domenica 25 marzo 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 35

Torna la video-scuola con due brevissimi, ma incisivi filmati che vedono protagonista l'instancabile Ernst Loosen, attivissimo sul fronte della comunicazione. Loosen, tra l'altro, parla del pregiudizio e dell'aspettativa che molti consumatori hanno nei confronti di un vitigno che non è - se non forzatamente - inquadrabile in una categoria (non esiste IL Riesling, ma I Riesling) o, se non parzialmente, in un certo tipo di caratteri sempre facilmente riconoscibili.
Il Riesling è quella cosa che più la conosci e più ti fa capire che ci sono ancora un sacco di cose da scoprire attorno e dentro di essa, che ti sorprende e ti spiazza tenendoti sempre sul chi va là.
Buona visione.



giovedì 15 marzo 2018

KOEHLER-RUPRECHT

Azienda di culto del Mittel Haardt (Pfalz) con sede a Kallstadt; 13 ettari vitati per circa 75.000 bottiglie prodotte all'anno. Il culto è nato grazie a Bernd Philippi, che ne è stato proprietario e gestore dal 1976 al 2008: alfiere della “vecchia” scuola anti-moderna, Philippi – che ha ceduto l'azienda nel 2009 – ha sempre lavorato attraverso vendemmie tardive, fermentazioni spontanee e lunghi affinamenti sulle fecce in legno vecchio (per riesling botti di almeno 5-6 anni) da 600-1.200-2.400 litri.
I vini più celebri di Koehler-Ruprecht sono gli auslese trocken provenienti dal Kallstadter Saumagen, in particolare nelle versioni “R” ed “RR”, prodotti solo in annate eccezionali; vini mitici che l'azienda continua a produrre dopo l'uscita dalla V.D.P. in contrasto con la nuova classificazione.



Sezione del Kallstadter Saumagen

Dal 2010 è il bravo Dominik Sona a dirigere le operazioni senza stravolgere l'impostazione precedente, con la differenza, forse, di provare a snellire, a rinfrescare il frutto - quando possibile - e, più in generale, le strutture dei vini, che restano sempre molto fedeli all'annata e ricchissimi di personalità. 
Ho avuto il piacere di visitare l'azienda nello scorso mese di gennaio, assaggiando insieme a Dominik prevalentemente vini trocken (la specialità aziendale) delle annate 2015, ricca e polposa, e 2016, dal frutto fine ed elegante. Tra i non Riesling degustati, segnalo un piacevole Chardonnay 2015 dal “Premier Cru” Annaberg e due Pinot Nero 2014 (un kabinett trocken ed una spatlese trocken) dai tratti nervosi. 
Quasi tutti i vini assaggiati provengono dal “Grand Cru” Kallstadter Saumagen, vigna che si estende per 33 ettari su suoli calcarei (c'era una cava di gesso nell'Antica Roma), a 160-210 metri di altitudine slm. 

Il Kallstadter Saumagen, da www.weinlagen.info


Kallstadter kabinett trocken 2016 

11,5% alcol. 
Dai Cru Steinacker and Annaberg. Vino semplice, delicato, floreale e fresco, molto gradevole. Centro bocca sottile, buona spinta finale. 


Kallstadter Saumagen kabinett trocken 2016 

11,5% alcol. 
Mix molto riuscito di freschezza elegante e setosità. Floreale complesso, pesca, spezie, miele; bocca agrumata, sottile, ma lunga. Bellissimo kabinett. 


Kallstadter Saumagen kabinett trocken 2015 

13,5% alcol.
Potente, caldo. Frutto giallo maturo (anche tropicale), miele-cera d'api, erbe. Kabinett di peso, anche se con buona acidità. Per gli amanti dei muscoli, più che delle finezze. 


Kallstadter Saumagen spatlese trocken 2015 

14% alcol. 
Grosso, quasi opulento. Si ritrova la ricchezza dell'annata; sviluppo concentrato ma sicuro, finale caldo. Frutti bianchi (mela-pera) e gialli (pesca) maturi, sfondo tropicale. 


