Oggi ci spostiamo in
un'area, la Ruwer, che si sviluppa lungo il corso dell'omonimo
affluente della Mosella e di cui, fino ad ora, non abbiamo mai
parlato. Meglio tardi che mai.
Per assaggiare con calma
le bottiglie siamo stati ospiti di Antonio Panigada,
bravo e appassionato vignaiolo in quel di San Colombano.
Quando si parla
genericamente di Mosella si tende ad infilare nel calderone anche le
due sottozone della Saar e, appunto, della Ruwer, più defilate,
piccole e fredde della Media Mosella.
La Ruwer ha convissuto a
lungo con un problema storicamente riscontrabile anche nella Saar: la
non sempre scontata maturazione delle uve, resa difficile dalla
maggiore scarsità di raggi solari rispetto alla Mosella Centrale. Da anni la situazione è
cambiata e le vendemmie ora sono meno complicate, al punto che,
quando le maturazioni sono ottimali, ci si trova di fronte ad alcuni
tra i migliori vini tedeschi, soprattutto in termini di
grazia ed eleganza.
È un territorio in cui
i fragili equilibrismi gustativi del Riesling si fanno in qualche
modo più reali, cioè più rischiosi ed estremi. O la va, o la
spacca, insomma. Un oscuro poeta del
luogo, per descivere i vini qui prodotti, ha scritto: 'Sonnenfeuer, sternengold, kuhlen
mondlichtschein'. Cioè: 'il fuoco del sole, l'oro delle stelle e il
freddo del chiaro di luna'.
Due tra le aziende più
rinomate da secoli sono: Maximin Grunhaus e Karthauserhof. Noi
parleremo di entrambi, ma ci soffermeremo più che altro sulla prima.
L'AZIENDA
Maximin Grunhaus -
Mertesdorf
Uno degli aggettivi più
usati nel RieslinGarten è “storico” (con tutte le varianti di
genere e numero del caso) e una delle espressioni più abusate è
“azienda storica”. Bene, la usiamo anche stavolta, e non potremmo
fare altrimenti. Basti vedere la notevole etichetta vintage
immutata da quasi 150 anni.
Qui prima c'era una Abbazia dedicata a San Massimino e ancora prima pare ci fosse una Villa romana, dove gli antichi romani producevano vino nelle anfore. Riesling vinificato e affinato in anfora?
Qui prima c'era una Abbazia dedicata a San Massimino e ancora prima pare ci fosse una Villa romana, dove gli antichi romani producevano vino nelle anfore. Riesling vinificato e affinato in anfora?
Comunque, il primo
documento certo che parla della Grunhaus risale al 966 e
all'epoca era di proprietà del monastero benedettino di Trier. A
fine '700 l'abbazia è ancora guidata dall'Abate di turno, poi il
ciclone Napoleone e la secolarizzazione della Chiesa stravolgono le
carte in tavola e fino al 1810 il luogo è di proprietà francese. In
seguito viene venduto alla famiglia tedesca Von Handel, ma attraverso
un matrimonio, nel 1882, subentra la famiglia Von Schubert che, tra
le varie cose, cambia l'etichetta (tuttora in auge). Herr Carl
Von Schubert, che ha discusso una tesi di laurea sulla sostenibilità
economica delle viticolture eroiche in forte pendenza, incarna oggi
la quinta generazione.
Una curiosità: l'azienda vanta il record per il più alto prezzo di un fuder (botte di legno da 1000 litri) battuto a un'asta. Nel 1923 l'Astoria di New York ha acquistato per 100.000 marchi (circa 2,5 milioni di € attuali) una botte di Herrenberg Trockenbeerenauslese. Se passate dalle parti dell'Astoria, fate un tentativo e chiedete se per caso ne fosse rimasta una bottiglia.
Una curiosità: l'azienda vanta il record per il più alto prezzo di un fuder (botte di legno da 1000 litri) battuto a un'asta. Nel 1923 l'Astoria di New York ha acquistato per 100.000 marchi (circa 2,5 milioni di € attuali) una botte di Herrenberg Trockenbeerenauslese. Se passate dalle parti dell'Astoria, fate un tentativo e chiedete se per caso ne fosse rimasta una bottiglia.
LE VIGNE
I vigneti, che si trovano
accanto alla casa padronale, confinano tra loro sul lato sinistro
della Ruwer ed ogni anno producono circa 200.000 bottiglie.
