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domenica 7 giugno 2020

1986

Quello di Schmitt-Wagner è un nome ricorrente su questo blog (qui la prima volta in cui ne ho parlato, per chi volesse informazioni maggiori sull’azienda) e grazie al fatto che - pur parlando di una realtà che ha cessato nel 2007 - le bottiglie per fortuna circolano ancora, ogni tanto è possibile farsi un viaggetto nel tempo stappando bottiglie vecchie di decenni. 


Non solo. Il nome “Schmitt-Wagner” è inscindibilmente legato a quello di una vigna mitica: la parcella di 6.000 metri quadrati all’interno del Maximiner Herrenberg di Longuich (ai confini sud ovest della Mosella Centrale) piantata a piede franco nel 1896. 
Bruno Schmitt, a lungo presidente della storica associazione Bernkasteler Ring, ha ceduto tutti i vigneti a Carl Loewen, produttore che dunque ha ora la fortuna e la responsabilità di gestire un vero tesoro viticolo e genetico (da cui tra l’altro ha iniziato anche a produrre un ambizioso vino trocken, cioè secco). 

Maximiner Herrenberg (all'interno del quale si trova la parcella di 6.000 mq) nel perimetro rosso e Herrenberg (nella parte alta della collina, più fresca) nel perimetro giallo

Longuicher Maximiner Herrenberg kabinett 1986 – Schmitt Wagner 
Il 1986 è stata una vendemmia complicata in Mosella, a causa soprattutto della pioggia caduta durante l’epoca di raccolta. In generale Prädikat bassi ed elevate acidità, freschezza, sì, anche buone longevità, ma vini spesso un po’ carenti di complessità e polpa. La vigna di Schmitt-Wagner aveva compiuto la veneranda età di novant’anni al momento di questa vendemmia. 


Il colore dorato anticipa un naso didattico di marmellata di arance e cedro, confettura di susina, rabarbaro, camomilla, pesca sciroppata e lievi idrocarburi.
In bocca il vino si rivela esile e semplice, diretto, con una struttura esemplare da kabinett classico in annata fresca pre-cambiamento climatico. Attacca con lieve dolcezza per svilupparsi lineare e un po’ stretto, con finale vivo, piacevolmente asciutto seppur di non grande profondità. Bottiglia di buona verve, beverina e gustosa.

venerdì 5 ottobre 2018

1981

Ogni tanto è doveroso stappare uno dei piccoli monumenti al tempo che Schmitt-Wagner ci ha consegnato negli ultimi decenni e di cui ho scritto spesso nella breve storia del RieslinGarten (vedi qui, ad esempio). È doveroso, ma soprattutto è un piacere. E allora, approfittando di un pranzo al Ristorante del Voltone di Castell'Arquato (Pc), che qualche raro flacone di Carl Schmitt-Wagner ancora conserva, si è stappata una bottiglia. 
Nonostante la fama non eccelsa della vendemmia 1981, l'occhio - mentre scruta la carta - balza proprio ad una spätlese di quel millesimo, il più vecchio tra quelli presenti in carta. Proviamola. 
1981 dicevo, in Mosella non una grande annata. Tanta pioggia e difficoltà di maturazione delle uve, ricche di acidità e che hanno permesso di ottenere vini sottili ed austeri (persino scontrosi a volte), anche longevi, ma nel complesso magri e senza particolare complessità. Le eccezioni per fortuna non sono mancate. 

Perimetrato in rosso, il Longuicher Maximiner Herrenberg

Longuicher Maximiner Herrenberg spätlese 1981Carl Schmitt Wagner 
Da una vigna che all'epoca aveva 85 anni (piantata su piede franco nel 1896), il vino si apre sulle note olfattive che domineranno per tutto il corso della degustazione, giocate soprattutto su sensazioni di frutto. Frutto in confettura (cedro, susina), ma anche spezie, zafferano, rabarbaro. Frutto e spezie, comunque, più che idrocarburo e mineralità. 
Il palato offre una dolcezza relativamente contenuta, armonica, con acidità matura che regge bene la struttura. Sapidità e acidità concorrono per creare una spina dorsale di buona tenuta, anche se in bocca manca forse lo sprint del fuoriclasse vero (e per questo una temperatura di servizio bassa – 10°-11° - può giovare a rinfrescare il sorso). 
37 anni portati bene, esito felice (una delle eccezioni di cui sopra) di una vendemmia per il resto non indimenticabile nella Mosella Centrale.

giovedì 28 luglio 2016

NUOVI VIAGGI NEL TEMPO

Un altro tassello nella storia del mitico Maximiner Herrenberg di Longuich (qui la storia del vigneto ed il racconto di alcune bottiglie, qui un altro post del rieslinGarten sul tema) grazie ad un nuovo assaggio fatto durante un pranzo al Voltone, bel ristorante a Castell'Arquato, sui colli piacentini, approdo sicuro e consigliato per chi transitasse da quelle parti e tra l'altro, da un po' di tempo a questa parte, molto sensibile al tema Riesling.

In basso a sinistra Longuich, perimetrato in rosso il Longuicher Maximiner Herrenberg

Longuicher Maximiner Herrenberg kabinett 1995 - Carl Schmitt-Wagner
Al primo impatto subito una nota che, leggendo “kabinett” in etichetta, potrebbe sorprendere: zafferano, alias probabile botrytis, in realtà tratto comune in molti Riesling prodotti in Media Mosella nel 1995, anche in categorie “basse” come kabinett. Poi anche sensazioni di menta, camomilla e confettura di susina. Naso terziarizzato e complesso che si muove tra freschezza e maturità di frutto. La bocca indugia più su un carattere marmellatoso e soffice, con acidità matura, ma sapidità che fa chiudere il vino con buono slancio finale e un carattere gustativo relativamente fresco.