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mercoledì 25 marzo 2020

GAISBÖHL 2011

Un altro piccolo capitolo dedicato a Dr. Bürklin-Wolf (qui uno dei vari racconti, relativo alla prima visita in cantina, a cui vi rimando per approfondimenti sull'azienda), realtà storica di riferimento del Pfalz, o Palatinato, territorio del meridione viticolo tedesco, nonché regione tra le più interessanti e dinamiche in Germania. 
Dr. Bürklin-Wolf, la cui data di nascita ci riporta addirittura alla fine del ‘500, ha sede a Wachenheim, ma gli 85 ettari vitati di proprietà - gestiti in Biodinamica da ormai quindici anni - sono sparsi in quattro comuni.
I vini, soprattutto nelle ultime vendemmie, sono stimolanti e mai banali; seguono un canone proprio che tende a lasciare esprimere in scioltezza il carattere di ogni annata, senza forzature ma sempre con grandissime attenzioni in vigna e in cantina. 


Il vigneto Gaisböhl, un monopole di Bürklin-Wolf, si estende in tutto per 8 ettari nel comune di Ruppertsberg, ma solo 5.2 ettari sono considerati alla stregua di un Grand Cru già dai tempi della classificazione del Regno di Baviera risalente al 1828. Gaisböhl si sviluppa ai piedi dei monti Haardt (la prosecuzione settentrionale dei Vosgi alsaziani) su suoli argillosi con presenza di ghiaia e arenaria, un mix che origina vini con strutture potenti (a volte più muscolosi che eleganti), acidità decise e ottimo potenziale di invecchiamento. 


Le uve dell’annata 2011, nel complesso calda, sono state raccolte manualmente il 29 e 30 settembre. Fermentazione a temperatura controllata con lieviti indigeni seguita da affinamento in botti grandi da 2.400 litri (chiamate doppelstuck). 
Ultima nota non da poco. Questa è stata l’ultima vendemmia dello storico kellermeister aziendale Fritz Knorr, scomparso poco prima della vendemmia 2012, che ha in seguito ceduto il posto al piacentino Nicola Libelli. 


Gaisböhl 2011 – Dr. Bürklin-Wolf 
Il naso mostra un buon livello di apertura evolutiva con toni di pompelmo maturo, ananas, confettura di pera, erbe aromatiche e idrocarburi, completati da scie minerali di sassi e gesso. 
Il palato – di viva impronta sapida – svela il carattere argilloso del Cru e la generosità dell’annata. Se il colore intenso, il naso e l’attacco di bocca esprimono concentrazione e grassezza, lo sviluppo è saldo e tonico e ravviva l’insieme, con un finale allungato dall’acidità elegante e precisa. 
Robusto, ampio e vigoroso, non sarà forse un campione di finezza, ma va dritto per la sua strada trovando bell’equilibrio tra acidità (matura) e zuccheri (contenuti in circa 6.5 gr/l).

sabato 13 aprile 2019

SUMMA 2019 - SECONDO TEMPO

Seconda parte del report sui Riesling degustati a Summa 2019 (qui la prima parte); stavolta andiamo nelle regioni tedesche Rheingau e Pfalz e nel Kamptal (Austria). Buon viaggio.


RHEINGAU 

BREUER 
Bernhard Breuer nel 1984 è stato tra i fondatori di Charta, associazione che ha avuto un ruolo fondamentale nello scuotere l'allora sonnolenta regione, ma anche nello stimolare la discussione nazionale sul concetto di vino trocken
Oggi Theresa, figlia dello scomparso Bernhard, continua l’attività nel solco tracciato dal padre, valorizzando i Cru di famiglia in etichette che spesso fanno dell’essenzialità il tratto dominante. 
I vini descritti nelle righe sottostanti provengono tutti dalle vigne di Rauenthal, uno dei due poli vitati (l’altro è a Rudesheim) dell’azienda. 


Rauenthal 2017 
Village in cui emergono note di frutti gialli con qualche nuances di fumo; sottile e slanciato, si sviluppa lineare e succoso. 

Nonnenberg 2017 
L’annata più recente del Grand Cru monopole dei Breuer in quel di Rauenthal mostra acidità decisa e grande incisività generale. In questo momento il naso è soprattutto sugli agrumi (lime, limone) con una punta di mineralità. Non ancora pronto, e ci mancherebbe, ma è un’ottima riuscita, con un mix magistrale tra zuccheri e acidità che darà ancor più soddisfazioni quando troverà pieno bilanciamento negli anni. 

Nonneberg 2010 
Roccia e cenere, limone candito e zenzero con lievi note balsamiche. Freschezza acida importante ma ben fusa nella struttura, che risulta diritta e sottile. Finale salatissimo e lungo. 