I Cru (tutti monopole)
sono: Abstberg, Herrenberg, Bruderberg, che tradizionalmente avevano
una destinazione d'uso specifica all'interno dell'Abbazia.
Abstberg (il Grand Cru),
ad esempio, dava il vino preferito dall'Abate (praticamente il capo),
che doveva bere un sacco, visto che la vigna si estende per circa 14
ettari! Vitata da circa un millennio, questa porzione di collina
presenta un sottosuolo con ardesia grigio-blu del Devoniano
(carattere ricorrente anche nel Bruderberg), esposizione sud est-sud
ovest e una pendenza che a tratti arriva a toccare il 70%.
Dall'Abstberg |
Herrenberg forniva il
vino per i Maestri del Coro dell'Abbazia, e si estende per 19 ettari su
ardesia rossa.
Infine Bruderberg, il più
piccolo, solo 1 ettaro, da cui proveniva il vino per i monaci.
In generale, Abstberg tende a dare più complessità e ricchezza di sfumature, un'eleganza polifonica, mentre Herrenberg esprime una grande freschezza acida un po' meno sfaccettata. Nella degustazione odierna (e ricordando anche passate degustazioni dei vini di Von Schubert) sembrerebbe emergere il passaggio di consegne, avvenuto nel 2004, tra il vecchio e il nuovo direttore tecnico, con quest'ultimo che pare aver accentuato un'espressività più generosa dei vini. Ma necessiterebbero ulteriori assaggi per averne conferma.
In generale, Abstberg tende a dare più complessità e ricchezza di sfumature, un'eleganza polifonica, mentre Herrenberg esprime una grande freschezza acida un po' meno sfaccettata. Nella degustazione odierna (e ricordando anche passate degustazioni dei vini di Von Schubert) sembrerebbe emergere il passaggio di consegne, avvenuto nel 2004, tra il vecchio e il nuovo direttore tecnico, con quest'ultimo che pare aver accentuato un'espressività più generosa dei vini. Ma necessiterebbero ulteriori assaggi per averne conferma.
I vigneti, inerbiti, sono
concimati prevalentemente con sostanza organica senza usare
pesticidi, né erbicidi e sono coltivati per il 94% a riesling anche
se, nel 2007, dopo 150 anni, a Maximin Grunhaus è tornato il pinot
nero
Le rese medie aziendali
sono di 50 Hl/ettaro.
Dal 2004 Stefan Kraml
dirige l'azienda a livello tecnico, in sostituzione dello storico
direttore Alfons Heinrich, che dopo mezzo secolo di onorata carriera
è andato in pensione.
In cantina, fermentazioni
con lieviti spontanei all'interno di fuder di legno (che negli ultimi
anni provengono da una foresta di proprietà) e acciaio inox. I vini
solitamente restano sulle fecce fini fino all'imbottigliamento, che
avviene senza chiarifiche.
Dettaglio della cantina di Maximin Grunhaus |
LE ANNATE
Ci siamo concentrati in
particolare sull'assaggio di vini del 2007 con qualche piccola
incursione nel tempo.
2007
Stagione molto lunga.
Primavera calda e secca che ha portato ad una fioritura anticipata
(terza settimana di maggio), settembre e ottobre più freschi con
vendemmia iniziata l'8 ottobre e durata tre settimane di clima
bello, che ha dato uve sane e poca botrytis
La fase principale della
vendemmia è terminata il 26 ottobre, per una resa finale di 58 hl/ettaro.
Non una di quelle annate
dove si registrano record di acidità, di densità zuccherine o
altro. “Solo” una mirabile armonia, dove tutto pare essere andato
al posto giusto nel momento giusto.
2004
Prima annata per Kraml e
subito una sfida impegnativa data dal tempo inclemente. Estate fresca
e 'movimentata', piogge, inizio vendemmia nell'ultima settimana di
ottobre (quindi ritardata). Rese finali di 45 hl/ettaro.
2003
Calda, molto calda (anche
se le temperature di dicembre e inizio gennaio hanno permesso la
produzione di Eiswein, con uve raccolte il 4 gennaio). Millesimo da
predikat elevati e da vini dolci (sono stati prodotti anche
TBA, una rarità in zona).
