giovedì 17 ottobre 2013

PICCOLA SCUOLA DI GIARDINAGGIO

Il RieslinGarten per una volta prova a darsi alla didattica organizzando, insieme all'ONAV Piacenza, una serata dedicata al Riesling (ma và?).
Il tutto grazie alla complicità della Cascinotta di Rizzolo, azienda Biologica del piacentino che non produce Riesling ma, per ora, solo rossi fermi. E dove uno dei due giardinieri, quello con gli occhiali, passa la maggior parte delle sue ore diurne guadagnandosi da vivere.
 
 
L'idea, visto il taglio didattico, era quella di compiere un breve viaggio tra diversi territori di produzione della nostra varietà preferita, spaziando in aree europee, guardando e commentando insieme foto di vigneti, toccando letteralmente con mano l'ardesia e le rocce vulcaniche dei Cru moselliani e soprattutto degustando buoni vini. Il tutto accompagnato da alcuni assaggi di preparazioni semplici ma gustose e, in generale, adatte all'abbinamento con i vini proposti: pane, burro e alici; torta di patate (un classico della piacentina Val Nure); polenta fritta con salmone; polenta fritta con caciotta fresca.
 
Saletta e, di conseguenza, utenza dai numeri confidenziali per facilitare la comunicazione diretta, stufa a legna accesa per riscaldare una serata fredda, cinque Riesling italiani e tedeschi in un percorso pensato per evidenziare le differenze territoriali.

 
Partenza con il Riesling 2010 di Monsupello, già raccontato QUI, nitido e fruttato, con scie minerali che si inseriscono in un profilo che alterna tratti grassi e quasi caldi ad altri, vedi il bel finale, sapidi e freschi. Nel complesso una impeccabile precisione esecutiva, per uno dei migliori Riesling oltrepadani.

 
Già con il successivo Riesling, il Kaiton 2010 di Kuenhof (a proposito, ne riparleremo grazie a una verticale che gli dedicheremo presto), ci si sposta su un versante dove il frutto lascia in parte spazio a speziature e mineralità più accentuate, anche a sensazioni quasi verdi, poi agrumate, e a un palato diritto e affilato con lieve carbonica a ravvivare la struttura, salato, energico e propulsivo. Complesso e ancora giovane.
 
 
Il salto in Germania avviene grazie al Wehlener Sonnenuhr spatlese Alte Reben trocken 2010 di Kerpen, valido e affidabilissimo produttore di Wehlen qui alle prese con alcune delle sue vigne più vecchie (Alte Reben=Vecchie Vigne). Ed è anche un salto tipologico importante. Colore più carico dei precedenti, naso che vira verso sensazioni di frutti gialli (albicocca) in confettura, ananas, cedro, lieve Botrytis; attacco polposo amplificato dal frutto maturo e dall'appena accennata dolcezza (è un trocken, con meno di 9 grammi/litro di zuccheri residui), finale sapido e vivo che rinfresca la struttura importante e il 13% di alcol.
 
 
L'ulteriore salto avviene grazie a due esempi dell'Old Style (di cui QUI avevamo già parlato), non solo perché si parla di vecchie annate, ma anche perché si parla della tipologia classica della Media Mosella, con alcol intorno all'8%, acidità molto alta e zuccheri ben presenti.
L'Erdener Treppchen spatlese 1992 di Meulenhof ancora una volta si conferma paradigmatico nella sua mirabile semplicità e nell'armonia di incastri ed equilibrismi tra alcol, zuccheri e acidità, con un colore che si stenta, da quanto è giovanile, ad associare ad un vino più che ventenne. Grande bevibilità.

 
L'Urziger Wurzgarten auslese 1990 di Oster, il vino più complesso della serata, è un ponte di passaggio verso tipologie più “dolci”. Naso terziarizzato che esplora sensazioni di frutta gialla matura e cedro candito, spezie e zafferano quasi con opulenza, per poi svilupparsi in un palato lì per lì ricco e rotondo, ma misurato e ancora fresco, dolce ma non troppo, scorrevole.

 
Oltre a nuovi approfondimenti moselliani in novembre, nelle prossime settimane il RieslinGarten dedicherà spazio all'Alto Adige: verticale di Kaiton e Giornate del Riesling di Naturno.
 
Vittorio Barbieri

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