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mercoledì 25 novembre 2020

PRALÄT + DR. LOOSEN

Il Prälat e Dr. Loosen sono due vecchie conoscenze di questo blog, soprattutto il “Grand Cru” di Erden, di cui avevo parlato per la prima volta in uno dei post più vecchi (vedi qui). 
Ernst Loosen (per un approfondimento su Dr. Loosen vi rimando qui), la cui azienda ha sede poco fuori dall’abitato di Bernkastel nel cuore della Mittel Mosel, è forse il principale ambasciatore nel mondo del Riesling della Mosella. 

Nel perimetro giallo: Erdener Prälat

Una realtà aziendale sfaccettata e con tante anime, basata su un parco vigneti importante, per qualità oltre che per quantità, e una perfetta conoscenza della materia di partenza. 
Dall'Erdener Prälat tira fuori numerose etichette tra cui alcune ambiziose versioni di vini trocken usciti negli ultimi anni, più un grande classico da vendemmia tardiva (una Auslese) con residuo zuccherino, come quello di cui vi parlo oggi. 




Erdener Prälat Auslese 2010 (AP nr. 50 11) – Dr. Loosen 
Naso elegante e intenso: fiori gialli, pesca, erbe aromatiche e tanti, tanti agrumi con un tocco di pasta di mandorla e solo un lievissimo cenno di idrocarburi.
Super succoso e agile, ampio ma vivace, ha un attacco dolce e cremoso ravvivato da una leggerissima carbonica e soprattutto da un tono generale dolce-non dolce, dolce-aspro, con strati di scorze d’agrumi e di zafferano che danno profondità al finale molto nitido e quasi piccante.
Entrato in una finestra espressiva ideale, potrà dare soddisfazioni ancora per molti anni.

domenica 1 dicembre 2019

DR. LOOSEN E IL WEHLENER SONNENUHR

Dr. Loosen è forse il principale ambasciatore del Riesling della Mosella nel mondo. Una realtà aziendale sfaccettata e con varie anime (quella commerciale a volte prende il sopravvento sulle altre) ma basata su un parco vigneti importante, per qualità oltre che per quantità, e una perfetta conoscenza della materia di partenza. 
Negli ultimi anni hanno preso piede anche in Mosella i G.G. (categoria creata dall’associazione V.D.P., di cui Loosen fa parte), cioè vini trocken - secchi, fino a 9 gr/l di zuccheri residui - prodotti con le uve dei migliori vigneti e anche Dr. Loosen, nell’arco di poche vendemmie, ha moltiplicato le etichette di G.G. da “cru” leggendari come Erdener Pralat e Wehlener Sonnenuhr. 
Proprio da quest’ultima vigna proviene il vino di cui vi parlo oggi, già assaggiato ad inizio 2018 e riprovato a distanza di oltre un anno e mezzo per testarne l’evoluzione.


Le uve provengono da viti centenarie (la dicitura “alte reben” in etichetta significa “vecchie vigne”) a piede franco situate in due settori dell’ampio Wehlener Sonnenuhr: Laichen, nella parte centrale, e Sandpichter, più a ovest verso Zeltingen. Fermentazione con lieviti indigeni e affinamento in botti da 30 ettolitri per circa un anno sulle fecce integrali, senza batonnages. 

Wehlener Sonnenuhr alte reben G.G. 2015 – Dr. Loosen 
A una ventina di mesi di distanza dall’ultimo assaggio il vino inizia a mostrare un’apertura olfattiva più chiara e decisa, con toni nitidi di arancia e pompelmo, pesca, pera e zenzero. 
Il palato ha un lato iniziale rotondo, ma non voluminoso, ravvivato da uno sviluppo e una chiusura sufficientemente tesi (acidità + sale) anche se sembra mancare la profondità del fuoriclasse. 
Una bottiglia che sta entrando nel suo apice espressivo, gradevole e quasi beverina, forse solo un po’ troppo lineare e con dinamica gustativa semplice per arrivare a livelli assoluti. Nell’arco di un anno circa potrebbe trovare ulteriore distensione e mostrare quella complessità di toni che oggi pare in parte mancare.

domenica 25 marzo 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 35

Torna la video-scuola con due brevissimi, ma incisivi filmati che vedono protagonista l'instancabile Ernst Loosen, attivissimo sul fronte della comunicazione. Loosen, tra l'altro, parla del pregiudizio e dell'aspettativa che molti consumatori hanno nei confronti di un vitigno che non è - se non forzatamente - inquadrabile in una categoria (non esiste IL Riesling, ma I Riesling) o, se non parzialmente, in un certo tipo di caratteri sempre facilmente riconoscibili.
Il Riesling è quella cosa che più la conosci e più ti fa capire che ci sono ancora un sacco di cose da scoprire attorno e dentro di essa, che ti sorprende e ti spiazza tenendoti sempre sul chi va là.
Buona visione.



venerdì 17 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/1

Prima tappa dell'Enolaboratorio Riesling di Piacenza organizzato da ONAV al Circolo dell'Unione.
Virtualmente si va in Mosella. 9 vini per provare a raccontare quello che per molti versi è IL territorio del Riesling, quello classico, quello dei vini con gli equilibrismi gustativi più spericolati. Ed anche quello che, per chi scrive, è stata la porta di accesso al magico mondo del Riesling.
9 vini, si diceva: 3 trocken e 6 con residuo zuccherino, tipologia quest'ultima in cui tuttora credo vada ricercato il meglio della Mosella, che sulla tipologia trocken perde ancora qualche colpo rispetto a regioni come Rheingau e Pfalz, per citarne solo due.
A parte i primi due vini, della Ruwer, tutti gli altri provengono dalla Mosella Centrale.
Ecco i vini, raccontati nell'ordine in cui sono stati serviti.


