sabato 15 dicembre 2018

LOIBNERBERG

Knoll ha sede a Dürnstein, sulle rive del Danubio nel Wachau, parte nord dell'Austria, tra le più interessanti al mondo per la produzione di Riesling anche se, mea culpa, raramente finora ha trovato spazio su queste pagine.
I primi imbottigliamenti aziendali risalgono agli anni '50, mentre sono del decennio successivo le prime, riconoscibilissime etichette con lo storico marchio barocco raffigurante Sant'Urbano.


Oggi Knoll lavora 16 ettari (in buona parte terrazzati), compresa una piccola porzione dello storico Cru Loibnerberg (citato fin dal tardo Medioevo), esteso per poco più di 30 ettari con esposizioni variabili (da ovest a sud est), pendenze elevate ed altitudine che dai 200 metri della parte bassa sale fino a 400 metri slm. Questa varietà di situazioni porta ad avere differenze nei vari settori della vigna (ne sono stati individuati quattro, ciascuno con le proprie specifiche caratteristiche). La roccia madre vede la predominanza di gneiss di derivazione granitica al quale si aggiunge, qua e là, un loess calcareo. I suoli sabbiosi e pietrosi si scaldano velocemente permettendo un germogliamento precoce in primavera e facilitano il drenaggio delle acque.
Le foto della vigna, del suolo e della cantina provengono da www.vinea-wachau.at


Loibner Smaragd trocken 2016 – Knoll 
Il termine "Smaragd" indica i vini trocken della regione che raggiungono almeno il 12,5% di alcol. 
Al naso subito toni netti di scorza d'arancia e albicocca, poi scie erbacee e tropicali (ananas e papaja). Il profilo olfattivo è giovanile e non ancora pienamente espresso, ma già ampio e seducente.
Il palato è compatto e pieno, ma di grande dinamismo, rinforzato da una spinta acido-salina che lo rende teso e vibrante. Compattezza articolata e non monolitica, per un vino da aspettare, ma già molto piacevole.

lunedì 3 dicembre 2018

BREUER + BERG ROSENECK

Breuer è un peso massimo del Rheingau. 
Bernhard Breuer (papà dell'attuale titolare, Theresa) è stato tra i fondatori di Charta nel 1984, associazione che ha avuto un ruolo fondamentale nello scuotere l'allora sonnolenta regione, ma anche nello stimolare la discussione nazionale sul concetto di vino trocken, poi sfociata nell'odierna classificazione della V.D.P. e nella nascita dell'attuale “trockenwelle”, la nuova ondata dei vini secchi. 
L'associazione aveva individuato nella tipologia trocken lo stile da perseguire, fissando standard rigidi per chiunque volesse farne parte. Proprio Breuer aveva iniziato a puntare sui trocken già alla fine degli anni '70, quando molti, al di fuori della Germania, pensavano che i Riesling del Rheingau (e tedeschi in genere) fossero esclusivamente con residuo zuccherino.
A partire dal 1987 Charta aveva dato vita ad una nuova designazione, Erstes Gewächs, sorta di Grand Cru equiparabili agli attuali Grosses Gewächs, e per questo aveva iniziato la ricerca dei migliori Lage del territorio insieme all'Istituto di Geisenheim. Le ricerche si erano concluse nel 1999, quando ormai l'esperienza CHARTA – e la trentina di aziende ad essa connessa - era confluita nella V.D.P., con circa un terzo dell'area regionale (1.132 ettari) classificato come Erstes Gewachs, un'area molto ampia che aveva causato le critiche di alcuni soci, Breuer in primis. Ma la strada verso la valorizzazione dei trocken ormai era tracciata.

La cantina di Theresa Breuer, a Rudesheim

Oggi Theresa Breuer gestisce con piglio saldo i 34 ettari di proprietà (81% riesling) che, insieme ad una % di uve acquistate, arrivano a sfornare ogni anno circa 250.000 bottiglie. 
Tra i “Grand Cru” a disposizione, i Breuer possiedono 2.1 ettari nel Berg Roseneck (cioè “l'angolo delle rose”, più o meno, nome dato a questa collina nel XIII secolo per la storica presenza di rose selvatiche), esteso complessivamente per 30 ettari scarsi ad ovest di Rüdesheim con esposizione a sud e pendenze non particolarmente estreme (media del 35%, a tratti con declivi addirittura quasi pianeggianti). È compreso tra il Berg Schlossberg, il Berg Rottland (che si trovano sotto il “nostro” vigneto) ed il Drachenstein (più in alto, con microclima più fresco, un Cru meno quotato). Zona di vini ricchi, potenti ma eleganti, grazie a terreni più leggeri rispetto a quelli confinanti, in cui si alternano marne, loess e argilla con presenza di ardesia rossa e quarzo. 

