di Vittorio Barbieri
Willi Schaefer, in azienda dal 1971, dal 2002 è affiancato dal figlio
Christoph in cantina.
Sede
a Graach, tra Bernkastel e Wehlen, con 4,2 ettari vitati totali nel
cuore della Mittel Mosel che danno circa 35.000 bottiglie annue; le
parcelle principali, di due ettari ciascuna, si trovano nel Graacher
Domprobst (di cui Schaefer è ormai nome di riferimento) e nel
Graacher Himmelreich (Lage molto ampio con alcune parcelle che si avvicinano alle potenzialità del Domprobst ed altre di livello inferiore) con presenza di vigne centenarie e a piede
franco, ma gli Schaefer possiedono anche 2.000 metri quadrati nel
Wehlener Sonnenuhr.
In
questo post parleremo dell'annata 2013 ed in particolare dei due
kabinett prodotti.
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Il suolo del Graacher Domprobst |
Annata
con rese produttive molto ridotte (meno 50% rispetto alla media) e
gradi Oechsle elevati, niente vini trocken, né Qba prodotti a causa
della scarsa quantità di uve disponibili, così l'azienda si è
concentrata sul cuore della produzione aziendale: i vini con
predicato "classici" con residuo zuccherino.
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Graacher Himmelreich |
Vendemmia
breve, iniziata il 18 ottobre e terminata il 30 ottobre, con il caldo
umido e le piogge della prima metà del mese che hanno velocizzato i
processi di maturazione, rischiato di far perdere ulteriore prodotto
e costretto ad accelerare i lavori. Quindi, solo dodici giorni di
raccolta con ben quaranta vendemmiatori impiegati.
In
cantina, come di consueto, lieviti indigeni e fermentazioni in fuder
da 1.000 litri, cui sono seguiti lunghi affinamenti sulle fecce.
Graacher Himmelreich kabinett 2013
Naso fruttato, sensazioni
di pesca gialla e albicocca, mela, poi frutti tropicali e sullo
sfondo toni floreali e di erbe aromatiche; quasi "caldo"
nell'espressività, polposo e d'impatto, immediato.
Profilo generale che
gioca più sul frutto e su una certa rotondità olfattiva; forse non
particolarmente incisivo al palato, ma molto piacevole e immediato,
accattivante, pur perdendo qualche colpo sul fronte della profondità
gustativa. Peccato veniale.
Graacher Dompbrost kabinett 2013
Meno esplosivo del primo,
ma alla fin fine più lungo e fresco, anche più complesso nel finale
grazie a note di zafferano che si espandono nel bicchiere. Meno
d'impatto del precedente, ma più elegante; andrebbe aspettato di più
e riscoperto con pazienza negli anni per goderne della piena
espressività.
Cristallino, molto fine,
complesso. Un mondo sfaccettato che già oggi sa regalare grandi
soddisfazioni.