Palazzo Corsini è un gran bel palazzo fiorentino seicentesco. Inizialmente
qui c'era un “casino” (nel senso di piccola casa signorile...),
nel tempo sono stati costruiti altri edifici ed oggi chi dovesse
visitare questi luoghi avrebbe la fortuna di aggirarsi in saloni e
salette, salire e scendere dal magnifico scalone monumentale,
passeggiare nel giardino all’italiana e ammirare un po' distratto
quadri e affreschi del '600 in un contesto sfarzoso e imponente.
Qui, lo
scorso 13 maggio, si è tenuta la prima tappa del Riesling On Tour
italiano, organizzata dalla prestigiosa rivista tedesca di
enogastronomia Der Feinschmecker con il supporto di Thurner PM (che ci ha fornito le foto).
Madaleine Jakits di Der Feinschmecker |
L’occasione
per noi giardinieri era molto ghiotta, di quelle da non perdere. Così
ci siamo permessi il lusso di un pomeriggio fiorentino, con tanto di
spettacolare giornata primaverile di contorno (una rarità, visto il
clima delle ultime settimane), all’insegna del nostro nettare
preferito.
In
programma, oltre alle degustazioni libere presso i banchetti dove i
25 produttori erano presenti di persona, due seminari molto
interessanti. Siamo riusciti a seguire solo il primo, condotto da
Gian Luca Mazzella. Ahimè, ci siamo persi il seminario di Andrea
Gori.
Un momento delle degustazioni libere |
Nella
degustazione guidata da Mazzella i protagonisti erano dieci vini: una
coppia di annate per ciascuno dei cinque produttori presenti, una
recente e una più datata.
In realtà
per tutti l'annata più recente era la 2011, di belle, anzi,
bellissime speranze: qualcuno in Mosella l'ha paragonata alla 2007,
per la fioritura anticipata, la raccolta tardiva e le alte densità
zuccherine ben bilanciate dall'acidità.
I
produttori protagonisti della degustazione sono stati Donnhoff,
Bassermann-Jordan, Heymann-Lowenstein, Robert Weil e J.J. Prum.
Il seminario di Gian Luca Mazzella |
I VINI E
LE AZIENDE
La
storica tenuta di Helmut Donnhoff
si trova sulle ripide colline che costeggiano il fiume Nahe,
un affluente della Mosella, in una delle più piccole regioni
vitivinicole di Germania. Di Helmut Donnhoff (dal 1971, era 22enne,
alla guida dell'azienda, che oggi conta 25 ettari di vigneti), tra i
migliori bianchisti tedeschi e, forse, del mondo abbiamo assaggiato
il Riesling Dellchen 2011 e
il suo predecessore del 1997.
Il 2011
ha un attacco di naso molto fine, fresco e complesso, pur in assenza
di botrytis, dove prevalgono sensazioni floreali e note di pesca
bianca. In bocca, acidità e sapidità ben combinate con la struttura
e l'alcol, in armonia.
La
versione del 1997 ha invece una più immediata e netta
presenza di idrocarburi, che fa da apertura a un naso ampio, con note
tropicali e agrumate. La bocca è piena, ricca e con una piacevole
chiusura decisa e asciutta.
L’azienda Dr. von Bassermann-Jordan, di proprietà di Achim Niederberger, risiede in una delle zone viticole tedesche più calde, il Pfalz, che noi italiani conosciamo come Palatinato, a Deidesheim. Qui Niederberger possiede un’importante tenuta di circa 50 ettari su suoli provenienti da antiche colate laviche, con produzione seguita dall’enologo Ulrich Mell.
Il
Jesuitengarten Riesling trocken
Grosses Gewachs 2011 proviene
da un cru, un tempo di proprietà dei gesuiti, con una
estensione di 6 ettari a 170 metri sul livello del mare, su terre
argillose e gessose, con tratti leggermente limosi, classificato come
uno dei Grand Cru della zona. Il vino ha note calde, floreali, di
pesca quasi in confettura. In bocca predomina una acidità viva e
austera, violenta, ancora un po' slegata dalle altre componenti.