Maximin Grunhauser Absterg kabinett trocken 2008 – Maximiner Grunhaus
Ci tenevo ad inaugurare il corso con un kabinett trocken vecchio stile della Ruwer come questo. Didattico e molto buono. Sottile e slanciato, nervoso e senza fronzoli. Buona la complessità olfattiva, dove alle note di frutta in confettura (anche tropicali) si uniscono sensazioni minerali, agrumate e di erbe aromatiche. Bello e deciso il finale di bocca.
Entrato nel suo apice espressivo, che probabilmente durerà ancora alcuni anni.

Karthauserhofberg alte reben spatlese trocken 2015 – Karthauserhof
Ancora Ruwer per un vino che, a differenza del precedente, vive sul lato fruttato-maturo (cotognata) e speziato dolce; struttura quasi opulenta per la tipologia e la zona, anche se in bocca recupera slancio e compattezza, ma pur sempre mantenendosi su un versante rotondo.


Batterieberg trocken 2013 – Immich-Batterieberg
Terzo e ultimo vino trocken della serata. Il naso esprime toni fruttati, speziati (zenzero) e floreali ma sembra quasi in una fase di passaggio verso sensazioni minerali più complesse. In bocca scalpita e chiude compresso, quasi con durezza: avrà bisogno di tempo per distendere la materia che oggi a tratti appare quasi “cruda”.

Graacher Domprobst kabinett 2013 – Willi Schaefer
Si passa ai vini con residuo zuccherino e si parte col botto. Grande kabinett dal carattere ampio e ricco, con volumetrie e ricchezze olfattive quasi da spatlese. Il bello è che, seppur pieno, mantiene linearità e scorrevolezza, una sorta di eleganza polposa. Pesca gialla e scie agrumate al naso per un vino molto gradevole oggi, ma che darà grandi soddisfazioni anche negli anni a venire.

Bernkasteler Doctor spatlese 2015 – Wwe. Thanisch/Erben Thanisch
Naso al momento un po' chiuso, lento ad aprirsi, che fatica ad esprimere il grande potenziale ma che regala comunque piacevoli note di anice ed erbe aromatiche; è in bocca però dove il vino si rivela realmente lasciando intuire la sua grandezza: esplode ampio, grasso e fresco al tempo stesso. Molto succoso, finisce con lunghezza importante e complessi ritorni aromatici da fuoriclasse.


Urziger Wurzgarten auslese fuder 8 2015 – Merkelbach
Nitido, preciso e lineare, sia al naso che in bocca. Pesca, albicocca, ananas, pasta di mandorle. Già ora molto godibile anche grazie all'acidità molto ben integrata nella struttura zuccherina. Carattere gustativo lungo e fresco. I fratelli Merkelbach al meglio in un vino che è anche fortemente paradigmatico di ciò che questa vigna può dare nelle migliori annate: immediatezza e profondità.

Erdener Pralat auslese 2010 – Dr. Loosen
Naso esplosivo e ricco, potente, con toni di frutto della passione e miele. Al palato subito un po' di carbonica che, lì per lì, maschera un residuo zuccherino più presente rispetto al vino precedente. Quasi opulento, esprime il lato ricco del Pralat, innervato però, come nei migliori esemplari, da una verve acido-sapida che lo ravviva.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – JJ Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi mirabile di eleganza aerea ed austera (di quelle truffaldine: la bottiglia finisce in una amen). Come il vino precedente è solare e ciarliero, così questo è chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree che spariscono dopo pochi minuti); esce alla chetichella nelle sue note di confettura di rabarbaro, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Classicismo Prum al meglio in un'annata dal taglio classico.


Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2015 – Dr. Hermann
Unico vino realmente “dolce” della serata, che probabilmente nella sequenza degustativa odierna paga un po' questo staccarsi dal dolce-non dolce dei precedenti. Si dichiara apertamente denso e dolce già dal naso: albicocca candita, miele, fiori dolci. Un "Pralatone": bocca grassa e ricca di polpa compensata da adeguato slancio.


venerdì 4 marzo 2016

RIESLING VIDEO-SCHULE 14

In Mosella sono iniziati i primi imbottigliamenti dei vini dell'annata 2015. Scopriamo allora come è andata l'annata grazie al report dell'ormai familiare Ernst Loosen, qui in compagnia del suo kellermeister Bernhard Schug e del responsabile dei vigneti Roland Orthmann. Dura poco meno di 5 minuti, a voi.


