sabato 30 giugno 2018

RIESLING VIDEO-SCHULE 37

L'estate è tempo di ripassi. Godetevi allora questo minuto e venti compresso e veloce sulle basi del Riesling.
PS Contiene anche la fondamentale analogia con le diverse tipologie di latte; a buon intenditor...buona visione.
Qui sotto il link:

martedì 19 giugno 2018

FUSSER

Torniamo a parlare, stavolta in modo più approfondito, di una tra le realtà più interessanti del Pfalz (Mittel Haardt), ovvero l'azienda dei fratelli Fusser di Niederkirchen. Nota a margine, ma neanche tanto, Georg e Martin hanno da poco trovato un importatore italiano (Nicola Nebbia) e quindi, d'ora in poi, sarà meno complicato recuperare le loro bottiglie nel nostro paese. 
I fratelli Fusser hanno ridato vita all'azienda dopo studi a Bordeaux e a Geisenheim rilevando l'impresa di famiglia (prima l'uva veniva conferita ad una cantina sociale locale) e realizzando la loro prima vendemmia nel 2007. Gli ettari lavorati oggi sono 14 (vigne a Niederkirchen, Ruppertsberg e Deidesheim), 70% riesling (il resto è soprattutto pinot nero), per circa 80.000 bottiglie prodotte in media all'anno.

Georg Fusser

L'azienda è certificata Biologica e dal 2011 segue – seppur senza certificazione – i principi dell'Agricoltura Biodinamica. 
Gli assaggi sono stati fatti prevalentemente in cantina nello scorso mese di gennaio insieme a Georg Fusser, mentre una parte di riassaggi risale ad aprile e maggio; qui sotto troverete come al solito note riguardanti i Riesling, ma dai Fusser abbiamo assaggiato anche un curioso e piacevole Pinot Nero vinificato “in bianco”, un Ruppertsberger Sauvignon, un Deidesheimer Pinot Bianco ed un Pinot Nero dal Cru Mäushöhle polposo e ben fatto, prodotto in quantità confidenziali. 
Tutti i vini degustati sono trocken

Riesling 2016 
Per iniziare, il vino più semplice del lotto, da pressatura a grappolo intero. 
Piacevole, semplice e ben fatto. Buona bottiglia da tutti i giorni. 

Deidesheimeir 2016 
Un “Village”. Più polpa del precedente, soprattutto nell'attacco, appena più larghezza, ma vino comunque sottile che si sviluppa con linearità. 

Paradiesgarten 2016 
Da un “Premier Cru” di Deidesheim esteso per 29 ettari e collocato tra 130 e 210 metri slm con pendenza dall'8% al 30%. Suolo di arenarie calcaree, ghiaia e loess, tessitura sabbioso-argillosa; microclima fresco grazie alle correnti che si incuneano nella piccola valle. Lage tardivo. 
Discreto peso, ma soprattutto tanta freschezza. Attacco di buona ampiezza, sviluppo lineare e teso, con finale quasi affilato. 

Paradiesgarten


Reiterpfad 2015 
Reiterpfad è considerato un “Grand Cru” nonostante l'ampiezza, circa 57 ettari. Situato a Ruppertsberg e diviso in quattro sottozone, giace su sabbie limose con presenza di arenaria gialla e rossa; poco calcareo, si trova su un lievissimo pendio quasi in piano, a 150 m slm. 
Il 2015 al naso unisce frutto giallo tropicale (mango), tè e note di pietra focaia con sfumature lievemente affumicate; sintesi intrigante di frutto e mineralità. La bocca è potente e salda, ampia e profonda, con un finale dove si combinano fine acidità e spinta salina. 

Reiterpfad 2016 
Da un'annata più fresca rispetto alla precedente, Reiterpfad 2016 offre un naso espressivo e aperto: mela verde quasi balsamica, arancia e frutti tropicali, poi pesca e lieve nota di alloro. Con l'ossigenazione escono toni floreali e speziati. Palato ampio e ricco, grasso ma animato da una bella complessità sapido-acida.

