sabato 13 aprile 2019

SUMMA 2019 - SECONDO TEMPO

Seconda parte del report sui Riesling degustati a Summa 2019 (qui la prima parte); stavolta andiamo nelle regioni tedesche Rheingau e Pfalz e nel Kamptal (Austria). Buon viaggio.


RHEINGAU 

BREUER 
Bernhard Breuer nel 1984 è stato tra i fondatori di Charta, associazione che ha avuto un ruolo fondamentale nello scuotere l'allora sonnolenta regione, ma anche nello stimolare la discussione nazionale sul concetto di vino trocken
Oggi Theresa, figlia dello scomparso Bernhard, continua l’attività nel solco tracciato dal padre, valorizzando i Cru di famiglia in etichette che spesso fanno dell’essenzialità il tratto dominante. 
I vini descritti nelle righe sottostanti provengono tutti dalle vigne di Rauenthal, uno dei due poli vitati (l’altro è a Rudesheim) dell’azienda. 


Rauenthal 2017 
Village in cui emergono note di frutti gialli con qualche nuances di fumo; sottile e slanciato, si sviluppa lineare e succoso. 

Nonnenberg 2017 
L’annata più recente del Grand Cru monopole dei Breuer in quel di Rauenthal mostra acidità decisa e grande incisività generale. In questo momento il naso è soprattutto sugli agrumi (lime, limone) con una punta di mineralità. Non ancora pronto, e ci mancherebbe, ma è un’ottima riuscita, con un mix magistrale tra zuccheri e acidità che darà ancor più soddisfazioni quando troverà pieno bilanciamento negli anni. 

Nonneberg 2010 
Roccia e cenere, limone candito e zenzero con lievi note balsamiche. Freschezza acida importante ma ben fusa nella struttura, che risulta diritta e sottile. Finale salatissimo e lungo. 


KUNSTLER 
Oggi è Gunther a guidare l'azienda di famiglia, precedentemente diretta da suo padre, Franz, ma le radici viticole famigliari vanno pescate nel 1648 in Repubblica Ceca. Solo dopo la seconda Guerra Mondiale Frank Künstler fonda l'azienda ad Hocheim, sulle rive del fiume Meno. Specializzata nella produzione di vini trocken (precisi e territoriali), l'azienda gestisce oltre 40 ettari tra Hocheim, Rüdesheim e Kostheim 

Berg Rottland 2017 GG 
Naso già espressivo (fruttato di mela verde, erbaceo fresco) e palato pieno, ricco di estratti ma misurato (senza eccessi alcolici) che viaggia su un’impalcatura acido-sapida vigorosa. Bel frutto succoso, saporito, con un tocco delicato ravvivato dall’acidità nel finale. 

Holle 2017 GG 
Profilo olfattivo in cui al momento prevalgono toni netti di frutti giallo-arancioni. Palato compatto, pieno e potente con finale molto lungo. Quando il lieve residuo zuccherino si integrerà meglio col palato, guadagnerà ulteriormente in precisione. 


Kirchenstuck auslese trocken 1998 (magnum) 
Una delle chicche di Summa 2019. Servito a temperatura ambiente si mostra senza trucco e può permettersi di farlo. Una bottiglia di quasi 21 anni che dimostra grande tenuta, con un frutto dolce ed elegante (a sfociare quasi in note di marzapane), erbe mentose ed un lievissimo tocco di idrocarburi. La dinamica gustativa è salda e compatta, con una piacevole acidità matura a supportare la struttura. 


PFALZ 

VON WINNING 
Azienda di Deidesheim nota principalmente per un uso del legno (piccolo o quasi, nel caso specifico si tratta spesso di tonneaux da 500 litri) più disinvolto rispetto alla media della zona. Ma anche per possedere parcelle vitate in alcuni tra i migliori Lage di Deidesheim e Forst, come Ungeheur, Pechstein, Jesuitengarten e Kirchenstuck. 
Qua e là il legno si fa sentire, ma nei casi migliori il “dosaggio” non sovrasta il frutto, in vini che sono sempre molto salini. 

