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sabato 8 aprile 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/4

Si è chiusa la bella esperienza dell'Enolaboratorio Riesling, fatto e pensato insieme ad ONAV Piacenza. Prima di tutto un grande grazie a tutta la delegazione, mix di competenza, disponibilità e simpatia. Bravi.
Nell'ultima tappa del viaggio siamo andati a spasso nel tempo - dal 2005 al 1977 - e nello spazio, limitandoci in realtà a due sole aree della Germania: Rheingau – primi due vini - e Mosella – i successivi sei, tra cui un vino della Ruwer ed uno della Saar. Un viaggio utile non tanto e non solo per avere la conferma che i migliori Riesling sono vini parecchio longevi, quanto per seguirne idealmente lo sviluppo e l'evoluzione nel corso degli anni, osservarne la trasformazione dopo averne colto – nella prima serata del corso – il lato più giovanile.





Di seguito il racconto degli 8 vini, in un percorso degustativo rocambolesco su e giù tra i decenni e le tipologie.
Grazie ancora una volta a Luca Cannizzaro per le foto.

Rauenthaler Nonnenberg trocken 2005 – Georg Breuer
Naso sul versante floreale e fruttato, non propriamente “caldo” ma comunque “carnoso”. La bocca attacca ampia e potente, si articola con buon bilanciamento e chiude con finale fresco e sapido.
Il vino è giovane anche se già molto piacevole e di buon equilibrio, ma lo aspettiamo al varco per risentirlo tra 3-4 anni.


Hochheimer Holle auslese trocken 2002 - Kunstler
Rispetto al precedente gli aromi sono più evoluti e centrati su un registro terziario più pronunciato tra confetture e toni di cenere/fumo. Palato molto bello, sferzante e pieno, con un'acidità guizzante e salata che attraversa il vino dall'inizio alla fine rinfrescando una struttura importante.


Urziger Wurgarten spatlese 1977 – Benedict Loosen Erben
Qui si sale sulle montagne russe con una spatlese non trocken di 40 anni che sembra quasi trocken. Naso d'impatto scontroso, quasi fungino e fortemente iodato e torbato. Con l'aria poi si rivelano anche note di agrumi confit. Bocca sottile e piccola (figlia dell'annata) ravvivata da una acidità citrina e sgrassante. Vino disarmonico dal fascino irregolare e turbolento.


Scharzhofberger spatlese 2001 – Von Kesselstatt
Dalla Saar. Si torna a un registro più accogliente e rassicurante con il primo dei vini con residuo zuccherino più evidente. Pesca, albicocca, pera, mango, camomilla: naso didattico e di gradevole immediatezza; bocca vellutata e fresca al tempo stesso. Impeccabile ed esemplare.


Wehlener Sonnenuhr auslese 1997 – J.J. Prum
Uno dei 3 imbottigliamenti (lo 09 00) di Wehlener Sonnenuhr auslese proposti da Prum in questa annata.
Dopo l'eleganza classica e sottile, appena austera, dell'eccellente auslese 2004 assaggiato nella prima serata dell'Enolaboratorio, si passa ad un altro fuoriclasse che si annuncia con un colore molto chiaro e tenue. Frutto agrumato (buccia d'arancia matura) ed erbe aromatiche (salvia, basilico) in grande evidenza; lievi sbuffi sulfurei che restano sullo sfondo a completare il quadro. Bocca elegantissima e succosa, salda e molto lunga. Un vino che sembra ancora all'inizio del proprio lungo cammino: grande complessità in totale scioltezza e, ancora una volta, grande bevibilità.


Maximiner Grunhaus Abstberg kabinett 1989 – Maximin Grunhaus/Von Schubert
Dalla Ruwer. Lieve sfondo iodato con buon frutto e note di torrefazione ad ammorbidire l'impatto iniziale. La bocca, molto viva, è innervata da un'acidità salata che dà sprint e trova armonia con un residuo zuccherino che arrotonda e “scalda” un vino comunque fresco e pimpante.