Berg Roseneck: dall'alto: mappa, vista parziale e dettaglio del suolo

Berg Roseneck trocken 2006 – Breuer 
Subito il naso si apre su toni che dal torroncino/croccante alle nocciole si ampliano a sensazioni agrumate di lime e di pesca matura, poi di lieve idrocarburo per arrivare, dopo opportuna ossigenazione nel bicchiere, a note leggermente fumé di cenere. Il palato è ricco e ben articolato, con lievissimo residuo zuccherino che allarga l'ingresso di bocca e lascia presto spazio alla freschezza acido-sapida, ancora viva e tesa. Il peso ed il volume ci sono, ma ben supportati da una struttura saporita che invita al secondo bicchiere. 
Bottiglia entrata nel suo apice espressivo e che probabilmente vi resterà ancora per almeno tre-quattro anni.


martedì 27 novembre 2018

LE CRONACHE DI NATURNO-2018

È sempre un piacere tornare a Naturno (Val Venosta, Alto Adige) per le Giornate del Riesling ed in particolare per partecipare al concorso del miglior Riesling italiano. Occhio, ho scritto italiano, non italico. Dunque si parla di Riesling Renano prodotti in Italia, non di Riesling Italico.
La degustazione si è svolta il 7 novembre scorso presso la canonica di Tablà (con spettacolare vista sulla collina di Juval), mentre il 25 novembre sono stati resi noti i migliori 10 vini dell'annata 2017 sui 56 degustati. Un grande grazie a Monika Unterthurner, Norbert Dibiasi, Peter Dipoli ed alla Pro Loco di Naturno per l'impeccabile organizzazione ed ospitalità.
La foto della premiazione è stata "rubata" alla pagina Facebook RIESLINGTAGE NATURNS.
Ecco i primi dieci classificati:


1. Praecipuus - ROENO
2. Langhe Riesling Herzu – ETTORE GERMANO
3. Val Venosta A.A. Riesling – FALKENSTEIN 
4. A.A. Castel Ringberg – ELENA WALCH
5. Garda Riesling Emanuela – DUE PINI
6. A.A. Val Venosta Riesling Geieregg – HIMMELREICHHOF
7. A.A. Valle Isarco Riesling - PACHERHOF
8. A.A. Valle Isarco Riesling – KOEFERERHOF
9. A.A. Riesling Pitzon – NALS MARGREID
10. Trentino Riesling – FONDAZIONE EDMUND MACH


Dunque nella top ten 6 Riesling altotesini, 1 veneto, 1 piemontese, 1 lombardo ed 1 trentino, ma per la prima volta vince il Praecipuus, Riesling veneto - primo non altoatesino o piemontese a vincere la competizione - della Valdadige che non costituisce una vera e propria sorpresa, visto che è spesso tra i migliori. La versione 2017 si offre con un naso “dolce” e generoso rinfrescato da toni minerali (selce) che trova corrispondenza in un palato ampio e compatto, segnato da intensi rimandi di frutto speziato. Completo e accattivante.
L'Herzu di Germano è un habituè del podio. Quest'anno mostra un fine carattere fruttato maturo-balsamico, animato da un palato elegantemente nervoso.
Infine, sull'ultimo gradino del virtuale podio, Falkenstein, dagli intensi toni di mela verde che si riverberano nel palato ricco di frutto e potente, ma compatto e scorrevole.
Tra i primi dieci ho personalmente apprezzato in modo particolare anche il Riesling di Pacherhof. Elegante e (relativamente) sottile, sprigiona scie di frutto verde-balsamico attorno ad un corpo di fresca persistenza salina.
Per il resto, segnalo giusto un paio di piacevoli scoperte o riscoperte. Come Lehengut, ad esempio, per me una scoperta: piccola realtà Bio della Val Venosta che ha presentato un ottimo Riesling, fresco e salato. O Strasserhof, regolarmente tra i più interessanti Riesling sudtirolesi grazie ad uno stile incisivo, agrumato e nervoso dimostrato anche in questa occasione.

domenica 4 novembre 2018

KEES-KIEREN D'ASTA

Ancora un vino d'asta nel RieslinGarten. Stavolta tocca ad una rara (solo 48 bottiglie da 0,375 l e 96 da 0,75 l) auslese*** della Mosella, dove gli asterischi (o stelle) in etichetta indicano una maturazione zuccherina a livello di una Beerenauslese, superiore alle auslese classiche. 
Dunque, dall'asta 2016 del Bernkasteler Ring, una bottiglia di Kees-Kieren, azienda storica con sede a Graach, Mosella Centrale, e gestita da Ernst-Josef e Werner Kees che conducono vigneti sparsi tra Graach (Himmelreich e Domprobst), Kinheim (Rosenberg e Hubertuslay), Erden (Treppchen) e Kesten (Paulisnhofberg).

