mercoledì 23 maggio 2018

ENOLAB TRAPANI/2

Continua il percorso trapanese, organizzato dalla locale delegazione ONAV, alla scoperta dei segreti del Riesling. 
Dopo la Mosella è la volta di Pfalz e Rheingau, ovvero la “mediterraneità” tedesca che non ti aspetti da un lato e la proverbiale, austera eleganza teutonica dall'altra, ma con tanti elementi in comune che emergono in vari momenti: una generale, complessa potenza di frutto (arricchita da toni speziati, floreali, idrocarburici ed erbacei di notevole varietà) e grande verve acido-sapida. Due zone di grandissime tradizioni, ormai tornate a livelli qualitativi molto alti.


Presso la sede di SOOD - Sicilian Bistrot nella centrale via delle Arti abbiamo degustato sei vini trocken, tre per regione, con annate comprese tra il 2016 ed il 2003. Aggiungo che il previsto Nonnenberg 2015 di Breuer, inizialmente scelto per aprire la sequenza dei vini del Rheingau, non essendo giunto a destinazione in tempo verrà “recuperato” nella serata dedicata ai vini alsaziani. 
Un grazie per le foto a Domenico “Mimmo” Basciano e a Gianluca Avanzini. Si parte. 
Per il Pfalz apertura con il Reiterpfad 2016 dei fratelli Fusser, dal naso espressivo e aperto che combina frutto (arancia, mela, toni tropicali) e spezie; il palato è potente, ampio e profondo, animato da una bella complessità salina che allunga la persistenza e articola il sorso.


Sempre dal cuore del Mittel Haardt proviene l'Ungeheuer 2014 di Margaretenhof, dove spiccano invece note idrocarburiche. Sullo sfondo sfumature erbacee, agrumate e di pesca bianca. Struttura gustativa lunga, con sviluppo lineare e spedito, dove l'iniziale residuo zuccherino lascia posto – a centro e fine bocca – ad una chiusura molto fresca.


Con il terzo ed ultimo vino del Pfalz si resta nello stesso vigneto, ma cambiando annata e produttore. È la volta infatti dell'Ungeheuer 2013 di Mosbacher. Floreale e agrumato, con lievi accenni idrocarburici, mostra una aromaticità delicatamente intensa, con rimandi di ananas e zenzero. Palato pieno e ricco, ma dinamico, ancora giovane e compresso. Potenza e complessità per un vino che guadagnerà eleganza negli anni a venire.


In assenza del Nonnenberg, tocca al Berg Rottland “Hinterhaus” 2013 di Leitz aprire le danze per il Rheingau, l'altro territorio protagonista stasera. Tanto frutto, in questa bottiglia: pesca gialla, albicocca, melone, ananas, mandarino maturo, lime e zenzero candito. Poi zafferano. Il palato è lungo e compatto, potente, con bel finale saporito.


A seguire il Geheimrat "J" spatlese trocken 2011 di Wegeler, con toni di pesca e miele, lieve petrolio e uno sfondo tra l'eucaliptolo e le erbe aromatiche (salvia); palato dall'attacco ampio e rotondo, pieno, innervato da un'adeguata spinta acida che lo sorregge elegantemente e ne accentua il lato fresco.


Chiusura con il vino più datato del lotto, l'Hocheimer Kirchenstuck auslese trocken 2003 di Kunstler. Annata calda e tipologia rara per un vino molto riuscito giocato soprattutto su sensazioni di frutta essicata e in confettura (dattero, fico, susina gialla), con toni di nocciola e torrone a completare il quadro. Il palato apre su volumi quasi opulenti, ma si sviluppa con vigore sapido-acido che lo rende puntuto e vibrante, portando ad un finale asciutto e deciso.


