lunedì 26 maggio 2014

PRAEPOSITUS 2009

Da tempo il Praepositus dell'Abbazia di Novacella è costantemente tra i migliori Riesling nazionali. Celestino Lucin guida la parte vitivinicola dell'Abbazia agostiniana, che ormai da nove secoli produce vino.
 
 
Oltre che sulle uve dei 400 conferitori (provenienti da circa 50 ettari), l'Abbazia può contare sulle uve di proprietà del Podere Marklhof di Cornaiano, coltivato a schiava e pinot nero.
La linea “Praepositus” contraddistingue le selezioni aziendali. Il Riesling Praepositus proviene da vigne allevate tra Bressanone e Varna, a 650-700 metri di altitudine sulle ghiaie moreniche della zona.
Parte degli acini vengono raccolti tardivamente (entro metà dicembre) e la vinificazione avviene in acciaio.
 
Alto Adige Valle Isarco Riesling “Praepositus” 2009 – Abbazia di Novacella
Cerca di combinare generosità e misura, ne esce un Riesling chiaroscurale e affascinante. Al naso note di gesso e asfalto, poi buccia di arancia matura e sfumature floreali.

 
Corpo compatto e pieno, strutturato e ricco, ma sapido e con acidità viva ben integrata. Sviluppo gustativo incisivo e dal passo sicuro anche se non manca un lato morbido, o meglio, pieno e avvolgente, che vira sull'amarognolo nel finale, quando emergono toni di zenzero e zafferano. Complesso.
 
Vittorio Barbieri

sabato 17 maggio 2014

Il bianco del venerdì

Nel RieslinGarten è il momento delle verticali di Riesling oltrepadani, a quanto pare.
Dopo Frecciarossa è la volta di Monsupello, realtà che non significa solo Metodo Classico (tra i migliori in Italia da pinot nero), perché nella marea di altre etichette prodotte spicca un ottimo Riesling, tra i più sicuri ed affidabili della zona.
Nei mesi scorsi ne abbiamo già parlato un paio di volte, QUI del 2011 e QUI (vedi anche per alcuni dettagli tecnici) del 2010, e ora torniamo sul tema grazie alla disponibilità della famiglia Boatti (Laura e Pierangelo, figli dello scomparso e indimenticato Carlo) e di Marco Bertelegni che a metà maggio ha organizzato in azienda una verticale di nove annate.
 
 
Folta e vivace la compagnia che ci ha accompagnato nel piccolo-grande evento, divisa tra produttori oltrepadani/piacentini (Giulio Fiamberti, Stefano Calatroni e Stefano Pizzamiglio), giornalisti (Francesco Beghi) e persone che "per qualche motivo vengono talvolta invitate, senza che nessuno capisca bene quale sia" (Roger Marchi).
Riesling di Monsupello, dunque, un vino che negli anni è andato via via costruendo la propria personalità. Da “bianco del venerdì”, come veniva chiamato in famiglia dai Boatti, cioè classico e semplice bianco da pesce a base riesling italico degli anni '70, a vino con percentuali sempre maggiori di renano (dal 2000 unico vitigno presente) progettato in vigna e in cantina per reggere negli anni, grazie anche alle intuizioni di Pierangelo Boatti, e per farsi sempre più vino della domenica, delle grandi occasioni. Nel 2006 arriva Marco Bertelegni (attualmente direttore tecnico), che dal 2010 inizia a lasciare con più decisione la propria impronta in un ideale proseguimento del lungo percorso tracciato dai Boatti.
Note non secondarie: dal 2011 è in produzione una vigna di fondovalle a Redavalle, che si affianca agli storici vigneti di Torricella Verzate e Oliva Gessi; dal 2008 al 2010 parte dell'uva è provenuta da una vigna di Montalto.
 
 
1996
Unica annata in degustazione contenente riesling italico.
Colore oro carico che preannuncia un profilo decisamente terziario. Al naso complesse sensazioni evolute “dolci”, candite, di pasticceria, miele e confettura di susina; con i minuti emergono note di tamarindo. Il finale, vivo e di buona freschezza, tiene, rilancia il vino e lo rende piacevole, in assoluto e pure tenendo conto del fatto che probabilmente non era stato pensato per lunghi affinamenti in bottiglia, ma per essere bevuto subito, figlio di una concezione vitivinicola diversa da quella che ha animato le annate successive.
 
 
2003
Profilo più fresco rispetto alle attese (2003 praticamente ovunque annata torrida di elevate concentrazioni alcoliche e basse acidità). Probabilmente un po' carente in sfumature, semmai monolitico, il vino è solido e integro, compatto, unendo da un lato polpa e peso, dall'altro discreto slancio acido. Il naso oscilla tra lievi note dolci/vanigliate, di orzata e sciroppo d'acero combinate a toni mandorlati e lievemente balsamici.