martedì 15 dicembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 11

L'ultimo video di quest'anno della video-schule è una produzione "Munchies" (2015, Vice Media) che, grazie a Billy Wagner, ci porta prima da Ernie Loosen durante la vendemmia nell'Erdener Treppchen, poi da Katharina Pruem alle prese con una simulazione di potatura nel Wehlener Sonnenuhr (simulazione perché ancora troppo presto per potare realmente), infine a Zeltingen per una divagazione culinario-venatoria e per una toccata-e-fuga da Markus Molitor.
16 minuti godibili, mettetevi comodi. Buona visione.



domenica 6 dicembre 2015

PICCOLA SCUOLA DI GIARDINAGGIO - II ANNO

ONAV Piacenza e RieslinGarten tornano ad incrociare le rispettive strade a distanza di un paio di anni. Dopo la serata alla Cascinotta nel 2013 (vedi qui) per un’introduzione generale al tema, questa volta, a Piacenza, si è parlato più che altro di Mosella e degustato esclusivamente Mosella. Un mondo che, nonostante da diversi anni ormai veda bottiglie e produttori di spessore importati in Italia, resta pur sempre un oggetto misterioso per molti appassionati, un pianeta strano, ma accogliente, da scoprire passo dopo passo.


Bella partecipazione di pubblico (degustatori ONAV, produttori, appassionati), organizzazione impeccabile ed una sequenza di sette vini provenienti dai più rappresentativi siti della Media Mosella, il cuore dell’area, e da produttori di comprovato valore.
Di seguito il racconto dei vini degustati. Un grazie a Luca Cannizzaro per le belle foto.


Wehlener Sonnenuhr kabinett trocken 2012 - Kerpen
Unico vino trocken (secco) della serata, che ha il compito di far da ponte tra il concetto di vino bianco così come lo intendiamo abitualmente dalle nostre parti e così come lo intendono storicamente in Mosella.
Naso inizialmente un po’ chiuso, ma che si apre subito su toni di mela verde e roccia per poi muoversi tra sbuffi gassosi e note erbose. In bocca è tagliente e nervoso, verticale e un po’ stretto, come fosse compresso e attorcigliato su sé stesso senza ancora riuscire a trovare una distensione ariosa; finale leggermente amarognolo. Ancora molto giovane (ha solo tre anni di vita), sprigiona un’energia sapida vigorosa che è un invito a riprovarlo tra quattro-cinque anni.


Erdener Treppchen kabinett 2013 - Dr. Loosen
Primo kabinett con residuo zuccherino della degustazione, didattico nel rappresentare la propria categoria. Naso dove si alternano sensazioni di frutto (pesca, pera, agrumi) e minerali, con una vaga componente affumicata.
Bocca sottile dove gli equilibri tra acidità, zuccheri e alcol non sono ancora perfettamente compiuti, ma riescono a costruire un’impalcatura semplice già di buona gradevolezza.

Bernkasteler Doctor kabinett 2013 - Dr. Thanisch/Erben Thanisch
Secondo kabinett 2013 degustato e primo picco della serata. Si sale di tono, di peso e di complessità, emerge la potenza del Doctor. Colore più carico e, in generale, una concentrazione quasi da spätlese.
Gli aromi spaziano da note di frutti gialli (pesca, albicocca e ananas) quasi in confettura a sfumature “dolci” (miele, mandorla). Palato in bilico tra frutto e mineralità, ricco e polposo, profondo grazie al contrasto tra dolcezza e tensione acido-sapida.


Piesporter Goldtröpfchen spätlese 2011 - St. Urbanshof
L’ariosa potenza quasi tropicaleggiante del Goldtröpfchen si esprime nei toni di confettura di pesca, mango e susina gialla. Palato avvolgente, grasso e tondo, con retrogusto di zenzero che ravviva il finale. Nel complesso, come per molti altri vini della stessa annata prodotti in zona, un vino più spostato sul versante della maturità e della grassezza, con acidità relativamente contenuta.

Graacher Domprobst spätlese 2001 - Von Kesselstatt
Altro picco della serata. Profilo snello ed elegante, forse più in bocca che al naso, dove il frutto in confettura (anche lievi sensazioni di rabarbaro) e le erbe secche (timo) creano comunque un quadro di gradevoli sfumature terziarie.
Palato di grande bevibilità: sviluppo continuo e regolare, ben contrastato, e finale deciso e sicuro,  molto vivo, allungato da una acidità quasi sferzante.


Erdener Treppchen spätlese 1994 - Meulenhof
Per molti il vino più sorprendente della degustazione: 21 anni di vita racchiusi in un quadro che, a partire dal colore, esprime gioventù ed energia.
Naso che alterna scie di cherosene a toni di selce, camomilla e frutti gialli in confettura. Ampio e fine, complesso. Il palato parte deciso, innervato dalla freschezza acida, sembra quasi danzare sulle punte per poi sorprendere con un finale deciso e compatto, fresco e ricco di propulsione, che lascia presagire ulteriori, felici sviluppi negli anni a venire.