La
versione 2007
ha un naso complesso e un po' maturo, leggermente fumè, con lievi
note balsamiche. In bocca è ricco e polposo, apre e chiude con
decisione.
Heymann-Lowenstein
ci porta in Bassa Mosella, a
Winningen, in una vallata protetta dai freddi venti del nord. La zona
è caratterizzata da vigne ad alberello su ripidi pendii di ardesia
che riflettono i raggi del sole sugli acini e rilasciano calore
durante la notte.
Il
Riesling Roettgen 2011,
fermentato con lieviti indigeni, nasce
da un cru ricco di ossidi di ferro
con esposizione sud-sud est. Naso non prorompente, ma fine, pulito,
netto, con sentori di salvia, rosmarino, pesca, albicocca e
zafferano. La bocca è piena, con ottima acidità, agrumata e lunga,
e finale asciutto. Ottimo vino da pasto, di importante struttura.
Il
Roettgen ‘Alte Reben’ 2002 (annata tardiva caratterizzata da
temperature fresche) si apre su un naso complesso ed evoluto. Frutta
candita, zafferano, miele, sambuco, che contribuiscono a dare
un'idea di...grassezza fresca. Note zuccherine e polposità,
accentuate da toni mielosi, sono comunque in equilibrio con una
importante vena di acidità. Vino pieno e di sostanza, quasi
masticabile, ma slanciato.
Poi
l'accoppiata di Robert Weil proveniente
dalla vigna Grafenberg (17,5 ettari l'estensione del cru) di
Kiedrick, Rheingau. Wilhelm Weil ha una tenuta di circa 65 ettari,
dal 1981 parzialmente di proprietà di una multinazionale giapponese.
Il
Kiedrich Grafenberg Riesling
Spatlese 2011 ha potenti note dolci, tropicali al naso. La
bocca presenta un avvolgente residuo zuccherino ben equilibrato dalla
componente acida.
Ci sembra
però più piacevole e risolta l’annata
2001, che ha una squillante nota di idrocarburo, ampiezza e
sensazioni quasi di essenze (nel senso di legni) balsamiche, oltre
che di zafferano. In bocca residuo zuccherino meno evidente rispetto
al 2011. Acidità, freschezza e nerbo, per un palato dove risaltano
sensazioni di agrumi e zafferano affiancate a note più erbacee e
vegetali.
Chiudiamo in bellezza con J. J. Prum. Siamo in piena Mosella. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui.
Chiudiamo in bellezza con J. J. Prum. Siamo in piena Mosella. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui.
In
degustazione due Wehlener Sonnenuhr
Auslese Gold Kapsel, il 2011 e il mitico 1983.
Katharina
Prum dice che i vini dell'annata 2011 esprimono molto bene il
carattere dei rispettivi Cru, quindi Wehlen è molto Wehlen, Graach è
molto Graach e via dicendo.
Il 2011 in questione
ha un naso fruttato (pesca e pera, soprattutto), con note mielose e
affumicate. La bocca è opulenta e polposa, ma affilata. Densa e di
struttura importante, ma supportata dalla vena acida. Nerbo e vigore.
E tanto rigore. Wehlen! Anzi, Wehlen+J.J. Prum.
Poi...il
1983, vendemmia dove un magnifico autunno ha contribuito a dare vini
freschi e zuccherini, nel complesso senza importanti presenze di
botrytis. Ottima annata per gli Eiswein, tra cui alcuni leggendari
(quello di Egon Muller e il GK di J. J. Prum). Ma torniamo a noi......agli
occhi il colore è oro carico. Naso ancora fresco, complesso, ricco.
Zafferano, pietra focaia, tabacco, tartufo, spezie (su tutte,
cannella), note balsamiche. Impressionante per ampiezza e nitidezza.
La bocca ha tratti flessuosi e cremosi, ma con freschezza e
mineralità molto vive. Finale piacevolmente asciutto, preciso e
senza cedimenti.
Sorprende
la tenuta in freschezza, la grande beva. Grande gioventù. Magari
poterlo risentire tra qualche anno...già ora un’emozione!
Foto di gruppo dei produttori |
Alberto Alfano e Vittorio Barbieri
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