Si è chiusa la bella esperienza dell'Enolaboratorio Riesling, fatto e pensato insieme ad Onav Monza. Prima di tutto un grande grazie a Daniela Guiducci, a tutta la delegazione ed ai partecipanti, che hanno reso possibile questo variopinto (e, spero, per alcuni sorprendente) viaggio virtuale nei meandri del Riesling.
Nell'ultima tappa siamo andati a spasso nel tempo - dal 2004 al 1985 - e nello spazio, girovagando tra Rheingau, Alsazia e soprattutto Mosella. Tre vini secchi per iniziare, cinque con residuo zuccherino per terminare: il Riesling alle prese con le sue proverbiali longevità ed evoluzioni.
Wintricher spatlese trocken 2001 – Molitor Rosenkreuz
Dalla Mosella Centrale un vino elegante e sottile, fresco.
Naso fine e complesso, in bocca più agilità che muscoli, fila via che è un piacere senza riverberarsi con grande persistenza, ma dove perde in lunghezza guadagna in bevibilità. A livello aromatico regala uno sviluppo cangiante tra lievi idrocarburi, polvere da sparo, selce, erbe aromatiche secche, pesca, cedro e toni fumè. Beverino e complesso.
Winkeler Jesuitengarten trocken 1997 – Wegeler
Ci si sposta in Rheingau, in una vigna “bassa” e precoce attaccata al Reno, con un vino caldo e generoso, già nel colore dorato, poi negli aromi di frutti gialli (tropicali e non, ananas e albicocca) e pasta di mandorla; dopo lunga ossigenazione escono leggere note di solvente; la bocca attacca grassa, ma si sviluppa salda e compatta finendo con buono slancio.
Moenchberg G.C. Vielles Vignes 1986 – Gresser
Alsazia, Basso Reno, uno dei due vini più datati della serata. Partenza con toni fortemente affumicati che evolvono in note di fiori secchi, croccante alla nocciola, chewing gum e asfalto; palato che scalcia e sgomita con acidità viva e non ancora perfettamente integrata (e forse mai lo sarà). Secco, molto secco, ha un carattere di profonda ed ispida eleganza terziaria.
Wehlener Sonnenuhr spatlese 1998 – Baumler Becker
Da un'azienda che ha chiuso i battenti anni fa, il primo vino con residuo zuccherino di stasera. Torniamo nella Mosella Centrale (gli ultimi cinque vini, a parte il successivo, provengono da qui) con una bottiglia gradevole e quasi didascalica al palato, nel suo dolce-non dolce molto ben risolto: un peso medio beverino e armonico. Il naso è un po' semplice, tra frutta in confettura e fiori che con il tempo non trovano grande evoluzione, ma la bocca, vicina al priorio apice, incede con scioltezza invidiabile.
Saarburger Rausch spatlese 1999 (9-00, vino d'asta) – Geltz Zilliken
Un mito della Saar, Zilliken, ed un vino che fu presentato all'asta della V.D.P. nel 2000.
Una selezione di spatlese che spinge sul lato polposo e dolce (quasi un'auslese), sia al naso, un tripudio di agrumi canditi (cedro su tutti), sia in bocca, dove il vino si mostra ampio, ricco e potente, ancora spostato sul lato dolce, seppure molto preciso ed equilibrato dalla grande sapidità.
Urziger Wurzgarten spatlese 1994 – Markus Molitor
Spatlese di eccellente riuscita, complesso e in equilibrio, molto ben fatto. Finezza d'idrocarburi, frutto, confettura di rabarbaro, camomilla; il palato è ricco, il residuo zuccherino si è fuso alla perfezione con la struttura, articolata e multidimensionale. Eleganza e potenza racchiuse in un unico calice.
Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 – J.J. Prum
La quintessenza della Mosella Centrale, sintesi di eleganza aerea ed austera. Impatto chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree); esce alla chetichella nelle sue note di confetture, infuso di camomilla e idrocarburi per svelarsi in tutta la sua eleganza. Palato di grandissima finezza, molto “classico”.
Urziger Wurzgarten auslese 1985 – Benedict Loosen Erben
Chiusura della serata e del corso con un'auslese di armonia esemplare. Naso di frutti gialli in confettura, fumo, zenzero, molto “Wurzgarten”. Struttura gustativa piena, elegante con nervosa chiusura agrumata. Vino completo, piacevolmente pronto (nel proprio apice espressivo) ma che darà ancora soddisfazioni negli anni.
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