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venerdì 6 novembre 2020

KRETTNACHER ALTENBERG

Tra le aziende più presenti su queste pagine negli ultimi tre anni, Hofgut Falkenstein (vi rimando qui per un approfondimento) continua il suo percorso ai vertici della Saar e della Mosella tutta, grazie alla gestione sapiente del prezioso patrimonio vitato di vecchie vigne e ad una mano felice, e poco interventista, in cantina, capace di rendere al meglio (soprattutto nei vini con residuo zuccherino, ma anche nei trocken) la sfavillante energia dei Riesling di quest’area.

Mappa del Krettnacher Altenberg, da www.weinlage.info

Krettnacher Altenberg Spätlese Trocken 2017 – Hofgut Falkenstein 
Da grappoli raccolti nella sezione “Enkers” del Krettnacher Altenberg (esposizione sud-sud est con suoli di ardesia grigia e Diabas, una roccia basaltica verde), piantata con viti di 50 anni, il 6 ottobre a 89 gradi Oechsle corrispondenti all'11,5% abbondante di alcol complessivo.
4 g/l di zucchero residuo nel vino imbottigliato. 


Naso intenso: agrumi, pesca bianca, erbe aromatiche, qualche scia tropicale e uno sfondo roccioso, anzi, di sassi di fiume. La sensazione di viva e pimpante freschezza prosegue al palato, verticale, vivido ma succoso e tutto sommato già ben bilanciato.
Molto sapido, sta pian piano iniziando ad aprirsi. Un anno o due di bottiglia saranno necessari per farlo entrare nella finestra ideale di assaggio, che probabilmente avrà una lunga durata (almeno dieci anni).

martedì 30 giugno 2020

1993

Zilliken è tra i produttori più iconici della Saar, uno dei migliori indirizzi per capire una zona unica capace di regalare alcuni tra i vini più filigranati ed eleganti del mondo. 
Dopo la gestione del mitico Hanno Zilliken, da anni la figlia Dorothee sta prendendo in mano le redini dell’azienda, che spesso ha trovato spazio su questo blog (come qui, dopo una bellissima visita in loco). 


L’occasione per tornare (virtualmente) a Saarburg è l’assaggio di una grande spätlese d’asta, dove troviamo la Saar al suo meglio. Una bottiglia di finezza estrema in cui i miracolosi equilibrismi gustativi dei vecchi Riesling si mostrano in tutta la loro lampante forza. 


Saarburger Rausch spätlese 1993 (AP 7 94, vino d’asta) – Forstmeister Geltz Zilliken 
Battuto all’asta di Trier del 1994, si presenta con un bel colore dorato che anticipa un naso - appena sfiorato dalla botrytis – disegnato in primis su note di cedro, confettura di albicocche ed eucalipto/aghi di pino, per aprirsi subito dopo a scie di tè, melone e spezie. Sullo sfondo lievi toni fumé e di zucchero caramellato. 
La bocca attacca setosa con dolcezza perfettamente integrata, poi si sviluppa attraverso un magistrale contrasto dolce-non dolce che la eleva sul fronte della leggiadria. Palato complesso e beverino al tempo stesso che chiude con un finale vispo e lungo. 
Colto ora nel suo apice espressivo, probabilmente potrà esprimersi ai massimi livelli ancora per tre-quattro anni almeno.

domenica 8 dicembre 2019

...AND THE BEST KABINETT IS...

Hofgut Falkenstein è già noto ai lettori di questo blog (vedi qui, per esempio, anche per un approfondimento sull’azienda) grazie ad alcuni tra i vini più tesi e vibranti che oggi si possano trovare nella Saar. E grazie a uno dei migliori kabinett della Saar - forse di tutta la Mosella - in assoluto. 
L’occasione per parlarne di nuovo viene proprio dall’assaggio della nuova annata del Krettnacher Euchariusberg kabinett. 


