sabato 30 marzo 2013

VERTIGO

Benvenuti nel RieslingGarten, il giardino dove si beve solo Riesling Renano.
Attraverso degustazioni, viaggi e incontri con i produttori, nel RieslinGarten cercheremo di capire e valorizzare le differenze, di raccontare il nostro amato vitigno attraverso i territori di produzione e viceversa, anzi, più che altro viceversa, cioè proveremo a narrare i territori utilizzando il riesling renano come chiave di lettura.
Per iniziare a mettere i puntini sulle “i”, noi due giardinieri abbiamo pensato di raccontare, per primo, quello che forse è IL vigneto della Media Mosella, in Germania: il Wehlener Sonnenuhr, capace di esprimere vini vertiginosi per slancio, eleganza ed essenzialità.

La meridiana di Wehlen
                                            
Il RieslinGarten, che sarà un giardino itinerante, per la sua prima degustazione ha fatto tappa in provincia di Pavia, località Casa Grande di Montecalvo Versiggia, al confine con S. Maria della Versa. Siamo stati ospiti nell'agriturismo (si chiama IL CALICE DEI CHERUBINI) dell'azienda vitivinicola di Stefano e Cristian Calatroni, fratelli che producono un Riesling Renano dal bel rapporto qualità/prezzo.

Vigna di riesling renano della famiglia Calatroni a S.Maria della Versa
IL VIGNETO
Il Wehlener Sonnenuhr (si pronuncia “VAY-len-er ZON-en-ooer”, la traduzione del nome significa “la meridiana di Wehlen”) si trova tra Graach e Zeltingen, di fronte al villaggio di Wehlen, in corrispondenza del ponte sospeso sulla Mosella a un'altitudine che va da poco più di 100 metri a circa 250 metri s.l.m. per un'estensione totale di quasi 65 ettari.

Presenta il tipico suolo di ardesia grigio-blu della zona, con calda esposizione sud-sud ovest a picco sul fiume e pendenze molto ripide. È uno di quei vigneti che non si capisce come possano restare al loro posto senza scivolare giù nel fiume, da quanto son ripidi. Vigneti poco adatti a chi soffre di vertigini. Nel Wehlener Sonnenuhr abbiamo visto turisti spaventati dalle pendenze strisciare come Gollum, nel tentativo di guadagnare vie di fuga.
Chi è abituato alle ordinate successione di filari nei vigneti, qui troverà un mondo diverso, fatto di viti allevate su pali singoli, spesso utilizzando una specie di doppio capovolto (due tralci legati a forma di cuore).
Il risultato? Vini eleganti, essenziali, austeri e longevi. Come da nessun'altra parte in Mosella.


Il "cuore" del W. Sonnenuhr
                                                  
L'AZIENDA

J.J. Prum sta per Johann Joseph, che noi, all'inglese, ci ostiniamo a pronunciare gei-gei: Gei-Gei Prum, che scritto suona malissimo, ma pronunciato fila via che è un piacere, sicuramente meglio di Johann Joseph (non ce ne voglia il fondatore).


La famiglia Prum è strettamente legata a Wehlen, ci sono dal XII secolo, capirai, è un eufemismo dire che ci son legati. SONO la storia di Wehlen. Come se non bastasse, la famosa meridiana del Wehlener Sonnenuhr è stata costruita da un Prum, come pure quell'altra di Zeltingen, che troneggia nello Zeltinger Sonnenuhr (ideale proseguimento del Wehlener Sonnenuhr). Ma andiamo con ordine, indietro nel tempo.
I Prum iniziano a coltivare vigne nel '600, poi, saltando qualche secolo di storia se no non la finiamo più, il fratello del trisnonno dell'attuale proprietario Manfred, che si chiamava Jodocus, nel 1842 costruisce le due famose meridiane che daranno nome alle vigne. Jodocus, oltre a costruire meridiane, fa sei figli, uno solo dei quali, Mathias, si sposa. Il figlio di Mathias, Johann Joseph, fonda l'azienda omonima nel 1911. Muore nel 1944, ma prima di morire fa un figlio, Sebastian, che inizia a creare il mito del Wehlener Sonnenuhr. Nel frattempo nasce Manfred che alla morte del padre, nel 1969, prende in mano l'azienda, oggi guidata insieme alla figlia Katharina, accrescendone ulteriormente il mito.
Fine, per ora, della storia, che delinea la quintessenza dei Riesling della Mosella.