KUNSTLER 
Oggi è Gunther a guidare l'azienda di famiglia, precedentemente diretta da suo padre, Franz, ma le radici viticole famigliari vanno pescate nel 1648 in Repubblica Ceca. Solo dopo la seconda Guerra Mondiale Frank Künstler fonda l'azienda ad Hocheim, sulle rive del fiume Meno. Specializzata nella produzione di vini trocken (precisi e territoriali), l'azienda gestisce oltre 40 ettari tra Hocheim, Rüdesheim e Kostheim 

Berg Rottland 2017 GG 
Naso già espressivo (fruttato di mela verde, erbaceo fresco) e palato pieno, ricco di estratti ma misurato (senza eccessi alcolici) che viaggia su un’impalcatura acido-sapida vigorosa. Bel frutto succoso, saporito, con un tocco delicato ravvivato dall’acidità nel finale. 

Holle 2017 GG 
Profilo olfattivo in cui al momento prevalgono toni netti di frutti giallo-arancioni. Palato compatto, pieno e potente con finale molto lungo. Quando il lieve residuo zuccherino si integrerà meglio col palato, guadagnerà ulteriormente in precisione. 


Kirchenstuck auslese trocken 1998 (magnum) 
Una delle chicche di Summa 2019. Servito a temperatura ambiente si mostra senza trucco e può permettersi di farlo. Una bottiglia di quasi 21 anni che dimostra grande tenuta, con un frutto dolce ed elegante (a sfociare quasi in note di marzapane), erbe mentose ed un lievissimo tocco di idrocarburi. La dinamica gustativa è salda e compatta, con una piacevole acidità matura a supportare la struttura. 


PFALZ 

VON WINNING 
Azienda di Deidesheim nota principalmente per un uso del legno (piccolo o quasi, nel caso specifico si tratta spesso di tonneaux da 500 litri) più disinvolto rispetto alla media della zona. Ma anche per possedere parcelle vitate in alcuni tra i migliori Lage di Deidesheim e Forst, come Ungeheur, Pechstein, Jesuitengarten e Kirchenstuck. 
Qua e là il legno si fa sentire, ma nei casi migliori il “dosaggio” non sovrasta il frutto, in vini che sono sempre molto salini. 

Maushohle 2017 
Floreale di lavanda, poi arancia, tocchi minerali; vivo in bocca, diritto, eleganza acido-salina 

Reiterpfad 2017 
Naso più ampio e articolato in cui emergono toni di pepe, pompelmo, pesca e frutta esotica. Gusto teso e saporito con rimandi quasi marini. 


Ungeheuer GG 2017 
Il legno ha ancora bisogna di integrarsi al meglio e al naso ora prevalgono note esotiche di mango, cocco e vaniglia, che lasciano in secondo piano i lati floreale e minerale; la bocca, piena e ancora scomposta, esprime una forza acida che ravviva e allunga il vino. 


DR. BUERKLIN-WOLF 
Della storica (per trovarne le radici bisogna andare indietro fino al 1597) azienda con sede a Wachenheim ho scritto tante volte nel corso degli anni, aggiungo solo che l’impressione è di sempre maggiore sicurezza nel gestire l’importante parco vitato di 85 ettari coltivati in Biodinamica e suddivisi tra ben 4 comuni. I vini sono sempre stimolanti, mai banali, seguono un canone proprio che tende a lasciare esprimere in scioltezza il carattere di ogni annata, senza forzature ma sempre con grandi attenzioni in vigna e in cantina. 


Gaisbohl 2016 
Da un monopole di Ruppertsberg. Bottiglia che si esprime con un carattere sciolto e quasi verace, vien da dire, ma elegante, fine, con un tocco più lieve del 2015: frutto meno esplosivo (comunque belle note di pesca e di agrumi) e forse più erbe aromatiche, con mineralità in evidenza. Acidità matura che dona souplesse e finale incisivo. Arioso e piacevolmente austero al tempo stesso. 


OEKONOMIERAT REBHOLZ 
È dal 1632 che la famiglia Rebholz bazzica nella sfera viticola, anche se la vera svolta avviene con il mitico Ökonomierat (prestigiosa carica assegnata ai consiglieri agricoli del Ministro dell'Agricoltura) Eduard negli anni '40, epoca dei primi imbottigliamenti aziendali e della creazione dell'etichetta tuttora in auge. Eduard è stato un pioniere dei vini secchi di qualità in zona, siamo nella parte più meridionale del Pfalz, seguito prima dal figlio Hans e poi, dal 1978, dal nipote Hansjörg, attuale anima dell'azienda, ma anche della V.D.P. e della viticoltura del Pfalz in generale. 

Ganz Horn GG 2017 
Il Ganz Horn proviene da alcune parcelle dell'Im Sonneschein. Gesso e leggeri toni fumé, palato appena più rotondo del Kastanienbusch, meno diritto, ma animato da sapidità e acidità ben integrate. 