Maushohle 2017 
Floreale di lavanda, poi arancia, tocchi minerali; vivo in bocca, diritto, eleganza acido-salina 

Reiterpfad 2017 
Naso più ampio e articolato in cui emergono toni di pepe, pompelmo, pesca e frutta esotica. Gusto teso e saporito con rimandi quasi marini. 


Ungeheuer GG 2017 
Il legno ha ancora bisogna di integrarsi al meglio e al naso ora prevalgono note esotiche di mango, cocco e vaniglia, che lasciano in secondo piano i lati floreale e minerale; la bocca, piena e ancora scomposta, esprime una forza acida che ravviva e allunga il vino. 


DR. BUERKLIN-WOLF 
Della storica (per trovarne le radici bisogna andare indietro fino al 1597) azienda con sede a Wachenheim ho scritto tante volte nel corso degli anni, aggiungo solo che l’impressione è di sempre maggiore sicurezza nel gestire l’importante parco vitato di 85 ettari coltivati in Biodinamica e suddivisi tra ben 4 comuni. I vini sono sempre stimolanti, mai banali, seguono un canone proprio che tende a lasciare esprimere in scioltezza il carattere di ogni annata, senza forzature ma sempre con grandi attenzioni in vigna e in cantina. 


Gaisbohl 2016 
Da un monopole di Ruppertsberg. Bottiglia che si esprime con un carattere sciolto e quasi verace, vien da dire, ma elegante, fine, con un tocco più lieve del 2015: frutto meno esplosivo (comunque belle note di pesca e di agrumi) e forse più erbe aromatiche, con mineralità in evidenza. Acidità matura che dona souplesse e finale incisivo. Arioso e piacevolmente austero al tempo stesso. 


OEKONOMIERAT REBHOLZ 
È dal 1632 che la famiglia Rebholz bazzica nella sfera viticola, anche se la vera svolta avviene con il mitico Ökonomierat (prestigiosa carica assegnata ai consiglieri agricoli del Ministro dell'Agricoltura) Eduard negli anni '40, epoca dei primi imbottigliamenti aziendali e della creazione dell'etichetta tuttora in auge. Eduard è stato un pioniere dei vini secchi di qualità in zona, siamo nella parte più meridionale del Pfalz, seguito prima dal figlio Hans e poi, dal 1978, dal nipote Hansjörg, attuale anima dell'azienda, ma anche della V.D.P. e della viticoltura del Pfalz in generale. 

Ganz Horn GG 2017 
Il Ganz Horn proviene da alcune parcelle dell'Im Sonneschein. Gesso e leggeri toni fumé, palato appena più rotondo del Kastanienbusch, meno diritto, ma animato da sapidità e acidità ben integrate. 


Kastanienbusch GG 2017 
Suolo atipico per il Pfalz, di ardesia rossa ed arenaria rossa, e altitudine di circa 300 metri (la più alta del Pfalz) per una tra le migliori vigne della zona. 
Frutta bianca (pera) e gialla (agrumi) con erbe aromatiche. Ancora introverso, lancia già qualche guizzo di luce che ci fa immaginare un futuro radioso. Acidità matura ma sferzante, che al momento comprime il vino. Tonico e vigoroso, profondo e lungo, ha grande potenziale e nel tempo guadagnerà in finezza. 


KAMPTAL (Austria) 

BRUNDLMAYER 
Con l’ultima etichetta segnalata ci spostiamo in Austria, nel Kamptal, a nord ovest di Vienna. L’azienda gestisce circa 75 ettari nei dintorni di Langenlois ed è a ragione tra le più importanti realtà austriache in assoluto. In generale i vini (Riesling ma anche Veltliner) sono precisi e lineari, ben calibrati, senza effetti speciali, ma dallo sviluppo sicuro e succoso. 


