Nel RieslinGarten è il
momento delle verticali di Riesling oltrepadani, a quanto pare.
Dopo Frecciarossa è la
volta di Monsupello, realtà che non significa solo Metodo Classico
(tra i migliori in Italia da pinot nero), perché nella marea di altre
etichette prodotte spicca un ottimo Riesling, tra i più sicuri ed
affidabili della zona.
Nei mesi scorsi ne
abbiamo già parlato un paio di volte, QUI del 2011 e QUI (vedi anche
per alcuni dettagli tecnici) del 2010, e ora torniamo sul tema grazie
alla disponibilità della famiglia Boatti (Laura e Pierangelo, figli
dello scomparso e indimenticato Carlo) e
di Marco Bertelegni che a metà maggio ha organizzato in azienda una
verticale di nove annate.
Folta e vivace la
compagnia che ci ha accompagnato nel piccolo-grande evento, divisa
tra produttori oltrepadani/piacentini (Giulio Fiamberti, Stefano
Calatroni e Stefano Pizzamiglio), giornalisti (Francesco Beghi) e persone che "per qualche motivo vengono talvolta invitate, senza che nessuno capisca bene quale sia"
(Roger Marchi).
Riesling di Monsupello,
dunque, un vino che negli anni è andato via via costruendo la
propria personalità. Da “bianco del
venerdì”, come veniva chiamato in famiglia dai Boatti, cioè
classico e semplice bianco da pesce a base riesling italico degli
anni '70, a vino con percentuali sempre maggiori di renano (dal 2000
unico vitigno presente) progettato in vigna e in cantina per reggere
negli anni, grazie anche alle intuizioni di Pierangelo Boatti, e per
farsi sempre più vino della domenica, delle grandi occasioni. Nel
2006 arriva Marco Bertelegni (attualmente
direttore tecnico), che dal 2010 inizia a lasciare con più decisione la propria impronta in un ideale
proseguimento del lungo percorso tracciato dai Boatti.
Note non secondarie: dal
2011 è in produzione una vigna di fondovalle a Redavalle, che si
affianca agli storici vigneti di Torricella Verzate e Oliva Gessi;
dal 2008 al 2010 parte dell'uva è provenuta da una vigna di
Montalto.
1996
Unica
annata in degustazione contenente riesling italico.
Colore oro carico che
preannuncia un profilo decisamente terziario. Al naso complesse
sensazioni evolute “dolci”, candite, di pasticceria, miele e
confettura di susina; con i minuti emergono note di tamarindo. Il
finale, vivo e di buona freschezza, tiene, rilancia il vino e lo
rende piacevole, in assoluto e pure tenendo conto del fatto che probabilmente non
era stato pensato per lunghi affinamenti in bottiglia, ma per essere
bevuto subito, figlio di una concezione vitivinicola diversa da
quella che ha animato le annate successive.
2003
Profilo più fresco
rispetto alle attese (2003 praticamente ovunque annata torrida di
elevate concentrazioni alcoliche e basse acidità). Probabilmente un
po' carente in sfumature, semmai monolitico, il vino è solido e
integro, compatto, unendo da un lato polpa e peso, dall'altro discreto slancio
acido. Il naso oscilla tra lievi note dolci/vanigliate, di orzata e
sciroppo d'acero combinate a toni mandorlati e lievemente balsamici.
2004
L'annata preferita di
Pierangelo Boatti. Annata che in molti territori viene ricordata come
eccellente per condizioni climatiche e, spesso, per riuscita
enologica. E pure come parziale ritorno alla normalità delle
condizioni vendemmiali dopo gli estremi delle due annate precedenti
(2003 e 2002).
Qui il risultato è un
vino complesso e armonico, dallo sviluppo sciolto e sicuro, dove
frutto (agrumi) e mineralità vanno a braccetto. Bicchiere ben contrastato che unisce
polpa e sfumature.
2006
Annata calda, non
la più adatta per esaltare l'eleganza e la freschezza del riesling.
Dunque timbro più maturo e ossidativo già visibile dal colore,
profumi che, in piccolo, ricordano certe sensazioni del '96 (miele,
frutto candito) poi palato di buon peso, anche se sembra mancare la
freschezza dei vini precedenti.
2008
Qui il consueto tono
lievemente ossidativo di questi anni trova uno sviluppo piuttosto
intrigante.
Sotto (e dentro) quel
colore carico, quasi dorato, caldo, si agita un groviglio
affascinante: mineralità e frutto (agrumi quasi canditi) in tandem,
poi note di croccante alle nocciole. Palato vivo e fresco, con finale
sicuro, per un vino dal timbro sensuale e generoso.
2010
Prima annata con
Bertelegni alla guida tecnica. Aldilà dell'annata fresca di suo,
viene inaugurata un'altra, lieve, mutazione concettuale, dove lo
stile si fa più riduttivo, più fresco.
Colore che, a parte la
maggiore gioventù del vino rispetto alle annate degustate prima, si
schiarisce e raffredda, anticipando nitide note di pera e cedro,
sullo sfondo toni di frutta tropicale. Palato saldo e slanciato,
fresco e molto lungo, che promette ulteriori e luminosi futuri sviluppi.
2011
2011
Annata calda (come la
successiva 2012) che offre un vino dal frutto ampio, con palato largo
e pieno, ampio e polposo, ma con finale fresco e sapido. Un vino più
grosso e appena meno slanciato del precedente, ma capace di portare
con buona disinvoltura i propri muscoli.
2012
Naso di esuberanza
fruttata (melone), piacevole, che introduce a un carattere gustativo
fresco e diritto, incisivo, leggermente più “piccolo” del 2011,
più semplice e corto del 2010, ma molto gradevole e perfettamente in
linea con lo stile di questi ultimi anni.
2013
2013
Ecco, l'annata che uscirà
tra pochi mesi promette scintille grazie a uno sviluppo climatico
fresco adatto ad esaltare l'eleganza del vitigno. Aromi
comprensibilmente indietro nello sviluppo, ma già sufficientemente
espansivi, con note lievemente balsamiche, di pera e lime. Al momento
più rivelatrice la dinamica gustativa, di grande energia
acido-sapida, con struttura di grande vigore. E un bellissimo finale
di potenza sapida schioccante.
Vittorio Barbieri e Alberto Alfano
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