Longuicher Maximiner Herrenberg spatlese 1988 – Schmitt Wagner
1° TEMPO
Da un vigna a piede franco piantata nel 1896 (che oggi ha dunque 121 anni e che quando venne prodotto questo vino aveva “solo” 92 anni…).
Naso inizialmente ombroso e reticente che l'aria (il vino è stato servito un paio di ore dopo la stappatura) smuove solo di poco da note terrose e di foglie morte, di muschio-muffe. Chiede pazienza e solo a fine serata inizierà a tirare fuori il frutto, ma lì per lì sembra quasi non volersi far piacere. La bocca però si rivela da subito cristallina, nitida e precisa, persino rinfrescante.
Bottiglia a due facce, che costringe i degustatori ad uno sforzo in più, ma che sa regalare emozioni.
2° TEMPO
Poi succede che qualcuno, un corsista curioso e avveduto, Marco Massari, si porta a casa ciò che resta di una bottiglia (la seconda stappata, perché la prima sa di tappo) e qualche giorno dopo mi scrive:
A 24h di distanza il vino è proprio cambiato tanto, il naso esce in maniera molto fine ed elegante e le note iniziali lasciano il posto al frutto ed a note di grafite e pietra focaia. Avessi portato a casa la bottiglia intera difficilmente mi sarei fermato”.


Urziger Wurzgarten auslese 1985 – Benedict Loosen Erben
Chiusura della serata e del corso con un'auslese di armonia esemplare. Naso di frutti gialli in confettura e fumo. Struttura gustativa ampia e piena, elegante e armonica. Vino completo, piacevolmente pronto (probabilmente vicino al proprio apice espressivo) ma che darà ancora soddisfazioni negli anni.


giovedì 30 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/3

Terza tappa del viaggio nei territori del Riesling (qui e qui le prime due tappe) e delle sue differenti possibilità espressive.
Alsazia, dunque, che secondo uno stereotipo duro a morire è terra di vini morbidi e piacioni, ma che in realtà sa esprimere valori assoluti attraverso vini profondi di rara complessità, con e senza residuo zuccherino.
A seguire il piccolo itinerario emotivo e didattico degli 8 vini che ho scelto per raccontare l'Alsazia.

Geisberg Grand Cru 2014 – Kientzler
Per aprire la serata un vino dal frutto agrumato nitido e giovanile, specchio efficace dell'annata e del Grand Cru di provenienza: bocca citrina ma strutturata, anche se oggi predomina ancora il lato “verticale”. Vino di verve cristallina, da riprovare tra 4-5 anni.


Kitterlé Grand Cru 2012 – Dirler Cadé
Degustati in contemporanea i due GC di Dirler Cadé della stessa annata.
Si parte con il Kitterlé, più discreto e sottile, più semplice, con toni di frutti a polpa bianca (mela), ed uno sviluppo gustativo regolare, sapido, sì, ma senza slanci particolari.
Kessler Grand Cru 2012 -Dirler Cadé
Il Kessler esibisce un frutto più carico e maturo, ma senza eccessi, ingentilito da note floreali. Polpa concentrata, più ricca e grassa del precedente (il carattere del Cru si fa sentire) percorsa da una vena acido-sapida ben cesellata che bilancia il residuo zuccherino.


Kastelberg Grand Cru 2008 – Remy Gresser
Prima delle due accoppiate finali un'escursione nell'ardesia alsaziana e nell'unico Grand Cru 100% rieslng.
Naso dal carattere già parzialmente terziario: frutto maturo con accenni di idrocarburi e pietra focaia. Attacco di bocca tondo e di buon peso con piacevole finale salato, più che acido. Probabilmente entrato nel suo apice espressivo, tra due-tre anni potrebbe iniziare a trovare una affascinante dimensione di più austera rarefazione.


