Il nomade RieslingGarten viaggia verso l'ardesia rossa dell'Erdener Pralat, uno dei pochi, veri, Grand Cru della Mosella, e tra questi sicuramente il più piccolo ed omogeneo per caratteri microclimatico-pedologici che originano vini potenti e complessi.
Ancora
una volta, per la degustazione, siamo stati ospiti di Matteo Bertè e
delle Cantine Francesco Montagna di Broni.
IL
VIGNETO
L'Erdener
Pralat, ovvero il Prelato
di Erden (per
molto tempo la Chiesa è stata proprietaria di queste vigne),
si estende attualmente per soli 1,4 ettari, tra l'Urziger Goldwingert
e l'Erdener Treppchen, una striscia di terra nella parte bassa della
collina chiusa da rupi rocciose, a ridosso della Mosella sulla sponda
opposta all'abitato di Erden, a circa 110-150 metri s.l.m. Le
pendenze arrivano anche al 100%!
La sua storia più attuale è inscindibilmente connessa a quella della famiglia Berres, non più produttrice, ma la prima, a fine '800, a usare la caratteristica etichetta che mostra un prelato sorridente con un bicchiere di vino in mano (non è difficile immaginare il motivo di tale sorriso), che ancora oggi identifica i vini del Cru ed è, con piccole varianti da un'azienda all'altra, utilizzata da cinque produttori: Moselschild, Dr. Hermann, Dr. Loosen, Weins-Prum e Moenchof.
Nel
1926, alla morte di Peter Josef Berres, il Pralat (all'epoca grande
mezz'ettaro) viene suddiviso tra i suoi sette figli, molti dei quali
fondano una propria azienda.
Nel
1981 il Cru viene esteso in direzione ovest e la superficie
triplicata.
Esposta
a sud pieno, è considerata una delle vigne più calde della zona,
tra le prime a germogliare e a fiorire, ed il fatto di trovarsi nella
parte bassa della collina fa sì che in autunno si sviluppino nebbie
mattutine che favoriscono l'instaurarsi della Botrytis.
Presenta
un suolo che combina l'ardesia grigio-blu del vicino e molto più
esteso Erdener Treppchen e gli elementi ferrosi rossastri
dell'Urziger Wurzgarten. Quello che si vede in vigna sono
prevalentemente lastre o frammenti di ardesia grigio-blu-rossa. La
maggior parte delle piante sono allevate a palo singolo, non sono
innestate e hanno tra i 60 e i 100 anni di vita.
Spesso
i vini hanno un carattere di potenza e ricchezza associate
all'eleganza. Un po' meno eleganti e più potenti dei vini
provenienti dal Wehlenener Sonnenuhr, con parte delle note “esotiche”
del vicino Wurzgarten, ma con maggiori sfumature minerali/affumicate
(retaggio dei suoli del Treppchen): un carattere unico.
Oggi
sono 12 i produttori ad operare qui, tre di questi (Dr. Loosen,
Monchof e A. Schmitges) ne possiedono due terzi. Da solo Dr. Loosen
ne possiede un terzo (5.000 metri), mentre c'è chi ne ha solo 1.000
metri o addirittura 200 da cui si ricavano poche centinaia di
bottiglie.
Le
parcelle del Pralat originario sono gestite da quattro aziende: Dr.
Loosen, Monchof, Moselschild e Weins-Prum.
LE
AZIENDE
DR.
WEINS-PRUM
La
nascita dell'azienda va ricercata agli albori della famiglia Prum,
quindi della storia di quel Sebastian Alois di cui abbiamo già
parlato qui, il capostipite, e dei suoi nipoti.
Ricapitolando: Sebastian fa sei figli, uno solo si sposa e figlia a
sua volta, Mathias. Quindi, finché Mathias (che fa sette figli)
resta in vita l'azienda resta unica e indivisa, ma alla sua morte nel
1911 l'azienda viene divisa tra i figli e le figlie, con rispettive/i
mogli e mariti di mezzo. La figlia più giovane, Anna, insieme al
marito, un Weins, darà il via all'azienda Weins-Prum.
