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lunedì 5 ottobre 2020

IN VERTICALE

Finalmente tornano le verticali nel RieslinGarten. Protagonista Willi Schaefer con il suo Graacher Domprobst Kabinett degustato in sette annate (comprese tra la 2017 e la 2007) nella bellissima Villa Barattieri di Albarola (Vigolzone, Pc). L’azienda ormai gestita da Cristoph Schaefer, figlio di Willi, ha già trovato spazio diverse volte su queste pagine (come qui) e giustamente gode ormai della fama di fuoriclasse imprescindibile per capire ciò che la Mittel Mosel può offrire: il concetto di intensità senza peso espresso in forma liquida. La combinazione di aerea leggerezza ed energia propulsiva che trovano la quadratura del cerchio.



GRAACHER DOMPROBST KABINETT - Willi Schaefer

2017 
Partenza col botto, con un grande Kabinett di altissimo livello, molto giovane, contratto e parzialmente chiuso al naso, ma veramente di alto lignaggio. Sotto toni di lieve chiusura sulfurea emerge un lato agrumato di lime e mandarino, più toni di pesca gialla. Intenso e scalpitante al palato, quasi potente a dispetto della sua bassa % alcolica e della sua leggerezza, regala un’articolazione dinamica e ricca di sprint. 
Finale molto lungo con colpo di coda energico e affilato, preciso e rinfrescante. Gran vino. Elettrizzante. 

2016 
Più aperto e quieto del precedente. Il naso esibisce già lievi cenni idrocarburici, ma si apre comunque a un profilo abbastanza complesso tra pera, pompelmo e spezie. Sviluppo gustativo ben bilanciato con un lato delicatamente morbido e composto che però, a confronto con il vino che lo precede, appare quasi rilassato.
Rassicurante. 



2015 
Si risale di tono grazie a una versione che combina la leggerezza del Kabinett con l’intensità e la complessità di una Spätlese. Apertura su scie floreali, di pesca bianca ed erbe aromatiche (anice, melissa), agrumi, cera d’api e zafferano. L’attacco gustativo è quasi grasso, ma trova subito una grande succosità e una freschezza notevole. Finale molto lungo.
Completo. 

2014 
Il lato idrocarburico è ben integrato con i toni di fiori bianchi, pompelmo e mandorla, più un tocco di croccante alle nocciole che emerge con l’ossigenazione. Bocca relativamente semplice, ariosa e vivida, anche se più corta dei vini precedenti.
Gustoso. 



2013 
Altro anno dispari, altra annata pimpante e luminosa. Pesca gialla, ribes ed erbe aromatiche a dominare il quadro aromatico con un lieve fondo di zafferano. Il palato ha una buona presenza al palato, subito rinfrescata da toni agrumati. Finale lungo, reattivo e scattante che fa danzare il vino sulla lingua. Elegante. 

2009 
Si salta qualche vendemmia e si scavalla il confine dei dieci anni. Altra grande bottiglia. L’approccio al naso è subito minerale e si divide tra sensazioni di polvere da sparo, gesso e pietra focaia, più tocchi di idrocarburi, pesca bianca, erbe secche e spezie. Dinamico e scattante con un tocco di crema pasticcera che contrasta la viva acidità. Finale fresco molto succoso, speziato e preciso.
Complesso. 



2007 
Con la bottiglia più datata si va indietro di tredici anni. Il naso, elegante e stratificato, si apre su toni di pera, limone, pesca gialla, cumino e canfora, con contorno balsamico e lievemente fumè. 
Il palato incede con bella vitalità gustativa, ma con andamento apparentemente compassato, per lo meno più morbido rispetto al 2009, animato da scie sapide vivaci e forse senza lo sprint del campione. Prossimo all’apice della sua parabola espressiva.
Composto.

domenica 4 novembre 2018

KEES-KIEREN D'ASTA

Ancora un vino d'asta nel RieslinGarten. Stavolta tocca ad una rara (solo 48 bottiglie da 0,375 l e 96 da 0,75 l) auslese*** della Mosella, dove gli asterischi (o stelle) in etichetta indicano una maturazione zuccherina a livello di una Beerenauslese, superiore alle auslese classiche. 
Dunque, dall'asta 2016 del Bernkasteler Ring, una bottiglia di Kees-Kieren, azienda storica con sede a Graach, Mosella Centrale, e gestita da Ernst-Josef e Werner Kees che conducono vigneti sparsi tra Graach (Himmelreich e Domprobst), Kinheim (Rosenberg e Hubertuslay), Erden (Treppchen) e Kesten (Paulisnhofberg).

