giovedì 30 marzo 2017

ENOLABORATORIO RIESLING/3

Terza tappa del viaggio nei territori del Riesling (qui e qui le prime due tappe) e delle sue differenti possibilità espressive.
Alsazia, dunque, che secondo uno stereotipo duro a morire è terra di vini morbidi e piacioni, ma che in realtà sa esprimere valori assoluti attraverso vini profondi di rara complessità, con e senza residuo zuccherino.
A seguire il piccolo itinerario emotivo e didattico degli 8 vini che ho scelto per raccontare l'Alsazia.

Geisberg Grand Cru 2014 – Kientzler
Per aprire la serata un vino dal frutto agrumato nitido e giovanile, specchio efficace dell'annata e del Grand Cru di provenienza: bocca citrina ma strutturata, anche se oggi predomina ancora il lato “verticale”. Vino di verve cristallina, da riprovare tra 4-5 anni.


Kitterlé Grand Cru 2012 – Dirler Cadé
Degustati in contemporanea i due GC di Dirler Cadé della stessa annata.
Si parte con il Kitterlé, più discreto e sottile, più semplice, con toni di frutti a polpa bianca (mela), ed uno sviluppo gustativo regolare, sapido, sì, ma senza slanci particolari.
Kessler Grand Cru 2012 -Dirler Cadé
Il Kessler esibisce un frutto più carico e maturo, ma senza eccessi, ingentilito da note floreali. Polpa concentrata, più ricca e grassa del precedente (il carattere del Cru si fa sentire) percorsa da una vena acido-sapida ben cesellata che bilancia il residuo zuccherino.


Kastelberg Grand Cru 2008 – Remy Gresser
Prima delle due accoppiate finali un'escursione nell'ardesia alsaziana e nell'unico Grand Cru 100% rieslng.
Naso dal carattere già parzialmente terziario: frutto maturo con accenni di idrocarburi e pietra focaia. Attacco di bocca tondo e di buon peso con piacevole finale salato, più che acido. Probabilmente entrato nel suo apice espressivo, tra due-tre anni potrebbe iniziare a trovare una affascinante dimensione di più austera rarefazione.


Cuvée Frederic Emile 2009 – Trimbach
Si prosegue con una mini-verticale del Frederic-Emile, proveniente da due Grand Cru (e per questo non etichettato come tale) di Ribeauvillé: Geisberg e Osterberg.
Il 2009, uscito sul mercato prima del 2008, rimanda sensazioni evolutive fumé e di croccante alle mandorle, con una bocca ricca che parte quasi larga ma finisce con buon slancio e vigore. In generale vino dal carattere caldo e accogliente.
Cuvée Frederic Emile 2008 – Trimbach
Eccolo, il grande vino. Quello sorprendente che ti fa saltare dalla sedia e che rischia di far passare in secondo piano i vini precedenti e quelli seguenti.
Agrumato e pepato, è vino di grande complessità ancora incredibilmente giovane. Così come il 2009 è (apparentemente) pronto e comunque già entrato in una fase espressiva terziaria, così questo è roccioso, diritto ed essenziale, ancora in un punto iniziale del proprio sviluppo.
Struttura importante snellita da una acidità decisa e matura che lo rinfresca e ne amplifica la persistenza. Luminoso e guizzante. Da riprovare tra 10 anni (ma se lo trovate, bevetelo subito senza indugi).


Brand Grand Cru 2013 – Zind Humbrecht
Infine si chiude con l'accoppiata “Brand”, zona calda e precoce capace di regalare vini di complessità calorosa e minerale al tempo stesso.
Il 2013 (Vielles Vignes sotto mentite spoglie perché prodotto anche dalle piante solitamente usate per il Vielles Vignes vero e proprio) ha una mineralità sulfurea austera associata a sfumature floreali. La bocca è piena e carnosa, ma anche nervosa e tesa. Vino complesso e profondo, con un naso selvatico che cambia in continuazione, fatto d'una eleganza scapigliata e istintiva che lo rende affascinante.
Brand Grand Cru 2011 Vielles Vignes – Zind Humbrecht
Una Vendange Tardive sotto mentite spoglie. Grassezza e accenni surmaturi, 18 gr/l di zuccheri con toni “solari” di marmellata di arance e miele, anche slanci tropicali, ma uno sviluppo ampio molto lungo e molto saldo, per niente pesante (possente, semmai) e reso più complesso dalla salinità che emerge nel finale.


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