...

Alberto Alfano e Vittorio Barbieri