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domenica 28 luglio 2019

RIESLING VIDEO-SCHULE 42

Due brevi video postati dall'azienda Dr. Hermann, tra i migliori interpreti dei "Grand Cru" di Erden ed Urzig, Media Mosella.
Prima si sale in monorotaia sull'Erdener Herzlay, prestigioso settore del Treppchen, a seguire si scende per un'ultima defogliatura poco prima di vendemmiare.
Buona visione.

domenica 22 luglio 2018

DR. HERMANN+EISWEIN

Oggi Eiswein, grazie all'assaggio di un vino prodotto nel 2016 da Dr. Hermann, azienda con sede ad Erden che vanta 8 ettari sparsi tra Erden ed Ürzig, principalmente nei Grand Cru del territorio. 
Dopo la gestione di Rudi Hermann, attualmente l'azienda è gestita da suo figlio Christian e sta diventando celebre soprattutto per i vini da Prädikat alti (Auslese GK, Eiswein, BA, TBA), da qualche anno tra i migliori in assoluto. 
Nel 2016 la vendemmia è iniziata il 10 ottobre per terminare il 7 novembre, con l'appendice di ben due Eiswein raccolti tra fine novembre ed inizio dicembre, tra cui quello ottenuto dall'Erdener Herrenberg, vigna alta e fresca situata sopra il Treppchen e che nella parte più elevata sfiora quasi i 300 metri slm. Non un Grand Cru in assoluto, visto il clima, ma una vigna adatta a produrre Eiswein.

Erdener Herrenberg, da www.weinlagen.info


Erdener Herrenberg Eiswein 2016 – Dr. Hermann 
Raccolta il 30/11/2016 a 123° Oechsle; acidità totale 10.2 g/l; residuo zuccherino 170 g/l 
Colto in questa fase giovanile esprime un lato fruttato molto nitido, tra agrumi (cedro, limone), frutti tropicali e ribes. In bocca si esprime con una disinvoltura incredibile e una semplicità disarmante; l'attacco avvolgente e polposo trova uno sviluppo succoso e rinfrescante, con finale ricco di sprint. Un Eiswein esemplare e “beverino”, ottimo in abbinamento ad un Castelmagno d'alpeggio di 9 mesi.


lunedì 29 gennaio 2018

ENOLAB MONZA/2

Con la seconda tappa del viaggio all'interno del Riesling (Enolaboratorio organizzato da ONAV Monza presso il Teatro Binario 7, qui il racconto della prima) si va in Mosella, la patria di alcuni tra i vini più freschi ed eleganti in assoluto, capaci – nei casi migliori – di ribaltare i canoni della degustazione del vino (meglio ancora Il canone e Il concetto di Vino) ai quali molti di noi, per cultura e tradizioni, sono abituati.
In degustazione due vini trocken e cinque con residuo zuccherino, di annate che hanno spaziato dal 2016 al 1999. Un po' come sulle montagne russe, perché si è passati dalla forza citrina del primo, giovanissimo, kabinett trocken all'equilibrio complesso del più maturo secondo, per poi affrontare vari praedikats e vari residui zuccherini, il tutto declinato in annate giovani e meno giovani. Dal frutto spesso esuberante degli esemplari recenti, al classicismo più rarefatto di quelli più datati.
Appunto, un viaggio, anzi due: nei sensi e nel tempo.
Grazie ad ONAV Monza per le foto.




Niedermenniger Herrenberg kabinett trocken 2016 – Hofgut Falkenstein
Si parte con un vino della Saar, di un'azienda (più che) emergente ancora poco nota in Italia.
Il N. Herrenberg è vigna piuttosto estesa, ma qui vengono utilizzati solo grappoli della rinomata parcella “Zuckerberg” (ai vertici della mappa prussiana del 1868). Annata tendenzialmente fresca e si sente. Il vino è una sferzata di energia: diritto e affilato (citrino), decisamente rinfrescante. Il quadro aromatico è giocato su toni di mela verde molto fresca, quasi balsamica, pesca bianca, anice, lime e bergamotto.

