domenica 30 marzo 2014

L'ANNO CHE VERRÀ

Non ce ne siamo quasi accorti, ma un anno, ormai, è trascorso.
Rieslingarten ha preso le mosse ufficialmente il 30 marzo del 2013, dopo due-tre mesi di chiacchere, discussioni e degustazioni che hanno permesso di costruirne la spina dorsale.
Il secondo anno di vita proseguirà con le passioni di sempre, a partire dalla Mosella, sempre lei (il primo amore Rieslingoso e primo stimolo a creare questo blog), e dalle altre regioni viticole tedesche, dall'Alto Adige, dal Piemonte, ma proporrà anche più Alsazia e più Austria e naturalmente tornerà nell'arruffone e affascinante Oltrepo', fino a scovare gli altri territori che sapranno proporre racconti degni di essere raccontati.
A proposito di Oltrepo', il 37esimo post del RieslinGarten sarà dedicato ad una verticale de GLI ORTI, sorprendente Riesling prodotto a Casteggio da Frecciarossa.
Dunque, a presto...
 

martedì 25 marzo 2014

DR.+BÜRKLIN+WOLF=RIESLING

Dr. Bürklin-Wolf è tutt'altro che nuovo su queste pagine (vedi QUI e QUI), ma mai eravamo andati a curiosare di persona tra vigneti e botti aziendali accompagnati dal kellermeister piacentino Nicola Libelli che, insieme al collega altoatesino Oskar, è responsabile di questa recente e inedita gestione italiana della cantina di Wachenheim, nel Pfalz.
 
 
Meteo pessimo e scarsa possibilità di camminare nei vigneti, ma non ci siamo voluti far mancare una tappa nei mitici Kirchenstück, Jesuitengarten e Pechstein di Forst, in una piccola area dove si concentrano alcuni tra i più importanti Lage della zona.
Poi, via in cantina ad assaggiare i 2013 dalle botti ovoidali termoregolate da 24 ettolitri (ogni botte ovoidale in pratica contiene un Cru, o quasi) e dalle vasche in acciaio.
 
 
 
 
Oltre ai Riesling (il vitigno più coltivato in azienda, copre l'80% dei vigneti) naturalmente abbiamo provato altro, prove di Pinot Bianco in botti nuove, Sauvignon, Schreuebe e Pinot Nero, ma naturalmente l'attenzione, nelle righe che seguono, verrà dedicata esclusivamente ai Riesling.
Ecco i 2013 assaggiati a fine gennaio, quando alcuni vini dovevano ancora terminare la fermentazione:
 
Nicola Libelli nel Kirchenstück
 
Wachenheimer Böhlig
Dalle uve del primo passaggio in vigna (con successivi passaggi si raccolgono i grappoli per la versione Premier Cru del Böhlig). Acidità su di giri, molto deciso, agrumato, quasi spigoloso. Sviluppo semplice e sottile, affilato.
 
Wachenheimer Rechbächel
Da un monopole aziendale. Ancora in fermentazione, sensazioni fruttate di mela e ananas, residuo zuccherino a parte sembra comunque un po' più avvolgente del precedente, poco più largo.

Wachenheimer Goldbächel P.C.
Più complesso sia al naso che al palato, sfondo balsamico su una piacevole struttura fruttata.

Wachenheimer Böhlig P.C.
Vigna ricca di calcare per un vino di polpa e freschezza, dallo sviluppo sicuro.
 
 
Wachenheimer Rechbächel P.C.
Da una vigna situata di fianco al Böhlig, con maggiore contenuto di arenaria. Frutto immediato, più tondo e maturo del Böhlig.
 
Wachenheimer Gerümpel P.C.
Base agrumata, di limone e buccia d'arancia. Fruttato e diritto.

...poi quasi tutti i Grand Cru, ovvero, tra qualche mese, 20-22.000 bottiglie in tutto (solo 2.000 di Kirchenstück) sulle quasi 500.000 totali aziendali:
 
Gaisböhl G.C.
Da Ruppertsberg, suoli molto argillosi, un monopole aziendale di 7,5 ettari. Potenza e struttura, lunghezza. Muscoli portati con disinvoltura.
 
Ungeheuer G.C.
Lage di Forst dove l'azienda dispone di 1 ettaro. A fine fermentazione, si offre grasso e profondo, mandorlato.

Pechstein G.C.
Ancora da Forst, 1,7 ettari. Un po' chiuso, esprime toni affumicati e minerali con finale austero di mandorla amara.
 
Hohenmorgen G.C.
0,88 ettari a disposizione in uno tra i principali Lage di Deidesheim, con microclima particolarmente caldo. Profilo mediterraneo, con note fruttate generose, di pesca, palato strutturato e polposo, molto saldo.
 
Langenmorgen G.C.
Sempre da Deidesheim, Bürklin possiede una parcella di 0,68 ettari. Da una zona più fresca rispetto all'Hohenmorgen. Più stretto e snello, agile, lineare, bevibilità fresca.
 