Krettnacher Euchariusberg Riesling Kabinett “Alte Reben” 2018 (AP 8) - Hofgut Falkenstein
Da vigne non innestate di 70-80 anni allevate nel settore noto come Gross Schock della vigna. 
87° gradi Oechsle di partenza e fermentazione con lieviti indigeni in un unico fuder. Il vino ha circa 40 gr/l di zuccheri residui. 
Naso di eleganza filigranata con toni di mandarino ed erba limoncella, cassis, selce e sbuffi floreali. Solo relativamente aperto, il bouquet mostra ampi margini di ampliamento espressivo pur facendosi apprezzare per la già buona complessità e per la grande precisione. 
Il palato ha un eccellente bilanciamento tra acidità (molto viva e rinfrescante) e zuccheri. Succoso e molto lungo, ha un finale affilato molto saporito che invita al secondo (e al terzo ecc ecc) bicchiere. 
Veramente piacevole già ora, inizierà a sviluppare al meglio il suo potenziale non prima di almeno tre-quattro anni. 
Una grande conferma per questa etichetta, oltretutto dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

sabato 29 giugno 2019

HOFGUT FALKENSTEIN/2

Hofgut Falkenstein è tra le aziende tedesche più in crescita degli ultimi tre-quattro anni, periodo in cui è divenuta realtà di punta della Saar e della Mosella tutta. Erich e Johannes Weber – padre e figlio formatisi a Geisenheim - sono passati dall’essere quasi sconosciuti all’incarnare lo status di azienda di culto coccolata dalla critica specializzata e ricercata dagli appassionati di Riesling di tutto il mondo. 
Erich Weber ha iniziato a produrre nel 1981, dopo aver rilevato le storiche cantine del Friedrich Wilhelm Gymnasium, seguendo una filosofia poco interventista sia in vigna, 8 ettari in tutto, che in cantina.


Alla pressatura pneumatica segue una sedimentazione statica, dopo di che il mosto viene trasferito per gravità in vecchi fuder da 1000 litri, dove avviene la fermentazione spontanea. Il vino resta sui propri lieviti fino all’imbottigliamento, che viene effettuato separatamente fuder per fuder . 
Da un paio di anni nel Krettnacher Euchariusberg i Weber producono alcuni tra i kabinett con residuo zuccherino migliori in assoluto (vedi qui): espansivi, scattanti, armonici, profondi e di grandissima bevibilità. I vini trocken sono molto vigorosi, affilati e salati (e sono veramente secchi), con % di alcol che raramente oltrepassano l’11-11.5, ma senza risultare mai troppo duri o citrini, nonostante acidità da record. Vini fatti sul filo del rasoio. 
Nel Niedermenniger Herrenberg, suoli di ardesia grigia, i due posseggono la sezione denominata Zuckerberg, nella parte orientale del Cru, la più pregiata, esposta a sud. 
L’annata 2017 è stata ottima, seppur resa complicata dalla gelata di fine aprile, costata ben il 40% del raccolto. Vendemmia anticipata rispetto al solito (inizio il 23 settembre) e chiusura l’11 ottobre. 


Niedermenniger Herrenberg Riesling kabinett trocken 2017 (AP 19) Hofgut Falkenstein 
Il vino è ancora giovane e leggermente compresso, a breve inizierà ad entrare nel proprio apice espressivo. L’AP 19 (sigla che in questo caso indica la botte, o fuder, di provenienza) nasce da piante di 50 anni ed esordisce con un naso agrumato (scorza di cedro, pompelmo) e di frutti bianchi che si apre verso scie minerali e di erbe secche/fieno. 
Il palato è energico e teso, frutto del mix tra un’acidità sferzante e affilata (ma matura) e tanta salinità che percorre il vino dall’inizio alla fine.