Ürziger Würzgarten auslese 1997 - Schwaab/Kiebel
Per questo vino la serata non inizia nel migliore dei modi: la prima bottiglia stappata delle tre disponibili sa di tappo, potenziale segno di sventura. Le restanti due bottiglie sembrano mostrare qualche differenza l’una dall’altra; nel mio bicchiere escono note di frutto dolce-maturo tendente all’ossidativo, miele e qualche sensazione fungina, quasi di muffa, poi caramella mu. Bocca piena, ma un po’ corta, come tronca, intensa all’inizio, ma che non trova slancio nel finale dando l’impressione di un vino dal carattere un po’ greve.


mercoledì 2 settembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 7

Troppo presto per fare bilanci sulla vendemmia 2015 e allora, nell'attesa, vi facciamo vedere un breve report sulla vendemmia 2014 nel cuore della Media Mosella fatta dall'onnipresente Ernie Loosen:


giovedì 11 giugno 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 4

Ernie Loosen è un grande produttore ed un ottimo divulgatore, lo ritroviamo quindi nella quarta puntata della video-scuola del Riesling in un video di Jamie Goode di www.wineanorak.com, a passeggio tra le vigne di Erden ed Urzig, letteralmente dentro la dimensione della Mosella che più ci affascina. A voi, buona visione.
 
 

lunedì 13 aprile 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 1

Prima del nuovo approfondimento-aggiornamento dedicato al Pfalz, inauguriamo una nuova "rubrica" dedicata ai video: la nostra video-scuola del Riesling.
Per ora non si tratterà di video girati da noi "giardinieri" (diciamo che non maneggiamo al meglio il formato video, per ora preferiamo avere a che fare con le fotografie...), ma di filmati pescati in rete. In evidenza soprattutto aspetti didattici, più o meno curiosi: da passeggiate (o scorazzate sulla monorotaia) nei vigneti insieme ai produttori, a vedute aeree su colline ripidissime, persino a piccole lezioni di tedesco.
Il primo video che vi proponiamo vede Ernie Loosen guidarci nel Wehlener Sonnenuhr e raccontarci perché il Wehlener Sonnenuhr è...il Wehlener Sonnenuhr.
Buona visione.

 
Vittorio Barbieri

domenica 19 maggio 2013

IL PRELATO



Il nomade RieslingGarten viaggia verso l'ardesia rossa dell'Erdener Pralat, uno dei pochi, veri, Grand Cru della Mosella, e tra questi sicuramente il più piccolo ed omogeneo per caratteri microclimatico-pedologici che originano vini potenti e complessi.
Ancora una volta, per la degustazione, siamo stati ospiti di Matteo Bertè e delle Cantine Francesco Montagna di Broni.
 
IL VIGNETO
L'Erdener Pralat, ovvero il Prelato di Erden (per molto tempo la Chiesa è stata proprietaria di queste vigne), si estende attualmente per soli 1,4 ettari, tra l'Urziger Goldwingert e l'Erdener Treppchen, una striscia di terra nella parte bassa della collina chiusa da rupi rocciose, a ridosso della Mosella sulla sponda opposta all'abitato di Erden, a circa 110-150 metri s.l.m. Le pendenze arrivano anche al 100%!

La sua storia più attuale è inscindibilmente connessa a quella della famiglia Berres, non più produttrice, ma la prima, a fine '800, a usare la caratteristica etichetta che mostra un prelato sorridente con un bicchiere di vino in mano (non è difficile immaginare il motivo di tale sorriso), che ancora oggi identifica i vini del Cru ed è, con piccole varianti da un'azienda all'altra, utilizzata da cinque produttori: Moselschild, Dr. Hermann, Dr. Loosen, Weins-Prum e Moenchof.
Nel 1926, alla morte di Peter Josef Berres, il Pralat (all'epoca grande mezz'ettaro) viene suddiviso tra i suoi sette figli, molti dei quali fondano una propria azienda.
Nel 1981 il Cru viene esteso in direzione ovest e la superficie triplicata.
Esposta a sud pieno, è considerata una delle vigne più calde della zona, tra le prime a germogliare e a fiorire, ed il fatto di trovarsi nella parte bassa della collina fa sì che in autunno si sviluppino nebbie mattutine che favoriscono l'instaurarsi della Botrytis.
 
Presenta un suolo che combina l'ardesia grigio-blu del vicino e molto più esteso Erdener Treppchen e gli elementi ferrosi rossastri dell'Urziger Wurzgarten. Quello che si vede in vigna sono prevalentemente lastre o frammenti di ardesia grigio-blu-rossa. La maggior parte delle piante sono allevate a palo singolo, non sono innestate e hanno tra i 60 e i 100 anni di vita.
 
Spesso i vini hanno un carattere di potenza e ricchezza associate all'eleganza. Un po' meno eleganti e più potenti dei vini provenienti dal Wehlenener Sonnenuhr, con parte delle note “esotiche” del vicino Wurzgarten, ma con maggiori sfumature minerali/affumicate (retaggio dei suoli del Treppchen): un carattere unico.
Oggi sono 12 i produttori ad operare qui, tre di questi (Dr. Loosen, Monchof e A. Schmitges) ne possiedono due terzi. Da solo Dr. Loosen ne possiede un terzo (5.000 metri), mentre c'è chi ne ha solo 1.000 metri o addirittura 200 da cui si ricavano poche centinaia di bottiglie.
Le parcelle del Pralat originario sono gestite da quattro aziende: Dr. Loosen, Monchof, Moselschild e Weins-Prum.
 
