Breuer è un peso massimo del Rheingau.
Bernhard Breuer (papà dell'attuale titolare, Theresa) è stato tra i fondatori di Charta nel 1984, associazione che ha avuto un ruolo fondamentale nello scuotere l'allora sonnolenta regione, ma anche nello stimolare la discussione nazionale sul concetto di vino trocken, poi sfociata nell'odierna classificazione della V.D.P. e nella nascita dell'attuale “trockenwelle”, la nuova ondata dei vini secchi.
L'associazione aveva individuato nella tipologia trocken lo stile da perseguire, fissando standard rigidi per chiunque volesse farne parte. Proprio Breuer aveva iniziato a puntare sui trocken già alla fine degli anni '70, quando molti, al di fuori della Germania, pensavano che i Riesling del Rheingau (e tedeschi in genere) fossero esclusivamente con residuo zuccherino.
A partire dal 1987 Charta aveva dato vita ad una nuova designazione, Erstes Gewächs, sorta di Grand Cru equiparabili agli attuali Grosses Gewächs, e per questo aveva iniziato la ricerca dei migliori Lage del territorio insieme all'Istituto di Geisenheim. Le ricerche si erano concluse nel 1999, quando ormai l'esperienza CHARTA – e la trentina di aziende ad essa connessa - era confluita nella V.D.P., con circa un terzo dell'area regionale (1.132 ettari) classificato come Erstes Gewachs, un'area molto ampia che aveva causato le critiche di alcuni soci, Breuer in primis. Ma la strada verso la valorizzazione dei trocken ormai era tracciata.
A partire dal 1987 Charta aveva dato vita ad una nuova designazione, Erstes Gewächs, sorta di Grand Cru equiparabili agli attuali Grosses Gewächs, e per questo aveva iniziato la ricerca dei migliori Lage del territorio insieme all'Istituto di Geisenheim. Le ricerche si erano concluse nel 1999, quando ormai l'esperienza CHARTA – e la trentina di aziende ad essa connessa - era confluita nella V.D.P., con circa un terzo dell'area regionale (1.132 ettari) classificato come Erstes Gewachs, un'area molto ampia che aveva causato le critiche di alcuni soci, Breuer in primis. Ma la strada verso la valorizzazione dei trocken ormai era tracciata.
La cantina di Theresa Breuer, a Rudesheim |
Oggi Theresa Breuer gestisce con piglio saldo i 34 ettari di proprietà (81% riesling) che, insieme ad una % di uve acquistate, arrivano a sfornare ogni anno circa 250.000 bottiglie.
Tra i “Grand Cru” a disposizione, i Breuer possiedono 2.1 ettari nel Berg Roseneck (cioè “l'angolo delle rose”, più o meno, nome dato a questa collina nel XIII secolo per la storica presenza di rose selvatiche), esteso complessivamente per 30 ettari scarsi ad ovest di Rüdesheim con esposizione a sud e pendenze non particolarmente estreme (media del 35%, a tratti con declivi addirittura quasi pianeggianti). È compreso tra il Berg Schlossberg, il Berg Rottland (che si trovano sotto il “nostro” vigneto) ed il Drachenstein (più in alto, con microclima più fresco, un Cru meno quotato). Zona di vini ricchi, potenti ma eleganti, grazie a terreni più leggeri rispetto a quelli confinanti, in cui si alternano marne, loess e argilla con presenza di ardesia rossa e quarzo.
Berg Roseneck: dall'alto: mappa, vista parziale e dettaglio del suolo |
Berg Roseneck trocken 2006 – Breuer
Subito il naso si apre su toni che dal torroncino/croccante alle nocciole si ampliano a sensazioni agrumate di lime e di pesca matura, poi di lieve idrocarburo per arrivare, dopo opportuna ossigenazione nel bicchiere, a note leggermente fumé di cenere. Il palato è ricco e ben articolato, con lievissimo residuo zuccherino che allarga l'ingresso di bocca e lascia presto spazio alla freschezza acido-sapida, ancora viva e tesa. Il peso ed il volume ci sono, ma ben supportati da una struttura saporita che invita al secondo bicchiere.
Bottiglia entrata nel suo apice espressivo e che probabilmente vi resterà ancora per almeno tre-quattro anni.
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