Cuvée Frederic Emile 2009 – Trimbach
Si prosegue con una mini-verticale del Frederic-Emile, proveniente da due Grand Cru (e per questo non etichettato come tale) di Ribeauvillé: Geisberg e Osterberg.
Il 2009, uscito sul mercato prima del 2008, rimanda sensazioni evolutive fumé e di croccante alle mandorle, con una bocca ricca che parte quasi larga ma finisce con buon slancio e vigore. In generale vino dal carattere caldo e accogliente.
Cuvée Frederic Emile 2008 – Trimbach
Eccolo, il grande vino. Quello sorprendente che ti fa saltare dalla sedia e che rischia di far passare in secondo piano i vini precedenti e quelli seguenti.
Agrumato e pepato, è vino di grande complessità ancora incredibilmente giovane. Così come il 2009 è (apparentemente) pronto e comunque già entrato in una fase espressiva terziaria, così questo è roccioso, diritto ed essenziale, ancora in un punto iniziale del proprio sviluppo.
Struttura importante snellita da una acidità decisa e matura che lo rinfresca e ne amplifica la persistenza. Luminoso e guizzante. Da riprovare tra 10 anni (ma se lo trovate, bevetelo subito senza indugi).


Brand Grand Cru 2013 – Zind Humbrecht
Infine si chiude con l'accoppiata “Brand”, zona calda e precoce capace di regalare vini di complessità calorosa e minerale al tempo stesso.
Il 2013 (Vielles Vignes sotto mentite spoglie perché prodotto anche dalle piante solitamente usate per il Vielles Vignes vero e proprio) ha una mineralità sulfurea austera associata a sfumature floreali. La bocca è piena e carnosa, ma anche nervosa e tesa. Vino complesso e profondo, con un naso selvatico che cambia in continuazione, fatto d'una eleganza scapigliata e istintiva che lo rende affascinante.
Brand Grand Cru 2011 Vielles Vignes – Zind Humbrecht
Una Vendange Tardive sotto mentite spoglie. Grassezza e accenni surmaturi, 18 gr/l di zuccheri con toni “solari” di marmellata di arance e miele, anche slanci tropicali, ma uno sviluppo ampio molto lungo e molto saldo, per niente pesante (possente, semmai) e reso più complesso dalla salinità che emerge nel finale.


venerdì 24 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/2

Dopo le montagne russe Moselliane della prima serata si passa alle pienezze (apparentemente) più rassicuranti del Pfalz. Rassicuranti perché strutturalmente dai tratti più meridionali e arrotondati; “apparentemente” perché qua e là spuntano acidità citrine, le sapidità spingono comunque sempre con decisione e poi ci si può imbattere in vini più difficili da catalogare, belli e turbolenti come quelli di Koehler-Ruprecht.
8 vini per raccontare il Pfalz, 4 coppie (annata giovane/annata meno giovane) che traducono al meglio il territorio.
Un grazie per le foto a Luca Cannizzaro.


Gaisbohl 2015/2011 – Dr. Buerklin-Wolf
La serata viene inaugurata da un monopole di Dr. Buerklin-Wolf, il Gaisbohl di Ruppertsberg, con un 2015 che esprime goiventù: naso fruttato e molto floreale, bocca salda e fresca innervata da acidità ben matura con ritorni di lavanda e sfumature quasi balsamiche che escono con l'ossigenazione. Molto preciso, qualcuno scambia la sua attuale linearità giovanile per semplicità, ma è un finto-semplice che farà uscire il suo carattere negli anni; il 2011 invece ha naso più pronto ed evoluto con toni minerali di sassi e pietre; il palato - potente e strutturato – rivela i suoli argillosi del Lage di provenienza, chiudendo con buona freschezza.


Pechstein 2015/2009 - Dr. Von Bassermann-Jordan
Ci si sposta a Forst con queste due versioni di Pechstein, vigna particolarissima con vene di basalto nero-verdi: il 2015 mostra una ricchezza espressiva che a tratti quasi sfiora l'opulenza con naso di pesca matura e mela e un palato strutturato e dall'attacco rotondo, ma con finale salino; mentre il 2009 esibisce toni di caramello e confettura di pesca e albicocca, naso “dolce”, dunque, anche se con l'aria escono note di pietra focaia; in bocca ha volume, ampiezza e potenza, ma anche compattezza nel finale.