Graacher Domprobst

Graacher Domprobst auslese *** 2015 (vino d'asta, 0,375 l)Kees Kieren 
Residuo zuccherino 151 gr/l, acidità totale 11.2 gr/l, alcol 8% 
Al naso subito toni di zafferano, segno della presenza di molti acini botritizzati in fase di raccolta, poi un frutto speziato intrigante che oscilla tra note agrumate e tropicali; la bocca è un capolavoro di armonia: cremosa, fresca e salata. L'acidità è consona alla tipologia e riesce ad equilibrare il notevole impatto zuccherino iniziale, in un finale di rara precisione. Il tutto poi è percorso da una sapidità vibrante che fa la differenza ed è la vera spina dorsale della struttura. Grande vino dolce.



domenica 8 aprile 2018

WEINS-P. 2014

Quasi un habituè, Bert Selbach con la sua azienda Weins-Prüm su queste pagine (vedi qui, ad esempio), anche se non ne avevamo più parlato dopo la cessione dell'attività post vendemmia 2015. Le bottiglie per fortuna sopravviveranno all'azienda, quindi ne riparleremo ancora, così come le vigne sono state spartite: in parte vendute a JJ Prüm, in parte affittate a Dr. Loosen, quindi il piccolo, ma significativo patrimonio vitato non andrà disperso.
Recentemente mi sono divertito a provare due vini della stessa annata, appartenenti allo stesso praedikat (kabinett, anche se con volumetrie quasi da spätlese), con dati analitici praticamente uguali, provenienti da vigne confinanti. Il risultato? Piccole-grandi differenze, due grandi vini. 

Nel Domprobst; sullo sfondo a destra il W. Sonnenuhr

Graacher Domprobst kabinett 2014 – Weins-Prüm 
89 Oechsle, 53 zuccheri, 8 acidità 
Frutto agrumato al naso, poi note di pasta di mandorle. In bocca lo sviluppo è piacevole e ben bilanciato anche se meno dirompente dell'altro, più quieto; gli zuccheri si fanno sentire maggiormente, nonostante un'acidità viva e matura, solo meno innervata dalle sensazioni saline. Il risultato è un vino elegante e molto piacevole, più pronto e con un po' meno spinta. 

Wehlener Sonnenuhr kabinett 2014 - Weins-Prüm 
89 Oechsle, 55 zuccheri, 8.1 acidità 
Naso complesso, che al frutto (pesca, albicocca) unisce note minerali, poi di mandorla. In bocca lievissima carbonica iniziale che smorza la rotondità voluminosa degli zuccheri, accentuando una sensazione fresco-salata che si fa via via quasi piccante. Nonostante un residuo zuccherino ben presente, è un vino di raffinatezza quasi austera e di propulsione energica, grande già oggi, ma da aspettare cinque-sei anni almeno per iniziare ad assaporarlo in una fase più matura.




martedì 31 gennaio 2017

G.G. 2013

Si torna a Kerpen (vedi qui) per un Domprobst G.G. (ovvero Grosses Gewächs, in pratica un “Grand Cru” in versione trocken, cioè secca).
Siamo a Graach, due passi da Bernkastel in direzione nord, su suoli di ardesia grigio-azzurrognola, più simili a quelli di Wehlen che a quelli, più scuri, di Bernkastel.


Alla prova del bicchiere un G.G. 2013, annata tardiva, ma soprattutto fredda e complicata. Le acidità importanti hanno spinto alcuni produttori ad evitare in blocco i vini trocken (con il timore di non riuscire a produrre vini bilanciati) per dedicarsi solo a più “docili” Riesling con residuo zuccherino.
Vediamo come si è comportato Kerpen.


Graacher Domprobst Riesling GG 2013 (13% alcol)– Kerpen
Essendo un G.G. del Bernkasteler Ring (Associazione di produttori dell'area di Bernkastel, vicina alla filosofia della V.D.P.) in etichetta non è indicato il predicato, ma sappiamo di trovarci di fronte all'equivalente di una spätlese trocken.
Naso aperto ed espansivo di frutti arancioni, albicoccosi e tropicali, lieve zafferano, ricco e quasi opulento. Bocca che invece recupera essenzialità: diritta, dai tratti gustativi austeri e con retrogusto di cedro, evita per poco la crudezza acida grazie a un corpo di buon volume sapido. Guadagnerà in distensione e apertura gustativa nel tempo. Da riprovare la prossima volta tra due-tre anni.


lunedì 18 gennaio 2016

M. MOLITOR

Tra i più acclamati produttori della Mosella (con quartier generale ad Haus Klosterberg, di fronte a Zeltingen), Markus Molitor finora ha trovato colpevolmente poco spazio su queste pagine. In attesa di dedicargli lo spazio che merita, ecco una breve incursione nel suo mondo.


