domenica 14 dicembre 2014

LE CRONACHE DI NATURNO - Edizione 2014

Dopo l'edizione 2013, anche quest’anno il rieslinGarten ha avuto il piacere di partecipare alle degustazioni del Concorso Nazionale del Riesling a Naturno con tanto di annessi e connessi (ovvero, in sintesi, di fugace, ma piacevolissima e sempre gradita, immersione in quest'angolo di Val Venosta).
Quest'anno siamo stati accolti dalla neve sui monti circostanti e da due belle giornate di sole che a tratti, lo ammettiamo, hanno persino fatto un po’ rimpiangere il fatto di dover rimanere all’interno della grande sala di degustazione anziché andar per boschi e montagne.
 
 
La giuria era composta da 28 degustatori provenienti da varie parti d’Italia, più un paio dalla Germania.
Il sorriso e la gentilezza di Monika Unterthurner, la sobria e discreta accoglienza del 'maestro' Peter Dipoli, l’efficienza di Margit Feichtinger e la sapiente supervisione di Norbert Dibiasi, anche quest’anno hanno traghettato lo svolgimento dei lavori all'insegna della massima professionalità.

 
La sessione mattutina di degustazione è iniziata con un breve test alla cieca su tre vini utile per tarare la giuria.
Si è poi passati ad assaggiare alla cieca e valutare cinquanta vini col fine di scegliere i migliori dieci, che sarebbero stati riassaggiati nel primo pomeriggio per stabilire la graduatoria finale.
50 vini in degustazione: 26 altoatesini, 7 trentini, 6 lombardi, 5 veneti, 4 piemontesi, 1 friulano e 1 abruzzese.

 
Questi i primi dieci classificati:

1
Az. Agr. Ettore Germano
Langhe DOC Riesling Herzu 2013
2
Himmelreich-Hof, Fliri Markus
S.tirol Vinschgau Riesling DOC 2013
3
Weingut Unterortl Familie Aurich
S.tirol V.gau Riesling DOC  2013 Castel Juval
4
Istituto Agrario San Michele all´Adige
Riesling Trentino DOC 2013
5
Eisacktaler Kellerei
Südtiroler Eisacktaler Riesling Aristos 2013
6
Cantina La Vis
Riesling Trentino DOC Simboli 2013
7
Az. Agr. Roeno di Fugatti R. & C.
"Praecipuus" Riesling Renano delle Venezie IGT 2013
8
Kellereigen. St. Pauls
Südtiroler Riesling DOC 2013
9
Pratzner Franz Falkenstein
Südtirol Vinschgau Riesling 2013 DOC
10
Kellerei Meran Burggräfler
Südtiroler Riesling Graf von Meran 2013


E queste le note, frutto delle impressioni a caldo durante la giornata di degustazione altoatesina e di riassaggi successivi.

I PRIMI TRE
Quest'anno l'Herzu di Sergio Germano ha sbaragliato la concorrenza di casa.
 
da www.germanoettore.com
Ampio e generoso al naso, che si irradia su note di pera, fiori (camomilla), erbe aromatiche, litchee, agrumi (pompelmo rosa, cedro) e roccia bagnata. Naso molto complesso dove sembra di scorgere l'azione positiva della muffa nobile. Appena contratto il palato, fresco e salato con ritorni fruttati. Finale lungo e nitido. Già godibilissimo, immediato e generoso, ma con contrasti che lo rendono ancor più intrigante del solito. Molto curiosi di riassaggiarlo tra quattro-cinque anni.
Molto bene anche Himmelreich-hof, minuscola azienda (due ettari, 10-12.000 bottiglie all'anno) della Val Venosta: il Riesling 2013 ha naso prorompente e tropicaleggiante, leggermente mieloso. Polposo, caldo e avvolgente, ma con un'acidità salda che dà compattezza all'insieme.

da www.himmelreich-hof.info
Terzo un habitué della classifica, il Riesling di Unterortl. Fruttato (pera, pesca, albicocca, mango, agrumi) ma con toni di erbe aromatiche (salvia); la polpa non manca ma nemmeno il dinamismo e la solidità. Lieve carbonica che ravviva il palato.

Unterortl
 
DENTRO LA TOP TEN
Tra gli altri che si sono classificati nei primi dieci, segnaliamo il Praecipuus di Roeno, outsider che si conferma tra i più interessanti Riesling nazionali: verde e minerale, con gradevole componente citrina completata da note floreali e di pesca. Potenza e freschezza, bel finale.
Elegante, armonico e molto ben cesellato il campione di Cantina San Paolo, piacevole e arioso; ricco e fruttato quello di Falkenstein, varietale e succoso, dal frutto espansivo e dai tratti un po' caldi e quasi larghi, ma fresco-sapido, compatto e con chiusura lunga.