Graacher Domprobst

Graacher Domprobst auslese *** 2015 (vino d'asta, 0,375 l)Kees Kieren 
Residuo zuccherino 151 gr/l, acidità totale 11.2 gr/l, alcol 8% 
Al naso subito toni di zafferano, segno della presenza di molti acini botritizzati in fase di raccolta, poi un frutto speziato intrigante che oscilla tra note agrumate e tropicali; la bocca è un capolavoro di armonia: cremosa, fresca e salata. L'acidità è consona alla tipologia e riesce ad equilibrare il notevole impatto zuccherino iniziale, in un finale di rara precisione. Il tutto poi è percorso da una sapidità vibrante che fa la differenza ed è la vera spina dorsale della struttura. Grande vino dolce.



domenica 21 ottobre 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 39

André Ostertag è tra i più originali interpreti dell'Alsazia. Ne avevo parlato qui, due anni fa, ed ora è tempo di tornare al vignaiolo di Epfig grazie ad una intervista in lingua francese realizzata da QCQBM che dà spazio alla filosofia di Ostertag, comprese interessanti riflessioni sul concetto di salinità e di "lunghezza" gustativa.
Dura 6 minuti e 46 secondi. Buona visione. Qui trovate il link.


venerdì 5 ottobre 2018

1981

Ogni tanto è doveroso stappare uno dei piccoli monumenti al tempo che Schmitt-Wagner ci ha consegnato negli ultimi decenni e di cui ho scritto spesso nella breve storia del RieslinGarten (vedi qui, ad esempio). È doveroso, ma soprattutto è un piacere. E allora, approfittando di un pranzo al Ristorante del Voltone di Castell'Arquato (Pc), che qualche raro flacone di Carl Schmitt-Wagner ancora conserva, si è stappata una bottiglia. 
Nonostante la fama non eccelsa della vendemmia 1981, l'occhio - mentre scruta la carta - balza proprio ad una spätlese di quel millesimo, il più vecchio tra quelli presenti in carta. Proviamola. 
1981 dicevo, in Mosella non una grande annata. Tanta pioggia e difficoltà di maturazione delle uve, ricche di acidità e che hanno permesso di ottenere vini sottili ed austeri (persino scontrosi a volte), anche longevi, ma nel complesso magri e senza particolare complessità. Le eccezioni per fortuna non sono mancate. 

Perimetrato in rosso, il Longuicher Maximiner Herrenberg

Longuicher Maximiner Herrenberg spätlese 1981Carl Schmitt Wagner 
Da una vigna che all'epoca aveva 85 anni (piantata su piede franco nel 1896), il vino si apre sulle note olfattive che domineranno per tutto il corso della degustazione, giocate soprattutto su sensazioni di frutto. Frutto in confettura (cedro, susina), ma anche spezie, zafferano, rabarbaro. Frutto e spezie, comunque, più che idrocarburo e mineralità. 
Il palato offre una dolcezza relativamente contenuta, armonica, con acidità matura che regge bene la struttura. Sapidità e acidità concorrono per creare una spina dorsale di buona tenuta, anche se in bocca manca forse lo sprint del fuoriclasse vero (e per questo una temperatura di servizio bassa – 10°-11° - può giovare a rinfrescare il sorso). 
37 anni portati bene, esito felice (una delle eccezioni di cui sopra) di una vendemmia per il resto non indimenticabile nella Mosella Centrale.

giovedì 20 settembre 2018

COPPIA DI MERKELBACH

Nei bicchieri due Riesling di Alfred e Rolf Merkelbach (Ürzig, Mittel Mosel), confronto tra due kabinett dalla stessa vigna, ma di due annate diverse, molto diverse: 2014 e 2015, che rappresentano rispettivamente la 62esima e 63esima vendemmia per la gestione dei due fratelli, in particolare per Alfred, il fratello maggiore 81 enne in azienda dal 1951, quando di anni ne aveva solo 14. 
Il 2014 è stata un'annata meteorologicamente difficile (piogge primaverili-estive, freddo) che ha complicato in particolare la conduzione delle parcelle più impervie (i due fratelli ci tengono ancora oggi a fare quasi tutto loro, sia in vigna che in cantina), il che ha portato alla decisione di lasciare la gestione dell'Erdener Treppchen dall'anno successivo, con conseguente contrazione del numero di bottiglie. 
Di contro il 2015 si è segnalato per il clima diurno secco e caldo e per le buone escursioni termiche, quindi vini con acidità elevate e buone maturità zuccherine. Vendemmia dal 5 al 16 ottobre per una produzione finale di 10 fuder da 1 ettaro di vigna. I vini sono stati imbottigliati l'11 marzo 2016. 