Kastanienbusch GG 2017 
Suolo atipico per il Pfalz, di ardesia rossa ed arenaria rossa, e altitudine di circa 300 metri (la più alta del Pfalz) per una tra le migliori vigne della zona. 
Frutta bianca (pera) e gialla (agrumi) con erbe aromatiche. Ancora introverso, lancia già qualche guizzo di luce che ci fa immaginare un futuro radioso. Acidità matura ma sferzante, che al momento comprime il vino. Tonico e vigoroso, profondo e lungo, ha grande potenziale e nel tempo guadagnerà in finezza. 


KAMPTAL (Austria) 

BRUNDLMAYER 
Con l’ultima etichetta segnalata ci spostiamo in Austria, nel Kamptal, a nord ovest di Vienna. L’azienda gestisce circa 75 ettari nei dintorni di Langenlois ed è a ragione tra le più importanti realtà austriache in assoluto. In generale i vini (Riesling ma anche Veltliner) sono precisi e lineari, ben calibrati, senza effetti speciali, ma dallo sviluppo sicuro e succoso. 


Zobinger Heiligenstein 2016 
Dal lato ovest della collina in cui l’azienda possiede ben 12 ettari in questo mitico Cru terrazzato, zona arida molto ventilata con accentuate escursioni termiche. Fruttato giallo-arancione (pesca gialla, melone e scorza d’arancia). Articolazione dinamica e viva, atletica, con polpa e agilità molto ben armonizzate.

giovedì 1 marzo 2018

KIRCHENSTÜCK

Torniamo a parlare di assaggi di vasca, di una singola botte in questo caso. 
Tra i Grand Cru a disposizione di Dr. Buerklin-Wolf, il Kirchenstück di Forst è considerato il Montrachet del Pfalz. 3,67 ettari al top nella classificazione del 1828 e che - insieme al Doctor di Bernkastel e a pochi altri vigneti - è ai vertici della classifica dei valore fondiari in Germania. Qui Buerklin-Wolf possiede una preziosissima parcella di circa mezzo ettaro (il perimetro nero nella mappa che vedete qui sotto) su suoli di argille sabbiose calcaree con inclusioni di basalto, da cui provengono circa 2.000 bottiglie ogni anno.


KIRCHENSTÜCK 2017 (da botte) – Dr. Buerklin Wolf 
Assaggio effettuato il 7 gennaio 2018 dallo "stuck" ovoidale in cui il vino fermenta - con lieviti indigeni - e affina prima dell'imbottigliamento. Attualmente è in commercio l'annata 2015, la 2017 uscirà nel 2019. 
Il bello del Kirchenstück di Buerklin-Wolf è che ha il respiro, l'ampiezza profonda del grande vino: combinazione di immediatezza (sì, immediatezza), multidimensionalità e potenziale di invecchiamento.
Se il naso ora lascia solo trasparire un frutto complesso arricchito da note minerali leggermente speziate, sotto una coltre lievitoso-fermentativa che domina la scena, il palato riesce ad essere più leggibile: lì per lì emerge salatissimo, affilato e lungo, ma in realtà l'architettura del vino mostra anche lati potenti e quasi grassi, innervati però da uno scheletro diritto e puntuto. Il retrogusto è già ampio (fruttato, di erbe aromatiche) e si riverbera a lungo nel finale succoso e complesso. 
L'insieme unisce ricchezza, dinamismo e grande eleganza, ed è talmente ricco, dinamico ed elegante da riuscire a comunicare già ora con souplesse, pur in una fase di estrema gioventù, buona parte di un fascino che solo negli anni (decenni) troverà piena espressione.


sabato 20 gennaio 2018

ENOLAB MONZA/1

Il 18 gennaio è scattato l'Enolaboratorio Riesling di Monza (a cura di ONAV Monza presso il Teatro Binario 7), un viaggio in quattro tappe per sondare da vicino un mondo complesso (e a volte – vedi leggi e classificazioni tedesche, ufficiali e non – complicato), difficilmente catagolabile e di grande fascino.
Prima tappa in Pfalz e Rheingau, zone di vini trocken in prevalenza, dai profili parzialmente mediterranei i primi, in genere più verticali i secondi, entrambi uniti da un filo comune che accomuna potenza ed eleganza sapida.


In degustazione annate recenti e molto diverse tra loro (la “piccola” 2014, la calda 2015, la fresca ed equilibrata 2016) che esaltano talvolta l'irruenza fruttata (2015), altre volte le florealità speziate o gli slanci minerali (2016) in un continuo cambio di registro che mostra le sfaccettate forme d'espressione del Riesling.
Ecco un breve racconto dei vini - tutti trocken - presentati nell'ordine in cui sono stati serviti. I primi quattro provenivano dal Pfalz (Mittel Haardt), i successivi tre dal Rheingau.
Le foto sono di Daniela Guiducci.