Falkenstein
GLI ALTRI
Come l'anno scorso ci piace scrivere anche di chi, pur non avendo ricevuto apprezzamento unanime dalla giuria, ha colpito noi giardinieri.
Irresistibile (apparente) semplicità gustativa per Strasserhof; bicchiere fresco e scorrevole, lineare e di aromaticità sottile. Sempre tra i nostri preferiti.
Il Kaiton di Kuenhof vive la sua fase di estrema gioventù (peraltro meno austera del solito) esprimendo sensazioni di mela verde, di pesca e leggermente tropicali. La qualità si rivela ancora meglio al palato: deciso, ricco e polposo, si espande e si allunga in crescendo, con sottile ma decisa sapidità. Finale pulito e rinfrescante, alcol ben integrato.
Con accenni di frutto morbido-maturo il Berg di Niedrist, ma tonico e scattante; al contempo formoso e snello, ha bella spinta propulsiva finale in un accattivante bilanciamento.
Per Befehlhof del mitico Oswald Schuster e di sua figlia Magdalena (che ormai gestisce la cantina ed ha iniziato a lavorare con lieviti indigeni e lunghe fermentazioni) la produzione è aumentata a 1.600 bottiglie; il vino anche quest'anno ha carattere non banale, fresco e ancora compresso, è salato e avanza con bella spinta tra scie fruttate e di erbe aromatiche.

 
Vi auguriamo buone bevute e buon anno.
Arrivederci nel 2015!

Alberto Alfano e Vittorio Barbieri



giovedì 4 dicembre 2014

BINNER

Torniamo in Alsazia per una breve ma significativa incursione nel mondo del Riesling "naturale".
Audrey e Christian Binner sono i proprietari del Domaine Binner di Ammerschwihr, storico marchio a conduzione famigliare che gestisce 11 ettari vitati, comprese parcelle in alcuni Grand Cru come lo Schlossberg di Katzenthal.
Lo Schlossberg è un Cru piuttosto ampio esposto a sud che poggia su suoli ricchi di granito, sabbia e con presenza di rocce affioranti.
Qui il Domaine dispone di 0,38 ettari (età media vigneti di 30 anni) lavorati in Biodinamica.
Fermentazione spontanea in botti di rovere usate (...stra-usate, in parte sono addirittura centenarie) da 1.000 litri con lungo affinamento sulle fecce (un anno circa), niente chiarifiche, né filtrazioni prima dell'imbottigliamento.
 
Lieviti sul fondo di una botte; dal sito Internet aziendale
 
Un ringraziamento a Roberto Zanetti e alla Trattoria San Giovanni per aver "sacrificato" la bottiglia e all'amico Nicola Nebbia, collaboratore del Comitato Interprofessionale dei vini d'Alsazia, per averla condivisa con me.

Alsace Riesling Schlossberg Grand Cru 2004 - Domaine Binner
Naso inizialmente petrolioso-idrocarburico ma che lascia presto spazio a sensazioni più dolci di frutti in confettura, miele, persino zafferano (possibile conseguenza di una vendemmia leggermente tardiva in presenza di botrytis). Quindi profumi di complessa "dolcezza", accattivanti, con gradevole maturità e larghezza di frutto.
  
 
Il palato ha timbro ben diverso: se il naso si esprime con tratti espansivi e generosi, la parte gustativa è austera, molto secca, stretta e diritta con finale amarognolo. Palato quindi scontroso, spigoloso; una fucilata spiazzante, almeno per chi non è abituato alle bottiglie di Binner.
Vino intrigante, burbero e sfaccettato.
 
Vittorio Barbieri

domenica 23 novembre 2014

GRAF VON KANITZ

Oggi Rheingau, ma una Rheingau alternativa.
Defilato nell'estremità occidentale di questa regione, Lorch è il punto di transizione tra Rheingau e Mittelrhein. Amministrativamente ancora Rheingau, certo, ma storica fucina di vini stilisticamente più simili a quelli del Mittelrhein (eleganti ma tesi e decisi, in genere con un po' meno struttura e profondità dei migliori Rheingau).
Graf Von Kanitz è l'azienda principale della zona, per storia e qualità dei vini.
 
Da www.weingut-graf-von-kanitz.de
Vigne citate già dal '200 e azienda di proprietà dei Conti (Grafen) Von Kanitz dal 1926.
Azienda che flirta col Bio dalla fine degli anni '60 e certificata "Ecovin" da oltre venti anni.
Lorch si trova tra Loreley e Rüdesheim, suoli di ardesia, quarzite e rocce scistose. Qui l'azienda (diretta da Kurt Gabelmann dal 2004) possiede circa 14 ettari di vigne a picco sul Reno, di riesling ma anche di pinot nero e con piccole quote di pinot grigio e gewurztraminer per 60.000 bottiglie annue.
L'azienda ha vigne praticamente in tutti i Cru di Lorch, compreso Pfaffenwies, di cui parliamo oggi attraverso una mini-verticale del kabinett trocken: due annate recuperate grazie alla curiosità di Emilio del Bar Elena (Piacenza), sempre a caccia di vini tedeschi e francesi (e italiani) tra i meno noti e convenzionali.
 

 
Rheingau Lorcher Pfaffenwies kabinett trocken 2009
Approccio olfattivo preciso e nitido, di piacevole semplicità fruttata (agrumi, mela verde) con lieve sfondo di roccia bagnata. Palato morbido, per essere un trocken, rotondo e un po' piacione, con acidità smorzata dal residuo zuccherino, ma saldo. Rassicurante e ben fatto.

