venerdì 6 settembre 2013

OLD STYLE

Succede che anche i giardinieri si sposino rinunciando all'invidiabile (?) status di scapolo e che, prima della fatidica data, vogliano bersi un bicchiere (ok, qualcuno in più...) in buona compagnia.
Così, visto l'imminente sposalizio di uno dei due, insieme ad alcuni amici i giardinieri si son ritrovati alla Taverna del Gusto di Piacenza per una bicchierata a base di vecchi Riesling della Mosella.
La Taverna del Gusto di Andrea Libè (aiutato dai due insostituibili bracci destri, Raffaella Pinotti e Sergio Libè) è un posto dove, fino a pochi anni fa, c'erano in carta oltre 50 Riesling di varia provenienza. Ora le referenze rieslingose sono “solo” 40, ma la Taverna resta un approdo più che sicuro per provare non solo Riesling, soprattutto tedeschi e altoatesini, ma anche Champagne, Barolo, vini di Borgogna e pure piacentini, per dire, il tutto abbinato ai migliori salumi e formaggi italiani. Tutto ciò di cui una persona normale ha bisogno per vivere un'esistenza serena, insomma.
 
 
I VINI
Buona parte delle bottiglie assaggiate sono importate da Teatro del Vino, che ha scovato rari flaconi di aziende non più esistenti, fantasmi viventi che ci hanno fatto compiere un viaggio negli anni '80 e '90 tra vigne mitiche ed altre di secondo piano.
Il tutto è stato accompagnato da pane, burro e acciughe (del Cantabrico) e da crostini con lardo di Colonnata.
Alcune foto sono state scattate dalla Taverna del Gusto.
 
 
Erdener Treppchen spatlese 1992 – Meulenhof
QUI avevamo fatto cenno a questo Cru, che in alcune parcelle confinanti con l'Erdener Pralat vale l'ipotetico rango di Grand Cru, ma che lungo la sua ampia estensione ha alti e bassi qualitativi.
Meulenhof è una delle realtà più antiche in zona, esiste infatti dal 13° secolo.
La famiglia Justen è entrata in azienda via matrimonio nel 1919 (prima di allora la proprietà era di un ramo della famiglia Schmitges). Dal 1990 è Stefan Justen a gestire i vigneti nei Cru: Urziger Wurzgarten, Erdener Treppchen ed Erdener Pralat, dove l'azienda vanta da generazioni una piccola e preziosa parcella di 500 mq nella parte allargata del Cru, con vigne di circa 80 anni.
Bel colore, ancora giovanile, che introduce a un profilo di accattivante e integra semplicità. Ecco, con Meulenhof si va sempre sul sicuro: difficile trovare bottiglie straordinarie, molto più facile trovarne di livello medio-alto e sempre a buoni prezzi. Una garanzia.
Qui il frutto esprime una freschezza (relativa) che si spinge quasi fin verso note leggermente verdi/vegetali, per lasciare poi spazio alla confettura di susina gialla e agli idrocarburi. Palato che si sviluppa con buona propulsione e piacevolezza.
 
Urziger Wurzgarten auslese 1990 – Reinhold Oster
Del “Giardino delle spezie di Urzig” abbiamo già parlato QUI. Per la prima volta, invece, parliamo di questa azienda.
Dopo la morte di Reinhold Oster nel 2005, i 5 ettari di vigne tra Urzig ed Erden che costituivano l'azienda erano stati prima ceduti in affitto a S.A. Prum e, in seguito, a Monchof e a J.J. Christoffel Erben, mentre dall'inizio di quest'anno sono state acquistate da Markus Molitor.
All'epoca il 1990 è stata definita come la miglior annata dal 1971, per frutto e acidità ben combinati.
Nel complesso il frutto maturo e il peso, la rotondità, hanno la meglio sul lato fresco, ma senza perdere troppo in vitalità. Naso con sensazioni fumè, poi speziate e di cioccolato bianco; attacco al palato ricco, lì per lì opulento e quasi oleoso, che progredisce recuperando slancio nel finale.
 
 
Neumagener Laudamusberg auslese 1989 – Erben Burgermeister Lauer
Neumagen è un paesino stretto tra Trittenheim e Piesport, nella Mosella Centrale, in pratica appena prima che inizi la fascia collinare di maggiore pregio. In questo villaggio gode di ottima considerazione il Cru “Rosengartchen”, mentre il Laudamusberg (esteso per 38 ettari) è considerata vigna di importanza secondaria.
Annata di difficile gestione causa condizioni meteorologiche, tanta Botrytis, ma non tutta buona, concentrazioni e maturità non troppo elevate.
Primo impatto agrumato (pompelmo e cedro), timbro citrino fin dal naso, confermato da un palato diritto dalla spiccata freschezza. Sensazioni dunque vive, schioccanti e dolcezza contenuta che accentuano la facilità di beva. Profilo di sobria austerità, poco generoso, quasi magro rispetto al precedente, tutto giocato sulla freschezza e con una buona sapidità finale che ripulisce il palato.
Per chi ama il genere (come noi) una bottiglia da cercare.
 
 
Wehlener Sonnenuhr auslese 1995 GK – J.J. Prum
Con J.J. Prum ed il Wehlener Sonnenuhr abbiamo inaugurato il RieslinGarten proprio QUI, ma mai, fino ad ora, avevamo scritto di una Gold Kapsel, o GK, categoria speciale che indica una selezione della selezione dei migliori vigneti (in genere con raccolta tardiva in presenza di Botrytis), contrassegnata da una capsula dorata che sigilla la bottiglia.
Annata di estratti importanti e di Botrytis, il 1995, di potenza e complessità (dalle vigne di Wehlen Prum ha raccolto solo uva dalla categoria auslese in su).
Si cambia passo, altra categoria. Nel senso che, oltre ad essere molto buono, è proprio un' altra tipologia di vino. Si entra nel mondo dei grandi vini da meditazione europei.
Grande impatto olfattivo dove spiccano lo zafferano e la confettura di albicocca, più che gli idrocarburi, generosità e polpa, insomma, con una sfumatura quasi iodata tra le righe.
Il naso si apre mostrando la complessità di cui è dotato, tendendo a sprigionare comunque sempre note “dolci”, anche di miele e pasta di mandorle. Palato potente e persistente, di peso e concentrazione (e zuccheri) ma ravvivato dall'acidità e, ebbene sì, da un'ancora percettibile carbonica che pizzica il palato.
 
 
 
 
 
Vittorio Barbieri