giovedì 10 maggio 2018

ENOLAB TRAPANI/1

L'Enolab Riesling ONAV si sposta in Sicilia, a Trapani, presso il wine-bar Winehouse (di fronte al porto), per tre serate tra maggio e giugno. Prima tappa il 7 maggio scorso, tema Mosella, la patria di alcuni tra i vini più freschi ed eleganti in assoluto, capaci – nei casi migliori – di ribaltare i canoni della degustazione del vino e persino il concetto di Vino ai quali molti di noi, per cultura e tradizioni, sono abituati.
Prima di tutto un doveroso e grande ringraziamento alla delegazione locale ONAV – guidata da Riccardo Cassisa – ed alla sua calorosa accoglienza.



Si parte con la Mosella, dunque, e con le sue consuete montagne russe degustative tra vini trocken e non - ambito spatlese ed auslese - in un arco temporale di ben 31 anni (2016-1985). Vini difficilmente inquadrabili in rigide categorie, perché non esiste IL Riesling, esistono I Riesling, ciascuno con le proprie declinazioni prima di tutto territoriali e poi tipologiche e/o legate al produttore. 
Un altro grazie ad ONAV Trapani per le foto...si parte. 
Tra i sette vini degustati alcune vecchie conoscenze di questo blog ed un paio di “novità”, come lo Scharzhofberger GG 2016 di Von Hovel, dalla sottozona Saar, scelto per inaugurare la degustazione. Appena versato un lieve sbuffo ridotto-lievitoso-gassoso. Subito dopo emergono fiori (lavanda), poi pesca, lime e pompelmo. Bocca fresca e sottile, innervata da un'acidità viva e matura che porta ad un finale di bello sprint. La disarmante semplicità dei Mosel Riesling giovani.


È poi la volta di una rara chicca proveniente da una tra le pochissime vigne veramente leggendarie della Mittel Mosel: il Berkasteler Doctor spatlese trocken 2007 di Dr. Thanisch: naso elegante con note di confettura di rabarbaro e frutti gialli, poi idrocarburi; bocca di volume, ampia, dallo sviluppo compatto e innervata da una acidità matura, salata e armonica. Vino potente ed elegante.


Ultimo vino trocken della serata il Wintricher spatlese trocken 2001 di Molitor Rosenkreuz, sottile, fresco e nervoso. Naso complesso ed in fase terziaria, bocca agile e quasi spigolosa. In generale il vino fila via che è un piacere senza riverberarsi con grande persistenza, ma dove perde in lunghezza guadagna in bevibilità. A livello aromatico regala uno sviluppo cangiante tra lievi idrocarburi, polvere da sparo, selce, erbe aromatiche secche, torrone e toni fumè.


Si passa ai vini con residuo zuccherino, per primo il Graacher Domprobst spatlese fuder 5 2016 di Willi Schaefer. Il fuder 5 viene solitamente destinato ad una selezione di Domprobst spatlese che spesso (come il caso in questione) tende ad un'auslese. Frutto che, dopo le iniziali sensazioni lievitose, moscateggia nitidamente rinfrescato da toni di zenzero; il volume e gli zuccheri non mancano, ma nemmeno lo slancio e un grande sprint nel finale trascinante, dove si riverberano note di frutti gialli (pesca) e fiori. Una grande spatlese.


Si torna indietro nel tempo con il Graacher Himmelreich spatlese 2007 di Kerpen, ennesima bottiglia ad un ottimo rapporto qualità/prezzo proposta da questa piccola azienda di Wehlen. Gli oltre 10 anni di affinamento hanno permesso alla dolcezza di fondersi alla perfezione con gli altri elementi gustativi, ma anche il naso è entrato in una fase affascinante in cui la confettura di susina gialla si fonde con quella di rabarbaro e con sfumature idrocarburiche. Complessità e piacevolezza.


Per ultime, le due auslese. Si inizia con un classico: il Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 di JJ Prum, da un'annata fresca che continua a regalare soddisfazioni. Minerale, idrocarburico e leggermente sulfureo su uno sfondo di infuso di camomilla. Qui ci trasferiamo in un mondo più freddo e austero, ma essenziale. La quintessenza della Mosella più elegantemente austera, anche grazie ad una bocca aerea di precisione e lunghezza notevoli.


Chiusura con l'Urziger Wurzgarten auslese 1985 di Benedict Loosen Erben, dai tratti fumè spinti completati da ricordi di erbe officinali secche e speziati (zenzero); il palato attacca con buon volume, si articola sicuro per finire puntuto e leggermente amarognolo, ancora non domo. Nel suo apice espressivo, potrà dare ancora soddisfazioni negli anni a venire.


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