Markus inizia a gestire l'azienda di famiglia nel 1984, appena ventenne, ed oggi, dopo l'acquisizione di diverse parcelle nel corso degli anni, dispone di circa 40 ettari vitati tra Media Mosella e Saar; proprio in quest'ultima zona di recente ha ripreso in mano lo storico Ockfener Geisberg insieme a Van Volxem, mentre nella Media Mosella l'anno scorso è diventato proprietario di una parcella nel Bernkasteler Doctor.
In cantina lavora con leviti indigeni; fermentazioni e maturazioni in acciaio e botti da 1000, 2000 o 3000 litri, a seguire lunghe soste sulle fecce fini.


 
Noto anche per cercare di ottenere in ogni annata più vini possibili (di più categorie possibili) dai suoi numerosi vigneti per ricercarne l'espressione di ogni minimo dettaglio, in media produce un centinaio di vini all'anno, ma nel 2001 è arrivato a produrne addirittura 150.
L'annata 2008 ha avuto uno svolgimento parzialmente simile alla 2004, con vini che però, rispetto a quelli di quattro anni prima, mostrano mediamente più frutto e acidità più mature. Per Molitor la vendemmia si è svolta da fine ottobre al 25 novembre (è stato tra gli ultimi a finire di vendemmiare in Mosella), con coda finale il 23 dicembre per la raccolta dei grappoli ghiacciati destinati alla produzione di Eiswein.
A parte l'immagine della bottiglia, le foto provengono da www.markusmolitor.com.

Graacher Domprobst kabinett 2008 (11% alcol)
Nel Graacher Domprobst Molitor possiede 0,8 ettari.
Vino non etichettato come trocken ma che di fatto lo è, come segnalato dalla capsula bianca che solitamente Molitor usa per indicare i vini trocken.


Naso complesso che alterna frutta tropicale (ananas) e sensazioni di pesca a tratti minerali/sassosi, ma con prevalenza per un versante fruttato quasi esuberante. Bocca equilibrata, succosa e lunga, armonica nel non mostrare tratti taglienti, né eccessivamente opulenti, ma, al contrario, un insieme preciso, piacevole e ben definito.

lunedì 14 settembre 2015

WILLI SCHAEFER 2013

di Vittorio Barbieri

Willi Schaefer, in azienda dal 1971, dal 2002 è affiancato dal figlio Christoph in cantina.
Sede a Graach, tra Bernkastel e Wehlen, con 4,2 ettari vitati totali nel cuore della Mittel Mosel che danno circa 35.000 bottiglie annue; le parcelle principali, di due ettari ciascuna, si trovano nel Graacher Domprobst (di cui Schaefer è ormai nome di riferimento) e nel Graacher Himmelreich (Lage molto ampio con alcune parcelle che si avvicinano alle potenzialità del Domprobst ed altre di livello inferiore) con presenza di vigne centenarie e a piede franco, ma gli Schaefer possiedono anche 2.000 metri quadrati nel Wehlener Sonnenuhr.
In questo post parleremo dell'annata 2013 ed in particolare dei due kabinett prodotti.

Il suolo del Graacher Domprobst

Annata con rese produttive molto ridotte (meno 50% rispetto alla media) e gradi Oechsle elevati, niente vini trocken, né Qba prodotti a causa della scarsa quantità di uve disponibili, così l'azienda si è concentrata sul cuore della produzione aziendale: i vini con predicato "classici" con residuo zuccherino.

Graacher Himmelreich

Vendemmia breve, iniziata il 18 ottobre e terminata il 30 ottobre, con il caldo umido e le piogge della prima metà del mese che hanno velocizzato i processi di maturazione, rischiato di far perdere ulteriore prodotto e costretto ad accelerare i lavori. Quindi, solo dodici giorni di raccolta con ben quaranta vendemmiatori impiegati.
In cantina, come di consueto, lieviti indigeni e fermentazioni in fuder da 1.000 litri, cui sono seguiti lunghi affinamenti sulle fecce.