 
Rheingau Lorcher Pfaffenwies kabinett trocken 2010
Olfatto minerale ingentilito da sensazioni fruttate (frutti bianchi, pera, ma anche ananas). Nel complesso profilo gustativo più austero del 2009, zuccheri meno evidenti, sviluppo e finale che concedono meno alla morbidezza. Attacco leggermente più alcolico, poi piacevole freschezza acida che allunga il vino nel (bel) finale.
 
Vittorio Barbieri

giovedì 13 novembre 2014

NUONE ANIME - Vigne dei Boschi

Ne avevamo parlato qui, di Paolo Babini, di Vigne dei Boschi (quindi anche della di lui moglie, Katia Alpi, sua partner a 360°) e del 16 Anime, luminoso outsider rieslingoso nato ai margini, anzi proprio al di fuori, delle zone più storicamente rinomate per il nostro vitigno: Valpiana, Brisighella, ovvero Appennino romagnolo al confine con la Toscana.
Paolo Babini, grande sensibilità unita a una solida preparazione tecnica, ha intuito le potenzialità della Vigna del Pozzo (320-330 metri slm, terreni calcareo-marnosi) impiantandola a Guyot nel 1998. Una delle vigne incastonate, quasi immerse, nei boschi brisighellesi a disposizione di Paolo.

La vigna del 16 Anime
 
Le vigne di Paolo Babini (in rosso quella di riesling)
 
L'avevamo definito come uno dei più stimolanti, curiosi e difficilmente inquadrabili Riesling nazionali, il 16 Anime, osservandone l'evoluzione attraverso una bella verticale che non aveva previsto l'assaggio della versione 2012 (all'epoca ancora in vasca).
Ora, grazie alla degustazione delle eccellenze de I Vini d'Italia 2015 dell'Espresso presso la fiorentina Stazione Leopolda, abbiamo colmato la lacuna.
 
Stazione Leopolda, Firenze
 
Diciamo subito che siamo di fronte ad una delle migliori riuscite del 16 Anime, forse proprio la migliore, che lo conferma tra i più personali Riesling nazionali.

16 Anime 2012 - Vigne dei Boschi
Forse non ha l'esuberanza e l'avvolgenza sapida rassicurante dei migliori altoatesini e langaroli, ma si sposta su un versante differente riuscendo a trovare un proprio, altro, carattere centrato su un verace e nervoso timbro austero.

 
Naso agrumato e sassoso con appena accennate sfumature balsamiche; palato scalpitante e salato, grintoso con sviluppo succoso e saporito. Finale teso, lungo e profondo.
Da provare e riprovare nei prossimi quindici anni.
 
Vittorio Barbieri

lunedì 3 novembre 2014

SI...PUÒ...FARE...

Calatroni è, tra i "nuovi" marchi oltrepadani, quello più sensibile al tema Riesling.
Avevamo apprezzato la versione 2010 qui e, prima ancora, nell'agriturismo aziendale avevamo ospitato la prima e (nel nostro piccolo) storica degustazione del rieslinGarten dedicata a J.J. Prüm.
Dopo due anni di grandine, finalmente nel 2013 Stefano e Cristian sono tornati a produrre un Riesling.
 
 
Non solo, nel 2014 hanno iniziato a vendere la selezione del 2007, che inaugura la serie di vendemmie tardive (prodotte in poche centinaia di bottiglie) provenienti da una selezione di uve dello stesso vigneto della versione "normale".
Una bella sfida: uscire sul mercato dopo sette anni con un Riesling oltrepadano.
E una bella soddisfazione: poter dire che la sfida è stata vinta.

 
Oltrepo' Pavese Riesling 2013
4.300 bottiglie prodotte.
Naso nitido, pulito, con scie agrumate e leggermente balsamiche. Palato reattivo, fresco e compatto con sviluppo efficace e un finale in cui emergono note di frutti bianchi maturi ed erbe aromatiche.
L'annata vendemmiale fresca amplifica il profilo nervoso, comunque ben contrastato dalla polpa, regalando una beva relativamente semplice e molto godibile.
Particolare non da poco, l'ottimo rapporto qualità/prezzo (bottiglia che si trova intorno ai 10 euro, o meno, in enoteca). Eccellente Riesling quotidiano.

 
Oltrepo' Pavese Riesling Riserva 2007
Poco meno di 400 bottiglie per questa selezione "tardiva" proveniente da un'annata calda e vinificata dopo sei ore di macerazione pre-fermentativa.
Colore paglierino carico/dorato. Naso misuratamente ossidativo con note di camomilla e agrumi canditi, confettura di rabarbaro, poi miele e croccante alla nocciola.
La materia trova uno sviluppo alcolico equilibrato e relativamente contenuto che snellisce l'insieme, anche perché innervato da una freschezza sapida molto compatta ed equilibrata.
Secco e asciutto, saldo nello sviluppo. Unisce complessità e facilità di beva.
 
Vittorio Barbieri
 

mercoledì 22 ottobre 2014

MARKUS FRIES

Azienda inedita sul RieslinGarten, quella di Markus Fries, ma tutt'altro che nuova visto che dal 1740 si è ormai arrivati all'ottava generazione familiare.
 
