lunedì 27 maggio 2013

RIESLING ON TOUR!

 
Palazzo Corsini è un gran bel palazzo fiorentino seicentesco. Inizialmente qui c'era un “casino” (nel senso di piccola casa signorile...), nel tempo sono stati costruiti altri edifici ed oggi chi dovesse visitare questi luoghi avrebbe la fortuna di aggirarsi in saloni e salette, salire e scendere dal magnifico scalone monumentale, passeggiare nel giardino all’italiana e ammirare un po' distratto quadri e affreschi del '600 in un contesto sfarzoso e imponente.
Qui, lo scorso 13 maggio, si è tenuta la prima tappa del Riesling On Tour italiano, organizzata dalla prestigiosa rivista tedesca di enogastronomia Der Feinschmecker con il supporto di Thurner PM (che ci ha fornito le foto).
Madaleine Jakits di Der Feinschmecker
L’occasione per noi giardinieri era molto ghiotta, di quelle da non perdere. Così ci siamo permessi il lusso di un pomeriggio fiorentino, con tanto di spettacolare giornata primaverile di contorno (una rarità, visto il clima delle ultime settimane), all’insegna del nostro nettare preferito.
In programma, oltre alle degustazioni libere presso i banchetti dove i 25 produttori erano presenti di persona, due seminari molto interessanti. Siamo riusciti a seguire solo il primo, condotto da Gian Luca Mazzella. Ahimè, ci siamo persi il seminario di Andrea Gori.
Un momento delle degustazioni libere
Nella degustazione guidata da Mazzella i protagonisti erano dieci vini: una coppia di annate per ciascuno dei cinque produttori presenti, una recente e una più datata.
In realtà per tutti l'annata più recente era la 2011, di belle, anzi, bellissime speranze: qualcuno in Mosella l'ha paragonata alla 2007, per la fioritura anticipata, la raccolta tardiva e le alte densità zuccherine ben bilanciate dall'acidità.
I produttori protagonisti della degustazione sono stati Donnhoff, Bassermann-Jordan, Heymann-Lowenstein, Robert Weil e J.J. Prum.
Il seminario di Gian Luca Mazzella
I VINI E LE AZIENDE

La storica tenuta di Helmut Donnhoff si trova sulle ripide colline che costeggiano il fiume Nahe, un affluente della Mosella, in una delle più piccole regioni vitivinicole di Germania. Di Helmut Donnhoff (dal 1971, era 22enne, alla guida dell'azienda, che oggi conta 25 ettari di vigneti), tra i migliori bianchisti tedeschi e, forse, del mondo abbiamo assaggiato il Riesling Dellchen 2011 e il suo predecessore del 1997.
Il 2011 ha un attacco di naso molto fine, fresco e complesso, pur in assenza di botrytis, dove prevalgono sensazioni floreali e note di pesca bianca. In bocca, acidità e sapidità ben combinate con la struttura e l'alcol, in armonia.
La versione del 1997 ha invece una più immediata e netta presenza di idrocarburi, che fa da apertura a un naso ampio, con note tropicali e agrumate. La bocca è piena, ricca e con una piacevole chiusura decisa e asciutta.

