Storico
peso massimo del Pfalz lato Mittel Haardt, Dr. Von Basserman-Jordan è
una delle tre “B” (le altre sono Dr. Bürklin-Wolf
e Von Buhl), un tempo le uniche, o quasi, aziende del Pfalz ad essere
conosciute al di fuori dei confini nazionali.
Non è nuovo su queste pagine, ne avevamo già parlato QUI e QUI.
Non è nuovo su queste pagine, ne avevamo già parlato QUI e QUI.
Attiva
dal XVIII secolo (ma l'avvento del
doppio cognome risale al 1883 e il nobiliare “von” compare nel
1917) con uomini che hanno fatto la storia del vino tedesco,
l'azienda ha sede a Deidesheim, ma a Niederkirchen, dove siamo stati
ospitati, si trova una delle due cantine di lavorazione, una è per
le uve certificate “Bio”, l'altra per quelle provenienti da
agricoltura convenzionale.
46
ettari di proprietà con certificazione Biologica in alcuni tra i
principali Lage della zona, con suoli provenienti da antiche colate
laviche, più uve acquistate da altri 30 ettari per un totale di
circa 450.000 bottiglie medie annue.
Dopo
la morte del proprietario Achim Niederberger nell'estate 2013,
l'azienda si è trovata a fronteggiare una situazione delicata, ma la
produzione è tuttora saldamente nelle mani del mitico Ulrich Mell
detto Uli, direttore tecnico dal 1996, coadiuvato da Dominik Leyrer
in azienda ormai dal 2006.
Uli |
Dopo
che fino al 1996 veniva prodotto solo Riesling, attualmente l'85% dei
vigneti vede la presenza del nostro vitigno preferito, interpretato
in diverse linee tuttora vestite con le bellissime etichette
storiche, in parte ottocentesche, in parte di inizio '900.
Da sinistra: etichetta dei vini con residuo, etichetta dei Riesling secchi, etichetta delle "borgognotte" |
La
continua tensione alla sperimentazione coinvolge vitigni (es.
goldmuskateller), contenitori (vasche di cemento non vetrificate,
anfore spagnole per prove a base pinot grigio e gewurztraminer) e
tecniche di vinificazione (macerazioni sulle bucce, in anfora e non),
ma anche la gestione della vigna, dove da tempo l'azienda segue il
calendario di Maria Thun e mette in pratica i concetti della
Biodinamica.
Dominik e le anfore |
In
cantina prevalentemente acciaio e botti di legno da 13 o 26
ettolitri, poi barriques e tonneaux. Fermentazioni con lievi indigeni
e/o selezionati a seconda delle situazioni, delle annate, dei vini.
Abbiamo
avuto il privilegio di assaggiare alcune vasche dell'annata 2013,
vendemmia breve, convulsa e complicata a causa del clima, iniziata,
per il Riesling, nella seconda settimana di ottobre e che ha portato
a rese basse e a vini nervosi con acidità spiccate.
Abbiamo
provato anche tanto altro, vasche e botti di Pinot Bianco, Sauvignon,
Gewurztraminer, Moscato Giallo, Pinot Nero e, durante il pranzo “al
sacco” nella sala-macchine della cantina con Uli e Dominik, il vino
in anfora e il Riesling Ancestrale 2011, non in commercio, da uve del
Hohenmorgen: una barrique frutto di fermentazione spontanea con
residuo zuccherino di 20 gr./l.
Ma
qui ci concentreremo sui Riesling destinati al commercio.
Dai
“Village” (i cosiddetti “Ortswein” secondo la classificazione
del VDP, battezzati con il nome del villaggio di provenienza), ai
Premier Cru (Erste Lage) e ai Grand Cru (Grosses Gewachs).
Tutti
i vini assaggiati sono trocken, secchi.
ORTSWEIN
Deidesheim
Dall'Hergottsacker.
Stile
kabinett trocken. Succoso e fruttato, struttura decisa e nervosa,
finale amarognolo.
Ruppertsberg
Dal
Reiterpfad.
Appena
meno potente del precedente, leggermente più morbido e gentile.
Sviluppo lineare con finale floreale e acidità ben integrata.
Forst
Dallo
Stift.
Il
più minerale tra i “Village” assaggiati: note di grafite, poi
quasi terrose. Buona complessità, scie agrumate nel finale preciso
ed efficace.
ERSTE
LAGE
Forster
Ungeheuer Ziegler (due campioni da contenitori diversi)
Da
una parcella (chiamata “Ziegler”) del celeberrimo Ungeheuer.
Ampiezza
fruttata (tropicale) e floreale, buona complessità gustativa con
dinamica articolata e sfaccettata.
Lo
stesso vino prelevato da una botte da 13 Hl mostra un frutto che si
spinge su un versante più pieno, rotondo e cremoso rispetto
all'esemplare in acciaio.
Deidesheimer
Kieselberg
Da
suoli ghiaiosi. Frutto agrumato, mineralità, freschezza e
articolazione sapida, quasi salata.
GROSSE
LAGE – GROSSES GEWACHS
Hohenmorgen
Da
Deidesheim. Vigna di circa tre ettari per due terzi di proprietà di
Basserman, con suoli argillo-sabbiosi e di arenaria rossa.
Respiro
fruttato (pesca e sfumature quasi tropicali) caratteristico del Lage,
cenni floreali e speziati. Palato molto succoso e preciso, cremoso,
struttura ricca e lunga.
Jesuitengarten
Da
Forst. Il “Giardino dei Gesuiti” (queste terre erano di proprietà
del Monastero Gesuita di Neustadt) presenta suoli argillo-sabbiosi
con presenza di alterazioni basaltiche e tratti leggermente limosi.
Jesuitengarten |
Peso, polpa e ricchezza, ma anche tanta articolazione e profondità. Austera eleganza agrumata e fruttata, acidità vivida con finale succulento e rinfrescante.
Ungeheuer
(3 campioni da contenitori diversi)
Da
Forst. Cru di 40 ettari parzialmente confinante con il Jesuitengarten: suolo di basalto scuro nerastro, arenaria
rossa, argille sabbiose e calcare. “Hungeheuer” significa
“mostro” e deriva dal poco rassicurante nome di un segretario
comunale locale del '600.
Il
campione della botte da 13 ettolitri esibisce un frutto aperto,
intenso e disteso (pesca, lime, mango), grassezza, profondità e
dinamismo.
Il
campione del tonneau nuovo ha un colore più carico con note di cera
d'api e di vaniglia, mentre il campione del tonneau usato ha un
profilo elegante e misurato, finemente strutturato, compatto.
Vittorio Barbieri
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