domenica 19 maggio 2013

IL PRELATO



Il nomade RieslingGarten viaggia verso l'ardesia rossa dell'Erdener Pralat, uno dei pochi, veri, Grand Cru della Mosella, e tra questi sicuramente il più piccolo ed omogeneo per caratteri microclimatico-pedologici che originano vini potenti e complessi.
Ancora una volta, per la degustazione, siamo stati ospiti di Matteo Bertè e delle Cantine Francesco Montagna di Broni.
 
IL VIGNETO
L'Erdener Pralat, ovvero il Prelato di Erden (per molto tempo la Chiesa è stata proprietaria di queste vigne), si estende attualmente per soli 1,4 ettari, tra l'Urziger Goldwingert e l'Erdener Treppchen, una striscia di terra nella parte bassa della collina chiusa da rupi rocciose, a ridosso della Mosella sulla sponda opposta all'abitato di Erden, a circa 110-150 metri s.l.m. Le pendenze arrivano anche al 100%!

La sua storia più attuale è inscindibilmente connessa a quella della famiglia Berres, non più produttrice, ma la prima, a fine '800, a usare la caratteristica etichetta che mostra un prelato sorridente con un bicchiere di vino in mano (non è difficile immaginare il motivo di tale sorriso), che ancora oggi identifica i vini del Cru ed è, con piccole varianti da un'azienda all'altra, utilizzata da cinque produttori: Moselschild, Dr. Hermann, Dr. Loosen, Weins-Prum e Moenchof.
Nel 1926, alla morte di Peter Josef Berres, il Pralat (all'epoca grande mezz'ettaro) viene suddiviso tra i suoi sette figli, molti dei quali fondano una propria azienda.
Nel 1981 il Cru viene esteso in direzione ovest e la superficie triplicata.
Esposta a sud pieno, è considerata una delle vigne più calde della zona, tra le prime a germogliare e a fiorire, ed il fatto di trovarsi nella parte bassa della collina fa sì che in autunno si sviluppino nebbie mattutine che favoriscono l'instaurarsi della Botrytis.
 
Presenta un suolo che combina l'ardesia grigio-blu del vicino e molto più esteso Erdener Treppchen e gli elementi ferrosi rossastri dell'Urziger Wurzgarten. Quello che si vede in vigna sono prevalentemente lastre o frammenti di ardesia grigio-blu-rossa. La maggior parte delle piante sono allevate a palo singolo, non sono innestate e hanno tra i 60 e i 100 anni di vita.
 
Spesso i vini hanno un carattere di potenza e ricchezza associate all'eleganza. Un po' meno eleganti e più potenti dei vini provenienti dal Wehlenener Sonnenuhr, con parte delle note “esotiche” del vicino Wurzgarten, ma con maggiori sfumature minerali/affumicate (retaggio dei suoli del Treppchen): un carattere unico.
Oggi sono 12 i produttori ad operare qui, tre di questi (Dr. Loosen, Monchof e A. Schmitges) ne possiedono due terzi. Da solo Dr. Loosen ne possiede un terzo (5.000 metri), mentre c'è chi ne ha solo 1.000 metri o addirittura 200 da cui si ricavano poche centinaia di bottiglie.
Le parcelle del Pralat originario sono gestite da quattro aziende: Dr. Loosen, Monchof, Moselschild e Weins-Prum.
 
 
LE AZIENDE
DR. WEINS-PRUM
La nascita dell'azienda va ricercata agli albori della famiglia Prum, quindi della storia di quel Sebastian Alois di cui abbiamo già parlato qui, il capostipite, e dei suoi nipoti. Ricapitolando: Sebastian fa sei figli, uno solo si sposa e figlia a sua volta, Mathias. Quindi, finché Mathias (che fa sette figli) resta in vita l'azienda resta unica e indivisa, ma alla sua morte nel 1911 l'azienda viene divisa tra i figli e le figlie, con rispettive/i mogli e mariti di mezzo. La figlia più giovane, Anna, insieme al marito, un Weins, darà il via all'azienda Weins-Prum.
Incasinato, eh? Non è finita. L'azienda si trova a Wehlen nella stessa via, Uferallee, occupata anche da J.J. Prum e dal 1978 è gestita da Bert Selbach (nel frattempo, via matrimonio, è arrivata in azienda anche la famiglia Selbach).
Quattro ettari a riesling per circa 35.000 bottiglie all'anno. 0,10 ettari (1.000 metri quadrati) nel Pralat, il 60% del quale, acquistato nel 1957, si trova nella parte originaria, mentre la rimanente parte è nel Pralat allargato.
Fermentazione in fuder di legno e in acciaio, parte con lieviti indigeni, parte con lieviti selezionati. Vini eleganti, delicati e leggeri, più che potenti.
 
 
Altro nome storico, attivo dal 1744. La preziosa superficie di Erdener Pralat ammonta a soli 0,26 ettari suddivisi in due parcelle nella parte allargata, la più estesa delle quali ha 50 anni di vita ed è allevata su piede franco. In tutto l'azienda ha una decina di ettari coltivati a riesling (80%), muller thurgau (18%) e pinot bianco (2%) situati prevalentemente a Erden e suddivisi tra i Cru Pralat, Treppchen (soprattutto) e Herrenberg. Produzione media annua di circa 100.000 bottiglie.
Andreas Schmitges gestisce l'azienda insieme alla moglie Waltraud dal 1990, dopo averla ereditata dal padre Heinrich, e in cantina lavora con fermentazioni in vasche di acciaio utilizzando sia lieviti spontanei, sia selezionati.
Stile fatto più di peso e struttura, che di slancio e leggerezza.
 