Ürziger Würzgarten kabinett 2015 – Merkelbach 
Frutto nitido e composto, con delicate note floreali, poi di pera e frutti gialli. Lo sviluppo è lineare e armonioso, il finale elegante con il residuo zuccherino molto ben integrato e poco avvertibile. Esemplare e didattico, oggi è ancora leggermente compassato e necessita ancora di un anno o due per aprirsi definitivamente. Nonostante ciò è comunque molto succoso, ha bella lunghezza gustativa ed una purezza espressiva che rappresenta al meglio l'annata. 

Ürziger Würzgarten kabinett 2014 – Merkelbach 
Rispetto al 2015 il colore si carica di toni che sfiorano il dorato ed il naso si apre verso lidi più affumicati e petroliosi, con qualche rimando al rabarbaro, al cedro ed all'arancia matura. Un naso più marcato, più evoluto e meno nitido rispetto al vino precedente. La bocca, con carattere da halb-trocken, è meno compatta e più scontrosa, con un finale persino sferzante. Forse avrà meno vita del 2015, ma oggi regala una buona beva e può dare grande soddisfazione a tavola.


sabato 18 agosto 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 38

Nuova tappa della video-scuola, con un video del Deutsches Weininstitut che ci porta nel mondo dei vini tedeschi (non solo Riesling, quindi). Storia, territori, tipologie, abbinamenti e chi più ne ha più ne metta. Mezz'ora rilassante da godersi sotto l'ombrellone.
In inglese e tedesco (le parti in tedesco sono sottotitolate in inglese). Cliccate qui per vedere il video.
Buona visione.

mercoledì 1 agosto 2018

RIESLINGATA 2018

Nuovo cambio di sede per la Rieslingata estiva, che quest'anno ha avuto luogo in una piccola frazione di Groppallo (nell'appennino piacentino), chiamata Frè. Come al solito la Rieslingata è un pot-pourri variopinto e un po' caotico, ma il senso di questa bevuta (bevuta, non degustazione) è sempre stato prevalentemente conviviale, tra grandi bottiglie, curiosità, rarità rieslingose, buon cibo e amici.


Limitandomi a citare solo una piccola selezione delle bottiglie assaggiate, non si possono dimenticare i sussulti dei partecipanti per un campione sudtirolese ben noto su queste pagine e che si conferma uno dei Riesling italiani per ecellenza, qui messo alla prova con una bottiglia di dieci anni: il Kaiton di Kuenhof. Così come, ancora una volta, ha dato una dimostrazione di forza – sotto forma di leggiadra eleganza - un produttore mitico, J.J. Prum, alle prese con un lage minore, il Bernkasteler Badstube. Impagabile poi la curiosità e l'emozione di provare un raro vino d'asta, peraltro eccellente, di Bauer. 
Infine, la Rieslingata significa anche scoperta di vini e/o aziende meno sotto i riflettori. Outsider. Stavolta ne abbiamo scovati tre. 
Più in dettaglio, ecco allora il racconto di queste sei bottiglie.

Kaiton 2008 - Kuenhof 
Un classico della Valle Isarco. Naso minerale, con toni di sasso bagnato, intriganti rimandi affumicati e speziati, infine agrumati. Palato lungo e piccante, nervoso e sicuro, sapido, o meglio, salato. Agile e dinamico, ha bella struttura e sviluppo articolato. Se ne trovate una bottiglia in giro, bevetela o tenetela due-tre anni in cantina, può migliorare ancora. 

Bernkasteler Badstube spatlese 2007 – J.J. Prum 
Un mito della Mittel Mosel, J.J. Prum, qui alle prese con un'ottima annata di quello che non si può certo definire come il suo lage più rinomato. 
Vino succoso, anche se non un mostro di sprint; elegante e composto (anche al naso, dove la proverbiali note sulfuree sono quasi assenti) ha buon frutto agrumato – mandarino, limone – e un lieve tocco di vaniglia. Cremoso e vellutato, si sviluppa con bella eleganza sapida chiudendo con un finale armonico, seppur non lunghissimo. 

La parte di B. Badstube confinante con il Doctor, da www.weinlagen.info

Brauneberger Juffer auslese** 2015 (vino d'asta) – Bauer 
Sede a Mulheim, nella Mittel Mosel, per questa azienda che all'asta 2016 del Bernkasteler Ring ha proposto il “super” auslese in questione (le due stelle corrispondono più o meno ad un Gold Kapsel quasi una Beerenauslese). 
Ampia intensità fruttata persino tropicaleggiante, poi scie mielose, floreali e di frutto giallo (melone). Palato ricco e grasso, ma con acidità viva, grande sapidità e finale sicuro. Potente e pieno, riesce a mantenere eleganza e scatto nonostante l'importante concentrazione. 


