martedì 30 giugno 2020

1993

Zilliken è tra i produttori più iconici della Saar, uno dei migliori indirizzi per capire una zona unica capace di regalare alcuni tra i vini più filigranati ed eleganti del mondo. 
Dopo la gestione del mitico Hanno Zilliken, da anni la figlia Dorothee sta prendendo in mano le redini dell’azienda, che spesso ha trovato spazio su questo blog (come qui, dopo una bellissima visita in loco). 


L’occasione per tornare (virtualmente) a Saarburg è l’assaggio di una grande spätlese d’asta, dove troviamo la Saar al suo meglio. Una bottiglia di finezza estrema in cui i miracolosi equilibrismi gustativi dei vecchi Riesling si mostrano in tutta la loro lampante forza. 


Saarburger Rausch spätlese 1993 (AP 7 94, vino d’asta) – Forstmeister Geltz Zilliken 
Battuto all’asta di Trier del 1994, si presenta con un bel colore dorato che anticipa un naso - appena sfiorato dalla botrytis – disegnato in primis su note di cedro, confettura di albicocche ed eucalipto/aghi di pino, per aprirsi subito dopo a scie di tè, melone e spezie. Sullo sfondo lievi toni fumé e di zucchero caramellato. 
La bocca attacca setosa con dolcezza perfettamente integrata, poi si sviluppa attraverso un magistrale contrasto dolce-non dolce che la eleva sul fronte della leggiadria. Palato complesso e beverino al tempo stesso che chiude con un finale vispo e lungo. 
Colto ora nel suo apice espressivo, probabilmente potrà esprimersi ai massimi livelli ancora per tre-quattro anni almeno.

domenica 7 giugno 2020

1986

Quello di Schmitt-Wagner è un nome ricorrente su questo blog (qui la prima volta in cui ne ho parlato, per chi volesse informazioni maggiori sull’azienda) e grazie al fatto che - pur parlando di una realtà che ha cessato nel 2007 - le bottiglie per fortuna circolano ancora, ogni tanto è possibile farsi un viaggetto nel tempo stappando bottiglie vecchie di decenni. 


Non solo. Il nome “Schmitt-Wagner” è inscindibilmente legato a quello di una vigna mitica: la parcella di 6.000 metri quadrati all’interno del Maximiner Herrenberg di Longuich (ai confini sud ovest della Mosella Centrale) piantata a piede franco nel 1896. 
Bruno Schmitt, a lungo presidente della storica associazione Bernkasteler Ring, ha ceduto tutti i vigneti a Carl Loewen, produttore che dunque ha ora la fortuna e la responsabilità di gestire un vero tesoro viticolo e genetico (da cui tra l’altro ha iniziato anche a produrre un ambizioso vino trocken, cioè secco). 

Maximiner Herrenberg (all'interno del quale si trova la parcella di 6.000 mq) nel perimetro rosso e Herrenberg (nella parte alta della collina, più fresca) nel perimetro giallo

Longuicher Maximiner Herrenberg kabinett 1986 – Schmitt Wagner 
Il 1986 è stata una vendemmia complicata in Mosella, a causa soprattutto della pioggia caduta durante l’epoca di raccolta. In generale Prädikat bassi ed elevate acidità, freschezza, sì, anche buone longevità, ma vini spesso un po’ carenti di complessità e polpa. La vigna di Schmitt-Wagner aveva compiuto la veneranda età di novant’anni al momento di questa vendemmia. 


Il colore dorato anticipa un naso didattico di marmellata di arance e cedro, confettura di susina, rabarbaro, camomilla, pesca sciroppata e lievi idrocarburi.
In bocca il vino si rivela esile e semplice, diretto, con una struttura esemplare da kabinett classico in annata fresca pre-cambiamento climatico. Attacca con lieve dolcezza per svilupparsi lineare e un po’ stretto, con finale vivo, piacevolmente asciutto seppur di non grande profondità. Bottiglia di buona verve, beverina e gustosa.