Ok, Zind-Humbrecht è
Zind-Humbrecht e forse non avrebbe bisogno di presentazioni, ma noi
non resistiamo alle presentazioni, quindi vi facciamo un brevissimo
racconto dell'azienda e soprattutto del vigneto protagonista oggi: il
Clos Windsbuhl di Hunawihr.
Nel Clos Windsbuhl |
L'AZIENDA
40 ettari tra Thann,
Hunahwir, Gueberschwir, Wintznenheim (dove fino a venti anni fa c'era
la cantina aziendale) e Turckheim, dove nel sito “Herrenweg”,
oltre alla struttura che ospita cantina, uffici e sala d'accoglienza
progettata da Yves Pircher lungo la strada che collega Colmar e
Turckheim, si trova il maggior nucleo vitato, di 18 ettari.
La sede aziendale in una foto di Stefano Pizzamiglio |
Le famiglie Zind e
Humbrecht producono vino da secoli, ma l'unione via matrimonio tra
Léonard Humbrecht e Geneviéve Zind nel 1959 porta alla nascita
dell'azienda nella forma che oggi conosciamo. Léonard Humbrecht ha
ormai ceduto le redini al figlio Olivier (aiutato dalla moglie
Margaret), comunque all'opera in azienda già dal 1989.
L'azienda ha iniziato le
prime sperimentazioni biodinamiche in vigna nel 1997 per inaugurare
formalmente il periodo di conversione in toto all'Agricoltura
Biodinamica l'anno successivo.
LA VIGNA
Windsbuhl è un lieu
dit situato appena fuori l'abitato di Hunahwir.
Il Clos Windsbuhl delimitato dal perimetro rosso, a sud ovest di Hunahwir |
Poco meno di 5,5 ettari
con vista sulla chiesa del villaggio, a 330-360 metri, altitudine
elevata per l'Alsazia. Per questo e per il microclima fresco e
“tardivo”, spesso è l'ultima parcella ad essere vendemmiata in
azienda. Ufficialmente non è un Grand Cru, anche se potenzialmente
(e spesso pure nella pratica) vale questo rango. Esposto a sud, sud
est, con pendenza dal 15% al 40%, è collocato tra i Grand Cru
Rosacker e Schoenenbourg e geologicamente è più simile al primo.
Suoli del giurassico di calcare conchilifero, ricchi d'argilla e
rocce calcaree in parte affioranti.
La teca dedicata al suolo del Clos, nella sala degustazione aziendale |
Citato per la prima volta
nel XIII secolo, ha assunto l'attuale configurazione nel 1760, epoca
in cui i vini di Windsbuhl erano tra i più cari e ricercati
d'Alsazia.
Oltre al riesling (0,9
ettari con età media di 35 anni) ci sono anche parcelle di pinot
gris, in realtà il vitigno più rappresentato, gewurtraminer e
chardonnay.
Zind-Humbrecht ha
acquisito l'intero Clos Windsbuhl (che dunque è un monopole)
nel 1987, effettuando la prima vinificazione l'anno successivo.
L'ANNATA - 2009
Inverno secco e dal clima
mite, con temperature a tratti primaverili che hanno portato al
pianto delle gemme anticipato (intorno al 10 aprile). Caldo anche in
primavera, alla fine di maggio si è fatto notare il giorno più
caldo mai registrato nel corso di questo mese in Alsazia, con 37,5°.
Fioritura anticipata a
fine maggio nei siti più precoci (Herrenweg, accanto alla cantina),
ma a fine giugno un brusco cambio del clima ha rallentato la
fioritura nei siti più tardivi (Clos Windsbuhl compreso, in ritardo
di oltre due settimane rispetto a Herrenweg).
Giugno e luglio nella
norma, caldo con qualche pioggia ma senza eventi estremi, agosto
molto secco e caldo, settembre e ottobre (i due mesi in cui si è
vendemmiato) con bel tempo. Annata complessivamente calda, con uve
sane, buone maturità di frutto e acidità in media non molto alte.
Il microclima più fresco
del clos ha preservato l'eleganza del vino permettendo di
raccogliere uva pienamente matura e ricca di zuccheri, ma con pH
basso (non scontato in un'annata calda come questa).
La cantina, con le botti di legno termoregolate |
IL VINO
ALSACE RIESLING
CLOS WINDSBUHL 2009
Per orientare il
consumatore, dal 2001 l'azienda ha introdotto un indice di dolcezza
riportato in etichetta. Un numero da 1 a 5 dove 1 indica vini secchi
e 5 vini molto dolci, più o meno.
Questo è un Indice 2,
ovvero vino all'incirca (semi)secco, cioè con residuo zuccherino ben
presente (16 gr./l), ma non così avvertibile da considerarlo “vino
dolce”.
Affinamento sulle fecce
fino all'imbottigliamento, avvenuto nel mese di febbraio 2011.
Il naso sembra possa
ancora esprimersi e distendersi, ma già ora sprigiona sensazioni
eleganti, quasi delicate, che spaziano tra note marine, di gesso e
ghiaia, leggermente fumè ed altre che insistono su un frutto
agrumato (limone) quasi candito, poi uno sfondo mandorlato.
Il palato è oggi più
rivelatore e comunicativo: attacca avvolgente, grasso e pieno, si
sviluppa saldo e compatto per finire con buona lunghezza e slancio.
Unione riuscita tra frutto dolce accattivante e tensione gustativa,
con finale dove la rotondità del frutto e del residuo zuccherino si
incontra con un'acidità saporita e salata.
Vino stratificato,
leggibile su più livelli: facile e godibile per chi vuole coglierne
solo la superficie, affascinante e complesso per chi vuole andare più
in profondità godendone dei chiaroscuri (e in questo caso
consiglio l'attesa di un altro paio di anni prima di stappare).
Vittorio Barbieri
Nessun commento:
Posta un commento