Poi gli ousider. 
Il Ciarla 2015 di Fondo San Giuseppe, azienda nota agli appassionati di bianchi “alternativi” romagnoli, proviene da una vigna di 0.7 ettari posta a 400 m slm in Comune di Brisighella. Vino deciso e di carattere, combinazione olfattiva di frutto e fiori, di erba falciata, pesca e agrumi maturi; potente ma dinamico, il palato è secco e sapido, con finale teso. 
Limen 2012 di Giuliano Micheletti, vignaiolo “naturale” nei pressi di Trento, è un vino che esce in commercio dopo circa tre anni di affinamento tra vasca (due anni) e bottiglia (un anno); all'attacco di bocca glicerinoso fa seguire un'articolazione gustativa compatta e sapida. Piacevole.


Infine, il Ryzlink Rynsky 2013 di Dobra Vinice, azienda Bio della Repubblica Ceca (Moravia, esattamente), vino diritto di eleganza nordica, con una vena puntuta ben equilibrata dalla struttura. Ben fatto e lineare, ha finale di adeguata persistenza.

domenica 22 luglio 2018

DR. HERMANN+EISWEIN

Oggi Eiswein, grazie all'assaggio di un vino prodotto nel 2016 da Dr. Hermann, azienda con sede ad Erden che vanta 8 ettari sparsi tra Erden ed Ürzig, principalmente nei Grand Cru del territorio. 
Dopo la gestione di Rudi Hermann, attualmente l'azienda è gestita da suo figlio Christian e sta diventando celebre soprattutto per i vini da Prädikat alti (Auslese GK, Eiswein, BA, TBA), da qualche anno tra i migliori in assoluto. 
Nel 2016 la vendemmia è iniziata il 10 ottobre per terminare il 7 novembre, con l'appendice di ben due Eiswein raccolti tra fine novembre ed inizio dicembre, tra cui quello ottenuto dall'Erdener Herrenberg, vigna alta e fresca situata sopra il Treppchen e che nella parte più elevata sfiora quasi i 300 metri slm. Non un Grand Cru in assoluto, visto il clima, ma una vigna adatta a produrre Eiswein.

Erdener Herrenberg, da www.weinlagen.info


Erdener Herrenberg Eiswein 2016 – Dr. Hermann 
Raccolta il 30/11/2016 a 123° Oechsle; acidità totale 10.2 g/l; residuo zuccherino 170 g/l 
Colto in questa fase giovanile esprime un lato fruttato molto nitido, tra agrumi (cedro, limone), frutti tropicali e ribes. In bocca si esprime con una disinvoltura incredibile e una semplicità disarmante; l'attacco avvolgente e polposo trova uno sviluppo succoso e rinfrescante, con finale ricco di sprint. Un Eiswein esemplare e “beverino”, ottimo in abbinamento ad un Castelmagno d'alpeggio di 9 mesi.


sabato 30 giugno 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 37

L'estate è tempo di ripassi. Godetevi allora questo minuto e venti compresso e veloce sulle basi del Riesling.
PS Contiene anche la fondamentale analogia con le diverse tipologie di latte; a buon intenditor...buona visione.
Qui sotto il link:

martedì 19 giugno 2018

FUSSER

Torniamo a parlare, stavolta in modo più approfondito, di una tra le realtà più interessanti del Pfalz (Mittel Haardt), ovvero l'azienda dei fratelli Fusser di Niederkirchen. Nota a margine, ma neanche tanto, Georg e Martin hanno da poco trovato un importatore italiano (Nicola Nebbia) e quindi, d'ora in poi, sarà meno complicato recuperare le loro bottiglie nel nostro paese. 
I fratelli Fusser hanno ridato vita all'azienda dopo studi a Bordeaux e a Geisenheim rilevando l'impresa di famiglia (prima l'uva veniva conferita ad una cantina sociale locale) e realizzando la loro prima vendemmia nel 2007. Gli ettari lavorati oggi sono 14 (vigne a Niederkirchen, Ruppertsberg e Deidesheim), 70% riesling (il resto è soprattutto pinot nero), per circa 80.000 bottiglie prodotte in media all'anno.