 
LE AZIENDE
DR. WEINS-PRUM
La nascita dell'azienda va ricercata agli albori della famiglia Prum, quindi della storia di quel Sebastian Alois di cui abbiamo già parlato qui, il capostipite, e dei suoi nipoti. Ricapitolando: Sebastian fa sei figli, uno solo si sposa e figlia a sua volta, Mathias. Quindi, finché Mathias (che fa sette figli) resta in vita l'azienda resta unica e indivisa, ma alla sua morte nel 1911 l'azienda viene divisa tra i figli e le figlie, con rispettive/i mogli e mariti di mezzo. La figlia più giovane, Anna, insieme al marito, un Weins, darà il via all'azienda Weins-Prum.
Incasinato, eh? Non è finita. L'azienda si trova a Wehlen nella stessa via, Uferallee, occupata anche da J.J. Prum e dal 1978 è gestita da Bert Selbach (nel frattempo, via matrimonio, è arrivata in azienda anche la famiglia Selbach).
Quattro ettari a riesling per circa 35.000 bottiglie all'anno. 0,10 ettari (1.000 metri quadrati) nel Pralat, il 60% del quale, acquistato nel 1957, si trova nella parte originaria, mentre la rimanente parte è nel Pralat allargato.
Fermentazione in fuder di legno e in acciaio, parte con lieviti indigeni, parte con lieviti selezionati. Vini eleganti, delicati e leggeri, più che potenti.
 
 
Altro nome storico, attivo dal 1744. La preziosa superficie di Erdener Pralat ammonta a soli 0,26 ettari suddivisi in due parcelle nella parte allargata, la più estesa delle quali ha 50 anni di vita ed è allevata su piede franco. In tutto l'azienda ha una decina di ettari coltivati a riesling (80%), muller thurgau (18%) e pinot bianco (2%) situati prevalentemente a Erden e suddivisi tra i Cru Pralat, Treppchen (soprattutto) e Herrenberg. Produzione media annua di circa 100.000 bottiglie.
Andreas Schmitges gestisce l'azienda insieme alla moglie Waltraud dal 1990, dopo averla ereditata dal padre Heinrich, e in cantina lavora con fermentazioni in vasche di acciaio utilizzando sia lieviti spontanei, sia selezionati.
Stile fatto più di peso e struttura, che di slancio e leggerezza.
 
 
I VINI
Alla degustazione, oltre ai due giardinieri e al padrone di casa, erano presenti Massimo Volpari, Carlo Milani, Marco Bertelegni, Alessio Brandolini, Matteo Bertè e Stefano Calatroni.
Abbiamo degustato i nove vini alla cieca, suddividendoli in due batterie, più un assaggio (l'ultimo) solitario.
La prima batteria era, di fatto, una piccola verticale dell'Erdener Pralat spatlese di Weins-Prum, la seconda, più variegata, un confronto tra due vini di pari annata e categoria, ma di Cru diverso, di Schmitges e una mini-miscellanea di Dr. Loosen. Per ultimo, un auslese goldkapsel di Weins-Prum.

 
BATTERIA N.1

Erdener Pralat spatlese 2008 - Dr. Weins-Prum
Maturità più basse e meno gradi Oechsle rispetto al 2009. Annata meno calda, più classica (vendemmia più lunga rispetto al 2009) e, forse, per questo più nelle corde di Selbach. Vagamente simile al 2004, altra annata di grande bevibilità. Siamo comunque di fronte a una spatlese che, per Oechsle (98°), potrebbe valere un'auslese.
Naso semplice e lineare, gradevole, che concede poco ad esuberanze generose, restando nei dintorni dei frutti bianchi (mela, pera), con note sassose, poi anche agrumate. Bocca fresca e sapida vivacizzata da una lieve carbonica. Profilo molto fine, cristallino, da annata fresca. Grande bevibilità.

Erdener Pralat spatlese 2009 - Dr. Weins-Prum
Poco più di 700 bottiglie prodotte. 105° Oechsle e 20% degli acini botritizzati, una specie di auslese battezzato come spatlese. Bert Selbach paragona l'annata al 2005 (ricca di estratti – in media 40 gr/l - e potente), ma con acidità maggiori. Vini più potenti del solito, nella storia aziendale.
Frutto polposo, caldo, tropicale, dolcezza di frutto che arriva a sfiorare note di confettura di albicocca. Zafferano in chiusura, appena anticipata da una nota leggermente mielosa.
Anche il palato è più complesso del 2008. Ricco e polifonico, è reattivo e molto scattante, ma pure vellutato, il tutto in un contesto di grande armonia.

Erdener Pralat spatlese 2007 - Dr. Weins-Prum
Fioritura anticipata, tempo magnifico in estate, grappoli molto sani e pienamente maturi (alte densità dei mosti). Vendemmia anticipata rispetto al solito (6 ottobre, ma qualche collega ha iniziato a metà settembre!). 100° Oechsle.
Bel colore verdolino, naso ancora un po' chiuso, leggermente ridotto. Note sulfuree, floreali e una sfumatura burrosa. Deve aprirsi. Anche il palato, comunque vivo, ricco e dinamico, sembra ancora indietro nel trovare una propria definizione chiara e lineare.

