domenica 15 febbraio 2015

ESPANSIONE DELLA MEMORIA

A distanza di oltre un anno torniamo a parlare dei vini di Bruno Schmitt-Wagner (produttore ed ex-presidente del Bernkasteler Ring, storica associazione di produttori di Bernkastel e dintorni fondata nel 1899), in particolare delle annate pre-2007 e quindi pre-cessione delle vigne a Carl Loewen.

Bruno Schmitt-Wagner e signora, da www.cswagner.com
Continuiamo in sostanza il nostro piccolo e frammentario viaggio nel tempo e negli ormai 119 anni del mitico vigneto Maximiner Herrenberg, piantato a piede franco nel 1896 a Longuich, pochi chilometri a nord di Trier, Mosella. Qui trovate maggiori dettagli sulla vigna e sull'azienda.
Per questo nuovo aggiornamento della memoria devo dire grazie a Marco Roccarino e a Francesco Agostini che, grazie alla loro passione ed esperienza e al loro girovagare per le terre del Riesling, mi hanno permesso di recuperare le bottiglie.
Ecco i vini.
PS purtroppo la foto del 2004 si è smarrita nei meandri del pc, scusatemi
Longuicher Maximiner Herrenberg Spatlese 2004
Un'annata che in generale ci piace, che continua a darci soddisfazioni e della quale in questa bottiglia ritroviamo l'eleganza e la linearità, la leggerezza, la classicità moselliana che la contraddistingue. Non uso spesso l'aggettivo "cristallino" per descrivere un vino, ma stavolta ci sta.
Naso con toni di agrumi, mela verde, pesca, erbe, sasso/selce, spezie; palato molto scorrevole, lieve ma non inconsistente, aereo e leggiadro. La grandezza della semplicità. 

Longuicher Maximiner Herrenberg Auslese 2001 
Va bene i residui di carbonica da imbottigliamento, ma purtroppo questa bottiglia ci pare proprio rifermentata. Peccato. Tappo che tra l'altro sembra non avere tenuto alla perfezione (su uno sfondo floreale emerge qualche sensazione ossidativa).
La bottiglia si può comunque bere, ha palato fresco e austero con residuo zuccherino leggero (tratti accentuati dalla carbonica) con centro bocca cremoso, ma non è il caso di dare una vera e propria valutazione. 



Longuicher Maximiner Herrenberg Auslese 1999
Impatto fruttato di buona complessità (melone bianco maturo, mango, arancia matura) con scie di erbe aromatiche (alloro), zafferano, idrocarburi e confettura di rabarbaro. Naso che alterna caratteri "caldi" e ricchi ben contrastati da toni più "freddi".
Polpa e grassezza gustativa, dolcezza intrigante senza eccessi. Complesso e molto gradevole.


Longuicher Maximiner Herrenberg Spatlese 1997
Molto espressivo e preciso negli aromi: camomilla, marmellata di arance dolci, cedrata, confettura di susine, mela verde, pera e melone bianco, flori ed erbe aromatiche. Anche una lieve affumicatura e nel finale di naso una scia di nocciola/arachide tostata.
Palato leggero e ben bilanciato con acidità non troppo marcata e finale che poteva avere più slancio. Comunque facile da bere. Didattico. 


Longuicher Maximiner Herrenberg Auslese 1994 
All'inizio idrocarburi, poi lieve zafferano, scorza d'arancia, cenni di zucchero caramellato.
Bocca poco dolce con finale fresco e vivo che ripulisce e rinfresca; sensazioni gustative quasi da aranciata amara; palato inquieto e vispo che gioca su caratteri fresco-amarognoli.
L'acidità dà lunghezza al finale, anche se forse manca un po' di ampiezza. Più bevibilità che complessità. 
 
Longuicher M. H. auslese '94 e la zuppa inglese alla menta della Trattoria Entrà di Finale Emilia


Longuicher Herrenberg Kabinett 1989 
Il vino più vecchio del lotto (circa 25 anni di vita) viene non dal Maximiner Herrenberg, bensì dal semplice Herrenberg, la parte più alta e fresca della collina. E non tradisce le attese.
Al naso marmellata di limone e cedro candito, più frutto agrumato maturo che idrocarburo; bocca fresca e leggera appena ammorbidita dal lieve residuo zuccherino, sviluppo sciolto e scorrevole, lineare. Bottiglia svuotata in un amen.


Vittorio Barbieri

mercoledì 4 febbraio 2015

SASSI E SABBIA

Continua il piccolo viaggio tra le etichette a base Riesling più recenti nate nelle terre langarole e roerine. Dopo Borgogno, Almondo.
Di Almondo abbiamo già fatto cenno qui, ed ora è il momento di parlarne più in dettaglio grazie all'assaggio dell'ultima annata del suo Riesling prodotto nel roerino, in Piemonte.
Azienda da sempre a conduzione famigliare, nata nel 1980 per volere di Domenico Almondo che decide di iniziare a vinificare l'uva fino ad allora prodotta e venduta da suo padre Giovanni (ancora oggi attivo nei vigneti aziendali insieme alla moglie Teresina).


Ora Almondo produce circa 100.000 bottiglie (oltre la metà di Arneis) da 15 ettari a Montà d'Alba.
In zona il bianco per eccellenza è l'Arneis e questo non è esattamente un territorio noto per gli eccellenti Riesling, ma Domenico ci ha creduto, ci crede e i primi risultati iniziano ad arrivare.
Il vino deriva da un vigneto piantato nel 2005 a 350-360 metri slm che, come dice il nome, è particolarmente sassoso ed ha alta percentuale di sabbia. Dopo una lenta fermentazione in acciaio a bassa temperatura e successivo affinamento sulle fecce per circa 8 mesi in acciaio con frequenti batonnage, nasce il "Sassi e Sabbia", la cui prima annata risale al 2011.


Langhe Bianco "Sassi e Sabbia" 2013 - Giovanni Almondo
Quest'anno solo 1.200 bottiglie prodotte, da uve in parte colpite da botrytis.
Al naso ananas, pera ed erbe aromatiche, poi note di limone e lievemente balsamiche. Lo sviluppo gustativo è solido e solo leggermente frenato dall'alcol, nitido, succoso e teso. Buona combinazione tra ricchezza/polpa da un lato e tensione/freschezza dall'altro.


Tutto bene, dunque? Sì, anche se c'è l'impressione che l'insieme sia ancora compresso e accennato, oggi parzialmente espresso, come dovesse ancora trovare piena apertura e il vino, seppur piacevole, stesse vivendo una fase di gioventù (come è giusto che sia vista l'annata molto recente).
Vino riuscito e già ora molto godibile, dunque, ma diamogli almeno un altro paio di anni per un'ulteriore e più completa valutazione. 

Vittorio Barbieri