Georg Fusser

L'azienda è certificata Biologica e dal 2011 segue – seppur senza certificazione – i principi dell'Agricoltura Biodinamica. 
Gli assaggi sono stati fatti prevalentemente in cantina nello scorso mese di gennaio insieme a Georg Fusser, mentre una parte di riassaggi risale ad aprile e maggio; qui sotto troverete come al solito note riguardanti i Riesling, ma dai Fusser abbiamo assaggiato anche un curioso e piacevole Pinot Nero vinificato “in bianco”, un Ruppertsberger Sauvignon, un Deidesheimer Pinot Bianco ed un Pinot Nero dal Cru Mäushöhle polposo e ben fatto, prodotto in quantità confidenziali. 
Tutti i vini degustati sono trocken

Riesling 2016 
Per iniziare, il vino più semplice del lotto, da pressatura a grappolo intero. 
Piacevole, semplice e ben fatto. Buona bottiglia da tutti i giorni. 

Deidesheimeir 2016 
Un “Village”. Più polpa del precedente, soprattutto nell'attacco, appena più larghezza, ma vino comunque sottile che si sviluppa con linearità. 

Paradiesgarten 2016 
Da un “Premier Cru” di Deidesheim esteso per 29 ettari e collocato tra 130 e 210 metri slm con pendenza dall'8% al 30%. Suolo di arenarie calcaree, ghiaia e loess, tessitura sabbioso-argillosa; microclima fresco grazie alle correnti che si incuneano nella piccola valle. Lage tardivo. 
Discreto peso, ma soprattutto tanta freschezza. Attacco di buona ampiezza, sviluppo lineare e teso, con finale quasi affilato. 

Paradiesgarten


Reiterpfad 2015 
Reiterpfad è considerato un “Grand Cru” nonostante l'ampiezza, circa 57 ettari. Situato a Ruppertsberg e diviso in quattro sottozone, giace su sabbie limose con presenza di arenaria gialla e rossa; poco calcareo, si trova su un lievissimo pendio quasi in piano, a 150 m slm. 
Il 2015 al naso unisce frutto giallo tropicale (mango), tè e note di pietra focaia con sfumature lievemente affumicate; sintesi intrigante di frutto e mineralità. La bocca è potente e salda, ampia e profonda, con un finale dove si combinano fine acidità e spinta salina. 

Reiterpfad 2016 
Da un'annata più fresca rispetto alla precedente, Reiterpfad 2016 offre un naso espressivo e aperto: mela verde quasi balsamica, arancia e frutti tropicali, poi pesca e lieve nota di alloro. Con l'ossigenazione escono toni floreali e speziati. Palato ampio e ricco, grasso ma animato da una bella complessità sapido-acida.

Reiterpfad
Le arenarie del Reiterpfad

mercoledì 6 giugno 2018

ENOLAB TRAPANI/3

Enolab Riesling con ONAV Trapani, ultima tappa. 
Presso SOOD – Sicilian Bistrot stavolta il tema principale è l'Alsazia, zona che uno stereotipo duro a morire dipinge come terra di vini morbidi e piacioni, ma che – soprattutto sul fronte Riesling - sa regalare espressioni ricche, sì, ma rigorose e tavolta quasi austere. Vini di razza e di livello assoluto. 
Prima di iniziare un grazie a Domenico “Mimmo” Basciano per le foto ed un grande ringraziamento a tutta la delegazione trapanese (Riccardo Cassisa in primis), a SOOD, a Winehouse ed ai partecipanti che hanno animato il corso.


Ad inaugurare la serie dei vini degustati in realtà è un intruso dal Rheingau, il Rauenthal Nonnenberg 2015 di Georg Breuer, non arrivato in tempo la volta scorsa e recuperato stasera. Agrumato e lievemente idorcarburico, ha un corpo sferzante di medio peso con finale di lunga persistenza acida. Guadagnerà complessità e articolazione negli anni.


Si parte con l'Alsazia e con i due non-Grand Cru della serata, entrambi prodotti da Agricoltura Biodinamica (stasera cinque vini su sette sono figli di questa filosofia), il primo proveniente da un Cru caldo, precoce e pianeggiante, il secondo da un Clos alto e ripido, più “nordico” e oltretutto da un'annata fresca. 
L'Herrenweg de Turckheim 2015 di Zind-Humbrecht si apre su note di fieno, poi selce e gesso; l'apertura olfattiva è lenta, ma continua e con l'aria emerge il lato fruttato (frutti gialli, melone). Il palato offre buon dinamismo con trama acido-sapida compatta, lunga e intrigante.


Il Clos Sand 2014 di Barmès-Buecher è più aperto e mostra un lato idrocarburico più spinto, con fondo erbaceo e fruttato maturo. La bocca attacca succosa, si articola con deciso slancio acido che persiste a lungo e innerva un finale di bocca affilato.