I VINI
Subito una nota a margine: in un paio di
etichette degustate compare la dicitura 'Superior', da pochi anni utilizzata in azienda per
indicare vini provenienti dalle vecchie vigne, anzi, dalle parcelle
più vecchie delle parti migliori dei Cru. 'Superior' indica dunque
una materia prima in qualche modo superiore, ma, vista la particolare
storia aziendale, è anche un richiamo alle gerarchie dell'Abbazia,
dove il termine 'Superior' indica l'Abate.
Come sempre abbiamo assaggiato alla cieca, stavolta immersi nelle storiche cantine sotterranee di Panigada, dal vago sapore moselliano, anche se nella foto qui sotto sembra più che altro di vedere all'opera torvi figuri in una bisca.
Iniziamo a raccontare proprio i
due 'Superior', i vini più secchi in degustazione e con
percentuale alcolica più elevata (11,5%):
I degustatori all'opera, il primo da destra è il padrone di casa Antonio Panigada |
Herrenberg Superior
2007 - Maximin Grunhaus
Naso idrocarburico e
gassoso in un contesto olfattivo un po' introverso, accompagnato da una lieve sensazione di tonno sott'olio.
Bocca inquieta, austera e amarognola, dritta e molto viva.
Abtsberg Superior 2007
- Maximin Grunhaus
Naso complesso con note
minerali affumicate, poi agrumate; in bocca è roccioso e acuminato, saporito,
slancio e polpa trovano buone combinazioni. Più completo, compatto e sfaccettato
del precedente.
Herrenberg kabinett
2004 – Maximin Grunhaus
Prima annata di Kraml. Colore giallo carico,
caldo, che predispone a un vino molto ricco. Invece, il bicchiere apre sì
su un naso quasi tropicale, ma ritmato da note di tè e cassis,
anche agrumi. Palato polposo, con finale pulito e rinfrescante,
solido e compatto.
Herrenberg kabinett
2003 - Maximin Grunhaus
Colore giallo verdolino
quasi sorprendente pensando all'annata e facendo il confronto col più
giovane 2004, tanto da far temere confusione nel servizio delle
bottiglie. Ma non è così, allora si pensa
alla possibile differenza di mano tra i due direttori tecnici (lo
ricordiamo, questa è stata l'ultima vendemmia di Heinrich).
Nel bicchiere il vino fa
emergere note prima agrumate, poi nocciolose e di erbe secche,
mostrando un lato ossidativo inizialmente nascosto che pian piano
emerge, mantenendo comunque un profilo teso e dinamico, sapido ma forse un po'
corto nel finale, con un carattere generale di evoluzione ben
controllata.
Abtsberg kabinett 2007 - Maximin
Grunhaus
Naso mieloso, sui toni del biscotto di pasta frolla, 'dolce', carattere caldo-maturo; in
bocca la polpa è solida e discretamente ricca, con bel contrasto dolce-acido e buon
equilibrio complessivo.
Abtsberg spatlese 2007 - Maximin
Grunhaus
Il pari cru e annata del precedente, ma di predikat
diverso offre note più fresche, quasi balsamiche (menta), lievemente canforose e di mela verde.
Buono sviluppo gustativo con finale pulito, teso e compatto che chiude con sicurezza.
Herrenberg auslese 2007 - Maximin Grunhaus
Lieve nota lattica, quasi burrosa, al naso, che rischia di frenare il vino su toni monocordi e poco distesi. Ci pensa l'acidità viva e vibrante del palato, tipica del Cru, a garantire scioltezza e bevibilità.
Eitelsbacher Karthauserhof auslese
2007 – Karthauserhof
Approccio olfattivo accattivante per il primo intruso della degustazione (che si trova sempre nella Ruwer, a pochi km di distanza da M.Grunhaus): lychee e lavanda, caramella al limone,
note floreali e fruttate nitide, ricche e generose. Il vino mantiene comunque una gradevolissima
eleganza di fondo: fresco, cristallino e aggraziato.
Karthauserhofberg in febbraio |
Zeltinger Sonnenuhr auslese 2007 -
Selbach Oster
Il secondo intruso proviene dalla Mosella Centrale, da Zeltingen, zona più calda.
Floreale e mieloso, al naso indugia su note fruttate suadenti. Attacco carezzevole e
affusolato, sviluppo grasso con
note di confettura di frutti gialli, chiusura armonica con residuo zuccherino ben bilanciato dalla freschezza acida.
Torneremo presto con un approfondimento sul Palatinato (Pfalz).
Vittorio Barbieri
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