RUPPERTSBERGER HOHEBURG 2015 – Dr. Buerklin Wolf
Unico, tra i sette vini degustati, ad essere classificato come ERSTE LAGE, equivalente ai Premier Cru borgognoni. Naso “aperto”, espansivo, focalizzato su toni di frutti giallo/arancioni (albicocca). La bocca attacca larga, è cremosa, salda e succosa, sapida. Armonica, anche se dall'articolazione un po' semplice.

FORSTER UNGEHEUER 2016 – Georg Mosbacher
Primo tra i sei GROSSE LAGE/G.G. degustati. Naso di agrumi e zenzero, poi camomilla: fresco e complesso. Al palato è un finto magro. Lì per lì pare quasi agile e snello, ma in realtà la struttura è importante ed emerge presto nel bicchiere anche se ben contrastata dalla tensione acida. Nitida precisione espressiva, vino elegante.

RUPPERTSBERGER REITERPFAD 2015 - Fusser
Al naso unisce frutto giallo tropicale (mango), tè e note di pietra focaia con sfumature lievemente affumicate; sintesi intrigante di frutto e mineralità. La bocca è potente e salda, ampia e profonda, con un finale dove si combinano fine acidità e spinta salina. 

KALLSTADTER SAUMAGEN auslese trocken 2014 – Koehler Ruprecht
L'apertura olfattiva offre toni floreali, di caramella al limone, pompelmo e cera d'api; l'attacco di bocca, rotondo e ampio, maschera una buona freschezza di fondo. Il palato si articola con sicurezza ed esprime rimandi di ananas e pasta di mandorle. Forse gli manca un po' di propulsione nell'incedere finale, ma è un peccato veniale. Il carattere dell'annata smorza l'irruenza dei vini di Koehler-Ruprecht, qui in versione docilmente elegante.

HOCHEIMER KIRCHENSTUCK 2016 - Kunstler
Primo tra i tre vini del Rheingau, qui in particolare siamo sul lato est a due passi dal Meno (affluente del Reno). Floreale e terpenico nei suoi toni di pesca, all'olfatto regala poi cenni speziati, di anice e frutti bianchi (pera). La prima sorsata denota una lieve presenza di carbonica che ravviva l'attacco di bocca cremoso e avvolgente. Centro e fine bocca innervati e allungati dalla sapidità. Chiusura in equilibrio.

JOHANNISBERGER HOLLE 2015 - Johannishof
Il naso si ripulisce presto da una lieve, iniziale, chiusura riduttiva, per poi aprirsi su cenni floreali e fruttati; l'articolazione gustativa è giocata soprattutto sulla finezza. Struttura elegante e di medio peso che si sviluppa con regolarità. Finale preciso.

OESTRICHER DOOSBERG 2015 – Peter Jakob Kuhn
Chiusura con un vino selvatico di grande fascino. Colore carico, naso aperto, potente ed espressivo dove, sotto ad una speziatura da legno non invadente, emergono toni di frutti maturi (mela cotogna), quasi canditi (ananas), erbe secche e scie affumicato/minerali. Bocca di grandissimo vigore salato e acido, ancora compressa. Sgomita e scalcia con grande energia quasi oggi fosse ancora allo stadio di abbozzo, di schizzo, in vista di un futuro molto promettente da scoprire negli anni a venire.


venerdì 24 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/2

Dopo le montagne russe Moselliane della prima serata si passa alle pienezze (apparentemente) più rassicuranti del Pfalz. Rassicuranti perché strutturalmente dai tratti più meridionali e arrotondati; “apparentemente” perché qua e là spuntano acidità citrine, le sapidità spingono comunque sempre con decisione e poi ci si può imbattere in vini più difficili da catalogare, belli e turbolenti come quelli di Koehler-Ruprecht.
8 vini per raccontare il Pfalz, 4 coppie (annata giovane/annata meno giovane) che traducono al meglio il territorio.
Un grazie per le foto a Luca Cannizzaro.


Gaisbohl 2015/2011 – Dr. Buerklin-Wolf
La serata viene inaugurata da un monopole di Dr. Buerklin-Wolf, il Gaisbohl di Ruppertsberg, con un 2015 che esprime goiventù: naso fruttato e molto floreale, bocca salda e fresca innervata da acidità ben matura con ritorni di lavanda e sfumature quasi balsamiche che escono con l'ossigenazione. Molto preciso, qualcuno scambia la sua attuale linearità giovanile per semplicità, ma è un finto-semplice che farà uscire il suo carattere negli anni; il 2011 invece ha naso più pronto ed evoluto con toni minerali di sassi e pietre; il palato - potente e strutturato – rivela i suoli argillosi del Lage di provenienza, chiudendo con buona freschezza.


