ONAV Piacenza e RieslinGarten
tornano ad incrociare le rispettive strade a distanza di un paio di anni. Dopo
la serata alla Cascinotta nel 2013 (vedi qui) per un’introduzione generale al
tema, questa volta, a Piacenza, si è parlato più che altro di Mosella e
degustato esclusivamente Mosella. Un mondo che, nonostante da diversi anni
ormai veda bottiglie e produttori di spessore importati in Italia, resta pur
sempre un oggetto misterioso per molti appassionati, un pianeta strano, ma accogliente,
da scoprire passo dopo passo.
Bella partecipazione di pubblico
(degustatori ONAV, produttori, appassionati), organizzazione impeccabile ed una
sequenza di sette vini provenienti dai più rappresentativi siti della Media
Mosella, il cuore dell’area, e da produttori di comprovato valore.
Di seguito il racconto dei vini
degustati. Un grazie a Luca Cannizzaro per le belle foto.
Wehlener Sonnenuhr
kabinett trocken 2012 - Kerpen
Unico vino trocken (secco) della serata, che ha il compito di far da ponte tra
il concetto di vino bianco così come lo intendiamo abitualmente dalle nostre
parti e così come lo intendono storicamente in Mosella.
Naso inizialmente un po’ chiuso,
ma che si apre subito su toni di mela verde e roccia per poi muoversi tra
sbuffi gassosi e note erbose. In bocca è tagliente e nervoso, verticale e un
po’ stretto, come fosse compresso e attorcigliato su sé stesso senza
ancora riuscire a trovare una distensione ariosa; finale leggermente
amarognolo. Ancora molto giovane (ha solo tre anni di vita), sprigiona
un’energia sapida vigorosa che è un invito a riprovarlo tra quattro-cinque
anni.
Erdener Treppchen
kabinett 2013 - Dr. Loosen
Primo kabinett con residuo
zuccherino della degustazione, didattico nel rappresentare la propria categoria.
Naso dove si alternano sensazioni di frutto (pesca, pera, agrumi) e minerali,
con una vaga componente affumicata.
Bocca sottile dove gli equilibri
tra acidità, zuccheri e alcol non sono ancora perfettamente compiuti, ma
riescono a costruire un’impalcatura semplice già di buona gradevolezza.
Bernkasteler Doctor kabinett 2013 - Dr. Thanisch/Erben Thanisch
Secondo kabinett 2013 degustato e
primo picco della serata. Si sale di tono, di peso e di complessità, emerge la
potenza del Doctor. Colore più carico e, in generale, una concentrazione quasi
da spätlese.
Gli aromi spaziano da note di
frutti gialli (pesca, albicocca e ananas) quasi in confettura a sfumature
“dolci” (miele, mandorla). Palato in bilico tra frutto e mineralità, ricco e
polposo, profondo grazie al contrasto tra dolcezza e tensione acido-sapida.
L’ariosa potenza quasi
tropicaleggiante del Goldtröpfchen
si esprime nei toni di confettura di pesca, mango e susina gialla. Palato
avvolgente, grasso e tondo, con retrogusto di zenzero che ravviva il finale.
Nel complesso, come per molti altri vini della stessa annata prodotti in zona,
un vino più spostato sul versante della maturità e della grassezza, con acidità
relativamente contenuta.
Graacher Domprobst spätlese
2001 - Von Kesselstatt
Altro picco della serata. Profilo
snello ed elegante, forse più in bocca che al naso, dove il frutto in
confettura (anche lievi sensazioni di rabarbaro) e le erbe secche (timo) creano
comunque un quadro di gradevoli sfumature terziarie.
Palato di grande bevibilità:
sviluppo continuo e regolare, ben contrastato, e finale deciso e sicuro, molto vivo, allungato da una acidità quasi
sferzante.
Erdener Treppchen spätlese
1994 - Meulenhof
Per molti il vino più sorprendente
della degustazione: 21 anni di vita racchiusi in un quadro che, a partire dal
colore, esprime gioventù ed energia.
Naso che alterna scie di
cherosene a toni di selce, camomilla e frutti gialli in confettura. Ampio e
fine, complesso. Il palato parte deciso, innervato dalla freschezza
acida, sembra quasi danzare sulle punte per poi sorprendere con un finale
deciso e compatto, fresco e ricco di propulsione, che lascia presagire
ulteriori, felici sviluppi negli anni a venire.
Per questo vino la serata non
inizia nel migliore dei modi: la prima bottiglia stappata delle tre disponibili
sa di tappo, potenziale segno di sventura. Le restanti due bottiglie sembrano
mostrare qualche differenza l’una dall’altra; nel mio bicchiere escono note di
frutto dolce-maturo tendente all’ossidativo, miele e qualche sensazione
fungina, quasi di muffa, poi caramella mu. Bocca piena, ma un po’ corta, come
tronca, intensa all’inizio, ma che non trova slancio nel finale dando
l’impressione di un vino dal carattere un po’ greve.
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