Erdener Pralat spatlese 2006 - Dr. Weins-Prum
Meteorologicamente schizofrenica, un'annata particolare e di complessa gestione che ha portato a una vendemmia record per durata: solo 12 giorni, dal 10 al 22 ottobre. Rese basse: solo 47 Hl/ettaro.
75% di uve botritizzate.
Colore più carico e concentrato rispetto ai tre precedenti. Molto zafferanoso, con toni di confettura di susina e di albicocca. Naso “dolce”, quindi, quasi mielato. Il palato conferma questo profilo dolce, nascondendo solo parzialmente una freschezza decisa che ne amplifica la persistenza e la scorrevolezza.
 
 
BATTERIA N.2
Erdener Pralat spatlese alte reben 2007 – A. Schmitges
(Alte reben=vecchie vigne)
Impalcatura semplice e piacevole. Floreale e fruttato (con note di lychee), mostra un retrogusto sassoso nel finale amarognolo, dopo un attacco gustativo zuccherino rinfrescato da uno sviluppo lineare. Piacevole.

Erdener Treppchen spatlese 2007 – A. Schmitges
Sensazione di burro appena rancido, più peso e meno eleganza del precedente, vino più grosso e “pesante” (anche nel colore più carico). E pure un po' meno vivo, sia gustativamente che olfattivamente (aromi che evocano miele, mela cotogna, canditi).
Il paragone con il precedente permette di leggere con chiarezza la differenza tra il Grand Cru (Erdener Pralat) e il Premier Cru (Erdener Treppchen), la grazia potente del primo e la maggiore rusticità del secondo.

Urziger Wurzgarten spatlese 2006 – Dr. Loosen
Pulito ed elegante al naso: floreale (rosa), note appena balsamiche, lieve zafferano.
In bocca mostra un vigore graffiante che quasi non t'aspetteresti di tale decisione. Bello slancio, soprattutto nel finale fresco, dove il vino sgomita quasi amarognolo. Amichevole, ma non troppo.

Erdener Pralat auslese 2004 – Dr. Loosen
Grande vino che già alla vista fa sperare bene, dotato com'è di un bel colore carico, ma vivo.
Miele, confettura d'agrumi e zafferano, in bocca emergono note un po' fumè e sassose, poi il lychee, la pera. Naso molto complesso, e così il palato, di grande peso e migliore articolazione, finale pulito e asciutto. Potenza, concentrazione e complessità.

 
DA SOLO
Erdener Pralat auslese goldkapsel 2006 – Weins-Prum
In mezza bottiglia.
Pera, zafferano, confetture dolci. Naso intrigante. Il palato non spinge troppo sugli zuccheri, anzi, dà sensazioni di erbe officinali con retrogusto di confettura di rabarbaro. Finale di buona freschezza.
 
 


Vittorio Barbieri
 

mercoledì 1 maggio 2013

VULCANO



Il RieslingGarten si trasferisce nelle terre rosse vulcaniche di Urzig, Mosella, Germania, nell'Urziger Wurzgarten, patria di vini aromaticamente generosi, quasi tropicaleggianti, dove la componente terpenica e Gewurztraminerosa del Riesling sa farsi sentire più che altrove.
Stavolta, per la degustazione delle bottiglie, siamo stati ospiti delle cantine Francesco Montagna, interessante realtà bronese in crescita guidata dalle famiglie Bertè e Cordini e dal brillante, e giovanissimo, enologo Matteo Bertè, nostro complice di turno in fase organizzativa.

IL VIGNETO
L'Urziger Wurzgarten, che ha uno dei nomi più belli che un vigneto possa avere: il Giardino delle spezie, sovrasta il villaggio di Urzig e confina con l'Erdener Treppchen e l'Erdener Pralat.
Cru unico per geologia e conformazione, è in pratica uno strapiombo di roccia vulcanica rossa (riolite) proveniente da un'antichissima eruzione, la cui lava, nel tempo, si è trasformata in pietre come quella che vedete qui sotto. Vi è anche presenza di ardesia rossa e grigia e di arenaria rossa.
 
Riolite dell'U.W...in cattività
Il colore rosso è conseguenza dell'alterazione della roccia dovuta all'azione degli agenti atmosferici che hanno portato alla formazione di ossido di ferro (ematite).
Atipico in zona per la tipologia vulcanica del suolo che tende a dare caratteri unici ai vini (aromi speziati e tropicali, strutture che combinano freschezza ed opulenza), spesso ben riconoscibili in mezzo agli altri, il vigneto oltre alle note pendenze estreme, ha esposizione sud-sud est e si spinge fino a 320 metri s.l.m.
Il Cru è piuttosto ampio (56 ettari) e vario, con parcelle di qualità inferiore che però non lo fanno decadere al di sotto dell'ipotetico rango di Grand Cru. In mezzo al Wurzgarten, troviamo un'altra vigna dal nome quasi bondiano (nel senso di James Bond...): Goldwingert, 0,3 ettari che molti produttori tendono a vinificare come “Wurzgarten”.
 