Pechstein 2015/2009 - Dr. Von Bassermann-Jordan
Ci si sposta a Forst con queste due versioni di Pechstein, vigna particolarissima con vene di basalto nero-verdi: il 2015 mostra una ricchezza espressiva che a tratti quasi sfiora l'opulenza con naso di pesca matura e mela e un palato strutturato e dall'attacco rotondo, ma con finale salino; mentre il 2009 esibisce toni di caramello e confettura di pesca e albicocca, naso “dolce”, dunque, anche se con l'aria escono note di pietra focaia; in bocca ha volume, ampiezza e potenza, ma anche compattezza nel finale.


Ungeheuer 2015/2002 – Georg Mosbacher
Restiamo a Forst con l'accoppiata di Mosbacher, che comprende il vino più datato della serata. 2015 agrumato, con acidità citrina che aiuta a sostenere brillantemente una struttura importante. Piazzato nella sequenza dopo i vini di Bassermann-Jordan pare quasi agile e snello ma, così come Gaisbohl 2015 di Buerklin-Wolf è un finto-semplice, questo è un finto-magro di bella precisione espressiva. Il 2002 gioca su un carattere olfattivo di evoluzione integra, con cenni di frutto maturo-in confettura, caramello bruciato-croccante alle nocciole, idrocarburi sullo sfondo. In bocca poi rivela il meglio di sé, grazie ad una impalcatura viva e nervosa, persino spigolosa e dall'energia salata quasi astringente.


Kallstadter Saumagen auslese trocken 2014/2008 – Koehler-Ruprecht
Azienda fuoriuscita dalla VDP, unica della serata a riportare in etichetta i praedikats anche per i vini più importanti. Da questo Lage anticamente cava di gesso, il 2014 offre toni floreali, poi di miele e cera d'api, con attacco di bocca rotondo e ampiezza nello sviluppo che mascherano una bella freschezza di fondo. Vino di classe e personalità. Poi, per ultimo, il vino meno rassicurante della serata, annata 2008, con naso complesso fatto di eleganti sfumature minerali evolute (anche una lontana sensazione di cherosene) e rimandi di frutto maturo; poi il palato: freschissimo e tagliente, una sferzata in contrasto con il naso. Vino selvatico ed emozionante.


martedì 7 marzo 2017

ITALIA-GERMANIA 4-3

Giovedì 23 febbraio a Parma, insieme alla delegazione locale di ONAV guidata da Giacomo Faelli (grazie per l'impeccabile organizzazione), abbiamo rigiocato Italia-Germania 4-3, non prendendo a calci un pallone ma degustando alla cieca 7 bottiglie di Riesling: 4 italiane e 3 tedesche.
La scusa calcistica è servita per confrontare alcune tra le migliori produzioni rieslingose delle due nazioni e farsi un'idea sullo stato dell'arte del lato secco, trocken, del Riesling.
Come è andata, dunque? L'Italia (che, lo ricordo, non vanta propriamente una lunga ed importante tradizione in materia di Riesling, soprattutto se paragonata a quella teutonica), pur avendo espresso valori significativi, ha mostrato di faticare a competere con il meglio della produzione tedesca. I Riesling italiani in linea di massima sono più semplici, ma costano molto meno ed hanno un buon rapporto qualità/prezzo. I Riesling tedeschi invece si esprimono su livelli assoluti.


Detto ciò, era importante compiere questa piccola esplorazione, con un occhio di riguardo alla “nuova” classificazione tedesca del VDP e ai GG (Grosses Gewächs, cioè i “Grand Cru” secchi), che nelle migliori aree d'espressione – Pfalz, Rheingau, Nahe e Rheinhessen (la Mosella dà ancora il meglio nei vini con residuo zuccherino) – riescono a comunicare tutta la complessa energia salata frutto della mirabile combinazione territorio-vitigno-cervello che si verifica in queste zone.
E a proposito di cervelli, i migliori esemplari NON sono vini cerebrali (uno degli stereotipi sul Riesling) e riescono a regalare un carattere caldo ed espansivo, dirompente e immediato, che nel tempo sa farsi più rarefatto, minerale e complesso.


Insomma, il Riesling non finisce mai (...di stupirci, perché le bottiglie, quelle, una volta stappate, finiscono troppo presto).
A seguire le note sui vini, in cui ho rispettato l'ordine di servizio dei vini durante la serata.
PS un grazie a Francesco Agostini del GDA Riesling (info: onewinelover@gmail.com), alla Taverna del Gusto e a Nicola Libelli per avermi fornito le bottiglie.
E un grazie a Giacomo Faelli per le foto.

LANGHE RIESLING HERZU 2015 – Ettore Germano
Vigna a Cigliè, 500 metri slm; suolo limoso, calcareo e pietroso; fermentazione in acciaio per 40 giorni, no malolattica, 6 mesi sui lieviti senza batonnages. Alcol 14%
All'ultima annata in commercio di Herzu il delicato compito di aprire la sequenza. In questa fase di gioventù esprime esuberanza fruttata (mela verde, agrumi) con cenni speziato-balsamici e floreali (lavanda), senza che con il passare dei minuti il profilo cambi sensibilmente. Come se per ora restasse ingessato in un caldo - e comunque molto gradevole - carattere di relativa semplicità. Bocca vouminosa e calda, grassa ma salata, ancora un po' compressa.


