Si è
chiusa la bella esperienza dell'Enolaboratorio Riesling, fatto e
pensato insieme ad ONAV Piacenza. Prima di tutto un grande grazie a
tutta la delegazione, mix di competenza, disponibilità e simpatia.
Bravi.
Nell'ultima
tappa del viaggio siamo andati a spasso nel tempo - dal 2005 al 1977
- e nello spazio, limitandoci in realtà a due sole aree della
Germania: Rheingau – primi due vini - e Mosella – i successivi
sei, tra cui un vino della Ruwer ed uno della Saar. Un viaggio utile
non tanto e non solo per avere la conferma che i migliori Riesling
sono vini parecchio longevi, quanto per seguirne idealmente lo
sviluppo e l'evoluzione nel corso degli anni, osservarne la
trasformazione dopo averne colto – nella prima serata del corso –
il lato più giovanile.
Di seguito il racconto degli 8 vini, in un percorso degustativo rocambolesco su e giù tra i decenni e le tipologie.
Grazie
ancora una volta a Luca Cannizzaro per le foto.
Rauenthaler
Nonnenberg trocken 2005 – Georg Breuer
Naso
sul versante floreale e fruttato, non propriamente “caldo” ma
comunque “carnoso”. La bocca attacca ampia e potente, si articola
con buon bilanciamento e chiude con finale fresco e sapido.
Il
vino è giovane anche se già molto piacevole e di buon equilibrio,
ma lo aspettiamo al varco per risentirlo tra 3-4 anni.
Hochheimer Holle
auslese trocken 2002 - Kunstler
Rispetto
al precedente gli aromi sono più evoluti e centrati su un registro
terziario più pronunciato tra confetture e toni di cenere/fumo.
Palato molto bello, sferzante e pieno, con un'acidità guizzante e
salata che attraversa il vino dall'inizio alla fine rinfrescando una
struttura importante.
Urziger Wurgarten
spatlese 1977 – Benedict Loosen Erben
Qui
si sale sulle montagne russe con una spatlese non trocken di
40 anni che sembra quasi trocken. Naso d'impatto scontroso,
quasi fungino e fortemente iodato e torbato. Con l'aria poi si
rivelano anche note di agrumi confit. Bocca sottile e piccola (figlia
dell'annata) ravvivata da una acidità citrina e sgrassante. Vino
disarmonico dal fascino irregolare e turbolento.
Scharzhofberger
spatlese 2001 – Von Kesselstatt
Dalla
Saar. Si torna a un registro più accogliente e rassicurante con il
primo dei vini con residuo zuccherino più evidente. Pesca,
albicocca, pera, mango, camomilla: naso didattico e di gradevole
immediatezza; bocca vellutata e fresca al tempo stesso. Impeccabile
ed esemplare.
Wehlener
Sonnenuhr auslese 1997 – J.J. Prum
Uno
dei 3 imbottigliamenti (lo 09 00) di Wehlener Sonnenuhr auslese
proposti da Prum in questa annata.
Dopo
l'eleganza classica e sottile, appena austera, dell'eccellente
auslese 2004 assaggiato nella prima serata dell'Enolaboratorio, si
passa ad un altro fuoriclasse che si annuncia con un colore molto
chiaro e tenue. Frutto agrumato (buccia d'arancia matura) ed erbe
aromatiche (salvia, basilico) in grande evidenza; lievi sbuffi
sulfurei che restano sullo sfondo a completare il quadro. Bocca
elegantissima e succosa, salda e molto lunga. Un vino che sembra
ancora all'inizio del proprio lungo cammino: grande complessità in
totale scioltezza e, ancora una volta, grande bevibilità.
Maximiner
Grunhaus Abstberg kabinett 1989 – Maximin Grunhaus/Von
Schubert
Dalla
Ruwer. Lieve sfondo iodato con buon frutto e note di torrefazione ad
ammorbidire l'impatto iniziale. La bocca, molto viva, è innervata da
un'acidità salata che dà sprint e trova armonia con un residuo
zuccherino che arrotonda e “scalda” un vino comunque fresco e
pimpante.
Longuicher
Maximiner Herrenberg spatlese 1988 – Schmitt Wagner
1°
TEMPO
Da
un vigna a piede franco piantata nel 1896 (che oggi ha dunque 121
anni e che quando venne prodotto questo vino aveva “solo” 92
anni…).
Naso
inizialmente ombroso e reticente che l'aria (il vino è stato servito
un paio di ore dopo la stappatura) smuove solo di poco da note
terrose e di foglie morte, di muschio-muffe. Chiede pazienza e solo a
fine serata inizierà a tirare fuori il frutto, ma lì per lì sembra
quasi non volersi far piacere. La bocca però si rivela da subito
cristallina, nitida e precisa, persino rinfrescante.
Bottiglia
a due facce, che costringe i degustatori ad uno sforzo in più, ma
che sa regalare emozioni.
2°
TEMPO
Poi
succede che qualcuno, un corsista curioso e avveduto, Marco Massari,
si porta a casa ciò che resta di una bottiglia (la seconda stappata, perché la prima sa di tappo) e qualche giorno dopo
mi scrive:
“A
24h di distanza il vino è proprio cambiato tanto, il naso esce in
maniera molto fine ed elegante e le note iniziali lasciano il posto
al frutto ed a note di grafite e pietra focaia. Avessi portato a casa
la bottiglia intera difficilmente mi sarei fermato”.
Urziger
Wurzgarten auslese 1985 – Benedict Loosen Erben
Chiusura
della serata e del corso con un'auslese di armonia esemplare. Naso di
frutti gialli in confettura e fumo. Struttura gustativa ampia e
piena, elegante e armonica. Vino completo, piacevolmente pronto
(probabilmente vicino al proprio apice espressivo) ma che darà
ancora soddisfazioni negli anni.
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