L'insegna "hollywoodiana" dell'U.W.
LE AZIENDE

Ernst, detto “Ernie”, guida l'azienda di famiglia (sede appena fuori Bernkastel) dal 1987, ma prima, dopo studi enologici a Geisenheim, si butta momentaneamente sull'archeologia deciso a mollare il vino e l'azienda. Suo padre però si ammala nel 1986, così Ernie abbandona gli studi archeologici e si tuffa definitivamente nell'avventura enologica nel 1987.
Sui suoi inizi si racconta una storia. Prima vendemmia, che Ernie si ritrova tra capo e collo: l'azienda ha uve in diversi vigneti. In uno di questi possiede 36 diverse parcelle, ma Ernie non sa esattamente dove siano. Allora, con grande rischio, aspetta che gli altri viticoltori raccolgano le proprie uve...quelle rimaste saranno le sue.
Nel frattempo, dagli 8 ettari iniziali, l'azienda passa a 25 ettari. Le vigne si trovano nei villaggi di Bernkastel, Graach, Wehlen, Urzig e Erden, dove è il principale proprietario nel Pralat di cui possiede mezz'ettaro (cioè circa un terzo del totale) diviso in 20 parcelle, un quinto del quale nel Pralat originale, quello pre-allargamento.
Lo stile enologico è preciso e pulito. Anche grazie a fermentazioni lente e lunghe, i vini sono espressivi, generosi e immediati, armoniosi ed eleganti, talvolta più avvolgenti che slanciati, ma senza perdere mai di vista lo sprint. Una sicurezza.
 
 
CHRISTOFFEL JR.
Storica azienda di Urzig (i Christoffel sono a Urzig dal 1600) fondata nel 1890 da Josef Christoffel che decise di aggiungere il “jr” al nome dell'azienda per distinguersi dalla pletora di fratelli e cugini viticoltori omonimi. Da sempre la famiglia possiede vigne a Urzig e a Erden, ma dopo il matrimonio con una Prum, nel 1955, è arrivato in gestione un ettaro tra Graach e Wehlen.
Oggi l'azienda lavora 3,2 ettari complessivi coltivati a riesling. Il cuore sta nell'Erdener Pralat (0,12 ettari), nell'Erdener Treppchen (0,25 ettari, parte dei quali prossimi al Pralat) e soprattutto nell'Urziger Wurzgarten (1,8 ettari).
Le viti hanno un'età che va da 30 a 100 anni, molte sono allevate a palo singolo. Le fermentazioni vengono svolte nei tradizionali Fuder da 1.000 litri usando lieviti indigeni.
I vini sono rustici e non sempre immediati, danno un'idea di rustica austerità e, come altri Riesling della Mosella, tra i tre-quattro e i cinque-sei anni dalla vendemmia, possono vivere una fase di chiusura che rischia di penalizzarli all'assaggio. Più o meno quello che è successo a Broni.
 
 
MERKELBACH
Storica (te pareva...) e piccola azienda, ancor più piccola di Christoffel jr, visto che sono meno di due gli ettari in produzione, tutti coltivati a riesling e parzialmente su viti non innestate. Circa 20.000 bottiglie prodotte in media all'anno dai fratelli Rolf e Alfred, accompagnati dalla temibile e comprovata fama di accogliere i visitatori tra le 7 e le 7,30 del mattino!
Fondata nel 1867, l'azienda vanta alcune tra le migliori parcelle nel Wurzgarten e nel Treppchen. La vinificazione avviene nei tradizionali fuder di legno (sulle etichette i Merkelbach indicano il fuder di provenienza), incarnando ancora oggi una tradizione fatta di vini essenziali e senza fronzoli, verrebbe da dire “alla buona” nel senso migliore del termine. Eleganza, nitidezza e semplicità. Punto.
Ah, e uno tra i migliori rapporti qualità/prezzo in tutta la Mosella.
 
Urziger Sonnenuhr...ebbene sì, c'è una meridiana anche qui
I VINI E LE ANNATE
 
LE ANNATE
2008
Visto che gli unici 2008 della degustazione erano di Dr. Loosen, che dice Ernie della vendemmia in questione? Dice che è una vendemmia classica, matura ma non troppo, non stramatura, senza grandi accumuli zuccherini e con buona mineralità. Acidità alte, al punto che Ernie ha ritardato gli imbottigliamenti, lasciando i vini a contatto con le proprie fecce fini per dare modo all'acidità di integrarsi al meglio con la struttura.
La vendemmia da Dr. Loosen è iniziata il 3 ottobre, presto, ma è finita il 16 novembre (tra gli ultimi a raccogliere, Eiswein a parte).
In generale qualcuno ha fatto paragoni con il 2004, s'è parlato di “Retro-Vintage”, una vendemmia come ce n'erano spesso negli anni '80 e '90. Tanti vini di categoria Kabinett, anche Spatlese, molto poco del resto. Un'annata “classica” per vini classici.
Tra Urzig e Erden qualcuno (Christoffel jr.) ha addirittura iniziato a raccogliere a fine ottobre, perché gli accumuli zuccherini sono stati lenti a causa del clima stagionale fresco e alcune aziende hanno terminato la vendemmia con vini Spatlese il 20 novembre (tardi).
2007
Qui le note sull'annata

2005
Elevate gradazioni zuccherine dei mosti e ottime acidità, vini ricchi e concentrati. Ideale sviluppo di Botrytis “buona”, che ha consentito importanti produzioni di vendemmie tardive, al punto che qualcuno ha parlato di “vendemmia del secolo”.
Clima perfetto da fine agosto a tutto ottobre: nebbie la mattina presto, sole di giorno, fresco la sera. Nei ricordi vendemmiali di Johannes Selbach (Selbach-Oster) rimarranno due inconsuete grigliate all'aperto, una delle quali a fine ottobre durante la raccolta di uve per Beerenauslese e Trockenberrenauslese.
Annata da Spatlese in su, anche se qualcuno ha comunque prodotto Kabinett (spesso con densità da Spatlese) per soddisfare le relative quote di mercato.
Il caldo è proseguito anche in inverno e per questo si sono prodotti pochi Eiswein.