PFALZ LANGENMORGEN 2013 – Dr. Bürklin Wolf
Vigna a Deidesheim, impianto del 1976, 125-150 metri slm; suoli di arenaria rossa, argilla calcarea e argille sabbiose con basalto nel sottosuolo; resa/ettaro 30 Hl, vendemmia in due passaggi, fermentazione con lieviti indigeni in botte di 25 anni da 850 litri, affinamento sulle fecce fini senza batonnages, imbottigliamento ad agosto 2014.
PRODUZIONE: 850 bottiglie, DATI ANALITICI: alcol 12,3% vol, estratto secco 23,5 g/l, zuccheri residui 2,4 g/l, aciditá totale 8,3 g/l
Naso inizialmente chiaroscurale e un po' inquieto, con lievi cenni gassosi che ben presto cedono il passo a toni di susina gialla, erbe secche, sassi di fiume e spezie dolci. Il naso rimarrà cangiante per tutta la serata. Bocca nervosa e snella, verticale e quasi sferzante d'acidità; un corpo sottile innervato da una sapidità molto energica. Scalpita da tutte le parti: così come l'Herzu scalda, questo rinfresca e ravviva.


ALTO ADIGE TERLANO BERG 2013 – Ignaz Niedrist
Appiano Monte (vigna Untersteiner), suolo calcareo; fermentazione in acciaio per tre settimane, no malolattica, affinamento in acciaio. Alcol 13%
Il meno espressivo del primo terzetto e forse dell'intera batteria. Frutto maturo con sfumature lievemente affumicate e minerali (sasso bagnato) e sbuffi alcolici. Ampio al palato, anche compatto, formoso ma tonico al tempo stesso, manca di qualche scossone, di una scintilla. Piacevolmente lineare.

ALTO ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2012 - Kuenhof
Vigna a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80% in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI ANALITICI: acidità 6,3 g/l, residuo zuccherino 3,9 g/l, estratto 21,5 g/l, alcol 12,5%
Lieve idrocarburo e primi accenni di evoluzione verso note terziarie eleganti. Palato fine e saldo, sapido. Di eleganza quasi compassata, austera nel senso che si concede senza effetti speciali, incide con linearità e semplicità progredendo con naturalezza e scioltezza. Sostanza, più che forma. E piace per questo.


ALTO ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2013 - Kuenhof
Vigna a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80% in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI ANALITICI: acidità 7 g/l, residuo zuccherino 2,2 g/l, alcol 13,5%
Più strutturato e ricco del precedente, ha una marcia in più sul fronte del vigore salato. Carattere minerale, idrocarburico, affumicato con sfumature fruttate: sentori di ardesia, erbe aromatiche, pesca bianca, scorza d'arancia e toni lievemente balsamici.

NAHE HERMANNSHOHLE 2012 - Dönnhoff
Vigna a Niederhäuser, impianto degli anni '50, altitudine 130-175 metri slm; suolo di ardesia grigio-nera, rocce ignee estrusive, porfido e calcare; fermentazione e affinamento in acciaio e botti di legno. Alcol 13,5%
Un fuoriclasse che al naso adesso esprime soprattutto fiori (zagara, camomilla) e frutti (pesca, quasi albicocca, arancia), poi zafferano. Il naso oggi vive di toni “dolci”, con la parte minerale sullo sfondo; la bocca è vivida e potente, strutturata, molto articolata e complessa. Da risentire negli anni.


RHEINGAU BERG ROTTLAND 2012 - Künstler
Vigna a Rüdesheim, suoli di ardesia grigio-rossa e quarzite; fermentazione e affinamento in botti di legno da 1.200 litri.
DATI ANALITICI: alcol 13,5% vol, zuccheri residui 6,9 g/l, aciditá totale 6,6 g/l
Vino di peso come annunciato dai toni olfattivi. Giocato su un carattere più morbido e rotondo dei precedenti, ha bella complessità fruttata (pesca, pera matura, ananas) completata da toni di miele e pasticceria. Bocca ricca e polposa ma non molle. C'è materia, più che slancio, ma la struttura è compatta e darà soddisfazioni negli anni a venire.