Casa Addams? No, Casa Prum
                                               
I VINI E LE ANNATE
L'idea era di tentare un approfondimento sul Wehlener Sonnenuhr, provandone a identificare i caratteri attraverso il confronto con Cru confinanti, o quasi, leggendo le differenze tra Cru e annate (2004 e 2007) per provare a dare una lettura di ciò che, nell'interpretazione di un grande produttore, ne può uscire.
Alla degustazione, oltre ai due giardinieri e ai padroni di casa, erano presenti anche Marco Bertelegni, Massimo Volpari e Nicola Nebbia.
Abbiamo degustato alla cieca, a coppie di vini. Dove non indicato i vini sono di J.J. Prum. Eccoli, dunque, i protagonisti, prima le annate...

LE ANNATE

2004
Manfred Prum dice che il 2004 in Mosella sembra un incrocio tra il 2001 e il 2002...cioè? Cioè acidità buone, alte, ma non altissime, poca botrytis e maturità zuccherine non molto elevate. Infatti, in generale, si sono prodotti soprattutto eleganti kabinett e spatlese. Poi, nel prosieguo della stagione, ha fatto abbastanza freddo per produrre Eiswein, ma nelle categorie da auslese in su s'è prodotto poco. Annata non troppo calda, né troppo fredda, complessivamente fresca, abbastanza piovosa, con maturità ritardate. Molti hanno iniziato a raccogliere intorno al 25 ottobre, mediamente 10 giorni dopo rispetto alla media.
I vini hanno un timbro agile e teso. Classico.
2007
Herr Manfred, al quale piacciono i paragoni tra annate, stavolta ha parlato di una combinazione tra 2004 e 2005, quest'ultima più calda e matura della prima, più ricca di frutto. A casa Prum la vendemmia è iniziata l'8 ottobre, il 15 per le selezioni, ed è terminata a fine novembre per i vini “normali”, ma il 22 dicembre è stata colta uva per un Eiswein dal Graacher Himmelreich.
Annata che ha visto forti anticipi in fase di germogliamento (metà aprile) e di fioritura (terza settimana di maggio), ma che in seguito non ha lesinato fresco e piogge, regalando un clima ottimale che ha permesso di attendere 140-150 giorni dalla fioritura alla vendemmia.
Anche in questo caso poca botrytis e poche bottiglie dall'auslese in su, ma vini che, rispetto al 2004, hanno più polpa e ricchezza complessiva.

Pronte per essere assaggiate
                                                          
I VINI

COPPIA N. 1
Wehlener Sonnenuhr kabinett 2004
Preciso, pulito e lineare, (apparentemente) semplice. Aperto e disteso. Naso floreale, squillante, con note di noce moscata e spezie. Palato lungo e sapido senza essere travolgente. Delicato. Grande armonia, anche la carbonica residua è molto ben integrata. Si dice che il Riesling sia un vino da acrobati, o meglio, un vino-acrobata, dove l'equilibrio tra le varie componenti è sempre in bilico, lieve e sottile, ecco, qui l'equilibrismo è perfettamente riuscito. Finezza ed eleganza ai massimi livelli.
Grande bevibilità. Un Kabinett archetipico, da stamparsi nella memoria per raccontare ai nipoti cosa significa “kabinett”.
Wehlener Sonnenuhr spatlese 2004
Naso più inquieto, con toni d'idrocarburo e quasi fumè, ma con sfumature agrumate (succo di lime) a rinfrescare. In bocca esplode con propulsione acido-sapida vibrante. Carbonica meno integrata del precedente, più idrocarburi che fiori, una struttura che si articola in vie più complesse e stratificate e naturalmente con più polpa. Lungo e salato. Rigoroso e scattante, nitido e cristallino.
Se il primo rappresenta il concetto di armonia, questo sgomita ancora, scalcia di vitalità, anche nel finale energico e vigoroso.

