Terza
tappa del viaggio nei territori del Riesling (qui e qui le prime due tappe) e delle sue differenti
possibilità espressive.
Alsazia,
dunque, che secondo uno stereotipo duro a morire è terra di vini
morbidi e piacioni, ma che in realtà sa esprimere valori assoluti
attraverso vini profondi di rara complessità, con e senza residuo
zuccherino.
A
seguire il piccolo itinerario emotivo e didattico degli 8 vini che ho
scelto per raccontare l'Alsazia.
Geisberg
Grand Cru 2014 – Kientzler
Per
aprire la serata un vino dal frutto agrumato nitido e giovanile,
specchio efficace dell'annata e del Grand Cru di provenienza: bocca
citrina ma strutturata, anche se oggi predomina ancora il lato
“verticale”. Vino di verve cristallina, da riprovare tra 4-5
anni.
Kitterlé
Grand Cru 2012 – Dirler Cadé
Degustati
in contemporanea i due GC di Dirler Cadé della stessa annata.
Si
parte con il Kitterlé, più discreto e sottile, più semplice, con
toni di frutti a polpa bianca (mela), ed uno sviluppo gustativo
regolare, sapido, sì, ma senza slanci particolari.
Kessler
Grand Cru 2012 -Dirler Cadé
Il
Kessler esibisce un frutto più carico e maturo, ma senza eccessi,
ingentilito da note floreali. Polpa concentrata, più ricca e grassa
del precedente (il carattere del Cru si fa sentire) percorsa da una
vena acido-sapida ben cesellata che bilancia il residuo zuccherino.
Kastelberg
Grand Cru 2008 – Remy Gresser
Prima
delle due accoppiate finali un'escursione nell'ardesia alsaziana e nell'unico Grand Cru 100% rieslng.
Naso
dal carattere già parzialmente terziario: frutto maturo con accenni
di idrocarburi e pietra focaia. Attacco di bocca tondo e di buon peso
con piacevole finale salato, più che acido. Probabilmente entrato
nel suo apice espressivo, tra due-tre anni potrebbe iniziare a trovare una
affascinante dimensione di più austera rarefazione.
Cuvée
Frederic Emile 2009 – Trimbach
Si
prosegue con una mini-verticale del Frederic-Emile, proveniente da
due Grand Cru (e per questo non etichettato come tale) di
Ribeauvillé: Geisberg e Osterberg.
Il
2009, uscito sul mercato prima del 2008, rimanda sensazioni evolutive
fumé e di croccante alle mandorle, con una bocca ricca che parte
quasi larga ma finisce con buon slancio e vigore. In generale vino
dal carattere caldo e accogliente.
Cuvée
Frederic Emile 2008 – Trimbach
Eccolo,
il grande vino. Quello sorprendente che ti fa saltare dalla sedia e
che rischia di far passare in secondo piano i vini precedenti e
quelli seguenti.
Agrumato
e pepato, è vino di grande complessità ancora incredibilmente
giovane. Così come il 2009 è (apparentemente) pronto e comunque
già entrato in una fase espressiva terziaria, così questo è
roccioso, diritto ed essenziale, ancora in un punto iniziale del
proprio sviluppo.
Struttura
importante snellita da una acidità decisa e matura che lo rinfresca
e ne amplifica la persistenza. Luminoso e guizzante. Da riprovare tra
10 anni (ma se lo trovate, bevetelo subito senza indugi).
Brand
Grand Cru 2013 – Zind Humbrecht
Infine
si chiude con l'accoppiata “Brand”, zona calda e precoce capace di
regalare vini di complessità calorosa e minerale al tempo stesso.
Il
2013 (Vielles Vignes sotto mentite spoglie perché prodotto
anche dalle piante solitamente usate per il Vielles Vignes
vero e proprio) ha una mineralità sulfurea austera associata a
sfumature floreali. La bocca è piena e carnosa, ma anche nervosa e
tesa. Vino complesso e profondo, con un naso selvatico che cambia in
continuazione, fatto d'una eleganza scapigliata e istintiva che lo
rende affascinante.
Brand
Grand Cru 2011 Vielles Vignes – Zind Humbrecht
Una
Vendange Tardive sotto mentite spoglie. Grassezza e accenni
surmaturi, 18 gr/l di zuccheri con toni “solari” di marmellata
di arance e miele, anche slanci tropicali, ma uno sviluppo ampio
molto lungo e molto saldo, per niente pesante (possente, semmai) e
reso più complesso dalla salinità che emerge nel finale.
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