martedì 5 dicembre 2017

HOFGUT FALKENSTEIN

Il nome è molto simile a quello di una gloria altoatesina, ma Hofgut Falkenstein ha sede nella Saar, in Germania. Praticamente sconosciuta in Italia, e in generale nel resto d'Europa, negli U.S.A. - dove è importata da svariati anni - gode di un piccolo culto sempre più in via di consolidamento. Per fortuna il benemerito Francesco Agostini, con la collaborazione di Marco Roccarino, sta iniziando a farne circolare qualche bottiglia nel nostro Paese.
Erich Weber ha acquistato l'azienda nel 1981 ed oggi ne è al timone insieme al figlio Johannes, forte di studi a Geisenheim proprio come il padre. La famiglia Weber possiede circa 8 ettari di vigneto, situati in una ampia vallata che confluisce nella Saar, appena a sud di Trier.
Dall’originale appezzamento nel Niedermenniger Herrenberg i Weber sono riusciti ad acquistare vigne nel Krettnacker Euchariusberg, utilizzato per i vini con residuo zuccherino, nel Krettnacher Altenberg (in particolare nella sua sezione più prestigiosa, l'Ober Schäferhaus) e nell’Oberemeller Karlsberg. L’età media delle viti è di circa 50 anni, con picchi fino ad 80 anni ed una elevata percentuale (40%) su piede franco.

credit: Francesco Agostini

Poco interventismo sia in vigna che in cantina; la vinificazione viene fatta trasferendo le uve per gravità nella pressa pneumatica. Dopo una sedimentazione naturale, il mosto viene trasferito - sempre per gravità - in vecchi fuder da 1.000 litri dove avviene la fermentazione con i lieviti indigeni. Il vino resta sui lieviti fino all'imbottigliamento, effettuato separatamente fuder per fuder.
Il 2016 è stata un'annata difficile per Hofgut Falkenstein e per la Saar in genere: in primavera tempo perturbato, elevata pressione fitosanitaria e conseguenti mal di pancia per i produttori, costretti a tempistiche d'intervento in campo perfette, senza possibilità d'errore.
Un'annata di vigna, in cui la corretta gestione del vigneto è stata fondamentale, persino più del solito. Ed un'annata di vini affilati e vibranti.
Per i Weber vendemmia del riesling iniziata il 4 ottobre e terminata il 6 novembre. Rese di 35-40 hl/ha, Oechsle moderati, solo 83°-94°, ma con uve mature. Nel complesso quindi zuccheri e alcol bassi con acidità elevate (pH 2,6-2,7 su alcune partite).


Krettnacher Euchariusberg kabinett alte reben 2016 – Hofgut Falkenstein
Da piante a piede franco dalla sezione Gross Schock del lage (tra i più quotati nelle vecchie mappe fiscali), suoli di ardesia grigia, cristalli di quarzo e arenaria, esposizione sud. 88 gradi Oechsle, zuccheri residui circa 40 gr/l.
Naso agrumato (lime, bergamotto, pompelmo), ma anche di susine, pesca e fiori di gelsomino. Poi, sullo sfondo, escono sensazioni quasi balsamiche di eucalipto e lievi sfumature affumicate.
Il palato è una scossa: un frutto rinfrescante e succoso. Arioso. Luminoso. Una ventata di aria fresca. Teso e preciso, ampio e scattante con finale energico, sapido e molto lungo. Dà grandi soddisfazioni oggi, ma sarei curioso di riprovarlo a più riprese nel corso dei prossimi anni.

mercoledì 8 novembre 2017

WILTINGER KLOSTERBERG

Azienda nuova su queste pagine e pressoché sconosciuta ai più (e non importata in Italia). Conduzione famigliare in quel di Wiltingen (Saar), socio storico del Bernkasteler Ring, Peter Neu Erben è un marchio nato a fine '800 grazie a Peter Neu, ma la famiglia Neu produce vino da 250 anni.
2.4 ettari vitati tutti nei dintorni di Wiltingen e due parole chiave per descrivere i vini: leggerezza ed eleganza. Tra le parcelle di proprietà spicca quella nel Klosterberg, vigneto oggi sottovalutato e poco conosciuto, all'interno del settore originale accanto al Wiltingen Gottesfuss.

foto prese da www.neu-erben.de

La bottiglia di oggi è stata battuta all'asta 2016 del Bernkasteler Ring, proviene da vigne di 50 anni ed è frutto di fermentazione con lieviti indigeni.

