venerdì 2 febbraio 2018

ENOLAB MONZA/3

Terza tappa del viaggio nei territori del Riesling (qui e qui le prime due tappe) in svolgimento a Monza grazie alla locale delegazione di ONAV. Si va in Alsazia, che ancora si porta sul groppone lo stereotipo duro, durissimo a morire di terra di vini morbidi e piacioni, ma che in realtà sa esprimere valori assoluti attraverso vini profondi e molto complessi, con o senza residuo zuccherino, aldilà di ogni tentativo di catalogazione.
A seguire il racconto dell'itinerario emotivo e didattico dei 7 vini che ho scelto per raccontare l'Alsazia.



SCHLOSSBERG G.C. 2016 – Albert Mann
Apertura della serata con un vino in bottiglia da pochi mesi che inevitabilmente esprime gioventù da tutti i pori. All'olfatto per ora si limita – per modo di dire – a toni, nitidi e precisi, di glicine, mela ed agrumi (limone, bergamotto); palato fresco e ancora compresso (l'annata si fa sentire) deciso e teso, con finale lungo. Elegante, di medio peso, molto piacevole, da riprovare tra un paio di anni.


SCHOENENBOURG G.C. 2013 – Meyer Fonné
Cambio di Cru, si inizia anche ad andare indietro nel tempo. Profilo olfattivo che alterna cenni di frutta polposa a toni freschi: arancia (succo e buccia), pesca bianca, poi selce, lievi idrocarburi e accenni speziati. La bocca attacca abbastanza grassa, ha struttura e peso, ma progredisce e finisce con deciso slancio salino e acido. Un vino di razza.


SCHOENENBOURG G.C. 2012 – Bott Geyl
Ancora Schoenenbourg, ma annata più calda e interpretazione in stile ossidativo. Vino che esce dai canoni dell'ortodossia enologica, ma senza cadere in ciò che la stessa definisce “difetto” ed in cui la fermentazione spontanea unita al basso dosaggio di solforosa “apre” il vino su note di fieno, paglia, erbe e fiori secchi, cotognata. Un'espressione rustica e potente del Cru, con tanta sapidità a sostenere una bocca piena e ampia.



CUVÈE FREDERIC-EMILE 2009 – Trimbach
A seguire una mini-verticale del “secondo” Riesling di Trimbach, dai GC Geisberg e Osterberg di Ribeauvillé. Si inizia con il 2009, annata calda, che rimanda a sensazioni evolutive leggermente fumé, di croccante alle mandorle e di caramella mu con cenni di zabaione; la bocca è ricca e potente, accogliente, parte larga ma finisce con slancio e vigore in un finale molto saldo.

CUVÈE FREDERIC-EMILE 2008 – Trimbach
Un fuoriclasse assoluto che si conferma in grandissima forma. Agrumato e pepato, è vino di grande complessità ancora incredibilmente giovane. Così come il 2009 è (apparentemente) pronto e senz'altro più aperto, così questo è roccioso, diritto ed essenziale, ancora in un punto iniziale del proprio sviluppo. Struttura importante snellita da una acidità decisa e sferzante che lo rinfresca e ne amplifica la persistenza. Luminoso e guizzante.


CLOS WINDBUHL 2009 – Zind Humbrecht
La chiusura della serata è dedicata a due diversi Cru di Zind-Humbrecht.
Annata calda, il 2009, per il Cru più tardivo di ZH. Naso con toni di croccante, ma pure frutti bianchi, agrumi, ciottoli di fiume e qualche sfumatura balsamica. Mix di tonalità chiaroscurali, tra maturità e freschezza: complesso e cangiante. Attacco di bocca ampio, sviluppo preciso e sciolto, elegante e salato, con residuo zuccherino molto ben integrato. Mix di potenza ed eleganza.


BRAND G.C. VIELLES VIGNES 2011 – Zind Humbrecht
Dalla sezione del GC Brand nota come Schneckelbourg, un vino giocato su grassezza, possanza ed accenni surmaturi; 18 gr/l di zuccheri ben fusi nella struttura, ma anche il dubbio che il vino sia in una fase di inquietudine e chiusura o che forse, semplicemente, le bottiglie di stasera non siano particolarmente felici. Il naso apre su toni leggermente caseosi e di solvente, senza raggiungere lo slancio generoso e solare trovato in precedenti assaggi. Resta un palato dallo sviluppo ampio, saldo e molto lungo, per niente pesante e reso dinamico dalla salinità che emerge nel finale.


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