Zobinger Heiligenstein 2016 
Dal lato ovest della collina in cui l’azienda possiede ben 12 ettari in questo mitico Cru terrazzato, zona arida molto ventilata con accentuate escursioni termiche. Fruttato giallo-arancione (pesca gialla, melone e scorza d’arancia). Articolazione dinamica e viva, atletica, con polpa e agilità molto ben armonizzate.

lunedì 8 aprile 2019

SUMMA 2019 - PRIMO TEMPO

Summa è un evento che si tiene da ormai 22 anni nel borgo medievale di Magré (a sud di Bolzano) all’interno delle tenute di Alois Lageder, in particolare tra Casòn Hirschprunn e Tòr Löwengang. 
Circa 110 aziende con focus su quelle ad orientamento Bio (numerose le realtà in Biodinamica certificata) e, tra queste, quasi quaranta austriache e tedesche, una manna per chi ama il Riesling. 
Banchetti da degustazione con la presenza dei produttori, ma anche tante degustazioni guidate svolte nell’arco delle due giornate (6 e 7 aprile), tutto rifinito da un’organizzazione ed una accoglienza di grande livello.


E i vini? Naturalmente mi sono concentrato sui Riesling, pur non facendomi mancare alcune notevoli digressioni (su tutte cito i 2016 di Montevertine). 
Tra i Riesling in degustazione netta prevalenza delle versioni trocken (con tanti Grosses Gewachs, o GG, dell'annata 2017) e a questi soprattutto ho dedicato il tempo degli assaggi. Tutti i produttori hanno portato almeno quattro etichette, alcuni cinque.


Quel che segue è una selezione di assaggi che verrà pubblicata in due parti. Di seguito la prima, dedicata alle regioni Nahe, Saar e Rheinhessen.

NAHE 

DONNHOFF 
Iniziamo dal più noto – a ragione – produttore della Nahe, colui che ha fatto conoscere la regione al resto del mondo e che, nonostante un’ampia gamma di etichette, raramente sbaglia un colpo, sia sui vini trocken, sia sui dolci e anzi quasi sempre primeggia in entrambe le macro-categorie. 
I 2017 sono ancora compressi e devono schiudersi, vanno aspettati almeno un anno o due (Tonschiefer), se non di più (i vini di categorie superiori), ma sono di classe cristallina e possono già essere apprezzati da chi ama particolarmente le tensioni gustative.


Tonschiefer 2017 
Da vigne di 25-30 anni del cru Leistenberg di Oberhausen, un ottima versione di Tonschiefer, ben più di un semplice "base", tonico, sapido e preciso. 

Roxheimer Hollenpfad spatlese trocken 2017 
Non è un GG, ma per livello vi si avvicina. Naso più aperto del precedente in cui spiccano toni di agrumi; bocca affilata con cuore salato-minerale. 

Felsenberg “Felsenturmchen” GG 2017 
Da una sezione del Felsenberg di Schlossbockelheim. Giovanissimo e compresso, ancora un po’ ritroso al naso dove comunque sprigiona lievi note di pietra focaia, poi erbe aromatiche (anice) che aggiungono un tocco quasi balsamico. Palato incisivo, teso e fresco. Da aspettare un paio di anni almeno per dargli il tempo di iniziare ad aprirsi, ma dal grande potenziale. 


GUT HERMANNSBERG 
Fondata nel 1902 come Azienda Reale Prussiana, vanta una importante tradizione vinicola e di selezione clonale sul vitigno riesling. Nel 1999 è passata in mani private e nel 2009, con l’attuale proprietà, ha assunto la denominazione odierna, realizzando uno scambio di vigneti (Kupfergrube per Hermannshohle) con la famiglia Donnhoff ed iniziando a ri-posizionarsi tra le aziende di punta di una regione piccola, affascinante e di grande valore come la Nahe. 