Wiltinger Klosterberg spatlese 2015 (asta)Peter Neu Erben
Il naso è nitido, abbastanza complesso, delicato ma di carattere: si muove tra frutti bianchi, toni floreali e una punta di gesso e selce.
Al momento da' il meglio nello sviluppo gustativo, molto ben bilanciato. Il residuo zuccherino c'è e si sente, deve ancora integrarsi al meglio, ma la parte acido-sapida snellisce e allunga il finale al punto da renderlo quasi lieve, dinamico e di bella bevibilità. Vino arioso, preciso, classico esempio di spatlese della Saar.



domenica 28 agosto 2016

RIESLING VIDEO-SCHULE 20

Van Volxem è tra i migliori produttori della Saar ed una tra le poche, fortunate aziende con vigneti nel mitico Scharzofberg. In questo video Roman Niewodniczanski, il proprietario, ci porta nell'ardesia di Wiltingen.
In inglese; dura poco meno di due minuti.


martedì 28 gennaio 2014

Z

La Saar è una regione che sforna grandi Riesling da tempo e che, oltre al mito Egon Müller, vanta diversi produttori di livello assoluto.
Uno di questi è Forstmeister Geltz-Zilliken (ormai tra i produttori di riferimento per la Saar e la Mosella tutta), a Saarburg, azienda nata nel 1742 che deve parte del suo nome (Forstmeister) al fatto che il fondatore, Ferdinand Geltz, fosse un ispettore forestale prussiano e l'altra parte, come spesso capita, all'unione di due cognomi, Geltz e Zilliken, avvenuta dopo un matrimonio.

 
Dopo varie vicissitudini e dopo i bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1947 viene ricostruita la cantina e rinnovato il parco botti tuttora parzialmente in auge.
Hans-Joakim Zilliken, detto Hanno, nel 1977 eredita dal padre l'attività che ora gestisce insieme alla figlia Dorothee, prossima responsabile aziendale.
Undici ettari interamente coltivati a riesling per una produzione media annua di circa 85.000 bottiglie. Due i Lage in produzione:
Rausch, che gode del rango di Grosses Gewachs (Grand Cru) e si trova a Saarburg, venti ettari totali di cui l'azienda ne possiede dieci su suoli di ardesia devoniana rossa e grigia e “diabas”, una roccia basaltica verdastra di origine vulcanica, con pendenze tra quaranta e sessanta gradi;
 
I confini del Rausch
Bockstein, a Ockfen, dove l'azienda possiede un solo ettaro, con terreno ricco di quarzo, minerali vulcanici e ardesia Devoniana.
Vinificazioni in botti da 1.000 litri usate (non tostate, da legno di provenienza locale), tanto che attualmente le più giovani hanno circa 10 anni, mentre le più vecchie, quasi settantenni, risalgono all'epoca della ricostruzione post-bellica e sono state portate in cantina dal padre di Hanno.

 
Il vino fermenta generalmente con lieviti indigeni (ma in caso di “emergenza” si ricorre ai lieviti selezionati) e affina nelle botti, toccando acciaio solo per travasi e decantazioni.
Il tutto avviene in cantine con umidità altissime (le pareti sono ricoperte da una variegata popolazione fungina) che, tra l'altro, riducono al minimo il lavoro di colmatura delle botti.
 

Nello stile aziendale la proverbiale leggerezza dei vini di queste parti acquisisce lunghezza, polpa e profondità da fuoriclasse. Vini precisi e cristallini capaci di unire forza propulsiva, eleganza e profondità.
Una potenza perfettamente bilanciata dove la pure proverbiale acidità dei vini della Saar (a volte, in passato, fuori scala) trova qui perfetta integrazione con gli altri elementi.
Tutti vini assaggiati provengono dal Rausch, parola che in tedesco ha due significati: dopo-sbronza (l'hangover inglese), oppure collina o montagna scavata nella pietra.
I dati analitici, purtroppo non disponibili per tutti i vini, ci sono stati forniti dall'azienda.