Incasinato,
eh? Non è finita. L'azienda si trova a Wehlen nella stessa via,
Uferallee, occupata anche da J.J. Prum e dal 1978 è gestita da Bert
Selbach (nel frattempo, via matrimonio, è arrivata in azienda anche
la famiglia Selbach).
Quattro
ettari a riesling per circa 35.000 bottiglie all'anno. 0,10 ettari
(1.000 metri quadrati) nel Pralat, il 60% del quale, acquistato nel
1957, si trova nella parte originaria, mentre la rimanente parte è
nel Pralat allargato.
Fermentazione
in fuder di legno e in
acciaio, parte con lieviti indigeni, parte con lieviti selezionati.
Vini eleganti, delicati e leggeri, più che potenti.
Altro
nome storico, attivo dal 1744. La preziosa superficie di Erdener
Pralat ammonta a soli 0,26 ettari suddivisi in due parcelle nella
parte allargata, la più estesa delle quali ha 50 anni di vita ed è
allevata su piede franco. In tutto l'azienda ha una decina di ettari
coltivati a riesling (80%), muller thurgau (18%) e pinot bianco (2%)
situati prevalentemente a Erden e suddivisi tra i Cru Pralat,
Treppchen (soprattutto) e Herrenberg. Produzione media annua di circa
100.000 bottiglie.
Andreas
Schmitges gestisce l'azienda insieme alla moglie Waltraud dal 1990,
dopo averla ereditata dal padre Heinrich, e in cantina lavora con
fermentazioni in vasche di acciaio utilizzando sia lieviti spontanei,
sia selezionati.
Stile
fatto più di peso e struttura, che di slancio e leggerezza.
I VINI
Alla degustazione, oltre
ai due giardinieri e al padrone di casa, erano presenti Massimo
Volpari, Carlo Milani, Marco Bertelegni, Alessio Brandolini, Matteo
Bertè e Stefano Calatroni.
Abbiamo
degustato i nove vini alla cieca, suddividendoli in due batterie, più
un assaggio (l'ultimo) solitario.
La
prima batteria era, di fatto, una piccola verticale dell'Erdener
Pralat spatlese di Weins-Prum, la seconda, più variegata, un
confronto tra due vini di pari annata e categoria, ma di Cru diverso,
di Schmitges e una mini-miscellanea di Dr. Loosen. Per ultimo, un
auslese goldkapsel di Weins-Prum.
BATTERIA N.1
Erdener Pralat
spatlese 2008 - Dr. Weins-Prum
Maturità
più basse e meno gradi Oechsle rispetto al 2009. Annata meno calda,
più classica (vendemmia più lunga rispetto al 2009) e, forse, per
questo più nelle corde di Selbach. Vagamente simile al 2004, altra
annata di grande bevibilità. Siamo comunque di fronte a una spatlese
che, per Oechsle (98°), potrebbe valere un'auslese.
Naso
semplice e lineare, gradevole, che concede poco ad esuberanze
generose, restando nei dintorni dei frutti bianchi (mela, pera), con
note sassose, poi anche agrumate. Bocca fresca e sapida vivacizzata
da una lieve carbonica. Profilo molto fine, cristallino, da annata
fresca. Grande bevibilità.
Erdener Pralat
spatlese 2009 - Dr. Weins-Prum
Poco più di 700
bottiglie prodotte. 105° Oechsle e 20% degli acini botritizzati, una
specie di auslese battezzato come spatlese. Bert Selbach paragona
l'annata al 2005 (ricca di estratti – in media 40 gr/l - e
potente), ma con acidità maggiori. Vini
più potenti del solito, nella storia aziendale.