Kupfergrube GG 2017 
Da un cru di Schlossbokelheim. Naso variopinto che dalla lavanda si sposta verso gli agrumi e il timo, mostrando anche una elegante nota affumicata. Palato compatto e ricco, diretto e salato, senza fronzoli. 


SAAR 

VAN VOLXEM 
Con sede a Wiltingen, nel cuore della Saar (sottozona della Mosella, ma più fresca della Mosella centrale), quest’anno il marchio Van Volxem festeggia venti anni di proprietà da parte di Roman Niewodniczanski (detto “Niewo”), instancabile promotore della regione e del Riesling, responsabile di una crescita qualitativa, di immagine ma anche dimensionale dell’azienda (e in realtà della regione tutta), grazie ad una decisa, ma oculata, politica di acquisti fondiari (compresi quelli riguardanti vigne storiche a rischio abbandono). È tra i pochissimi, fortunati proprietari del mitico Scharzhofberg. 


Saar Riesling 2016 
Dalle vigne giovani (meno di 25 anni) presenti in azienda. Naso aperto e agrumato (mandarino), fruttato di pera e di pesca; palato gradevole e immediato, sottile, succoso e con ritorni speziati. 

Scharzhofberger GG 2016 
Con cenni di pompelmo e albicocca, ma anche sfumature floreali, erbacee e minerali, mostra un profilo elegante, arioso e ben centrato, con bocca agile, snella e dinamica. Un carattere di fine e tesa leggerezza. 

Altenberg GG 2017 
Apre speziato e con cenni di selce e pietra focaia, esibendo poi più struttura del precedente, ma con un’acidità salata e note di erbe quasi balsamiche che rinfrescano. Mix di polpa e sprint, succoso e lungo, è ancora in uno stadio giovanile che spinge sulle sensazioni di mineralità. 

Scharzhofberger “P” GG 2014 
Dalla sezione nota come Pergentsknopp dello Scharzhofberg, offre agrumi maturi e albicocca al naso, con già qualche cenno di idrocarburo; cremoso, ampio e lungo, forse senza la profondità delle annate migliori, il palato ha comunque un respiro importante. 


RHEINHESSEN 

Qui vi parlo di due diverse aziende, ciascuna con i propri vigneti, Battenfeld-Spanier e Kuhling-Gillot, che sono quasi un’unica entità divisa in due anime, o due facce della stessa medaglia, fate voi: differenti lati caratteriali di un unico organismo. Una storia curiosa, in cui marito e moglie, Hans Oliver e Carolin Gillot, si sposano nel 2006 e da allora iniziano a condividere intenti e filosofie (ma anche cantina e strategie commerciali) delle due diverse realtà, con le uniche differenze nei vini dovute ai siti di origine delle uve. 


BATTENFELD-SPANIER 

Molsheim 2017 
Un village alto dal microclima fresco che regala un vino con intense note erbacee di finocchietto, poi selce e cenere ed una bocca lunga e affilata. Vibrante.


KUHLING-GILLOT 

Pettenthal GG 2010 
Da quella che probabilmente è la vigna più ripida di tutto il Rheinhessen, un vino complesso e spettinato, piacevolmente selvatico. Al palato alterna frutta gialla matura con tocchi tropicali, spezie e iodio; in bocca scalpita salato, fresco e ancora leggermente scomposto. 

GUNDERLOCH 
A seguire un'azienda che, dopo la fondazione nel 1890 ad opera del banchiere Carl Gunderloch, si sta costruendo una meritata, solida reputazione tra gli appassionati di Riesling. 


Nackenheim Rothenberg GG 2017 
Dal cru aziendale più importante, una versione che parte con note di pera, anice, menta e fumo. Sviluppo gustativo preciso e lineare, con un attacco quasi suadente subito rinforzato dalla verve data dall’acidità e dalle note speziate. Finale limpido e sicuro.

Presto online la seconda ed ultima parte di assaggi, con le regioni Pfalz, Rheingau ed una puntata nel Kremstal (Austria).