Maximiner Grunhaus Abstberg kabinett trocken 2008 – Maximin Grunhaus
Dalla Ruwer altra annata fresca, classica, ma con otto anni in più sulle spalle.
Dopo i vari assaggi degli ultimi dodici mesi, si conferma ancora all'apice del proprio apogeo: naso multiforme che alterna idrocarburi, confettura di susina gialla, poi scie agrumate e di erbe aromatiche. Bocca articolata e armonica, salata e fresca. Un vino che vive su di un'eleganza d'altri tempi: sulle sottigliezze, più che sull'impatto.

Graacher Domprobst spatlese fuder 5 2016 – Willi Schaefer
Primo vino con residuo zuccherino e primo dei cinque vini della Mosella Centrale.
Il fuder 5 viene solitamente destinato ad una selezione di Domprobst spatlese che spesso (come il caso in questione) tende quasi ad un'auslese. Frutto nitido rinfrescato da toni di zenzero; c'è volume ma anche slancio e grande sprint nel finale molto lungo, dove si riverberano note di frutti gialli (pesca) e fiori. Una grande spatlese.

Graacher Himmelreich spatlese 2007 – Kerpen
Un'altra chicca ad un ottimo rapporto qualità/prezzo per questa piccola azienda di Wehlen.
Gli oltre 10 anni di affinamento hanno permesso alla dolcezza di fondersi alla perfezione con gli altri elementi gustativi, ma anche il naso è entrato in una fase affascinante in cui la confettura di susina gialla si fonde con quella di rabarbaro e con sfumature idrocarburiche. Complessità e piacevolezza.

Urziger Wurzgarten auslese fuder 10 2016 – Merkelbach
L'auslese fuder 10 ha impatto terpenico e floreale al naso, ma dà spazio a caratteri tropicaleggianti e di pera; in bocca sembra quasi placido all'attacco, ma presto si rivela supportato da una sapidità che ne rinfresca il peso e la dolcezza. Setoso, avanza inesorabile in souplesse.

Riolite dell'Urziger Wurzgarten

Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2016 (0,375 lt) – Dr. Hermann
Grande vino dolce, ricco, concentrato ma molto elegante. Esplosivo, esuberante (in questo molto “Pralat”) al naso (pesca, albicocca disidratata); attacca grasso e denso in bocca tirando un colpo di coda finale da fuoriclasse. Chiude infatti preciso e scattante, unendo purezza e grande nitidezza.

L'ardesia dell'Erdener Pralat

Wehlener Sonnenuhr 1999 (0,5 lt) – Meulenhof
Un anticipo dell'ultima serata del corso, che sarà dedicata alle vecchie annate.
Il 1999 è stata un'annata calda e a tratti nel bicchiere si sente, ma tutto in un contesto armonico e pluri-dimensionale che trova sensazioni olfattive rarefatte e intriganti (l'idrocarburo accennato, le spezie essiccate). Dolcezza presente, ma molto ben integrata, e sapidità che supporta l'acidità nel vivacizzare un bicchiere molto appagante.


venerdì 17 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/1

Prima tappa dell'Enolaboratorio Riesling di Piacenza organizzato da ONAV al Circolo dell'Unione.
Virtualmente si va in Mosella. 9 vini per provare a raccontare quello che per molti versi è IL territorio del Riesling, quello classico, quello dei vini con gli equilibrismi gustativi più spericolati. Ed anche quello che, per chi scrive, è stata la porta di accesso al magico mondo del Riesling.
9 vini, si diceva: 3 trocken e 6 con residuo zuccherino, tipologia quest'ultima in cui tuttora credo vada ricercato il meglio della Mosella, che sulla tipologia trocken perde ancora qualche colpo rispetto a regioni come Rheingau e Pfalz, per citarne solo due.
A parte i primi due vini, della Ruwer, tutti gli altri provengono dalla Mosella Centrale.
Ecco i vini, raccontati nell'ordine in cui sono stati serviti.