Frutto polposo, caldo, tropicale, dolcezza di frutto che arriva a
sfiorare note di confettura di albicocca. Zafferano in chiusura,
appena anticipata da una nota leggermente mielosa.
Anche il palato è più complesso del 2008. Ricco e polifonico, è
reattivo e molto scattante, ma pure vellutato, il tutto in un
contesto di grande armonia.
Erdener Pralat
spatlese 2007 - Dr. Weins-Prum
Fioritura
anticipata, tempo magnifico in estate, grappoli molto sani e
pienamente maturi (alte densità dei mosti). Vendemmia anticipata
rispetto al solito (6 ottobre, ma qualche collega ha iniziato a metà
settembre!). 100° Oechsle.
Bel
colore verdolino, naso ancora un po' chiuso, leggermente ridotto.
Note sulfuree, floreali e una sfumatura burrosa. Deve aprirsi. Anche
il palato, comunque vivo, ricco e dinamico, sembra ancora indietro
nel trovare una propria definizione chiara e lineare.
Erdener Pralat
spatlese 2006 - Dr. Weins-Prum
Meteorologicamente
schizofrenica, un'annata particolare e di complessa gestione che ha
portato a una vendemmia record per durata: solo 12 giorni, dal 10 al
22 ottobre. Rese basse: solo 47 Hl/ettaro.
75% di uve botritizzate.
Colore più carico e
concentrato rispetto ai tre precedenti. Molto zafferanoso, con toni
di confettura di susina e di albicocca. Naso “dolce”, quindi,
quasi mielato. Il palato conferma questo profilo dolce, nascondendo
solo parzialmente una freschezza decisa che ne amplifica la
persistenza e la scorrevolezza.
BATTERIA N.2
Erdener Pralat
spatlese alte reben 2007 – A. Schmitges
(Alte reben=vecchie
vigne)
Impalcatura semplice e
piacevole. Floreale e fruttato (con note di lychee), mostra un
retrogusto sassoso nel finale amarognolo, dopo un attacco gustativo
zuccherino rinfrescato da uno sviluppo lineare. Piacevole.
Erdener Treppchen
spatlese 2007 – A. Schmitges
Sensazione di burro
appena rancido, più peso e meno eleganza del precedente, vino più
grosso e “pesante” (anche nel colore più carico). E pure un po'
meno vivo, sia gustativamente che olfattivamente (aromi che evocano
miele, mela cotogna, canditi).
Il paragone con il
precedente permette di leggere con chiarezza la differenza tra il
Grand Cru (Erdener Pralat) e il Premier Cru (Erdener Treppchen), la
grazia potente del primo e la maggiore rusticità del secondo.
Urziger Wurzgarten
spatlese 2006 – Dr. Loosen
Pulito ed elegante al
naso: floreale (rosa), note appena balsamiche, lieve zafferano.
In bocca mostra un vigore
graffiante che quasi non t'aspetteresti di tale decisione. Bello
slancio, soprattutto nel finale fresco, dove il vino sgomita quasi
amarognolo. Amichevole, ma non troppo.
Erdener Pralat auslese
2004 – Dr. Loosen
Grande vino che già alla
vista fa sperare bene, dotato com'è di un bel colore carico, ma
vivo.
Miele, confettura
d'agrumi e zafferano, in bocca emergono note un po' fumè e sassose,
poi il lychee, la pera. Naso molto complesso, e così il palato, di
grande peso e migliore articolazione, finale pulito e asciutto.
Potenza, concentrazione e complessità.
DA SOLO
Erdener Pralat auslese
goldkapsel 2006 – Weins-Prum
In mezza bottiglia.
Pera, zafferano,
confetture dolci. Naso intrigante. Il palato non spinge troppo sugli
zuccheri, anzi, dà sensazioni di erbe officinali con retrogusto di
confettura di rabarbaro. Finale di buona freschezza.
Vittorio Barbieri
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