Ungeheuer 2015/2002 – Georg Mosbacher
Restiamo a Forst con l'accoppiata di Mosbacher, che comprende il vino più datato della serata. 2015 agrumato, con acidità citrina che aiuta a sostenere brillantemente una struttura importante. Piazzato nella sequenza dopo i vini di Bassermann-Jordan pare quasi agile e snello ma, così come Gaisbohl 2015 di Buerklin-Wolf è un finto-semplice, questo è un finto-magro di bella precisione espressiva. Il 2002 gioca su un carattere olfattivo di evoluzione integra, con cenni di frutto maturo-in confettura, caramello bruciato-croccante alle nocciole, idrocarburi sullo sfondo. In bocca poi rivela il meglio di sé, grazie ad una impalcatura viva e nervosa, persino spigolosa e dall'energia salata quasi astringente.


Kallstadter Saumagen auslese trocken 2014/2008 – Koehler-Ruprecht
Azienda fuoriuscita dalla VDP, unica della serata a riportare in etichetta i praedikats anche per i vini più importanti. Da questo Lage anticamente cava di gesso, il 2014 offre toni floreali, poi di miele e cera d'api, con attacco di bocca rotondo e ampiezza nello sviluppo che mascherano una bella freschezza di fondo. Vino di classe e personalità. Poi, per ultimo, il vino meno rassicurante della serata, annata 2008, con naso complesso fatto di eleganti sfumature minerali evolute (anche una lontana sensazione di cherosene) e rimandi di frutto maturo; poi il palato: freschissimo e tagliente, una sferzata in contrasto con il naso. Vino selvatico ed emozionante.


venerdì 17 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/1

Prima tappa dell'Enolaboratorio Riesling di Piacenza organizzato da ONAV al Circolo dell'Unione.
Virtualmente si va in Mosella. 9 vini per provare a raccontare quello che per molti versi è IL territorio del Riesling, quello classico, quello dei vini con gli equilibrismi gustativi più spericolati. Ed anche quello che, per chi scrive, è stata la porta di accesso al magico mondo del Riesling.
9 vini, si diceva: 3 trocken e 6 con residuo zuccherino, tipologia quest'ultima in cui tuttora credo vada ricercato il meglio della Mosella, che sulla tipologia trocken perde ancora qualche colpo rispetto a regioni come Rheingau e Pfalz, per citarne solo due.
A parte i primi due vini, della Ruwer, tutti gli altri provengono dalla Mosella Centrale.
Ecco i vini, raccontati nell'ordine in cui sono stati serviti.


Maximin Grunhauser Absterg kabinett trocken 2008 – Maximiner Grunhaus
Ci tenevo ad inaugurare il corso con un kabinett trocken vecchio stile della Ruwer come questo. Didattico e molto buono. Sottile e slanciato, nervoso e senza fronzoli. Buona la complessità olfattiva, dove alle note di frutta in confettura (anche tropicali) si uniscono sensazioni minerali, agrumate e di erbe aromatiche. Bello e deciso il finale di bocca.
Entrato nel suo apice espressivo, che probabilmente durerà ancora alcuni anni.

Karthauserhofberg alte reben spatlese trocken 2015 – Karthauserhof
Ancora Ruwer per un vino che, a differenza del precedente, vive sul lato fruttato-maturo (cotognata) e speziato dolce; struttura quasi opulenta per la tipologia e la zona, anche se in bocca recupera slancio e compattezza, ma pur sempre mantenendosi su un versante rotondo.


Batterieberg trocken 2013 – Immich-Batterieberg
Terzo e ultimo vino trocken della serata. Il naso esprime toni fruttati, speziati (zenzero) e floreali ma sembra quasi in una fase di passaggio verso sensazioni minerali più complesse. In bocca scalpita e chiude compresso, quasi con durezza: avrà bisogno di tempo per distendere la materia che oggi a tratti appare quasi “cruda”.