 
Sede a Maring-Noviand, nella Mittel Mosel (sulla sponda opposta a Brauneberg), dove l'azienda possiede alcuni terreni vitati, anche se il meglio delle vigne si trova a Bernkastel (nel Lay), Wehlen (nel Sonnenuhr) e Ürzig (nel Würzgarten) per circa 25.000 bottiglie di produzione annua. Il 95% delle vigne è coltivato a riesling, ma il 5% vede la presenza di pinot nero dal quale si ottengono due etichette; quasi metà delle vigne aziendali sono su piede franco.
 
Wehlener Sonnenuhr spatlese 2006 - Markus Fries (10% alcol)
Apertura su toni di camomilla, bergamotto, poi confettura di susine gialle, zenzero candito,  confettura di rabarbaro, zafferano ed una appena accennata nota di croccante alla nocciola nel finale. Naso complesso con note evolutive e terziarie.

 
Palato equilibrato, armonico, acidità integrata. Struttura ben calibrata senza spigoli, ma pure senza slanci particolari, il che fa pensare ad uno stato di prontezza evolutiva (che immaginiamo possa comunque proseguire per anni), più che a ulteriori e decisi sviluppi espressivi.
 
Vittorio Barbieri

giovedì 9 ottobre 2014

MERKELBACH 2012 - PARTE II

Merkelbach 2012, di nuovo.
Ürziger Würzgarten: dopo i kabinett, le altre categorie. Abbiamo preferito dividere in due questo approfondimento sull'annata 2012 in casa Merkelbach per meglio concentrarci su alcuni dettagli e differenze.

 
Così, ecco una spatlese ed una auslese dal Giardino delle Spezie.
Vini che confermano la mano felice e impeccabile, sicura e di sostanza dei due fratelli, in generale e in particolare in questa annata.
I due vini vini hanno alcolicità di poco superiore al 9%, gradi Oechsle del mosto di partenza tra 97 e 100, acidità di circa 7,5 gr/l e residuo zuccherino tra 65 e 70 gr/l.


 
Ürziger Würzgarten "Urglück" spatlese 2012 fuder 17
Dal nome originario della parcella di vigna.
Spatlese non trocken che indugia poco sulle sensazioni "dolci", mostrando un' intrigante eleganza austera. Minerale e sassoso, diritto, deciso, esprime note di anice e salvia, poi lime e zenzero su uno sfondo di frutti gialli (pesca e albicocca).
Palato molto scorrevole e succoso già in questa fase giovanile; grande beva, manca solo l'apertura olfattiva che, crediamo, arriverà nel tempo.
 
Ürziger Würzgarten auslese 2012 fuder 14
Lieve carbonica, più del precedente, e subito grande apertura aromatica. Carattere espansivo e generoso, ricco e polposo, ma con sviluppo fresco e finale rinfrescante.
Deve aprirsi ulteriormente, certo, ma la nota fruttata lievemente tropicale oggi in vista è molto piacevole ed il lungo timbro sapido ne rivelano le eccellenti possibilità di evoluzione. Grande beva.
 
 
 
Vittorio Barbieri

sabato 27 settembre 2014

DR. F.WEINS-PRÜM 2012

Non nuovo su queste pagine (vedi qui), Bert Selbach vanta due parcelle di vecchie vigne nel Wehlener Sonnenuhr (una proprio accanto alla meridiana, l'altra più in basso, poco prima della Mosella), piccoli appezzamenti nel Graacher Dombropst, nel Graacher Himmelreich e nell'Ürziger Würzagarten oltre a parcelle in vigne minori di Wehlen e di Waldrach.
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Selbach inoltre è tra i pochissimi a vantare parcelle nell'Erdener Prälat; una nel Prälat originario acquistata nel 1957, 600 metri quadrati nella parte alta (tra 140 e 160 metri di altitudine) confinanti con una parte di Erdener Treppchen; un'altra più piccola (400 metri quadrati) da generazioni di proprietà dell'azienda nel "nuovo" Prälat.
Qui sotto vi rendiamo conto di due kabinett e una spatlese prodotti nel 2012 (sintetica descrizione dell'annata a questo link), annata che per Weins-Prüm ha significato 94-95 gradi Oechsle nei kabinett (con residui zuccherini impegnativi per la tipologia, ma gestiti molto bene) e 100-110 nelle spatlese. La vendemmia si è svolta dal 20 ottobre al 5 novembre.

 
Graacher Domprobst kabinett 2012
(8% alcol, 95 Oechsle, 8 gr/l acidità, 62 gr/l zuccheri)
Kabinett di peso. Naso che impatta su sensazioni di frutto dolce, poi camomilla. La prima impressione gustativa ricorda quasi una spatlese, lo sviluppo è ricco e pieno, snellito dalla freschezza acida, ma ora forse un po' monocorde.
Molto piacevole e immediato, aspettiamo qualche anno per avere anche maggiore articolazione.
 
Wehlener Sonnenuhr kabinett 2012
(8% alcol, 94 Oechsle, 7,8 gr/l acidità, 58 gr/l zuccheri)
Più slancio del precedente. Agrumato (pompelmo e limone) e salino, quasi più minerale che fruttato. Sviluppo diritto con sferzata rinfrescante che pulisce il palato nel finale. Di eleganza più austera rispetto al precedente, sapido più che acido e di grande beva nonostante una concentrazione importante per la tipologia.
 