Si passa ai Grand Cru con lo Schlossberg 2016 di Albert Mann, gran vino di deciso impatto agrumato (cedro, olio di bergamotto), completato da cenni floreali e di frutti bianchi (pesca). Ha polpa e ampiezza di frutto anche al palato, dove il finale è lungo, compresso e molto giovane, scalpitante. Vino teso e voluminoso al tempo stesso, complesso, colto in una fase estremamente giovanile.


A seguire lo Schlossberg 2013 di Weinbach, che esibisce un frutto piacevolmente maturo, con tratti leggermemte tardivi e più caldi: confettura di albicocca e di susina gialla, poi idrocarburi. La bocca è ricca e grassa in apertura, potente e di grande energia salina. Denso e vigoroso, unisce grassezza e slancio.


Si resta nell'ambito della potenza, anche se più scapigliata, con l'Hengst 2013 di Barmès-Buecher, minerale e fruttato (agrumi canditi), speziato; ampio e di buona concentrazione, ha un finale asciutto e leggermente tannico.


La chiusura è affidata a un disarmante confronto tra due annate dello stesso (grande) vino, la Cuvèe Frederic Emile di Trimbach 2009 - annata calda - e 2008 - annata fresca d'altri tempi -, da grappoli dei Grand Cru Geisberg e Osterberg; la prima più generosa, avvolgente, grassa, giocata su toni tostati, fumè e di croccante alle mandorle, ma al tempo stesso salda e compatta con finale armonico; la seconda, pepata e agrumata, mostra una eleganza austera e meno accomodante soprattutto al palato, dove il volume è nascosto da un slancio acido viperino accentuato dal residuo zuccherino pari quasi a zero.


mercoledì 23 maggio 2018

ENOLAB TRAPANI/2

Continua il percorso trapanese, organizzato dalla locale delegazione ONAV, alla scoperta dei segreti del Riesling. 
Dopo la Mosella è la volta di Pfalz e Rheingau, ovvero la “mediterraneità” tedesca che non ti aspetti da un lato e la proverbiale, austera eleganza teutonica dall'altra, ma con tanti elementi in comune che emergono in vari momenti: una generale, complessa potenza di frutto (arricchita da toni speziati, floreali, idrocarburici ed erbacei di notevole varietà) e grande verve acido-sapida. Due zone di grandissime tradizioni, ormai tornate a livelli qualitativi molto alti.


Presso la sede di SOOD - Sicilian Bistrot nella centrale via delle Arti abbiamo degustato sei vini trocken, tre per regione, con annate comprese tra il 2016 ed il 2003. Aggiungo che il previsto Nonnenberg 2015 di Breuer, inizialmente scelto per aprire la sequenza dei vini del Rheingau, non essendo giunto a destinazione in tempo verrà “recuperato” nella serata dedicata ai vini alsaziani. 
Un grazie per le foto a Domenico “Mimmo” Basciano e a Gianluca Avanzini. Si parte. 
Per il Pfalz apertura con il Reiterpfad 2016 dei fratelli Fusser, dal naso espressivo e aperto che combina frutto (arancia, mela, toni tropicali) e spezie; il palato è potente, ampio e profondo, animato da una bella complessità salina che allunga la persistenza e articola il sorso.


Sempre dal cuore del Mittel Haardt proviene l'Ungeheuer 2014 di Margaretenhof, dove spiccano invece note idrocarburiche. Sullo sfondo sfumature erbacee, agrumate e di pesca bianca. Struttura gustativa lunga, con sviluppo lineare e spedito, dove l'iniziale residuo zuccherino lascia posto – a centro e fine bocca – ad una chiusura molto fresca.


Con il terzo ed ultimo vino del Pfalz si resta nello stesso vigneto, ma cambiando annata e produttore. È la volta infatti dell'Ungeheuer 2013 di Mosbacher. Floreale e agrumato, con lievi accenni idrocarburici, mostra una aromaticità delicatamente intensa, con rimandi di ananas e zenzero. Palato pieno e ricco, ma dinamico, ancora giovane e compresso. Potenza e complessità per un vino che guadagnerà eleganza negli anni a venire.


In assenza del Nonnenberg, tocca al Berg Rottland “Hinterhaus” 2013 di Leitz aprire le danze per il Rheingau, l'altro territorio protagonista stasera. Tanto frutto, in questa bottiglia: pesca gialla, albicocca, melone, ananas, mandarino maturo, lime e zenzero candito. Poi zafferano. Il palato è lungo e compatto, potente, con bel finale saporito.