Graacher Domprobst kabinett 2013 – Willi Schaefer
Si passa ai vini con residuo zuccherino e si parte col botto. Grande kabinett dal carattere ampio e ricco, con volumetrie e ricchezze olfattive quasi da spatlese. Il bello è che, seppur pieno, mantiene linearità e scorrevolezza, una sorta di eleganza polposa. Pesca gialla e scie agrumate al naso per un vino molto gradevole oggi, ma che darà grandi soddisfazioni anche negli anni a venire.

Bernkasteler Doctor spatlese 2015 – Wwe. Thanisch/Erben Thanisch
Naso al momento un po' chiuso, lento ad aprirsi, che fatica ad esprimere il grande potenziale ma che regala comunque piacevoli note di anice ed erbe aromatiche; è in bocca però dove il vino si rivela realmente lasciando intuire la sua grandezza: esplode ampio, grasso e fresco al tempo stesso. Molto succoso, finisce con lunghezza importante e complessi ritorni aromatici da fuoriclasse.


Urziger Wurzgarten auslese fuder 8 2015 – Merkelbach
Nitido, preciso e lineare, sia al naso che in bocca. Pesca, albicocca, ananas, pasta di mandorle. Già ora molto godibile anche grazie all'acidità molto ben integrata nella struttura zuccherina. Carattere gustativo lungo e fresco. I fratelli Merkelbach al meglio in un vino che è anche fortemente paradigmatico di ciò che questa vigna può dare nelle migliori annate: immediatezza e profondità.

Erdener Pralat auslese 2010 – Dr. Loosen
Naso esplosivo e ricco, potente, con toni di frutto della passione e miele. Al palato subito un po' di carbonica che, lì per lì, maschera un residuo zuccherino più presente rispetto al vino precedente. Quasi opulento, esprime il lato ricco del Pralat, innervato però, come nei migliori esemplari, da una verve acido-sapida che lo ravviva.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – JJ Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi mirabile di eleganza aerea ed austera (di quelle truffaldine: la bottiglia finisce in una amen). Come il vino precedente è solare e ciarliero, così questo è chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree che spariscono dopo pochi minuti); esce alla chetichella nelle sue note di confettura di rabarbaro, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Classicismo Prum al meglio in un'annata dal taglio classico.


Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2015 – Dr. Hermann
Unico vino realmente “dolce” della serata, che probabilmente nella sequenza degustativa odierna paga un po' questo staccarsi dal dolce-non dolce dei precedenti. Si dichiara apertamente denso e dolce già dal naso: albicocca candita, miele, fiori dolci. Un "Pralatone": bocca grassa e ricca di polpa compensata da adeguato slancio.


domenica 6 dicembre 2015

PICCOLA SCUOLA DI GIARDINAGGIO - II ANNO

ONAV Piacenza e RieslinGarten tornano ad incrociare le rispettive strade a distanza di un paio di anni. Dopo la serata alla Cascinotta nel 2013 (vedi qui) per un’introduzione generale al tema, questa volta, a Piacenza, si è parlato più che altro di Mosella e degustato esclusivamente Mosella. Un mondo che, nonostante da diversi anni ormai veda bottiglie e produttori di spessore importati in Italia, resta pur sempre un oggetto misterioso per molti appassionati, un pianeta strano, ma accogliente, da scoprire passo dopo passo.


Bella partecipazione di pubblico (degustatori ONAV, produttori, appassionati), organizzazione impeccabile ed una sequenza di sette vini provenienti dai più rappresentativi siti della Media Mosella, il cuore dell’area, e da produttori di comprovato valore.
Di seguito il racconto dei vini degustati. Un grazie a Luca Cannizzaro per le belle foto.