L’azienda Dr. von Bassermann-Jordan, di proprietà di Achim Niederberger, risiede in una delle zone viticole tedesche più calde, il Pfalz, che noi italiani conosciamo come Palatinato, a Deidesheim. Qui Niederberger possiede un’importante tenuta di circa 50 ettari su suoli provenienti da antiche colate laviche, con produzione seguita dall’enologo Ulrich Mell.
Il Jesuitengarten Riesling trocken Grosses Gewachs 2011 proviene da un cru, un tempo di proprietà dei gesuiti, con una estensione di 6 ettari a 170 metri sul livello del mare, su terre argillose e gessose, con tratti leggermente limosi, classificato come uno dei Grand Cru della zona. Il vino ha note calde, floreali, di pesca quasi in confettura. In bocca predomina una acidità viva e austera, violenta, ancora un po' slegata dalle altre componenti.
La versione 2007 ha un naso complesso e un po' maturo, leggermente fumè, con lievi note balsamiche. In bocca è ricco e polposo, apre e chiude con decisione.
Heymann-Lowenstein ci porta in Bassa Mosella, a Winningen, in una vallata protetta dai freddi venti del nord. La zona è caratterizzata da vigne ad alberello su ripidi pendii di ardesia che riflettono i raggi del sole sugli acini e rilasciano calore durante la notte.
Il Riesling Roettgen 2011, fermentato con lieviti indigeni, nasce da un cru ricco di ossidi di ferro con esposizione sud-sud est. Naso non prorompente, ma fine, pulito, netto, con sentori di salvia, rosmarino, pesca, albicocca e zafferano. La bocca è piena, con ottima acidità, agrumata e lunga, e finale asciutto. Ottimo vino da pasto, di importante struttura.
Il Roettgen ‘Alte Reben’ 2002 (annata tardiva caratterizzata da temperature fresche) si apre su un naso complesso ed evoluto. Frutta candita, zafferano, miele, sambuco, che contribuiscono a dare un'idea di...grassezza fresca. Note zuccherine e polposità, accentuate da toni mielosi, sono comunque in equilibrio con una importante vena di acidità. Vino pieno e di sostanza, quasi masticabile, ma slanciato.
Poi l'accoppiata di Robert Weil proveniente dalla vigna Grafenberg (17,5 ettari l'estensione del cru) di Kiedrick, Rheingau. Wilhelm Weil ha una tenuta di circa 65 ettari, dal 1981 parzialmente di proprietà di una multinazionale giapponese.
Il Kiedrich Grafenberg Riesling Spatlese 2011 ha potenti note dolci, tropicali al naso. La bocca presenta un avvolgente residuo zuccherino ben equilibrato dalla componente acida.
Ci sembra però più piacevole e risolta l’annata 2001, che ha una squillante nota di idrocarburo, ampiezza e sensazioni quasi di essenze (nel senso di legni) balsamiche, oltre che di zafferano. In bocca residuo zuccherino meno evidente rispetto al 2011. Acidità, freschezza e nerbo, per un palato dove risaltano sensazioni di agrumi e zafferano affiancate a note più erbacee e vegetali.
Chiudiamo in bellezza con J. J. Prum. Siamo in piena Mosella. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui.
In degustazione due Wehlener Sonnenuhr Auslese Gold Kapsel, il 2011 e il mitico 1983.
Katharina Prum dice che i vini dell'annata 2011 esprimono molto bene il carattere dei rispettivi Cru, quindi Wehlen è molto Wehlen, Graach è molto Graach e via dicendo.
Il 2011 in questione ha un naso fruttato (pesca e pera, soprattutto), con note mielose e affumicate. La bocca è opulenta e polposa, ma affilata. Densa e di struttura importante, ma supportata dalla vena acida. Nerbo e vigore. E tanto rigore. Wehlen! Anzi, Wehlen+J.J. Prum.
Poi...il 1983, vendemmia dove un magnifico autunno ha contribuito a dare vini freschi e zuccherini, nel complesso senza importanti presenze di botrytis. Ottima annata per gli Eiswein, tra cui alcuni leggendari (quello di Egon Muller e il GK di J. J. Prum). Ma torniamo a noi......agli occhi il colore è oro carico. Naso ancora fresco, complesso, ricco. Zafferano, pietra focaia, tabacco, tartufo, spezie (su tutte, cannella), note balsamiche. Impressionante per ampiezza e nitidezza. La bocca ha tratti flessuosi e cremosi, ma con freschezza e mineralità molto vive. Finale piacevolmente asciutto, preciso e senza cedimenti.
Sorprende la tenuta in freschezza, la grande beva. Grande gioventù. Magari poterlo risentire tra qualche anno...già ora un’emozione!

Foto di gruppo dei produttori
Speriamo presto in nuove tappe italiane del Riesling On Tour...

Alberto Alfano e Vittorio Barbieri

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