A seguire il Geheimrat "J" spatlese trocken 2011 di Wegeler, con toni di pesca e miele, lieve petrolio e uno sfondo tra l'eucaliptolo e le erbe aromatiche (salvia); palato dall'attacco ampio e rotondo, pieno, innervato da un'adeguata spinta acida che lo sorregge elegantemente e ne accentua il lato fresco.


Chiusura con il vino più datato del lotto, l'Hocheimer Kirchenstuck auslese trocken 2003 di Kunstler. Annata calda e tipologia rara per un vino molto riuscito giocato soprattutto su sensazioni di frutta essicata e in confettura (dattero, fico, susina gialla), con toni di nocciola e torrone a completare il quadro. Il palato apre su volumi quasi opulenti, ma si sviluppa con vigore sapido-acido che lo rende puntuto e vibrante, portando ad un finale asciutto e deciso.


sabato 19 maggio 2018

RENANO ITALIANO

I Riesling Renano prodotti in Italia possono vantare una intrigante varietà espressiva, spesso più immediata, semplice e diretta (e certamente da valutare in archi temporali più brevi) rispetto a quella della maggior parte dei cugini teutonici, anche se alcuni esemplari di rimarchevole livello possono spingersi vicino a livelli assoluti. Il Riesling, come sempre, traduce con mirabile trasparenza ciò che il codice genetico del territorio invita ad esprimere, con tutte le infinite varianti del caso.
Breve premessa necessaria per introdurre l'excursus sui Riesling italiani affrontato in una serata molto ben organizzata da Onav Teramo ed Onav Pescara a Montesilvano (Pe). Prima di tutto un grande grazie a Nicola Angelozzi (Onav Teramo) e Loriano di Sabatino (Onav Pescara), alle due delegazioni ed al gruppo di appassionati e professionisti che hanno partecipato all'evento.
Le foto sono di Gianpiero Laviano, Gianluca Avanzini ed Onav Teramo e Pescara.


Viaggio in sei vini e quattro territori che spaziano dall'Alto Adige (due vini dalla Val Venosta ed altrettanti dalla Valle Isarco), alle Langhe Monregalesi ed infine alll'Oltrepo Pavese. 


Riesling 2016 – Befehlhof 
Serata inaugurata da una tripletta di vini del 2016, in Alto Adige vendemmia equilibrata ed elegante, a cominciare da questa realtà storica della Val Venosta. Il naso si apre su un lieve sbuffo lievitoso che subito evolve verso toni di pesca e albicocca, arancia, ma anche selciato e polvere da sparo, per regalare con l'ossigenazione nette note floreali. Palato sottile che sgomita, con finale asciutto e acidità ancora un po' compressa. Un vino di razza. 

Riesling 2016 – Oberlmairlhof 
Dalla Valle Isarco. Naso più aperto rispetto al precedente, con frutti bianchi maturi (mela) in evidenza, miele, erbe secche. Bocca più voluminosa, con maggiore ampiezza ed acidità matura già ben integrata. Articolazione gustativa ben risolta e armonica. Piacevole. 

Unterortl 2016 – Unterortl Castel Juval 
Dalla Val Venosta un vino che esprime al meglio la capacità di unire polpa ed eleganza tipica dei migliori vini della zona. Naso giovanile e appena ritroso, che per ora si esprime comunque su toni nitidi di pesca gialla, pompelmo e roccia bagnata, con lievi rimandi tropicali. Palato di medio corpo, compatto e lineare, molto succoso e saporito, animato da una sapidità trascinante. 

Hèrzu 2015 – Ettore Germano 
Salto nelle Langhe Monregalesi in un'annata calda e mediterranea. Esuberanza fruttata (mela verde quasi balsamica, melone) con cenni speziati e floreali (lavanda). Anche accenni di zafferano ad “addolcire” lo spettro aromatico. Bocca vouminosa e calda, che attacca grassa, ma si articola con adeguato contrasto. 

Kaiton 2013 – Kuenhof 
Ritorno in Valle Isarco con un'annata ricca, ma equilibrata. Carattere aromatico minerale e idrocarburico, con accenni di un'evoluzione terziaria ai primi stadi che rimanda anche a sensazioni affumicate balsamiche, poi di confettura di susina gialla, di erbe aromatiche, pesca bianca, scorza d'arancia e croccante alle nocciole. Potenza, complessità e grande vigore salato. 

Riesling 2010 – Monsupello 
Unico vino oltrepadano della serata, da un'azienda nota soprattutto per i Metodo Classico da pinot nero, ma che vanta una solida e storica produzione a base riesling renano. Vino di otto anni al limite del proprio apogeo espressivo, che mostra cenni di evouzione ossidativa (torrone, cedro candito, croccante, mela cotogna cotta), con un palato ricco dall'attacco potente e largo che si sviluppa con buon nerbo sapido.