Kirchenstück G.C.
Da mezz'ettaro di uno tra più importanti (probabilmente IL più importante) Lage del Pfalz, a Forst.
A fine fermentazione. Frutto e mineralità al naso, al palato polpa e lunghezza. Architettura grassa ma anche diritta, molto sicura, finale lungo e fresco.
 
Nel Kirchenstück
 
 
 
...e un po' di bottiglie, degustate parte in cantina e parte nel ristorante aziendale:
 
Wachenheimer 2012
Il “base” da 85.000 bottiglie (un terzo delle quali vengono esportate in Norvegia). Agrumi (limone),
acidità e una nota marina che lo rendono molto beverino.
 
Ruppertsberger 2012
35.000 bottiglie. Da suoli con elevata componente argillosa che accentuano la parte fruttata del vino. Profilo accattivante di immediatezza fruttata (note agrumate di caramella al limone). Più rotondo del precedente, ma con buon slancio acido e finale salato.
 
Ruppertsberger Hoheburg P.C. 2012
Floreale con note di albicocca, viaggia spedito al palato in buon bilanciamento tra residuo zuccherino appena accennato e freschezza acido-sapida.
 
Wachenheimer Rechbächel P.C. 2012
Carattere fine ed elegante, molto floreale.
 
Wachenheimer Gerümpel P.C. 2012
Eleganza fruttata agrumata; scorrevole.
 
Pechstein G.C. 2012
Succoso. Speziato e sassoso, mineralità ben integrata con la parte fruttata (pesca). C'è la consueta nota “stony” e fumosa del Pechstein ma con in più questa componente fruttata. Deciso ed energico con un lato più immediato e fine che lo rende completo.
 
 
Forster Ungeheuer 2005
Prima annata in Biodinamica per l'azienda. Annata calda e di basse rese. Molto frutto, poi mineralità, sassoso e leggermente affumicato. Annata molto espressiva e comunicativa, profilo generoso.
 
Forster Ungeheuer 1999
Vendemmia molto fresca per un vino elegante e tirato a lucido, quasi austero e molto ben contrastato. Non è contratto, ma nervoso sì, dà idea di ulteriori possibilità espressive nel tempo. Bel finale di mandorla dolce.

Chiudiamo infine con un assaggio fatto non in azienda come i precedenti, ma a Piacenza, all'Enoteca del Morino a metà marzo. Parliamo di un raro doppio magnum di Pechstein 2004, gran vino: agrumato e minerale, con note di fumo e cenere e un palato molto nitido, asciutto, in bell'equilibrio. Articolato e molto complesso.
 
Vittorio Barbieri

lunedì 17 marzo 2014

MARGHERITE

Forst an der Weinstrasse, nella regione del Pfalz, è un paesino di circa 800 abitanti con una impressionante concentrazione di vigneti del più alto livello. Qui la famiglia Lucas è responsabile del marchio Margaretenhof, con i giovani Yvonne, che ci ha fatto da Cicerone durante la visita aziendale, e Martin a rappresentare la nuova (quarta) generazione familiare impegnata in azienda.
Dell'azienda avevamo già parlato qui.
 
 
16 ettari a disposizione, tra cui Cru molto importanti come Ungeheuer, Pechstein e Jesuitengarten, e una clientela costruita in buona parte su una solida base di privati che apprezzano l'ottimo rapporto qualità/prezzo dei vini, vero punto di forza aziendale.
Acciaio per i bianchi (l'80% della produzione) e botti di legno per i rossi.
Assaggi dei 2013 dalle vasche e dei 2012 da bottiglia (che in parte abbiamo avuto modo di riprovare all'Enoteca del Morino di Piacenza a metà marzo).
Tra i non-Riesling in bottiglia da segnalare il Pinot Nero 2010, buono, elegante ed energico. E venduto a prezzo molto conveniente.
Ecco i Riesling 2013, annata fresca e schioccante.
 
 
VASCHE 2013
 
Il Cru è appena sopra il Pechstein, a pochi passi dalla foresta. Fino al 1821 qui c'era un bosco, poi il Comune decise di piantare una vigna su questi suoli di argilla, sabbia e pietre calcaree.
Preciso e sapido, ficcante. Proprio da quest'anno in versione più secca rispetto alle vendemmie precedenti.
 
Cru ricco di basalto, pech significa pece. Qui vicino, fino al 1970, c'era una cava di estrazione del basalto, che in vigna immagazzina il calore di giorno, per restituirlo di notte.
Complesso, lievemente fumé, roccioso, aromi di selce; buona articolazione gustativa.
 
Complessità olfattiva (frutta gialla in primo piano), sfumature minerali. Elegante sviluppo.

Jesuitengarten
Il volume e la polpa salgono di tono, equivalenti a quelli di una spatlese trocken, così la complessità.

 
Yvonne Lucas

BOTTIGLIA, 2012


Forster kabinett trocken 2012
Piacevole vino quotidiano. Un po' erbaceo, leggero.
 
Forster Mariengarten kabinett trocken 2012
Frutto ben definito, note di camomilla. Contrasto fresco/sapido-morbido al palato.
 
Forster Musenhang kabinett feinherb 2012
In lieve riduzione. Note quasi di ruggine al naso, palato che attacca soffuso e morbido (è un feinherb, semi-secco) e chiude con grinta aggraziata.
 
