Schäfer-Fröhlich
è uno degli interpreti di punta della Nahe, piccola regione capace
di regalare alcune tra le più luminose gemme rieslingose grazie
anche ad altri interpreti come, ad esempio,
Emrich-Schönleber
e soprattutto Dönnhoff.
La famiglia Fröhlich,
e Tim in particolare,
gestisce 16 ettari piantati principalmente (80%) a riesling e per il
resto a pinot bianco in diversi Comuni della zona, quali Bockenau
(dove ha sede l'azienda), Monzingen e Schlossböckelheim
(dove si trova il Cru del vino che abbiamo assaggiato all'Antica Osteria del Teatro di Piacenza).
Da suoli vulcanici
ricoperti di rocce magmatiche nerastre, porfido nero, e ardesia in un
sito che a lungo è stato sede di una miniera di rame ("miniera
di rame" è appunto il significato di "Kupfergrube") e
che agli inizi del '900 è stato riconvertito a vigneto.
Naso nitido e preciso, al
tempo stesso elegante e deciso, con sensazioni di camomilla, menta,
frutto maturo e sasso bagnato; palato diritto e ben bilanciato con
una godibile, e non troppo aggressiva, nota speziata-salata. I dieci
anni di vita hanno dato respiro e slancio ad un vino che ha ancora
tanto da dire.
Profondo, ma alla fin
fine beverino, scorre, scorre, scorre...e dopo pochi minuti tocca
piacevolmente ordinare una seconda bottiglia.
PS
Come? Le foto della bottiglia son più belle del solito? Certo, è
perché non le ho fatte io, ma Roberta Suzzani. Grazie, Roberta.
Vittorio
Barbieri
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