2004
Qui le note sull'annata

I VINI
Alla degustazione (che si è svolta il 29 marzo) oltre ai due giardinieri e ai padroni di casa, erano presenti Marco Bertelegni, Stefano Pizzamiglio, Stefano Calatroni e Alessio Brandolini.
Abbiamo degustato alla cieca, suddividendo i vini in tre batterie e inserendo due intrusi appartenenti a un Cru (Erdener Treppchen) confinante con l'U.W., ma con caratteristiche diverse.

Da sinistra a destra: Pizzamiglio, Bertè sr., Calatroni, Bertè jr., Alfano, Brandolini, Bertelegni+Barbieri dietro l'obiettivo
BATTERIA N. 1

Urziger Wurzgarten kabinett 2008 – Dr. Loosen
Colore più tenue rispetto ai due successivi. Profilo immediato e diretto, semplice, preciso. Classico.
Pietra focaia, leggera affumicatura, poi agrumi e mela verde. Sviluppo agile e lineare ma polposo, finale citrino.
Molto piacevole.

Erdener Treppchen spatlese 2008 - Dr. Loosen
Toni che oscillano tra fiori, frutta quasi in confettura, lievi sensazioni mielate, poi escono gli idrocarburi e qualche nota di cenere. Vino contrastato, quasi un po' slegato, ma è un contrasto dolce/acido gradevole che lo slancia e lo ravviva (amplificato oltretutto dalla carbonica ancora presente). Profilo che, nonostante gli zuccheri evidenti, si rivelerà più “duro” e austero rispetto al successivo, nel rispetto del carattere dei due diversi Cru.

Urziger Wurzgarten spatlese 2008 – Dr. Loosen
Pieno e polposo. Naso leggermente tropicale, dove emergono anche lo zafferano, la pesca bianca e l'anice, che si apre con generosità e calore maturo. La struttura ha peso, avanza in souplesse, cremosa, e con meno contrasto del precedente, sviluppandosi in un timbro dolce e sinuoso, avvolgente e accattivante. Armonioso.

BATTERIA N. 2

Erdener Treppchen spatlese 2007 – Christoffel jr.
Naso oggi sovrastato da note di burro e di lieve straccio bagnato. Sotto le sensazioni lattiche si muove un po' a fatica una polpa ricca e rustica, minerale e leggermente floreale, che richiede un approccio più meditato. Ora quasi chiuso in sé stesso.

Urziger Wurzgarten spatlese 2007 – Christoffel jr.
“C'è una fuga di gas?”, esclama qualcuno appena annusa il bicchiere. Gassoso e potente, con note di pietra focaia, quasi leggermente terrose, benzina. Insomma, naso persino violento, anche se affascinante e, col passar dei minuti, variegato. Finale amarognolo. In generale, meglio attendere qualche anno prima di risentirlo.

Urziger Wurzgarten Auslese 2007 – Christoffel jr.
Torna la sensazione lattico-burrosa, insieme a toni di miele, o meglio, di frutti mielosi. Profilo austero e rustico, sviluppo nervoso, con leggera sensazione tannica.

Urziger Wurzgarten auslese fuder 16 2007 – Merkelbach
Più composto rispetto al precedente. Note di grafite, di sasso bagnato, salmastre anche (che a qualcuno ricordano vecchie gite alle Cinque Terre...). Il finale è più armonioso del precedente, anche se non lunghissimo e un po' semplice, ma molto piacevole.

Stefano Pizzamiglio
BATTERIA N. 3

Urziger Wurzgarten spatlese fuder 15 2005 - Merkelbach
Bella e lineare combinazione di frutto maturo e mineralità, come è nello stile del produttore, che qui regala una piacevole balsamicità con sfumature di salvia. Vino non particolarmente complesso, ma appagante e di ottima bevibilità.

Urziger Wurzgarten auslese fuder 18 2005 - Merkelbach
Più polpa, più frutto, e sempre quella lieve balsamicità, qui un po' timida, ma presente. Facilità di beva e precisione. Finale armonioso che chiude su sensazioni di agrumi.

Urziger Wurzgarten auslese fuder 18 2004 – Merkelbach
Torna lo zafferano, il frutto sta tra il maturo e lo stramaturo, si muove in mezzo a sensazioni di frutti gialli nostrani, albicocca, e non, maracuja, che ci trasportano in una dimensione molto Wurzgarten, anche nell'inconfondibile timbro del lychee, che lo porta a sfiorare elementi di somiglianza con certi Gewurztraminer. Sviluppo gustativo compatto e piacevole.

 
 
Vittorio Barbieri