sabato 19 maggio 2018

RENANO ITALIANO

I Riesling Renano prodotti in Italia possono vantare una intrigante varietà espressiva, spesso più immediata, semplice e diretta (e certamente da valutare in archi temporali più brevi) rispetto a quella della maggior parte dei cugini teutonici, anche se alcuni esemplari di rimarchevole livello possono spingersi vicino a livelli assoluti. Il Riesling, come sempre, traduce con mirabile trasparenza ciò che il codice genetico del territorio invita ad esprimere, con tutte le infinite varianti del caso.
Breve premessa necessaria per introdurre l'excursus sui Riesling italiani affrontato in una serata molto ben organizzata da Onav Teramo ed Onav Pescara a Montesilvano (Pe). Prima di tutto un grande grazie a Nicola Angelozzi (Onav Teramo) e Loriano di Sabatino (Onav Pescara), alle due delegazioni ed al gruppo di appassionati e professionisti che hanno partecipato all'evento.
Le foto sono di Gianpiero Laviano, Gianluca Avanzini ed Onav Teramo e Pescara.


Viaggio in sei vini e quattro territori che spaziano dall'Alto Adige (due vini dalla Val Venosta ed altrettanti dalla Valle Isarco), alle Langhe Monregalesi ed infine alll'Oltrepo Pavese. 


Riesling 2016 – Befehlhof 
Serata inaugurata da una tripletta di vini del 2016, in Alto Adige vendemmia equilibrata ed elegante, a cominciare da questa realtà storica della Val Venosta. Il naso si apre su un lieve sbuffo lievitoso che subito evolve verso toni di pesca e albicocca, arancia, ma anche selciato e polvere da sparo, per regalare con l'ossigenazione nette note floreali. Palato sottile che sgomita, con finale asciutto e acidità ancora un po' compressa. Un vino di razza. 

Riesling 2016 – Oberlmairlhof 
Dalla Valle Isarco. Naso più aperto rispetto al precedente, con frutti bianchi maturi (mela) in evidenza, miele, erbe secche. Bocca più voluminosa, con maggiore ampiezza ed acidità matura già ben integrata. Articolazione gustativa ben risolta e armonica. Piacevole. 

Unterortl 2016 – Unterortl Castel Juval 
Dalla Val Venosta un vino che esprime al meglio la capacità di unire polpa ed eleganza tipica dei migliori vini della zona. Naso giovanile e appena ritroso, che per ora si esprime comunque su toni nitidi di pesca gialla, pompelmo e roccia bagnata, con lievi rimandi tropicali. Palato di medio corpo, compatto e lineare, molto succoso e saporito, animato da una sapidità trascinante. 

Hèrzu 2015 – Ettore Germano 
Salto nelle Langhe Monregalesi in un'annata calda e mediterranea. Esuberanza fruttata (mela verde quasi balsamica, melone) con cenni speziati e floreali (lavanda). Anche accenni di zafferano ad “addolcire” lo spettro aromatico. Bocca vouminosa e calda, che attacca grassa, ma si articola con adeguato contrasto. 

Kaiton 2013 – Kuenhof 
Ritorno in Valle Isarco con un'annata ricca, ma equilibrata. Carattere aromatico minerale e idrocarburico, con accenni di un'evoluzione terziaria ai primi stadi che rimanda anche a sensazioni affumicate balsamiche, poi di confettura di susina gialla, di erbe aromatiche, pesca bianca, scorza d'arancia e croccante alle nocciole. Potenza, complessità e grande vigore salato. 

Riesling 2010 – Monsupello 
Unico vino oltrepadano della serata, da un'azienda nota soprattutto per i Metodo Classico da pinot nero, ma che vanta una solida e storica produzione a base riesling renano. Vino di otto anni al limite del proprio apogeo espressivo, che mostra cenni di evouzione ossidativa (torrone, cedro candito, croccante, mela cotogna cotta), con un palato ricco dall'attacco potente e largo che si sviluppa con buon nerbo sapido.


giovedì 10 maggio 2018

ENOLAB TRAPANI/1

L'Enolab Riesling ONAV si sposta in Sicilia, a Trapani, presso il wine-bar Winehouse (di fronte al porto), per tre serate tra maggio e giugno. Prima tappa il 7 maggio scorso, tema Mosella, la patria di alcuni tra i vini più freschi ed eleganti in assoluto, capaci – nei casi migliori – di ribaltare i canoni della degustazione del vino e persino il concetto di Vino ai quali molti di noi, per cultura e tradizioni, sono abituati.
Prima di tutto un doveroso e grande ringraziamento alla delegazione locale ONAV – guidata da Riccardo Cassisa – ed alla sua calorosa accoglienza.