 
Zilliken trocken 2012
9 gr zucchero, 7,8 gr acidità, 12% alcol
Preciso e sottile, semplice e snello. Buona sapidità per un vino “base” che profuma di mela verde e agrumi.
 
Saarburger Alte Reben trocken 2011
9 gr zucchero, 7 gr acidità, 11,5% alcol
Da viti di oltre quarant'anni, in parte ultracentenarie e non innestate.
Più pieno e rotondo, ha struttura, slancio e profondità, combina buona complessità olfattiva (note floreali e lievemente affumicate) e gustativa. Sviluppo di buona articolazione e in souplesse con finale nitido.
 
Rausch GG 2011
12,5% alcol
Più ricco, alcolico e concentrato dei precedenti. Deve ancora trovare pieno slancio e distensione, anche se l'annata più calda ed espressiva gli permette di comunicare già parte del suo vigore agrumato e speziato, supportato da una bella e decisa progressione gustativa.

Rausch “Diabas” 2012
18 gr zucchero, 8,5 gr acidità, 12% alcol
Mostra un naso fruttato di pesca bianca e susina gialla, anche floreale (camomilla), esibendo un impatto aperto ed espressivo; setosità all'attacco di bocca, una morbida eleganza che lo percorre fino al finale fresco.

Rausch kabinett 2011
64,7 gr zucchero, 7,5 gr acidità, 8% alcol
Questo è il primo picco della degustazione. Da qui in avanti si sussegue una serie di grandi vini dove gli equilibri gustativi iniziano a farsi più sottili e delicati, più intriganti e difficili (da realizzarsi).
Minerale sassoso al naso con delicate sfumature fruttate di albicocca, erbe aromatiche e lime che lo rendono di immediata leggibilità. Attacco dolce e rotondo seguito da una progressione dove si incontrano tensioni sapide e arrotondamenti zuccherini, per arrivare a un finale nitido e vivo.
Immediato e complesso al tempo stesso, da riprovare tra qualche anno.

Rausch spatlese 1995
7,5% alcol.
Grande complessità olfattiva dove si integrano tra loro note speziate di cardamomo, poi balsamiche, anche leggermente torbate, infine di confettura di susina e di rabarbaro. Grasso, ricco e suadente, ha un finale ben sostenuto dall'acidità dove tornano, predominando, le note torbate affumicate.
 
 
Rausch auslese Goldkapsel 2010
150 gr zuccheri, 12,7 gr acidità, 7,5% alcol
È una storia, questo vino, percorsa da tanti capitoli. Multidimensionale, potente e di grande respiro: inizia mieloso e marmellatoso (marmellata di limone) al naso e poi, al palato soprattutto, rivela il suo status di fuoriclasse: avvolgente e rotondo, carezzevole, grazie al contrasto acido-sapido si sviluppa vivo e fresco, stratificato, fino ad arrivare al lunghissimo finale agrumato. Esperienza degustativa da ripetere.

 
Rausch auslese 2012
100 gr zuccheri, 10,2 gr acidità, 7,5% alcol
Frutti gialli (dall'albicocca all'ananas) e bianchi (pera e mela), fico, note di limone e buccia d'arancia, zafferano, camomilla. Palato cremoso, potente e ancora compresso, certo, ma molto polposo e persistente, rinfrescante, con continui rimandi agrumati e speziati. Molto buono già ora ma con un grande potenziale che saprà esprimersi nel tempo. Da provare subito e riprovare negli anni e nei decenni.

 
Rausch auslese lange Goldkapsel 2005
Ananas e mango all'olfatto per un vino dal carattere mieloso e felpato, pieno e di grande volume, inizialmente quasi saturante. Molto concentrato, trova anche dinamismo e ritmo, progressione sfumata, contrastata e non monolitica, fino al lunghissimo finale rinfrescante che ripulisce il palato dagli zuccheri.

 
 
Vittorio Barbieri