Maximin Grunhauser Absterg kabinett trocken 2008 – Maximiner Grunhaus
Ci tenevo ad inaugurare il corso con un kabinett trocken vecchio stile della Ruwer come questo. Didattico e molto buono. Sottile e slanciato, nervoso e senza fronzoli. Buona la complessità olfattiva, dove alle note di frutta in confettura (anche tropicali) si uniscono sensazioni minerali, agrumate e di erbe aromatiche. Bello e deciso il finale di bocca.
Entrato nel suo apice espressivo, che probabilmente durerà ancora alcuni anni.

Karthauserhofberg alte reben spatlese trocken 2015 – Karthauserhof
Ancora Ruwer per un vino che, a differenza del precedente, vive sul lato fruttato-maturo (cotognata) e speziato dolce; struttura quasi opulenta per la tipologia e la zona, anche se in bocca recupera slancio e compattezza, ma pur sempre mantenendosi su un versante rotondo.


Batterieberg trocken 2013 – Immich-Batterieberg
Terzo e ultimo vino trocken della serata. Il naso esprime toni fruttati, speziati (zenzero) e floreali ma sembra quasi in una fase di passaggio verso sensazioni minerali più complesse. In bocca scalpita e chiude compresso, quasi con durezza: avrà bisogno di tempo per distendere la materia che oggi a tratti appare quasi “cruda”.

Graacher Domprobst kabinett 2013 – Willi Schaefer
Si passa ai vini con residuo zuccherino e si parte col botto. Grande kabinett dal carattere ampio e ricco, con volumetrie e ricchezze olfattive quasi da spatlese. Il bello è che, seppur pieno, mantiene linearità e scorrevolezza, una sorta di eleganza polposa. Pesca gialla e scie agrumate al naso per un vino molto gradevole oggi, ma che darà grandi soddisfazioni anche negli anni a venire.

Bernkasteler Doctor spatlese 2015 – Wwe. Thanisch/Erben Thanisch
Naso al momento un po' chiuso, lento ad aprirsi, che fatica ad esprimere il grande potenziale ma che regala comunque piacevoli note di anice ed erbe aromatiche; è in bocca però dove il vino si rivela realmente lasciando intuire la sua grandezza: esplode ampio, grasso e fresco al tempo stesso. Molto succoso, finisce con lunghezza importante e complessi ritorni aromatici da fuoriclasse.


Urziger Wurzgarten auslese fuder 8 2015 – Merkelbach
Nitido, preciso e lineare, sia al naso che in bocca. Pesca, albicocca, ananas, pasta di mandorle. Già ora molto godibile anche grazie all'acidità molto ben integrata nella struttura zuccherina. Carattere gustativo lungo e fresco. I fratelli Merkelbach al meglio in un vino che è anche fortemente paradigmatico di ciò che questa vigna può dare nelle migliori annate: immediatezza e profondità.

Erdener Pralat auslese 2010 – Dr. Loosen
Naso esplosivo e ricco, potente, con toni di frutto della passione e miele. Al palato subito un po' di carbonica che, lì per lì, maschera un residuo zuccherino più presente rispetto al vino precedente. Quasi opulento, esprime il lato ricco del Pralat, innervato però, come nei migliori esemplari, da una verve acido-sapida che lo ravviva.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – JJ Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi mirabile di eleganza aerea ed austera (di quelle truffaldine: la bottiglia finisce in una amen). Come il vino precedente è solare e ciarliero, così questo è chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree che spariscono dopo pochi minuti); esce alla chetichella nelle sue note di confettura di rabarbaro, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Classicismo Prum al meglio in un'annata dal taglio classico.


Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2015 – Dr. Hermann
Unico vino realmente “dolce” della serata, che probabilmente nella sequenza degustativa odierna paga un po' questo staccarsi dal dolce-non dolce dei precedenti. Si dichiara apertamente denso e dolce già dal naso: albicocca candita, miele, fiori dolci. Un "Pralatone": bocca grassa e ricca di polpa compensata da adeguato slancio.