Wehlen e il suo "Grand Cru" (in alto a destra) visti da Graach
                          
COPPIA N. 2

Kabinett 2007 (quindi senza indicazione di vigneto)
Semplice, sì, ma se il 2004 era solo apparentemente semplice, questo, semplice lo sembra realmente. Meno sfaccettato, meno risolto, meno luminoso e disteso.
È più giovane, certo, ma in generale sembra averne...meno. Apre su un naso ancora chiuso e irrequieto, quasi di straccio bagnato, poi escono gli idrocarburi, in un quadro complessivo più cupo. Il palato c'è, è discretamente articolato, ma paga soprattutto il confronto con gli altri Kabinett in degustazione.

Bernkasteler Badstube kabinett 2007
Più espansivo, soprattutto più tondo e morbido, con una più spiccata sensazione di dolcezza nel finale. Naso che indugia sui frutti in confettura e tropicaleggia (mango e ananas), mineralità un po' nascosta.
Profilo aperto ed immediato (anche nell'avvertibile residuo zuccherino), più “facile” e meno polifonico, più rustico, con i contrappesi che si dirigono verso le morbidezze, più che verso l'austerità. Poco complesso, ma molto piacevole.
Il Cru visto da Casa Prum, in febbraio
                                                           
COPPIA N. 3

Wehlener Sonnenuhr spatlese 2007
Colore giovanissimo, sfumature ancora verdoline, tenui rispetto al seguente. Naso speziato con sfumature citrine, poi idrocarburi e cenni balsamici a completare il quadro. Palato scolpito con invidiabile equilibrio tra dolcezza e freschezza, incisivo e contrastato, profondo e rinfrescante. Polpa e tanta sapidità, sprint e agilità dall'inizio alla fine, grande beva e complessità. Verve minerale e tesa eleganza.

Graacher Himmelreich spatlese 2007
Profilo più caldo e fruttato, solare, rispetto al precedente, anche qui toni balsamici, quasi di canfora, intrecciati a un frutto esuberante e polposo. Ricco e muscoloso, carnoso, più grosso e un po' meno elegante del suo gemello diverso.
Il differente cru si esprime in un più evidente slancio fruttato che prevale sulla mineralità.

COPPIA N. 4

Wehlener Sonnenuhr auslese 2007
Idrocarburi e mela verde, toni floreali, frutti polposi. Grande eleganza e ricchezza olfattiva. Palato fine, lungo e articolato, solido e ricco, ma che danza con leggiadria. Unico, piccolissimo, appunto: l'impressione è che nel finale il residuo zuccherino debba ancora integrarsi al meglio, così da fargli perdere un grammo in snellezza ed essenzialità.
Niente di grave, diamogli tempo (almeno cinque-sei anni), ma è comunque già oggi un grande vino.

Wehlener Sonnenuhr auslese 2007 DR. LOOSEN
L'intruso, non solo perché di altro produttore. Già il colore fa pensare a qualcosa di diverso, più carico, ricco e maturo. Al naso è meno restio di altri: frutti gialli, albicocca, pesca, agrumi canditi.
Un auslese che per densità tende quasi al beerenauslese. Cremoso e avvolgente, ha chili, opulenza e velluto, ma è tonico e si muove spavaldo con compattezza e agilità. Piacevolezza estrema e immediatezza combinate a grande articolazione gustativa.

Fine...

In Mosella torneremo a breve con un nuovo approfondimento, spostandoci verso le terre rosse (ardesia, rocce vulcaniche) di Urzig e Erden. A presto!

Vittorio Barbieri