Con la seconda tappa del viaggio all'interno del Riesling
(Enolaboratorio organizzato da ONAV Monza presso il Teatro Binario 7, qui il racconto della prima)
si va in Mosella, la patria di alcuni tra i vini più freschi ed
eleganti in assoluto, capaci – nei casi migliori – di ribaltare i
canoni della degustazione del vino (meglio ancora Il canone e Il
concetto di Vino) ai quali molti di noi, per cultura e tradizioni,
sono abituati.
In degustazione due vini trocken e cinque con residuo
zuccherino, di annate che hanno spaziato dal 2016 al 1999. Un po'
come sulle montagne russe, perché si è passati dalla forza citrina
del primo, giovanissimo, kabinett trocken all'equilibrio
complesso del più maturo secondo, per poi affrontare vari praedikats e vari residui zuccherini, il tutto declinato in annate giovani e
meno giovani. Dal frutto spesso esuberante degli esemplari recenti,
al classicismo più rarefatto di quelli più datati.
Appunto, un viaggio, anzi due: nei sensi e nel tempo.
Grazie ad ONAV Monza per le foto.
Niedermenniger
Herrenberg kabinett trocken 2016 – Hofgut Falkenstein
Si
parte con un vino della Saar, di un'azienda (più che) emergente
ancora poco nota in Italia.
Il
N. Herrenberg è vigna piuttosto estesa, ma qui vengono utilizzati
solo grappoli della rinomata parcella “Zuckerberg” (ai vertici
della mappa prussiana del 1868). Annata tendenzialmente fresca e si
sente. Il vino è una sferzata di energia: diritto e affilato
(citrino), decisamente rinfrescante. Il quadro aromatico è giocato
su toni di mela verde molto fresca, quasi balsamica, pesca bianca,
anice, lime e bergamotto.
Maximiner
Grunhaus Abstberg kabinett trocken 2008 – Maximin Grunhaus
Dalla
Ruwer altra annata fresca, classica, ma con otto anni in più sulle
spalle.
Dopo i vari assaggi degli ultimi dodici mesi, si
conferma ancora all'apice del proprio apogeo: naso multiforme che
alterna idrocarburi, confettura di susina gialla, poi scie agrumate e
di erbe aromatiche. Bocca articolata e armonica, salata e fresca. Un
vino che vive su di un'eleganza d'altri tempi: sulle sottigliezze,
più che sull'impatto.
Graacher
Domprobst spatlese fuder 5 2016 – Willi Schaefer
Primo
vino con residuo zuccherino e primo dei cinque vini della Mosella
Centrale.
Il
fuder 5 viene solitamente destinato ad una selezione di Domprobst
spatlese che spesso (come il caso in questione) tende quasi ad
un'auslese. Frutto nitido rinfrescato da toni di zenzero; c'è
volume ma anche slancio e grande sprint nel finale molto lungo, dove
si riverberano note di frutti gialli (pesca) e fiori. Una grande spatlese.
Graacher
Himmelreich spatlese 2007 – Kerpen
Un'altra
chicca ad un ottimo rapporto qualità/prezzo per questa piccola
azienda di Wehlen.
Gli
oltre 10 anni di affinamento hanno permesso alla dolcezza di fondersi
alla perfezione con gli altri elementi gustativi, ma anche il naso è entrato in una fase affascinante in cui la confettura di
susina gialla si fonde con quella di rabarbaro e con sfumature
idrocarburiche. Complessità e piacevolezza.
Urziger
Wurzgarten auslese fuder 10 2016 – Merkelbach
L'auslese
fuder 10 ha impatto terpenico e floreale al naso, ma dà spazio a
caratteri tropicaleggianti e di pera; in bocca sembra quasi placido
all'attacco, ma presto si rivela supportato da una sapidità che ne
rinfresca il peso e la dolcezza. Setoso, avanza inesorabile in
souplesse.
Riolite dell'Urziger Wurzgarten |
Erdener Pralat auslese Gold Kapsel 2016 (0,375 lt) – Dr. Hermann
Grande
vino dolce, ricco, concentrato ma molto elegante. Esplosivo,
esuberante (in questo molto “Pralat”) al naso (pesca, albicocca
disidratata); attacca grasso e denso in bocca tirando un colpo di
coda finale da fuoriclasse. Chiude infatti preciso e scattante,
unendo purezza e grande nitidezza.
L'ardesia dell'Erdener Pralat |
Wehlener
Sonnenuhr 1999 (0,5 lt) – Meulenhof
Un
anticipo dell'ultima serata del corso, che sarà dedicata alle
vecchie annate.
Il
1999 è stata un'annata calda e a tratti nel bicchiere si sente,
ma tutto in un contesto armonico e pluri-dimensionale che trova
sensazioni olfattive rarefatte e intriganti (l'idrocarburo
accennato, le spezie essiccate). Dolcezza presente, ma molto ben integrata, e sapidità che supporta l'acidità
nel vivacizzare un bicchiere molto appagante.