giovedì 23 aprile 2015

IL PFALZ NON FINISCE MAI

Pasqua è un ottimo momento dell'anno per rivedere vecchi amici, soprattutto per rivedere quelli che vivono e lavorano in Germania nel Pfalz, o Palatinato, producendo Riesling. Un paio di settimane fa Nicola Libelli è tornato all'ovile in quel di Piacenza accompagnato dalla sua dolce metà Yvonne Lucas, produttrice anch'essa nell'azienda di famiglia, Margaretenhof, e da un altro, giovane, produttore della regione: Georg Fußer (che d'ora in poi tradurremo in "Fusser").
Per un'introduzione su Dr. Bürklin-Wolf, l'azienda di cui Nicola Libelli è kellermeister dal 2012, vi rimandiamo qui e qui, mentre per tornare su Margaretenhof andate qui. Di Fusser parleremo per la prima volta su queste pagine poco più in basso. Per approdondire il tema Pfalz potete leggere questo vecchio post.
I tre hanno presentato parte delle rispettive nuove produzioni (tutti vini trocken annata 2013) presso l'Enoteca del Morino di Piacenza che già l'anno scorso aveva ospitato un evento simile.
La foto di gruppo qui sotto proviene dal profilo Facebook dell'Enoteca. 


Da sinistra: Massimiliano (Enoteca del Morino), Yvonne, Nicola e Georg

Dr. Bürklin Wolf
Tre vini presentati dall'azienda con sede a Wachenheim: il "base" aziendale, un "village" e un "Premier Cru" (la terminologia francese non è usata a caso, perché è l'azienda stessa ad utilizzarla almeno in parte).

La pressa Willmes di Buerklin-Wolf

Riesling Trocken: semplice e gradevole, agrumato (quasi limonoso), sia al naso che in bocca. 
Wachenheimer: Note floreali e agrumate al naso, palato ammorbidito da scie rotonde.
Ruppertsberger Hoheburg P.C.: naso che troverà apertura nel tempo, ma che già ora esprime toni leggermente balsamici e floreali; palato compatto e armonico, salato, con finale lungo.

Margarethenhof
Due vini presentati al Morino, tra cui la versione 2013 del "Grand cru" di Forst, Jesuitengarten. 
Forster Mariengarten: qualche nota lattica al naso, camomilla sullo sfondo. Corpo sottile e vispo, con acidità ancora un po' slegata ma di buon tono sapido.

Jesuitengarten a Forst

Forster Jesuitengarten: i toni lievitosi coprono ancora, in parte, il frutto agrumato, la pesca e una tenue sensazione di selce. Bocca con sviluppo ampio, salino e compatto, ma meglio dare almeno tre-quattro anni alla bottiglia per "aprirne" il carattere complesso.

Martin&Georg Fusser
Lasciamo per ultima la novità (almeno per noi) e piacevole sorpresa: i fratelli Fusser di Niederkirchen, che hanno fondato la cantina dopo studi a Bordeaux e a Geisenheim ed hanno realizzato la loro prima vendemmia nel 2007. Gli ettari lavorati sono 11,5 (vigne a Niederkirchen, Ruppertsberg e Deidesheim) per circa 40.000 bottiglie prodotte in media all'anno.

Grappoli di Riesling nel Deideshmeimer Paradiesgarten

Ruppertsberger Riesling: al naso unione tra aromi di roccia e un gradevole frutto (mela verde su tutti), poi bocca salata, abbastanza polposa, con finale schioccante e sicuro.
Deidesheimer Paradiesgarten: speziato e floreale, ampio al naso; palato pieno e affilato al tempo stesso, articolato, ravvivato da una sensazione salata (quasi piccante) molto viva. Bel finale. Vino completo.

Vittorio Barbieri


martedì 25 marzo 2014

DR.+BÜRKLIN+WOLF=RIESLING

Dr. Bürklin-Wolf è tutt'altro che nuovo su queste pagine (vedi QUI e QUI), ma mai eravamo andati a curiosare di persona tra vigneti e botti aziendali accompagnati dal kellermeister piacentino Nicola Libelli che, insieme al collega altoatesino Oskar, è responsabile di questa recente e inedita gestione italiana della cantina di Wachenheim, nel Pfalz.
 
 
Meteo pessimo e scarsa possibilità di camminare nei vigneti, ma non ci siamo voluti far mancare una tappa nei mitici Kirchenstück, Jesuitengarten e Pechstein di Forst, in una piccola area dove si concentrano alcuni tra i più importanti Lage della zona.
Poi, via in cantina ad assaggiare i 2013 dalle botti ovoidali termoregolate da 24 ettolitri (ogni botte ovoidale in pratica contiene un Cru, o quasi) e dalle vasche in acciaio.
 
 
 
 
Oltre ai Riesling (il vitigno più coltivato in azienda, copre l'80% dei vigneti) naturalmente abbiamo provato altro, prove di Pinot Bianco in botti nuove, Sauvignon, Schreuebe e Pinot Nero, ma naturalmente l'attenzione, nelle righe che seguono, verrà dedicata esclusivamente ai Riesling.
Ecco i 2013 assaggiati a fine gennaio, quando alcuni vini dovevano ancora terminare la fermentazione:
 
Nicola Libelli nel Kirchenstück
 
Wachenheimer Böhlig
Dalle uve del primo passaggio in vigna (con successivi passaggi si raccolgono i grappoli per la versione Premier Cru del Böhlig). Acidità su di giri, molto deciso, agrumato, quasi spigoloso. Sviluppo semplice e sottile, affilato.
 