Reiterpfad
Le arenarie del Reiterpfad

mercoledì 6 giugno 2018

ENOLAB TRAPANI/3

Enolab Riesling con ONAV Trapani, ultima tappa. 
Presso SOOD – Sicilian Bistrot stavolta il tema principale è l'Alsazia, zona che uno stereotipo duro a morire dipinge come terra di vini morbidi e piacioni, ma che – soprattutto sul fronte Riesling - sa regalare espressioni ricche, sì, ma rigorose e tavolta quasi austere. Vini di razza e di livello assoluto. 
Prima di iniziare un grazie a Domenico “Mimmo” Basciano per le foto ed un grande ringraziamento a tutta la delegazione trapanese (Riccardo Cassisa in primis), a SOOD, a Winehouse ed ai partecipanti che hanno animato il corso.


Ad inaugurare la serie dei vini degustati in realtà è un intruso dal Rheingau, il Rauenthal Nonnenberg 2015 di Georg Breuer, non arrivato in tempo la volta scorsa e recuperato stasera. Agrumato e lievemente idorcarburico, ha un corpo sferzante di medio peso con finale di lunga persistenza acida. Guadagnerà complessità e articolazione negli anni.


Si parte con l'Alsazia e con i due non-Grand Cru della serata, entrambi prodotti da Agricoltura Biodinamica (stasera cinque vini su sette sono figli di questa filosofia), il primo proveniente da un Cru caldo, precoce e pianeggiante, il secondo da un Clos alto e ripido, più “nordico” e oltretutto da un'annata fresca. 
L'Herrenweg de Turckheim 2015 di Zind-Humbrecht si apre su note di fieno, poi selce e gesso; l'apertura olfattiva è lenta, ma continua e con l'aria emerge il lato fruttato (frutti gialli, melone). Il palato offre buon dinamismo con trama acido-sapida compatta, lunga e intrigante.


Il Clos Sand 2014 di Barmès-Buecher è più aperto e mostra un lato idrocarburico più spinto, con fondo erbaceo e fruttato maturo. La bocca attacca succosa, si articola con deciso slancio acido che persiste a lungo e innerva un finale di bocca affilato.


Si passa ai Grand Cru con lo Schlossberg 2016 di Albert Mann, gran vino di deciso impatto agrumato (cedro, olio di bergamotto), completato da cenni floreali e di frutti bianchi (pesca). Ha polpa e ampiezza di frutto anche al palato, dove il finale è lungo, compresso e molto giovane, scalpitante. Vino teso e voluminoso al tempo stesso, complesso, colto in una fase estremamente giovanile.


A seguire lo Schlossberg 2013 di Weinbach, che esibisce un frutto piacevolmente maturo, con tratti leggermemte tardivi e più caldi: confettura di albicocca e di susina gialla, poi idrocarburi. La bocca è ricca e grassa in apertura, potente e di grande energia salina. Denso e vigoroso, unisce grassezza e slancio.


Si resta nell'ambito della potenza, anche se più scapigliata, con l'Hengst 2013 di Barmès-Buecher, minerale e fruttato (agrumi canditi), speziato; ampio e di buona concentrazione, ha un finale asciutto e leggermente tannico.


La chiusura è affidata a un disarmante confronto tra due annate dello stesso (grande) vino, la Cuvèe Frederic Emile di Trimbach 2009 - annata calda - e 2008 - annata fresca d'altri tempi -, da grappoli dei Grand Cru Geisberg e Osterberg; la prima più generosa, avvolgente, grassa, giocata su toni tostati, fumè e di croccante alle mandorle, ma al tempo stesso salda e compatta con finale armonico; la seconda, pepata e agrumata, mostra una eleganza austera e meno accomodante soprattutto al palato, dove il volume è nascosto da un slancio acido viperino accentuato dal residuo zuccherino pari quasi a zero.