 
I VINI
Alla degustazione, oltre ai due giardinieri e al padrone di casa, erano presenti Massimo Volpari, Carlo Milani, Marco Bertelegni, Alessio Brandolini, Matteo Bertè e Stefano Calatroni.
Abbiamo degustato i nove vini alla cieca, suddividendoli in due batterie, più un assaggio (l'ultimo) solitario.
La prima batteria era, di fatto, una piccola verticale dell'Erdener Pralat spatlese di Weins-Prum, la seconda, più variegata, un confronto tra due vini di pari annata e categoria, ma di Cru diverso, di Schmitges e una mini-miscellanea di Dr. Loosen. Per ultimo, un auslese goldkapsel di Weins-Prum.

 
BATTERIA N.1

Erdener Pralat spatlese 2008 - Dr. Weins-Prum
Maturità più basse e meno gradi Oechsle rispetto al 2009. Annata meno calda, più classica (vendemmia più lunga rispetto al 2009) e, forse, per questo più nelle corde di Selbach. Vagamente simile al 2004, altra annata di grande bevibilità. Siamo comunque di fronte a una spatlese che, per Oechsle (98°), potrebbe valere un'auslese.
Naso semplice e lineare, gradevole, che concede poco ad esuberanze generose, restando nei dintorni dei frutti bianchi (mela, pera), con note sassose, poi anche agrumate. Bocca fresca e sapida vivacizzata da una lieve carbonica. Profilo molto fine, cristallino, da annata fresca. Grande bevibilità.

Erdener Pralat spatlese 2009 - Dr. Weins-Prum
Poco più di 700 bottiglie prodotte. 105° Oechsle e 20% degli acini botritizzati, una specie di auslese battezzato come spatlese. Bert Selbach paragona l'annata al 2005 (ricca di estratti – in media 40 gr/l - e potente), ma con acidità maggiori. Vini più potenti del solito, nella storia aziendale.
Frutto polposo, caldo, tropicale, dolcezza di frutto che arriva a sfiorare note di confettura di albicocca. Zafferano in chiusura, appena anticipata da una nota leggermente mielosa.
Anche il palato è più complesso del 2008. Ricco e polifonico, è reattivo e molto scattante, ma pure vellutato, il tutto in un contesto di grande armonia.

Erdener Pralat spatlese 2007 - Dr. Weins-Prum
Fioritura anticipata, tempo magnifico in estate, grappoli molto sani e pienamente maturi (alte densità dei mosti). Vendemmia anticipata rispetto al solito (6 ottobre, ma qualche collega ha iniziato a metà settembre!). 100° Oechsle.
Bel colore verdolino, naso ancora un po' chiuso, leggermente ridotto. Note sulfuree, floreali e una sfumatura burrosa. Deve aprirsi. Anche il palato, comunque vivo, ricco e dinamico, sembra ancora indietro nel trovare una propria definizione chiara e lineare.

Erdener Pralat spatlese 2006 - Dr. Weins-Prum
Meteorologicamente schizofrenica, un'annata particolare e di complessa gestione che ha portato a una vendemmia record per durata: solo 12 giorni, dal 10 al 22 ottobre. Rese basse: solo 47 Hl/ettaro.
75% di uve botritizzate.
Colore più carico e concentrato rispetto ai tre precedenti. Molto zafferanoso, con toni di confettura di susina e di albicocca. Naso “dolce”, quindi, quasi mielato. Il palato conferma questo profilo dolce, nascondendo solo parzialmente una freschezza decisa che ne amplifica la persistenza e la scorrevolezza.
 
 
BATTERIA N.2
Erdener Pralat spatlese alte reben 2007 – A. Schmitges
(Alte reben=vecchie vigne)
Impalcatura semplice e piacevole. Floreale e fruttato (con note di lychee), mostra un retrogusto sassoso nel finale amarognolo, dopo un attacco gustativo zuccherino rinfrescato da uno sviluppo lineare. Piacevole.

Erdener Treppchen spatlese 2007 – A. Schmitges
Sensazione di burro appena rancido, più peso e meno eleganza del precedente, vino più grosso e “pesante” (anche nel colore più carico). E pure un po' meno vivo, sia gustativamente che olfattivamente (aromi che evocano miele, mela cotogna, canditi).
Il paragone con il precedente permette di leggere con chiarezza la differenza tra il Grand Cru (Erdener Pralat) e il Premier Cru (Erdener Treppchen), la grazia potente del primo e la maggiore rusticità del secondo.

Urziger Wurzgarten spatlese 2006 – Dr. Loosen
Pulito ed elegante al naso: floreale (rosa), note appena balsamiche, lieve zafferano.
In bocca mostra un vigore graffiante che quasi non t'aspetteresti di tale decisione. Bello slancio, soprattutto nel finale fresco, dove il vino sgomita quasi amarognolo. Amichevole, ma non troppo.

Erdener Pralat auslese 2004 – Dr. Loosen
Grande vino che già alla vista fa sperare bene, dotato com'è di un bel colore carico, ma vivo.
Miele, confettura d'agrumi e zafferano, in bocca emergono note un po' fumè e sassose, poi il lychee, la pera. Naso molto complesso, e così il palato, di grande peso e migliore articolazione, finale pulito e asciutto. Potenza, concentrazione e complessità.

 
DA SOLO
Erdener Pralat auslese goldkapsel 2006 – Weins-Prum
In mezza bottiglia.
Pera, zafferano, confetture dolci. Naso intrigante. Il palato non spinge troppo sugli zuccheri, anzi, dà sensazioni di erbe officinali con retrogusto di confettura di rabarbaro. Finale di buona freschezza.
 
 


Vittorio Barbieri
 

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