Graacher Himmelreich kabinett 2013
Naso fruttato, sensazioni di pesca gialla e albicocca, mela, poi frutti tropicali e sullo sfondo toni floreali e di erbe aromatiche; quasi "caldo" nell'espressività, polposo e d'impatto, immediato.
Profilo generale che gioca più sul frutto e su una certa rotondità olfattiva; forse non particolarmente incisivo al palato, ma molto piacevole e immediato, accattivante, pur perdendo qualche colpo sul fronte della profondità gustativa. Peccato veniale.


Graacher Dompbrost kabinett 2013
Meno esplosivo del primo, ma alla fin fine più lungo e fresco, anche più complesso nel finale grazie a note di zafferano che si espandono nel bicchiere. Meno d'impatto del precedente, ma più elegante; andrebbe aspettato di più e riscoperto con pazienza negli anni per goderne della piena espressività.
Cristallino, molto fine, complesso. Un mondo sfaccettato che già oggi sa regalare grandi soddisfazioni.



martedì 6 gennaio 2015

VON KESSELSTATT

650 anni di storia (l'attività è documentata dal 1349), dal 1978 di proprietà della famiglia Reh, Reichsgraf Von Kesselstatt oggi è nelle mani di Annegret Reh Gartner, la proprietaria, e dal 2005 di Wolfgang Mertes per la parte tecnica.
 
 
Fino al 1999 la sede aziendale era presso Palazzo Kesselstatt di Trier, dall'anno successivo è stata spostata a Schloss Marienlay, nella Ruwer.
Del resto in una così lunga storia movimenti, acquisizioni e cessioni non sono mancate ed ora l'azienda ha a disposizione parcelle nelle migliori vigne di Mosella, Saar e Ruwer per 36 ettari totali, 12 in ciascuna vallata. Gli ettari vitati sono stati 55 fino al 1999, quando 19 sono stati affittati o venduti. La proprietà è coltivata a riesling per il 98% con una produzione di 200-220.000 bottiglie medie annue.
A Graach l'azienda possiede il Josephöfer in monopolio e nella vicina Bernkastel, Von Kesselstatt è uno tra i cinque fortunati proprietari di parcelle vitate nei poco più di 3,26 ettari del mitico Doktor. E che parcella: 600 preziosissimi metri quadrati!
 
I filari di proprietà nel Doktor, dal sito Internet aziendale
 
Oltre ad appezzamenti nelle migliori vigne di Brauneberg, Piesport, Wehlen, Wiltingen, Ocken e Kasel, l'azienda è tra gli otto proprietari dello Scharzhofberg, nella Saar, con ben 6,6 ettari (sui 28 totali). Solo Egon Müller, con 8,4 ettari, ne possiede di più.
 
Parte della proprietà nello Scharzhofberg, dal sito Internet aziendale
 
In cantina fermentazioni con lieviti indigeni prevalentemente in acciaio (le botti di legno vengono usate solo per i Grosses Gewächs).
In una gamma molto ampia, abbiamo pescato nel mucchio tre spatlese di tre vigne e tre annate diverse.
 
Graacher Domprobst spatlese 2001
L'annata del "golden october", dove un ottobre caldissimo e poco piovoso (ma con notti fresche) ha riscattato un'estate piovosa che non faceva presagire meraviglie.

Nel Graacher Domprobst
 
Note terziarie eleganti al naso: susina in confettura, timo secco, poi rabarbaro e scie di zenzero. Palato di semplice e grande bevibilità, fresco, di sviluppo regolare. Sarà anche un po' semplice, ma per certi versi è il suo bello: la bottiglia finisce in un amen.

Bernkasteler Doctor spatlese 2008
Il vino attacca all'olfatto con fare generoso ed esotico, estroverso e ampio; note di pesca, mango, lieve accenno mentolato. La bocca ha buon peso, morbidezza, tratti dolci e larghi, ma è comunque salda. L'acidità, smorzata da una ricchezza gustativa avvolgente, tiene bene nel finale.
 
Scharzhofberger spatlese 2010
Annata di rese molto basse (33 hl/ettaro in tutte le vigne di proprietà, solo 17 hl/ettaro nei Lage più importanti).
Naso elegante con sensazioni di uva spina, pesca ed erbe, miele, poi leggero tono petrolioso.
Attacco rotondo e morbido, glicerinoso, residuo zuccherino presente ma ben contrastato dalle piacevoli note di buccia di limone in un finale che rinfresca e pulisce il palato.

 
 
Vittorio Barbieri