Succede che anche i
giardinieri si sposino rinunciando all'invidiabile (?) status di
scapolo e che, prima della fatidica data, vogliano bersi un bicchiere
(ok, qualcuno in più...) in buona compagnia.
Così, visto l'imminente
sposalizio di uno dei due, insieme ad alcuni amici i giardinieri si
son ritrovati alla Taverna del Gusto di Piacenza per una bicchierata
a base di vecchi Riesling della Mosella.
La Taverna del Gusto di
Andrea Libè (aiutato dai due insostituibili bracci destri, Raffaella
Pinotti e Sergio Libè) è un posto dove, fino a pochi anni fa,
c'erano in carta oltre 50 Riesling di varia provenienza. Ora le
referenze rieslingose sono “solo” 40, ma la Taverna resta un
approdo più che sicuro per provare non solo Riesling, soprattutto
tedeschi e altoatesini, ma anche Champagne, Barolo, vini di Borgogna
e pure piacentini, per dire, il tutto abbinato ai migliori salumi e
formaggi italiani. Tutto ciò di cui una persona normale ha bisogno
per vivere un'esistenza serena, insomma.
I VINI
Buona parte delle
bottiglie assaggiate sono importate da Teatro del Vino, che ha
scovato rari flaconi di aziende non più esistenti, fantasmi viventi
che ci hanno fatto compiere un viaggio negli anni '80 e '90 tra vigne
mitiche ed altre di secondo piano.
Il tutto è stato
accompagnato da pane, burro e acciughe (del Cantabrico) e da crostini
con lardo di Colonnata.
Alcune foto sono state scattate dalla Taverna del Gusto.
Erdener Treppchen
spatlese 1992 – Meulenhof
QUI
avevamo fatto cenno a questo Cru, che in alcune parcelle confinanti con
l'Erdener Pralat vale l'ipotetico rango di Grand Cru, ma che lungo la sua ampia estensione ha alti e bassi qualitativi.
Meulenhof è una delle
realtà più antiche in zona, esiste infatti dal 13° secolo.
La famiglia Justen è
entrata in azienda via matrimonio nel 1919 (prima di allora la
proprietà era di un ramo della famiglia Schmitges). Dal 1990 è
Stefan Justen a gestire i vigneti nei Cru: Urziger Wurzgarten,
Erdener Treppchen ed Erdener Pralat, dove l'azienda vanta da
generazioni una piccola e preziosa parcella di 500 mq nella parte
allargata del Cru, con vigne di circa 80 anni.
Bel colore, ancora
giovanile, che introduce a un profilo di accattivante e integra
semplicità. Ecco, con Meulenhof si va sempre sul sicuro: difficile
trovare bottiglie straordinarie, molto più facile trovarne di
livello medio-alto e sempre a buoni prezzi. Una garanzia.
Qui il frutto esprime
una freschezza (relativa) che si spinge quasi fin verso note
leggermente verdi/vegetali, per lasciare poi spazio alla confettura
di susina gialla e agli idrocarburi. Palato che si sviluppa con buona
propulsione e piacevolezza.
Urziger Wurzgarten
auslese 1990 – Reinhold Oster
Del
“Giardino delle spezie di Urzig” abbiamo già parlato QUI. Per la
prima volta, invece, parliamo di questa azienda.
Dopo
la morte di Reinhold Oster nel 2005, i 5 ettari di vigne tra Urzig ed
Erden che costituivano l'azienda erano stati prima ceduti in affitto
a S.A. Prum e, in seguito, a Monchof e a J.J. Christoffel Erben,
mentre dall'inizio di quest'anno sono state acquistate da Markus
Molitor.
All'epoca
il 1990 è stata definita come la miglior annata dal 1971, per frutto
e acidità ben combinati.
Nel complesso il
frutto maturo e il peso, la rotondità, hanno la meglio
sul lato fresco, ma senza perdere troppo in vitalità. Naso con
sensazioni fumè, poi speziate e di cioccolato bianco; attacco al
palato ricco, lì per lì opulento e quasi oleoso, che progredisce
recuperando slancio nel finale.
Neumagen è un paesino
stretto tra Trittenheim e Piesport, nella Mosella Centrale, in
pratica appena prima che inizi la fascia collinare di maggiore
pregio. In questo villaggio gode di ottima considerazione il Cru
“Rosengartchen”, mentre il Laudamusberg (esteso per 38 ettari) è
considerata vigna di importanza secondaria.
Annata
di difficile gestione causa condizioni meteorologiche, tanta
Botrytis, ma non tutta buona, concentrazioni e maturità non troppo
elevate.
Primo impatto agrumato
(pompelmo e cedro), timbro citrino fin dal naso, confermato da un
palato diritto dalla spiccata freschezza. Sensazioni dunque vive,
schioccanti e dolcezza contenuta che accentuano la facilità di beva.
Profilo di sobria austerità, poco generoso, quasi magro rispetto al
precedente, tutto giocato sulla freschezza e con una buona sapidità
finale che ripulisce il palato.
Per chi ama il genere
(come noi) una bottiglia da cercare.
Wehlener Sonnenuhr
auslese 1995 GK – J.J. Prum
Con J.J. Prum ed il
Wehlener Sonnenuhr abbiamo inaugurato il RieslinGarten proprio QUI,
ma mai, fino ad ora, avevamo scritto di una Gold Kapsel, o GK,
categoria speciale che indica una selezione della selezione dei
migliori vigneti (in genere con raccolta tardiva in presenza di
Botrytis), contrassegnata da una capsula dorata che sigilla la
bottiglia.
Annata di estratti
importanti e di Botrytis, il 1995, di potenza e complessità (dalle
vigne di Wehlen Prum ha raccolto solo uva dalla categoria auslese in
su).
Si cambia passo, altra
categoria. Nel senso che, oltre ad essere molto buono, è proprio un' altra tipologia di vino. Si entra nel mondo dei grandi
vini da meditazione europei.
Grande impatto
olfattivo dove spiccano lo zafferano e la confettura di albicocca,
più che gli idrocarburi, generosità e polpa, insomma, con una
sfumatura quasi iodata tra le righe.
Il naso si apre mostrando la
complessità di cui è dotato, tendendo a sprigionare comunque sempre
note “dolci”, anche di miele e pasta di mandorle. Palato potente
e persistente, di peso e concentrazione (e zuccheri) ma ravvivato
dall'acidità e, ebbene sì, da un'ancora percettibile carbonica che
pizzica il palato.
Vittorio Barbieri
Nessun commento:
Posta un commento