Kallstadter Saumagen auslese trocken 2015 

14% alcol. 
Ottimo auslese: articolato e complesso, ricco ma ben blianciato, esprime la vendemmia generosa senza eccessi. Maturità di frutti canditi al naso, note leggermente balsamiche, poi erbacee; palato alcolico e pieno, ma anche ampio, dinamico e salato. Ottima riuscita. 


Kallstadter Saumagen auslese trocken 2014 

13% alcol. 
Naso non esplosivo, certo, se paragonato al precedente: più fine, complesso, con note di pesca, pompelmo e limone, zenzero, anche pasta di mandorle. Palato succoso, attacco di bocca ampio che maschera una buona freschezza di fondo. Finale molto elegante. 


Kallstadter Saumagen auslese trocken “R” 2011 

13% alcol. 
Da un'annata calda. 5 anni in bottiglia prima di essere messo in commercio. 
Carattere maturo, speziato e fumè (camino spento), frutto bianco maturo (pera) pronunciato, poi anche miele di acacia; palato soffuso e cremoso, sviluppo elegante e misurato. Lungo e ampio nel finale, vive soprattutto di sapide e complesse sensazioni avvolgenti. 


Kallstadter Saumagen spätlese 2016 

10% alcol, 40 gr di zuccheri. Primo dei due vini “dolci” della batteria. 
Molto piacevole: fresco, ben bilanciato, dolce-non dolce che chiama un secondo e un terzo (e un...ecc ecc) bicchiere. 


Kallstadter Saumagen auslese 2015 (0,375 l.) 

10% alcol, 90 gr di zuccheri. 
Più volume e più dolcezza; è un vino dolce tout court dove forse manca un po' di slancio a bilanciarne le morbidezze. Piacevole.


giovedì 1 marzo 2018

KIRCHENSTÜCK

Torniamo a parlare di assaggi di vasca, di una singola botte in questo caso. 
Tra i Grand Cru a disposizione di Dr. Buerklin-Wolf, il Kirchenstück di Forst è considerato il Montrachet del Pfalz. 3,67 ettari al top nella classificazione del 1828 e che - insieme al Doctor di Bernkastel e a pochi altri vigneti - è ai vertici della classifica dei valore fondiari in Germania. Qui Buerklin-Wolf possiede una preziosissima parcella di circa mezzo ettaro (il perimetro nero nella mappa che vedete qui sotto) su suoli di argille sabbiose calcaree con inclusioni di basalto, da cui provengono circa 2.000 bottiglie ogni anno.


KIRCHENSTÜCK 2017 (da botte) – Dr. Buerklin Wolf 
Assaggio effettuato il 7 gennaio 2018 dallo "stuck" ovoidale in cui il vino fermenta - con lieviti indigeni - e affina prima dell'imbottigliamento. Attualmente è in commercio l'annata 2015, la 2017 uscirà nel 2019. 
Il bello del Kirchenstück di Buerklin-Wolf è che ha il respiro, l'ampiezza profonda del grande vino: combinazione di immediatezza (sì, immediatezza), multidimensionalità e potenziale di invecchiamento.
Se il naso ora lascia solo trasparire un frutto complesso arricchito da note minerali leggermente speziate, sotto una coltre lievitoso-fermentativa che domina la scena, il palato riesce ad essere più leggibile: lì per lì emerge salatissimo, affilato e lungo, ma in realtà l'architettura del vino mostra anche lati potenti e quasi grassi, innervati però da uno scheletro diritto e puntuto. Il retrogusto è già ampio (fruttato, di erbe aromatiche) e si riverbera a lungo nel finale succoso e complesso. 
L'insieme unisce ricchezza, dinamismo e grande eleganza, ed è talmente ricco, dinamico ed elegante da riuscire a comunicare già ora con souplesse, pur in una fase di estrema gioventù, buona parte di un fascino che solo negli anni (decenni) troverà piena espressione.