Wehlener Sonnenuhr spatlese 2012
(7,5% alcol, 108 Oechsle, 8 gr/l acidità, 102 gr/l zuccheri)
Minerale e agrumato, con scie di erbe aromatiche, anche se ancora in debito espressivo al naso.
Il palato però è magistrale. Si apre e si riverbera con grande persistenza finale; in mezzo una progressione succosa e affilata, dinamica e molto scorrevole che mitiga l'alto contenuto zuccherino, benissimo integrato nella struttura.

 
 
Vittorio Barbieri

lunedì 15 settembre 2014

THE DEVIL IS IN THE DETAIL

Dei fratelli Merkelbach, ormai vicini agli ottanta, avevamo già parlato qui. L'aver recuperato, grazie agli amici di Enodelirio, alcune bottiglie dell'annata 2012 ci permette di tornare sull'argomento, ricordandovi che i Merkelbach producono in media 15-20.000 bottiglie annue da neanche due ettari di riesling coltivati nell'Ürziger Würzgarten (1,2 ettari), nell'Erdener Treppchen (mezz'ettaro) e nel Kinheimer Rosenberg. Quest'ultimo, dove Alfred e Rolf possiedono 2.000 metri quadrati, è un Cru considerato di secondo piano rispetto ai due precedenti (in particolare rispetto al primo), perché qui il terreno inizia a cambiare di composizione (meno ardesia) rispetto ai quasi confinanti e già citati Cru e forse perché ancora troppo pochi vignaioli sono stati in grado di tradurre al meglio le potenzialità del vigneto.

 
Lente di ingrandimento sui kabinett 2012 dunque, frutto di un'annata che in zona ha fatto registrare una fioritura precoce, seguita in aprile da una gelata che ha segnato negativamente la resa produttiva; clima fresco fino a giugno e caldo a partire da luglio, con autunno soleggiato ed inizio vendemmia ad ottobre avanzato con termine nella prima settimana di novembre. Annata di scarsa Botrytis (rari infatti i BA e TBA prodotti nella Mittel Mosel). Infine, inverno non troppo rigido che ha reso difficoltosa la produzione di eiswein.
Ghiotta la possibilità di testare le differenze tra tre kabinett della stessa annata prodotti dai due fratelli: un Kinheimer Rosenberg e due diverse versioni di Ürziger Würzgarten provenienti da botti (fuder) e parcelle differenti.
I Merkelbach, quando l'annata lo permette, mantengono infatti la buona abitudine di vinificare separatamente parcelle diverse dello stesso Cru, quindi il dettaglio del penultimo numero da destra (in questo caso "11" e "18") del famigerato A.P. Nr. riportato in etichetta indica le botti di provenienza.
Ci ripetiamo: le loro bottiglie sono tra le migliori in assoluto per rapporto qualità/prezzo in Mosella.
 
Ürziger Würzgarten kabinett 2012 fuder 11
(alcol 8,5%, Oechsle 83,3, acidità 8,5 gr/l, zuccheri 41,4 gr/l)
Agrumato con note di selce e sasso, palato preciso e rinfrescante, agile e dinamico. Combinazioni intriganti tra frutto e mineralità e tra acidità e dolcezza; infine didattica (e piacevolissima) la scorrevolezza sapida al palato. Il più affilato dei tre.
 
 
Ürziger Würzgarten kabinett 2012 fuder 18
(alcol 8,5%, Oechsle 87, acidità 8,5 gr/l, zuccheri 42)
Profilo di pulizia fruttata. Leggermente più polposo e generoso del precedente, più sul frutto (tropicale, banana). Dà una sensazione di maggiore larghezza. Il vino in cui forse emerge al meglio l'elegante e raffinata dolcezza tipica dei Riesling di Merkelbach (dei kabinett in particolare) ottimamente bilanciata con acidità, sapidità e alcol.
 
 
Kinheimer Rosenberg kabinett 2012 fuder 2
(alcol 8,98%, Oechsle 87,4, acidità 8,1 gr/l, zuccheri 43,4)
Nitidamente agrumato. Peso e polpa relativamente alla tipologia e paragonandolo agli altri due, poi buono slancio (con le sensazioni agrumate che tornano e si riverberano al palato) che allunga e rinfresca il vino.

 
A presto per altri approfondimenti sull'annata 2012 in Mosella...prima del viaggio a Naturno per l'edizione 2014 delle Giornate del Riesling.
 
Vittorio Barbieri

venerdì 1 agosto 2014

VEGGIOLA MIX 2014

A distanza di un anno quasi esatto siamo tornati alla Locanda dei Briganti di Veggiola (vicino a Gropparello, provincia di Piacenza) con un gruppo di amici ristoratori e produttori per un incontro-bevuta-degustazione volutamente senza fili conduttori, che ci ha permesso di spaziare tra numerosi territori del Riesling (...come sempre è mancata l'Austria, ma non lo facciamo apposta!) e numerose annate (dal caldo 2011 della Val Venosta e dell'alsaziano Sommerberg al fresco 1979 del moselliano Erdener Treppchen).
 