Wehlener Sonnenuhr kabinett trocken 2012 - Kerpen
Unico vino trocken (secco) della serata, che ha il compito di far da ponte tra il concetto di vino bianco così come lo intendiamo abitualmente dalle nostre parti e così come lo intendono storicamente in Mosella.
Naso inizialmente un po’ chiuso, ma che si apre subito su toni di mela verde e roccia per poi muoversi tra sbuffi gassosi e note erbose. In bocca è tagliente e nervoso, verticale e un po’ stretto, come fosse compresso e attorcigliato su sé stesso senza ancora riuscire a trovare una distensione ariosa; finale leggermente amarognolo. Ancora molto giovane (ha solo tre anni di vita), sprigiona un’energia sapida vigorosa che è un invito a riprovarlo tra quattro-cinque anni.


Erdener Treppchen kabinett 2013 - Dr. Loosen
Primo kabinett con residuo zuccherino della degustazione, didattico nel rappresentare la propria categoria. Naso dove si alternano sensazioni di frutto (pesca, pera, agrumi) e minerali, con una vaga componente affumicata.
Bocca sottile dove gli equilibri tra acidità, zuccheri e alcol non sono ancora perfettamente compiuti, ma riescono a costruire un’impalcatura semplice già di buona gradevolezza.

Bernkasteler Doctor kabinett 2013 - Dr. Thanisch/Erben Thanisch
Secondo kabinett 2013 degustato e primo picco della serata. Si sale di tono, di peso e di complessità, emerge la potenza del Doctor. Colore più carico e, in generale, una concentrazione quasi da spätlese.
Gli aromi spaziano da note di frutti gialli (pesca, albicocca e ananas) quasi in confettura a sfumature “dolci” (miele, mandorla). Palato in bilico tra frutto e mineralità, ricco e polposo, profondo grazie al contrasto tra dolcezza e tensione acido-sapida.


Piesporter Goldtröpfchen spätlese 2011 - St. Urbanshof
L’ariosa potenza quasi tropicaleggiante del Goldtröpfchen si esprime nei toni di confettura di pesca, mango e susina gialla. Palato avvolgente, grasso e tondo, con retrogusto di zenzero che ravviva il finale. Nel complesso, come per molti altri vini della stessa annata prodotti in zona, un vino più spostato sul versante della maturità e della grassezza, con acidità relativamente contenuta.

Graacher Domprobst spätlese 2001 - Von Kesselstatt
Altro picco della serata. Profilo snello ed elegante, forse più in bocca che al naso, dove il frutto in confettura (anche lievi sensazioni di rabarbaro) e le erbe secche (timo) creano comunque un quadro di gradevoli sfumature terziarie.
Palato di grande bevibilità: sviluppo continuo e regolare, ben contrastato, e finale deciso e sicuro,  molto vivo, allungato da una acidità quasi sferzante.


Erdener Treppchen spätlese 1994 - Meulenhof
Per molti il vino più sorprendente della degustazione: 21 anni di vita racchiusi in un quadro che, a partire dal colore, esprime gioventù ed energia.
Naso che alterna scie di cherosene a toni di selce, camomilla e frutti gialli in confettura. Ampio e fine, complesso. Il palato parte deciso, innervato dalla freschezza acida, sembra quasi danzare sulle punte per poi sorprendere con un finale deciso e compatto, fresco e ricco di propulsione, che lascia presagire ulteriori, felici sviluppi negli anni a venire.

Ürziger Würzgarten auslese 1997 - Schwaab/Kiebel
Per questo vino la serata non inizia nel migliore dei modi: la prima bottiglia stappata delle tre disponibili sa di tappo, potenziale segno di sventura. Le restanti due bottiglie sembrano mostrare qualche differenza l’una dall’altra; nel mio bicchiere escono note di frutto dolce-maturo tendente all’ossidativo, miele e qualche sensazione fungina, quasi di muffa, poi caramella mu. Bocca piena, ma un po’ corta, come tronca, intensa all’inizio, ma che non trova slancio nel finale dando l’impressione di un vino dal carattere un po’ greve.


giovedì 17 ottobre 2013

PICCOLA SCUOLA DI GIARDINAGGIO

Il RieslinGarten per una volta prova a darsi alla didattica organizzando, insieme all'ONAV Piacenza, una serata dedicata al Riesling (ma và?).
Il tutto grazie alla complicità della Cascinotta di Rizzolo, azienda Biologica del piacentino che non produce Riesling ma, per ora, solo rossi fermi. E dove uno dei due giardinieri, quello con gli occhiali, passa la maggior parte delle sue ore diurne guadagnandosi da vivere.
 
