La Valle del Riesling |
...Ah,
l'Oltrepò (da pronunciarsi con fare sospiroso, non
amnesico)...ci trovi l'anarchia, ci trovi di tutto, quindi ci piace,
ne siamo attratti forse persino un po' morbosamente, ci siamo quasi
affezionati. Lo ami o lo odi...anzi, lo ami e lo odi. Ci piace
perché puoi scovare la perla rara in mezzo al chaos. Territorio che
quando parla di vino si butta a capofitto nella zuffa, nella rissa e
che partorisce preziose, pazze e isolate individualità, senza (voler
riuscire a) trovare unità d'intenti.
Insomma,
un po' di sano scompiglio nel troppo pacifico RieslinGarten.
Grazie
all'ospitalità del Presidente dell'Associazione Valle del Riesling,
Gabriele Marchesi, produttore in quel di Montalto Pavese (e autore
delle belle foto paesaggistiche che vedete qui, mentre le altre, quelle più brutte, le ha fatte Vittorio), abbiamo
affrontato l'annata 2011 del Riesling Renano oltrepadano. Prima,
però, un passo indietro. Cos'è la Valle del Riesling?
Questo è quello che Gabriele Marchesi vede più o meno tutte le mattina da casa sua... |
LA VALLE DEL RIESLING
È
un'associazione di produttori nata nel 2007 per valorizzare una fetta
d'alto Oltrepò (fino a 450 metri sul livello del mare), di terre
bianche, calcaree e gessose, particolarmente adatte alla coltivazione
del riesling renano: i Comuni di Calvignano, Oliva Gessi, Montalto e
parte del territorio di Casteggio, Mornico Losana e Rocca de'Giorgi.
Tra nuove entrate e fuoriuscite il numero di aziende viaggia ora intorno
alla ventina.
L'Associazione
ha innescato intelligenti collaborazioni sia con i colleghi
altoatesini (che si sono concretizzate nel coinvolgimento all'interno
delle Giornate del Riesling di Naturno e relativo banco d'assaggio
trasferito eccezionalmente a Casteggio, nel 2011), sia con quelli
della Mosella (in particolare con St. Nikolaus-Hospital, importante
istituzione di Bernakastel, una specie di San Patrignano di Germania,
con cui sono attivi scambi vivaistici e commerciali).
T'aspetti quasi che, da un momento all'altro, possa sbucare Zurbriggen, ma siamo sempre a Montalto |
OLTREPO' RIESLING 2011
A
Montalto abbiamo testato i vini dell'annata 2011, provenienti dai
soci dell'Associazione e non solo. In degustazione mancavano le
etichette delle aziende che hanno preferito non fornire i campioni,
ritenendo i vini ancora troppo giovani. E qualcun altro a Montecalvo
Versiggia si è preso in pieno la grandinata del 5 giugno, non
producendo Riesling (e altro...).
Su
queste etichette mancanti torneremo in futuro.
2011,
dunque. In generale non una grande annata per i Riesling oltrepadani,
perché stagione calda che ha portato a maturazioni spinte, gradi zuccherini
elevati e acidità contenute. E alla fine vini ricchi di frutto, ma
talvolta un po' carenti in complessità, propulsione, lunghezza e persistenza.
Questo in generale, perché come sempre, grazie alle
interpretazioni di alcuni singoli sono emerse piacevoli eccezioni.
Nel complesso, l'impressione della panoramica è di trovarsi davanti
a un mosaico espressivo dove comunque si faticano a trovare chiavi di
lettura univoche, dove la ricerca di una riconoscibilità
territoriale diventa operazione difficile.
A
noi, comunque sia, cinque-sei vini ci sono parsi piuttosto riusciti e
sarà molto interessante risentirli nel tempo.
Prima
di iniziare, un veloce sguardo alla denominazione Oltrepò Pavese
Riesling, ottenuta per almeno l'85% da riesling renano e/o italico
(ebbene sì, un OP Riesling potrebbe essere ottenuto in gran parte da
italico), mentre il rimanente 15% può essere a base pinot nero e/o
pinot grigio e/o pinot bianco. Ricordiamoci che quando in Oltrepò si
parla di “riesling” è più facile che si parli di italico
(estremamente più diffuso in zona), piuttosto che di renano, ma noi
ci siamo orientati sui renano in purezza o quasi. L'area di
produzione è piuttosto vasta comprendendo il territorio collinare di
oltre 40 Comuni.
Alla
degustazione, svoltasi a metà gennaio 2013, oltre al padrone di casa
Gabriele Marchesi e ai due giardinieri, erano presenti anche Marco
Bertelegni, Fabrizio Maria Marzi e Daniele Zangelmi.
Eccoli
i vini, per primi i nostri preferiti. Dove non indicato "OP" i vini sono a I.G.T.
In ordine sparso:
In ordine sparso:
OP RIESLING VIGNA
MARTINA – Isimbarda
Da
un cru di 3 ettari in forte pendenza (e con diverse esposizioni)
diviso tra S. Giulietta e Mornico Losana, a circa 350 m., piantato
molto fitto su terre bianche. Etichetta giunta ormai a quasi 20
vendemmie di vita.
Parte un po' chiuso,
anche se la scorza minerale riesce, seppure in piccolo e inizialmente
a fatica, ad emergere. La lieve componente carbonica al palato
accentua la sensazione di freschezza, in una struttura solida,
compatta e lunga. Con il passare dei
minuti i caratteri minerali e fruttati si fanno più evidenti
acquistando finezza.
Inizierà a dare più
soddisfazioni nell'arco di un paio di anni.