Forster Ungeheuer kabinett trocken 2012
Deciso e succoso, profondo.
 
Forster Pechstein kabinett trocken 2012
Lungo e complesso. Completo. Profondo e minerale, austero. Grande bevibilità.
 
Forster Jesuitengarten spatlese trocken 2012
Intenso, polposo. Attacco rotondo e avvolgente, finale salino. Frutto agrumato (arancia), poi note di pesca, mela, lieve affumicatura (anzi, aromi di cenere), selce. Potenza ed eleganza.
 
 
 
Vittorio Barbieri

domenica 9 marzo 2014

PREGO, DOTTORE

Non avevamo ancora parlato di uno dei sei-sette vigneti mitici (e storicamente il più caro per valore fondiario) della Mosella: il Doktor di Bernkastel.
Intanto, perché “Doktor”? Si dice che nel 1360 il principe-vescovo Boemondo II di Trier fosse gravemente malato. Per sua fortuna, un vignaiolo insistette a fargli degustare il vino di un vicino vigneto: naturalmente il principe guarì il giorno dopo e il vescovo decise che il vigneto prendesse il nome di "dottore".
 
 
Il culto del Doktor però si è accresciuto grazie ad alcuni vini leggendari come il Trockenbeernauslese 1921 di Dr. Thanisch, primo TBA prodotto in Mosella. E fino agli anni '60 del secolo scorso una bottiglia di Doctor spatlese di Wegeler costava il 30% in più di una di Chateau Petrus.
3,3 ettari, quindi un'estensione ridotta, da vero Grand Cru, a 130-200 metri sul livello del mare posizionati dietro il campanile di Bernkastel. Esposizione a sud, sud ovest, suoli di ardesia blu-scuro e pendenze da vertigine per una vigna interamente coltivata a riesling con abbondante presenza di ceppi centenari non innestati.
A Bernkastel abbiamo assaggiato due esemplari della vendemmia 2004: annata fresca e tardiva, con poca Botrytis e alte acidità. Annata da kabinett e spatlese, più che da BA e TBA.
 
 
Due tra i pochissimi fortunati proprietari di parcelle nel Doktor sono Wwe. Dr. H. Thanisch/Erben Thanisch e Wegeler, di cui abbiamo assaggiato i vini.
Gli altri proprietari sono Wwe. Dr. H. Thanisch/Erben Müller-Burgraef (occhio a non confondersi con la quasi omonima azienda...le etichette dei vini peraltro sono molto simili!) e Patrick Lauerberg. Poi c'è Reichsgraf Von Kesselstatt che ha affittato una parcella di 600 (!) metri quadrati da Wegeler.

I VINI
Bernkasteler Doktor kabinett 2004 – Wwe. Dr. H. Thanisch/Erben Thanisch
 
 
La famiglia Thanisch ha antiche tradizioni viticole (prima metà del XVII secolo), ma la fama è diventata veramente significativa alla fine dell'800. Oggi è Sofia Thanisch a guidare una delle due realtà nate nel 1988 dalla scissione dell'azienda originaria, specializzata in vini con residuo zuccherino prodotti da uve di Bernkastel: oltre al Doktor, le proprietà vitate si trovano nel Lay e nel Badstube, per un totale di 7 ettari interamente coltivati a riesling (circa 1 nel Doktor) e meno di 50.000 bottiglie all'anno. È probabilmente l'azienda il cui nome è più legato alle fortune del vigneto, un binomio inscindibile.
Naso speziato di zenzero con accenni di pesca e lime. Profilo immediato e comunicativo, generoso nel concedersi ma dotato di levità elegante. Al palato il residuo zuccherino è molto ben integrato e il finale, fresco e scattante, fa pensare a una lunga vita. Paradigmatico, per aderenza all'annata e per la capacità di unire polpa ed eleganza caratteristica del vigneto.
 
Bernkasteler Doktor spatlese 2004 – Wegeler
72 gr zuccheri, 8,8 acidità, 8% alcol
L'azienda ha sede a Kues, di fronte a Bernkastel, aldilà della Mosella ed è stata fondata nel 1902, due anni dopo aver acquistato un pezzo di Doktor per 100 marchi d'oro al metro quadro. Attualmente Norbert Breit, ex capo-cantiniere di Dr. Thanisch, dirige i 14 ettari aziendali (1,12 nel Doktor, ma ci sono anche parcelle nel Wehlener Sonnenhur, nel Graacher Himmelreich e in altri due Lage di Bernkastel: Lay e Grabe) destinati per due terzi a vini trocken per una produzione complessiva di quasi 100.000 bottiglie, esclusivamente di Riesling.
 
 
Preciso, lineare e affilato. Naso leggermente affumicato, agrumato e con note rocciose, poi frutti gialli sullo sfondo. Elegante, lungo e di grande bevibilità, rispetto al precedente mostra un lato appena più austero, meno esuberante, sfruttando una grande profondità gustativa che si articola implacabile fino al finale nitido e armonico.
 
Vittorio Barbieri