 
L'idea, visto il taglio didattico, era quella di compiere un breve viaggio tra diversi territori di produzione della nostra varietà preferita, spaziando in aree europee, guardando e commentando insieme foto di vigneti, toccando letteralmente con mano l'ardesia e le rocce vulcaniche dei Cru moselliani e soprattutto degustando buoni vini. Il tutto accompagnato da alcuni assaggi di preparazioni semplici ma gustose e, in generale, adatte all'abbinamento con i vini proposti: pane, burro e alici; torta di patate (un classico della piacentina Val Nure); polenta fritta con salmone; polenta fritta con caciotta fresca.
 
Saletta e, di conseguenza, utenza dai numeri confidenziali per facilitare la comunicazione diretta, stufa a legna accesa per riscaldare una serata fredda, cinque Riesling italiani e tedeschi in un percorso pensato per evidenziare le differenze territoriali.

 
Partenza con il Riesling 2010 di Monsupello, già raccontato QUI, nitido e fruttato, con scie minerali che si inseriscono in un profilo che alterna tratti grassi e quasi caldi ad altri, vedi il bel finale, sapidi e freschi. Nel complesso una impeccabile precisione esecutiva, per uno dei migliori Riesling oltrepadani.

 
Già con il successivo Riesling, il Kaiton 2010 di Kuenhof (a proposito, ne riparleremo grazie a una verticale che gli dedicheremo presto), ci si sposta su un versante dove il frutto lascia in parte spazio a speziature e mineralità più accentuate, anche a sensazioni quasi verdi, poi agrumate, e a un palato diritto e affilato con lieve carbonica a ravvivare la struttura, salato, energico e propulsivo. Complesso e ancora giovane.
 
 
Il salto in Germania avviene grazie al Wehlener Sonnenuhr spatlese Alte Reben trocken 2010 di Kerpen, valido e affidabilissimo produttore di Wehlen qui alle prese con alcune delle sue vigne più vecchie (Alte Reben=Vecchie Vigne). Ed è anche un salto tipologico importante. Colore più carico dei precedenti, naso che vira verso sensazioni di frutti gialli (albicocca) in confettura, ananas, cedro, lieve Botrytis; attacco polposo amplificato dal frutto maturo e dall'appena accennata dolcezza (è un trocken, con meno di 9 grammi/litro di zuccheri residui), finale sapido e vivo che rinfresca la struttura importante e il 13% di alcol.
 
 
L'ulteriore salto avviene grazie a due esempi dell'Old Style (di cui QUI avevamo già parlato), non solo perché si parla di vecchie annate, ma anche perché si parla della tipologia classica della Media Mosella, con alcol intorno all'8%, acidità molto alta e zuccheri ben presenti.
L'Erdener Treppchen spatlese 1992 di Meulenhof ancora una volta si conferma paradigmatico nella sua mirabile semplicità e nell'armonia di incastri ed equilibrismi tra alcol, zuccheri e acidità, con un colore che si stenta, da quanto è giovanile, ad associare ad un vino più che ventenne. Grande bevibilità.

 
L'Urziger Wurzgarten auslese 1990 di Oster, il vino più complesso della serata, è un ponte di passaggio verso tipologie più “dolci”. Naso terziarizzato che esplora sensazioni di frutta gialla matura e cedro candito, spezie e zafferano quasi con opulenza, per poi svilupparsi in un palato lì per lì ricco e rotondo, ma misurato e ancora fresco, dolce ma non troppo, scorrevole.

 
Oltre a nuovi approfondimenti moselliani in novembre, nelle prossime settimane il RieslinGarten dedicherà spazio all'Alto Adige: verticale di Kaiton e Giornate del Riesling di Naturno.
 
Vittorio Barbieri