Continua il piccolo
viaggio tra le etichette a base Riesling più recenti nate nelle
terre langarole e roerine. Dopo Borgogno, Almondo.
Di Almondo abbiamo
già fatto cenno qui, ed ora è il momento di parlarne più in
dettaglio grazie all'assaggio dell'ultima annata del suo Riesling
prodotto nel roerino, in Piemonte.
Azienda da sempre a
conduzione famigliare, nata nel 1980 per volere di Domenico Almondo
che decide di iniziare a vinificare l'uva fino ad allora prodotta e venduta da suo
padre Giovanni (ancora oggi attivo nei vigneti aziendali insieme alla
moglie Teresina).
Ora Almondo produce circa
100.000 bottiglie (oltre la metà di Arneis) da 15 ettari a Montà
d'Alba.
In zona il bianco per
eccellenza è l'Arneis e questo non è esattamente un territorio noto
per gli eccellenti Riesling, ma Domenico ci ha creduto, ci crede e i
primi risultati iniziano ad arrivare.
Il vino deriva da un
vigneto piantato nel 2005 a 350-360 metri slm che, come dice il nome,
è particolarmente sassoso ed ha alta percentuale di sabbia. Dopo una
lenta fermentazione in acciaio a bassa temperatura e successivo
affinamento sulle fecce per circa 8 mesi in acciaio con frequenti
batonnage, nasce il "Sassi e Sabbia", la cui prima annata
risale al 2011.
Langhe Bianco "Sassi
e Sabbia" 2013 - Giovanni Almondo
Quest'anno solo 1.200
bottiglie prodotte, da uve in parte colpite da botrytis.
Al naso ananas, pera ed
erbe aromatiche, poi note di limone e lievemente balsamiche. Lo
sviluppo gustativo è solido e solo leggermente frenato dall'alcol,
nitido, succoso e teso. Buona combinazione tra ricchezza/polpa da un
lato e tensione/freschezza dall'altro.
Tutto bene, dunque? Sì,
anche se c'è l'impressione che l'insieme sia ancora compresso e
accennato, oggi parzialmente espresso, come dovesse ancora trovare
piena apertura e il vino, seppur piacevole, stesse vivendo una fase
di gioventù (come è giusto che sia vista l'annata molto recente).
Vino riuscito e già ora
molto godibile, dunque, ma diamogli almeno un altro paio di anni per
un'ulteriore e più completa valutazione.
Vittorio Barbieri
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