OP RIESLING LANDO' –Le Fracce
Proveniente da due diverse sottozone, Mairano di Casteggio e San Biagio, quest'ultima più alta (supera i 300 m.) e più sabbiosa con vene calcareo-pietrose, il Landò è solito associare polpa e dolcezza di frutto a sprint e scatto. Qui ritroviamo questi caratteri, in un'architettura ben costruita, solida e piacevole. Nitido e fine, polposo e materico. Trova compattezza e slancio adeguato senza rinunciare a una certa ricchezza di materia. Nel pugilato si parlerebbe di peso supermedio.
Etichetta sempre affidabile, nell'immediato e, scommettiamo, negli anni a venire.
OP RIESLING SUPERIORE
CAMPO DELLA FOJADA – Travaglino
Appena versato mostra
il lato più timido di sé, fatica un po' ad esprimersi, ci dice che
è giovane, ancora indietro. Subito si apprezza quindi il palato
fresco-sapido, di medio peso, ma come se tutto fosse ancora compresso
e un po' muto. Basta poco, però, per evidenziare un frutto piacevole
ben combinato con erbe aromatiche (tratto distintivo di questa
etichetta, le note di menta e salvia, al momento tenui) e una buona
espressività complessiva fin da ora.
Beva piacevole e mano
sicura.
RIESLING - Monsupello
Uve coltivate tra
Torricella Verzate e Oliva Gessi su suoli calcarei con sottosuolo gessoso. Si stacca dagli
altri, non foss'altro per quella immediata sensazione erbacea quasi
sauvignoneggiante.
Ma sotto quest'aspetto
così immediato, che in realtà nasconde sfaccettature fruttate
(pera), speziate (anice) e leggermente minerali, si muove una
struttura più complessa e articolata, compatta e polposa senza
mancare in sapidità e profondità.
ARVINA' - La Celata
Da
un mix di uve di vari Comuni: Calvignano, Montalto e Rocca de'Giorgi.
Il naso indugia su sensazioni fermentative di chewing gum che
lì per lì rischiano di appiattire e di far passare in secondo piano
un palato già oggi interessante.
Lieve carbonica che
rinfresca, articolazione semplice, ma scattante e di buona beva,
viva e piacevole. Sarà interessante riprovarlo tra almeno un anno o
due per fotografarne l'evoluzione, olfattiva in particolare.
La Celata, sede
oltreconfine a Ziano Piacentino, si conferma tra gli outsider più
validi e curiosi in circolazione sul fronte dei Riesling italiani.
Bertelegni, Zangelmi, Marchesi |
GLI ALTRI, in ordine sparso:
OP RIESLING VIGNA COSTA – Verdi
Dall'omonimo
cru di Castana. Lievi sensazioni idrocarburiche, poi
frutti maturi. Il resto ci dice di un vino che, sì, ha discreta
spinta, ma che in bocca sembra mancare della propulsione pari agli
standard abituali dell'etichetta (solitamente tra le migliori in
Italia per rapporto qualità/prezzo). Buono, ma in questa tornata (e
in questo momento) leggermente inferiore ai migliori.
OP RIESLING MONSALTUS –
Marchesi di Montalto
Da
una vigna di Montalto Pavese piantata a metà anni '70, a circa 400
metri di altitudine.
Etichetta
che, negli anni, ha cambiato pelle passando da una base di italico ad
una di renano, in cerca di una diversa identità. Carattere
maturo-ossidativo tra frutto e balsamicità. C'è l'ambizione, c'è
la materia di partenza, ma al momento non trova ancora una direzione
chiara e lineare. Diamogli tempo.
OP RIESLING IL BANDITO – F.lli Giorgi
Impalcatura semplice,
lineare. Potrà dare qualcosa di più nel tempo, sembra nascondere
una qualità oggi ancora trattenuta.
Si fa bere bene,
grazie a un palato fresco e abbastanza sottile, ben costruito.
OP RIESLING SUP. QUADRO DI MEZZO – Anteo
Frutto integro, di
buona maturità. La polpa non manca, ha discreto allungo e dinamismo,
ma manca lo scatto che ti aspetteresti. Si conferma comunque
etichetta affidabile.
OP RIESLING GHELFI – Cantina di Casteggio
Profilo fruttato
dolce-maturo, anche floreale, che spinge su una dolcezza di frutto
nitida e accattivante; poi però, al palato, si siede e perde slancio.
BIANCOSPINO – Valdamonte
Il 26enne Alberto
Fiori, erede di una famiglia storica conferitrice della Cantina La
Versa, da pochi anni ha iniziato a etichettare in proprio,
affrontando anche il nobile vitigno renano.
Il Biancospino si
esprime con note di frutti bianchi e mela matura, in un profilo
lievemente ossidativo. Recupera freschezza nel sorso, di impalcatura
semplice e leggera.
OP RIESLING GLI ORTI – Frecciarossa
Colore carico. Polpa
calda, frutto dolce, candito, e alcol che nell'insieme
rischiano di appesantire la bevuta. C'è nerbo, ma ora c'è poca armonia.
Più peso che eleganza, al momento, da aspettare.
OP RIESLING CROCE DI MONTEVENEROSO – Fiamberti
A prevalenza riesling
italico (sì, una specie di intruso), non fa emergere una personalità
spiccata ma ha discreta piacevolezza.
Naso di frutti
bianchi, al palato scorre con semplicità, senza scossoni.
I vini...compreso, ultimo a destra, l'intruso trentino (buono) |
Torneremo
in Oltrepo' con una panoramica dell'annata 2010 e con vari
approfondimenti sui singoli territori (quello che ci interessa di
più) e le singole aziende, a presto.
Vittorio Barbieri e Alberto Alfano
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