Ogni tanto è doveroso stappare uno dei piccoli monumenti al tempo che Schmitt-Wagner ci ha consegnato negli ultimi decenni e di cui ho scritto spesso nella breve storia del RieslinGarten (vedi qui, ad esempio). È doveroso, ma soprattutto è un piacere. E allora, approfittando di un pranzo al Ristorante del Voltone di Castell'Arquato (Pc), che qualche raro flacone di Carl Schmitt-Wagner ancora conserva, si è stappata una bottiglia.
Nonostante la fama non eccelsa della vendemmia 1981, l'occhio - mentre scruta la carta - balza proprio ad una spätlese di quel millesimo, il più vecchio tra quelli presenti in carta. Proviamola.
1981 dicevo, in Mosella non una grande annata. Tanta pioggia e difficoltà di maturazione delle uve, ricche di acidità e che hanno permesso di ottenere vini sottili ed austeri (persino scontrosi a volte), anche longevi, ma nel complesso magri e senza particolare complessità. Le eccezioni per fortuna non sono mancate.
Perimetrato in rosso, il Longuicher Maximiner Herrenberg |
Longuicher Maximiner Herrenberg spätlese 1981 – Carl Schmitt Wagner
Da una vigna che all'epoca aveva 85 anni (piantata su piede franco nel 1896), il vino si apre sulle note olfattive che domineranno per tutto il corso della degustazione, giocate soprattutto su sensazioni di frutto. Frutto in confettura (cedro, susina), ma anche spezie, zafferano, rabarbaro. Frutto e spezie, comunque, più che idrocarburo e mineralità.
Il palato offre una dolcezza relativamente contenuta, armonica, con acidità matura che regge bene la struttura. Sapidità e acidità concorrono per creare una spina dorsale di buona tenuta, anche se in bocca manca forse lo sprint del fuoriclasse vero (e per questo una temperatura di servizio bassa – 10°-11° - può giovare a rinfrescare il sorso).
37 anni portati bene, esito felice (una delle eccezioni di cui sopra) di una vendemmia per il resto non indimenticabile nella Mosella Centrale.
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