 
Un viaggio senza fili accompagnato da salame e coppa piacentini, frittelle di patate con pancetta al Gutturnio, gnocchi con puzzone di Moena, gorgonzola e pere, cotoletta di filetto di maiale, sbisolona (bravo Tiziano, menu pensato e cucinato bene!) che proviamo a raccontarvi qui sotto:
 
 
 
Alto Adige Val Venosta Riesling 2011 - FALKENSTEIN
Unica bottiglia italana del lotto. Tappo Stelvin.
Frutto e mineralità idrocarburica combinate, poi scie floreali; palato ricco e sostanzioso, con bella energia sapida e complessa articolazione.
 
Sommerberg Grand Cru 2011 - SCHOFFIT
Tanta polpa, a partire da un naso di frutto maturo (tropicale, poi melone). Palato grasso e di peso, potente, più che elegante, largo e voluminoso, anche se l'acidità riesce ad allungarlo e a tenerlo in piedi fino a un finale lungo.
 
Alsace Breitenberg 2010 - KUBLER
A distanza di un anno dal primo assaggio, il vino (la bottiglia?) mostra un lato più maturo (mela all'aria, miele...toni dolci-ossidativi) al naso che rischia di appiattirlo togliendogli freschezza. Resta però il palato vibrante che ricordavamo, ora peraltro con acidità meglio integrata nella struttura.

Pfalz Riesling trocken 2005 - STUDIER
Tappo di vetro per una bottiglia che si rivelerà più evoluta del pari annata, più stanca sia al naso che al palato. Confronto a parte, e tenendo conto che trattasi di vino "base", è una bottiglia non disprezzabile, che però mostra il lato più grezzo e caldo del Riesling tedesco.

Nahe Monzinger Halenberg trocken 2005 - EMRICH-SCHÖNLEBER
Poco più di 5 ettari a disposizione dell'azienda in questo Cru con suoli di ardesia blu e quarzite.
Primo picco della degustazione per un grande trocken. Erbe aromatiche, agrumi, petrolio, poi palato molto solido e compatto, sapido, di grande, piacevole e articolata beva, ma che sembra possa ancora trovare ulteriori sviluppi in tema di espressione.

 
Wehlener Sonnenuhr spatlese 2004 - J.J. PRÜM
Ne avevamo parlato in occasione del primo post di questo blog: la carbonica (che svanisce dopo alcuni minuti) c'è ancora, così come la nota di cenere sotto la scorza agrumata. Resta un'impressione di grande vitalità ed eleganza. Spatlese quintessenziale di un'annata fortemente classica.

 
Brauneberger Juffer Sonnenuhr auslese 2008 - FRITZ HAAG
Da Magnum.
QUI un piccolo approdondimento sull'azienda e su un'altra annata dello stesso vino.
Frutto generoso, espansivo (pesca, albicocca, sfumature tropicali di mango), ma anche note di selce e sasso. Struttura morbida e cremosa all'attacco, ma molto lunga e arricchita da una rinfrescante freschezza acida. Profilo che riesce ad unire mirabilmente la polpa fruttata (in primo piano) e le scie minerali più austere (sullo sfondo). Grande vino dolce.

 
Erdener Treppchen auslese 1979 - BENEDICT ERBEN-LOOSEN
Bottiglia da 0,70 litri. Auslese di 35 anni che si presenta con un colore giallo paglierino carico dagli accenni dorati.
Al naso confettura di rabarbaro e susine, poi zucchero di canna caramellato e creme caramel; bocca ancora nervosa, magari un po' corta e poco voluminosa per essere un auslese, ma a distanza di 35 anni, questa "piccola" annata (meteo difficile, con tanta pioggia) è ancora molto godibile.

 
Arrivederci a presto!

Mostri a Veggiola
 
Vittorio Barbieri

domenica 8 giugno 2014

CORDON CUT 2001

Per la prima volta su queste pagine parliamo di un vino australiano: il Cordon Cut di Mount Horrocks, tra i più celebrati vini dolci australiani.
Cordon Cut è prodotto da una vendemmia tardiva di riesling renano (in genere senza presenza di Botrytis) nella Clare Valley, South Australia. L'uva viene lasciata in pianta ma tagliando i tralci, pratica da cui deriva il nome del vino.

 

 
Mount Horrocks ha una decina di ettari di proprietà con certificazione "organic" dai quali produce in tutto circa 40-45.000 bottiglie, suddivise in diverse etichette a base sauvignon, semillon, shiraz, più due a base riesling (il Cordon Cut e un Riesling secco dalla zona di Watervale) e una a base...nero d'Avola!
L'azienda, nata negli anni '80, è di proprietà di Stephanie Toole (che ci ha inviato le due foto qui sopra) dal 1993.
 
Clare Valley Riesling "Cordon Cut" 2001 - Mount Horrocks
Ci ricordavamo ripetuti e piacevoli assaggi della versione 2002 fatti tra il 2004 e il 2005: tanto frutto, discreta complessità, freschezza. Grande quindi è stata la curiosità quando nella cantina del Ristorante Riva (Ponte dell'Olio, Pc) grazie al sommelier Maurizio Rossi abbiamo scovato una bottiglia di 2001.
 
