Enolab Riesling con ONAV Trapani, ultima tappa.
Presso SOOD – Sicilian Bistrot stavolta il tema principale è l'Alsazia, zona che uno stereotipo duro a morire dipinge come terra di vini morbidi e piacioni, ma che – soprattutto sul fronte Riesling - sa regalare espressioni ricche, sì, ma rigorose e tavolta quasi austere. Vini di razza e di livello assoluto.
Prima di iniziare un grazie a Domenico “Mimmo” Basciano per le foto ed un grande ringraziamento a tutta la delegazione trapanese (Riccardo Cassisa in primis), a SOOD, a Winehouse ed ai partecipanti che hanno animato il corso.
Ad inaugurare la serie dei vini degustati in realtà è un intruso dal Rheingau, il Rauenthal Nonnenberg 2015 di Georg Breuer, non arrivato in tempo la volta scorsa e recuperato stasera. Agrumato e lievemente idorcarburico, ha un corpo sferzante di medio peso con finale di lunga persistenza acida. Guadagnerà complessità e articolazione negli anni.
Si parte con l'Alsazia e con i due non-Grand Cru della serata, entrambi prodotti da Agricoltura Biodinamica (stasera cinque vini su sette sono figli di questa filosofia), il primo proveniente da un Cru caldo, precoce e pianeggiante, il secondo da un Clos alto e ripido, più “nordico” e oltretutto da un'annata fresca.
L'Herrenweg de Turckheim 2015 di Zind-Humbrecht si apre su note di fieno, poi selce e gesso; l'apertura olfattiva è lenta, ma continua e con l'aria emerge il lato fruttato (frutti gialli, melone). Il palato offre buon dinamismo con trama acido-sapida compatta, lunga e intrigante.
Il Clos Sand 2014 di Barmès-Buecher è più aperto e mostra un lato idrocarburico più spinto, con fondo erbaceo e fruttato maturo. La bocca attacca succosa, si articola con deciso slancio acido che persiste a lungo e innerva un finale di bocca affilato.
Si passa ai Grand Cru con lo Schlossberg 2016 di Albert Mann, gran vino di deciso impatto agrumato (cedro, olio di bergamotto), completato da cenni floreali e di frutti bianchi (pesca). Ha polpa e ampiezza di frutto anche al palato, dove il finale è lungo, compresso e molto giovane, scalpitante. Vino teso e voluminoso al tempo stesso, complesso, colto in una fase estremamente giovanile.
A seguire lo Schlossberg 2013 di Weinbach, che esibisce un frutto piacevolmente maturo, con tratti leggermemte tardivi e più caldi: confettura di albicocca e di susina gialla, poi idrocarburi. La bocca è ricca e grassa in apertura, potente e di grande energia salina. Denso e vigoroso, unisce grassezza e slancio.
Si resta nell'ambito della potenza, anche se più scapigliata, con l'Hengst 2013 di Barmès-Buecher, minerale e fruttato (agrumi canditi), speziato; ampio e di buona concentrazione, ha un finale asciutto e leggermente tannico.
La chiusura è affidata a un disarmante confronto tra due annate dello stesso (grande) vino, la Cuvèe Frederic Emile di Trimbach 2009 - annata calda - e 2008 - annata fresca d'altri tempi -, da grappoli dei Grand Cru Geisberg e Osterberg; la prima più generosa, avvolgente, grassa, giocata su toni tostati, fumè e di croccante alle mandorle, ma al tempo stesso salda e compatta con finale armonico; la seconda, pepata e agrumata, mostra una eleganza austera e meno accomodante soprattutto al palato, dove il volume è nascosto da un slancio acido viperino accentuato dal residuo zuccherino pari quasi a zero.
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