2004
L'annata preferita di Pierangelo Boatti. Annata che in molti territori viene ricordata come eccellente per condizioni climatiche e, spesso, per riuscita enologica. E pure come parziale ritorno alla normalità delle condizioni vendemmiali dopo gli estremi delle due annate precedenti (2003 e 2002).
Qui il risultato è un vino complesso e armonico, dallo sviluppo sciolto e sicuro, dove frutto (agrumi) e mineralità vanno a braccetto. Bicchiere ben contrastato che unisce polpa e sfumature.

2006
Annata calda, non la più adatta per esaltare l'eleganza e la freschezza del riesling. Dunque timbro più maturo e ossidativo già visibile dal colore, profumi che, in piccolo, ricordano certe sensazioni del '96 (miele, frutto candito) poi palato di buon peso, anche se sembra mancare la freschezza dei vini precedenti.

2008
Qui il consueto tono lievemente ossidativo di questi anni trova uno sviluppo piuttosto intrigante.
Sotto (e dentro) quel colore carico, quasi dorato, caldo, si agita un groviglio affascinante: mineralità e frutto (agrumi quasi canditi) in tandem, poi note di croccante alle nocciole. Palato vivo e fresco, con finale sicuro, per un vino dal timbro sensuale e generoso.

 
2010
Prima annata con Bertelegni alla guida tecnica. Aldilà dell'annata fresca di suo, viene inaugurata un'altra, lieve, mutazione concettuale, dove lo stile si fa più riduttivo, più fresco.
Colore che, a parte la maggiore gioventù del vino rispetto alle annate degustate prima, si schiarisce e raffredda, anticipando nitide note di pera e cedro, sullo sfondo toni di frutta tropicale. Palato saldo e slanciato, fresco e molto lungo, che promette ulteriori e luminosi futuri sviluppi.

2011
Annata calda (come la successiva 2012) che offre un vino dal frutto ampio, con palato largo e pieno, ampio e polposo, ma con finale fresco e sapido. Un vino più grosso e appena meno slanciato del precedente, ma capace di portare con buona disinvoltura i propri muscoli.

2012
Naso di esuberanza fruttata (melone), piacevole, che introduce a un carattere gustativo fresco e diritto, incisivo, leggermente più “piccolo” del 2011, più semplice e corto del 2010, ma molto gradevole e perfettamente in linea con lo stile di questi ultimi anni.

2013
Ecco, l'annata che uscirà tra pochi mesi promette scintille grazie a uno sviluppo climatico fresco adatto ad esaltare l'eleganza del vitigno. Aromi comprensibilmente indietro nello sviluppo, ma già sufficientemente espansivi, con note lievemente balsamiche, di pera e lime. Al momento più rivelatrice la dinamica gustativa, di grande energia acido-sapida, con struttura di grande vigore. E un bellissimo finale di potenza sapida schioccante.

 
 
Vittorio Barbieri e Alberto Alfano

lunedì 5 maggio 2014

STRASSERHOF 2013

Strasserhof principalmente è, almeno per la parte vitivinicola, Hannes Baumgartner, al timone dal 2003, da quando cioè l'azienda ha iniziato a imbottigliare in proprio. Quindi storia antichissima (perché qui si produceva vino già in epoca medievale) e molto recente al tempo stesso.
Il maso si trova a Novacella, Comune di Varna in Valle Isarco, accanto all'Abbazia. 5 ettari tra 650 e 710 metri s.l.m., in parte vitati con vigne giovanissime, in parte con vigne di circa 35 anni, su suoli leggeri, ghiaiosi e sabbiosi.
 
Hannes Baumgartner, da www.fws.it
40.000-45.000 bottiglie all'anno (circa un terzo di Kerner, 4-5.000 di Riesling) quasi solo di vini bianchi, a parte una piccola produzione di Zweigelt, rispettando più o meno le percentuali della Valle Isarco, dove il 95% del vino prodotto è bianco, Müller Thurgau e Kerner soprattutto.
 
Valle Isarco Riesling 2013 - Strasserhof
Il 2012, assaggiato in più occasioni tra cui le degustazioni per il Concorso del Riesling di Naturno (dove fu tra i migliori, vedi QUI), ci era piaciuto molto, così appena abbiamo scovato una bottiglia dell'annata successiva sugli scaffali della Taverna del Gusto di Piacenza non ci siamo fatti perdere l'occasione.
 
 
Naso compresso ma già di buona espressività. Note inizialmente un po' verdi, poi esce un frutto nitido (mela verde, pesca), erbe aromatiche, accenni quasi balsamici. Bocca scorrevole e affilata, con tanta freschezza ed energia sapida, sviluppo compatto e lineare, diritto più che ampio. Finale fresco e di nerbo.
Nel complesso vino ancora parzialmente, e comprensibilmente, compresso, indietro nello sviluppo, ma espressivo. Da aspettare e risentire, ma capace di dare già soddisfazione. Anche al portafoglio, che più di tanto non ne risente.
 
Vittorio Barbieri