 
Colore ambra intenso, quasi arancione, viatico a un naso "dolce" e fruttato con aromi di miele, confettura di albicocca e marmellata di agrumi (arancia, lime). Bocca dolce e morbida, lì per lì quasi untuosa, ma con una veloce scia acida nel finale che salva dalla stucchevolezza e riesce ancora a rinfrescare.
Insomma, polposa, rassicurante e morbida opulenza cui non avrebbe fatto male uno slancio acido più deciso che ci avrebbe dato un vino anche complesso, oltre che piacevole.
 
Vittorio Barbieri

lunedì 26 maggio 2014

PRAEPOSITUS 2009

Da tempo il Praepositus dell'Abbazia di Novacella è costantemente tra i migliori Riesling nazionali. Celestino Lucin guida la parte vitivinicola dell'Abbazia agostiniana, che ormai da nove secoli produce vino.
 
 
Oltre che sulle uve dei 400 conferitori (provenienti da circa 50 ettari), l'Abbazia può contare sulle uve di proprietà del Podere Marklhof di Cornaiano, coltivato a schiava e pinot nero.
La linea “Praepositus” contraddistingue le selezioni aziendali. Il Riesling Praepositus proviene da vigne allevate tra Bressanone e Varna, a 650-700 metri di altitudine sulle ghiaie moreniche della zona.
Parte degli acini vengono raccolti tardivamente (entro metà dicembre) e la vinificazione avviene in acciaio.
 
Alto Adige Valle Isarco Riesling “Praepositus” 2009 – Abbazia di Novacella
Cerca di combinare generosità e misura, ne esce un Riesling chiaroscurale e affascinante. Al naso note di gesso e asfalto, poi buccia di arancia matura e sfumature floreali.

 
Corpo compatto e pieno, strutturato e ricco, ma sapido e con acidità viva ben integrata. Sviluppo gustativo incisivo e dal passo sicuro anche se non manca un lato morbido, o meglio, pieno e avvolgente, che vira sull'amarognolo nel finale, quando emergono toni di zenzero e zafferano. Complesso.
 
Vittorio Barbieri

sabato 17 maggio 2014

Il bianco del venerdì

Nel RieslinGarten è il momento delle verticali di Riesling oltrepadani, a quanto pare.
Dopo Frecciarossa è la volta di Monsupello, realtà che non significa solo Metodo Classico (tra i migliori in Italia da pinot nero), perché nella marea di altre etichette prodotte spicca un ottimo Riesling, tra i più sicuri ed affidabili della zona.
Nei mesi scorsi ne abbiamo già parlato un paio di volte, QUI del 2011 e QUI (vedi anche per alcuni dettagli tecnici) del 2010, e ora torniamo sul tema grazie alla disponibilità della famiglia Boatti (Laura e Pierangelo, figli dello scomparso e indimenticato Carlo) e di Marco Bertelegni che a metà maggio ha organizzato in azienda una verticale di nove annate.
 
 
Folta e vivace la compagnia che ci ha accompagnato nel piccolo-grande evento, divisa tra produttori oltrepadani/piacentini (Giulio Fiamberti, Stefano Calatroni e Stefano Pizzamiglio), giornalisti (Francesco Beghi) e persone che "per qualche motivo vengono talvolta invitate, senza che nessuno capisca bene quale sia" (Roger Marchi).
Riesling di Monsupello, dunque, un vino che negli anni è andato via via costruendo la propria personalità. Da “bianco del venerdì”, come veniva chiamato in famiglia dai Boatti, cioè classico e semplice bianco da pesce a base riesling italico degli anni '70, a vino con percentuali sempre maggiori di renano (dal 2000 unico vitigno presente) progettato in vigna e in cantina per reggere negli anni, grazie anche alle intuizioni di Pierangelo Boatti, e per farsi sempre più vino della domenica, delle grandi occasioni. Nel 2006 arriva Marco Bertelegni (attualmente direttore tecnico), che dal 2010 inizia a lasciare con più decisione la propria impronta in un ideale proseguimento del lungo percorso tracciato dai Boatti.
Note non secondarie: dal 2011 è in produzione una vigna di fondovalle a Redavalle, che si affianca agli storici vigneti di Torricella Verzate e Oliva Gessi; dal 2008 al 2010 parte dell'uva è provenuta da una vigna di Montalto.
 
 
1996
Unica annata in degustazione contenente riesling italico.
Colore oro carico che preannuncia un profilo decisamente terziario. Al naso complesse sensazioni evolute “dolci”, candite, di pasticceria, miele e confettura di susina; con i minuti emergono note di tamarindo. Il finale, vivo e di buona freschezza, tiene, rilancia il vino e lo rende piacevole, in assoluto e pure tenendo conto del fatto che probabilmente non era stato pensato per lunghi affinamenti in bottiglia, ma per essere bevuto subito, figlio di una concezione vitivinicola diversa da quella che ha animato le annate successive.
 
 
2003
Profilo più fresco rispetto alle attese (2003 praticamente ovunque annata torrida di elevate concentrazioni alcoliche e basse acidità). Probabilmente un po' carente in sfumature, semmai monolitico, il vino è solido e integro, compatto, unendo da un lato polpa e peso, dall'altro discreto slancio acido. Il naso oscilla tra lievi note dolci/vanigliate, di orzata e sciroppo d'acero combinate a toni mandorlati e lievemente balsamici.