Wachenheimer Rechbächel
Da un monopole aziendale. Ancora in fermentazione, sensazioni fruttate di mela e ananas, residuo zuccherino a parte sembra comunque un po' più avvolgente del precedente, poco più largo.

Wachenheimer Goldbächel P.C.
Più complesso sia al naso che al palato, sfondo balsamico su una piacevole struttura fruttata.

Wachenheimer Böhlig P.C.
Vigna ricca di calcare per un vino di polpa e freschezza, dallo sviluppo sicuro.
 
 
Wachenheimer Rechbächel P.C.
Da una vigna situata di fianco al Böhlig, con maggiore contenuto di arenaria. Frutto immediato, più tondo e maturo del Böhlig.
 
Wachenheimer Gerümpel P.C.
Base agrumata, di limone e buccia d'arancia. Fruttato e diritto.

...poi quasi tutti i Grand Cru, ovvero, tra qualche mese, 20-22.000 bottiglie in tutto (solo 2.000 di Kirchenstück) sulle quasi 500.000 totali aziendali:
 
Gaisböhl G.C.
Da Ruppertsberg, suoli molto argillosi, un monopole aziendale di 7,5 ettari. Potenza e struttura, lunghezza. Muscoli portati con disinvoltura.
 
Ungeheuer G.C.
Lage di Forst dove l'azienda dispone di 1 ettaro. A fine fermentazione, si offre grasso e profondo, mandorlato.

Pechstein G.C.
Ancora da Forst, 1,7 ettari. Un po' chiuso, esprime toni affumicati e minerali con finale austero di mandorla amara.
 
Hohenmorgen G.C.
0,88 ettari a disposizione in uno tra i principali Lage di Deidesheim, con microclima particolarmente caldo. Profilo mediterraneo, con note fruttate generose, di pesca, palato strutturato e polposo, molto saldo.
 
Langenmorgen G.C.
Sempre da Deidesheim, Bürklin possiede una parcella di 0,68 ettari. Da una zona più fresca rispetto all'Hohenmorgen. Più stretto e snello, agile, lineare, bevibilità fresca.
 
Kirchenstück G.C.
Da mezz'ettaro di uno tra più importanti (probabilmente IL più importante) Lage del Pfalz, a Forst.
A fine fermentazione. Frutto e mineralità al naso, al palato polpa e lunghezza. Architettura grassa ma anche diritta, molto sicura, finale lungo e fresco.
 
Nel Kirchenstück
 
 
 
...e un po' di bottiglie, degustate parte in cantina e parte nel ristorante aziendale:
 
Wachenheimer 2012
Il “base” da 85.000 bottiglie (un terzo delle quali vengono esportate in Norvegia). Agrumi (limone),
acidità e una nota marina che lo rendono molto beverino.
 
Ruppertsberger 2012
35.000 bottiglie. Da suoli con elevata componente argillosa che accentuano la parte fruttata del vino. Profilo accattivante di immediatezza fruttata (note agrumate di caramella al limone). Più rotondo del precedente, ma con buon slancio acido e finale salato.
 
Ruppertsberger Hoheburg P.C. 2012
Floreale con note di albicocca, viaggia spedito al palato in buon bilanciamento tra residuo zuccherino appena accennato e freschezza acido-sapida.
 
Wachenheimer Rechbächel P.C. 2012
Carattere fine ed elegante, molto floreale.
 
Wachenheimer Gerümpel P.C. 2012
Eleganza fruttata agrumata; scorrevole.
 
Pechstein G.C. 2012
Succoso. Speziato e sassoso, mineralità ben integrata con la parte fruttata (pesca). C'è la consueta nota “stony” e fumosa del Pechstein ma con in più questa componente fruttata. Deciso ed energico con un lato più immediato e fine che lo rende completo.
 
 
Forster Ungeheuer 2005
Prima annata in Biodinamica per l'azienda. Annata calda e di basse rese. Molto frutto, poi mineralità, sassoso e leggermente affumicato. Annata molto espressiva e comunicativa, profilo generoso.
 
Forster Ungeheuer 1999
Vendemmia molto fresca per un vino elegante e tirato a lucido, quasi austero e molto ben contrastato. Non è contratto, ma nervoso sì, dà idea di ulteriori possibilità espressive nel tempo. Bel finale di mandorla dolce.

Chiudiamo infine con un assaggio fatto non in azienda come i precedenti, ma a Piacenza, all'Enoteca del Morino a metà marzo. Parliamo di un raro doppio magnum di Pechstein 2004, gran vino: agrumato e minerale, con note di fumo e cenere e un palato molto nitido, asciutto, in bell'equilibrio. Articolato e molto complesso.
 
Vittorio Barbieri