Si parte con la Mosella, dunque, e con le sue consuete montagne russe degustative tra vini trocken e non - ambito spatlese ed auslese - in un arco temporale di ben 31 anni (2016-1985). Vini difficilmente inquadrabili in rigide categorie, perché non esiste IL Riesling, esistono I Riesling, ciascuno con le proprie declinazioni prima di tutto territoriali e poi tipologiche e/o legate al produttore. 
Un altro grazie ad ONAV Trapani per le foto...si parte. 
Tra i sette vini degustati alcune vecchie conoscenze di questo blog ed un paio di “novità”, come lo Scharzhofberger GG 2016 di Von Hovel, dalla sottozona Saar, scelto per inaugurare la degustazione. Appena versato un lieve sbuffo ridotto-lievitoso-gassoso. Subito dopo emergono fiori (lavanda), poi pesca, lime e pompelmo. Bocca fresca e sottile, innervata da un'acidità viva e matura che porta ad un finale di bello sprint. La disarmante semplicità dei Mosel Riesling giovani.


È poi la volta di una rara chicca proveniente da una tra le pochissime vigne veramente leggendarie della Mittel Mosel: il Berkasteler Doctor spatlese trocken 2007 di Dr. Thanisch: naso elegante con note di confettura di rabarbaro e frutti gialli, poi idrocarburi; bocca di volume, ampia, dallo sviluppo compatto e innervata da una acidità matura, salata e armonica. Vino potente ed elegante.


Ultimo vino trocken della serata il Wintricher spatlese trocken 2001 di Molitor Rosenkreuz, sottile, fresco e nervoso. Naso complesso ed in fase terziaria, bocca agile e quasi spigolosa. In generale il vino fila via che è un piacere senza riverberarsi con grande persistenza, ma dove perde in lunghezza guadagna in bevibilità. A livello aromatico regala uno sviluppo cangiante tra lievi idrocarburi, polvere da sparo, selce, erbe aromatiche secche, torrone e toni fumè.


Si passa ai vini con residuo zuccherino, per primo il Graacher Domprobst spatlese fuder 5 2016 di Willi Schaefer. Il fuder 5 viene solitamente destinato ad una selezione di Domprobst spatlese che spesso (come il caso in questione) tende ad un'auslese. Frutto che, dopo le iniziali sensazioni lievitose, moscateggia nitidamente rinfrescato da toni di zenzero; il volume e gli zuccheri non mancano, ma nemmeno lo slancio e un grande sprint nel finale trascinante, dove si riverberano note di frutti gialli (pesca) e fiori. Una grande spatlese.


Si torna indietro nel tempo con il Graacher Himmelreich spatlese 2007 di Kerpen, ennesima bottiglia ad un ottimo rapporto qualità/prezzo proposta da questa piccola azienda di Wehlen. Gli oltre 10 anni di affinamento hanno permesso alla dolcezza di fondersi alla perfezione con gli altri elementi gustativi, ma anche il naso è entrato in una fase affascinante in cui la confettura di susina gialla si fonde con quella di rabarbaro e con sfumature idrocarburiche. Complessità e piacevolezza.


Per ultime, le due auslese. Si inizia con un classico: il Wehlener Sonnenuhr auslese 2004 di JJ Prum, da un'annata fresca che continua a regalare soddisfazioni. Minerale, idrocarburico e leggermente sulfureo su uno sfondo di infuso di camomilla. Qui ci trasferiamo in un mondo più freddo e austero, ma essenziale. La quintessenza della Mosella più elegantemente austera, anche grazie ad una bocca aerea di precisione e lunghezza notevoli.


Chiusura con l'Urziger Wurzgarten auslese 1985 di Benedict Loosen Erben, dai tratti fumè spinti completati da ricordi di erbe officinali secche e speziati (zenzero); il palato attacca con buon volume, si articola sicuro per finire puntuto e leggermente amarognolo, ancora non domo. Nel suo apice espressivo, potrà dare ancora soddisfazioni negli anni a venire.