2004
L'annata preferita di Pierangelo Boatti. Annata che in molti territori viene ricordata come eccellente per condizioni climatiche e, spesso, per riuscita enologica. E pure come parziale ritorno alla normalità delle condizioni vendemmiali dopo gli estremi delle due annate precedenti (2003 e 2002).
Qui il risultato è un vino complesso e armonico, dallo sviluppo sciolto e sicuro, dove frutto (agrumi) e mineralità vanno a braccetto. Bicchiere ben contrastato che unisce polpa e sfumature.

2006
Annata calda, non la più adatta per esaltare l'eleganza e la freschezza del riesling. Dunque timbro più maturo e ossidativo già visibile dal colore, profumi che, in piccolo, ricordano certe sensazioni del '96 (miele, frutto candito) poi palato di buon peso, anche se sembra mancare la freschezza dei vini precedenti.

2008
Qui il consueto tono lievemente ossidativo di questi anni trova uno sviluppo piuttosto intrigante.
Sotto (e dentro) quel colore carico, quasi dorato, caldo, si agita un groviglio affascinante: mineralità e frutto (agrumi quasi canditi) in tandem, poi note di croccante alle nocciole. Palato vivo e fresco, con finale sicuro, per un vino dal timbro sensuale e generoso.

 
2010
Prima annata con Bertelegni alla guida tecnica. Aldilà dell'annata fresca di suo, viene inaugurata un'altra, lieve, mutazione concettuale, dove lo stile si fa più riduttivo, più fresco.
Colore che, a parte la maggiore gioventù del vino rispetto alle annate degustate prima, si schiarisce e raffredda, anticipando nitide note di pera e cedro, sullo sfondo toni di frutta tropicale. Palato saldo e slanciato, fresco e molto lungo, che promette ulteriori e luminosi futuri sviluppi.

2011
Annata calda (come la successiva 2012) che offre un vino dal frutto ampio, con palato largo e pieno, ampio e polposo, ma con finale fresco e sapido. Un vino più grosso e appena meno slanciato del precedente, ma capace di portare con buona disinvoltura i propri muscoli.

2012
Naso di esuberanza fruttata (melone), piacevole, che introduce a un carattere gustativo fresco e diritto, incisivo, leggermente più “piccolo” del 2011, più semplice e corto del 2010, ma molto gradevole e perfettamente in linea con lo stile di questi ultimi anni.

2013
Ecco, l'annata che uscirà tra pochi mesi promette scintille grazie a uno sviluppo climatico fresco adatto ad esaltare l'eleganza del vitigno. Aromi comprensibilmente indietro nello sviluppo, ma già sufficientemente espansivi, con note lievemente balsamiche, di pera e lime. Al momento più rivelatrice la dinamica gustativa, di grande energia acido-sapida, con struttura di grande vigore. E un bellissimo finale di potenza sapida schioccante.

 
 
Vittorio Barbieri e Alberto Alfano

lunedì 5 maggio 2014

STRASSERHOF 2013

Strasserhof principalmente è, almeno per la parte vitivinicola, Hannes Baumgartner, al timone dal 2003, da quando cioè l'azienda ha iniziato a imbottigliare in proprio. Quindi storia antichissima (perché qui si produceva vino già in epoca medievale) e molto recente al tempo stesso.
Il maso si trova a Novacella, Comune di Varna in Valle Isarco, accanto all'Abbazia. 5 ettari tra 650 e 710 metri s.l.m., in parte vitati con vigne giovanissime, in parte con vigne di circa 35 anni, su suoli leggeri, ghiaiosi e sabbiosi.
 
Hannes Baumgartner, da www.fws.it
40.000-45.000 bottiglie all'anno (circa un terzo di Kerner, 4-5.000 di Riesling) quasi solo di vini bianchi, a parte una piccola produzione di Zweigelt, rispettando più o meno le percentuali della Valle Isarco, dove il 95% del vino prodotto è bianco, Müller Thurgau e Kerner soprattutto.
 
Valle Isarco Riesling 2013 - Strasserhof
Il 2012, assaggiato in più occasioni tra cui le degustazioni per il Concorso del Riesling di Naturno (dove fu tra i migliori, vedi QUI), ci era piaciuto molto, così appena abbiamo scovato una bottiglia dell'annata successiva sugli scaffali della Taverna del Gusto di Piacenza non ci siamo fatti perdere l'occasione.
 
 
Naso compresso ma già di buona espressività. Note inizialmente un po' verdi, poi esce un frutto nitido (mela verde, pesca), erbe aromatiche, accenni quasi balsamici. Bocca scorrevole e affilata, con tanta freschezza ed energia sapida, sviluppo compatto e lineare, diritto più che ampio. Finale fresco e di nerbo.
Nel complesso vino ancora parzialmente, e comprensibilmente, compresso, indietro nello sviluppo, ma espressivo. Da aspettare e risentire, ma capace di dare già soddisfazione. Anche al portafoglio, che più di tanto non ne risente.
 
Vittorio Barbieri