Dopo
le montagne russe Moselliane della prima serata si passa alle
pienezze (apparentemente) più rassicuranti del Pfalz. Rassicuranti
perché strutturalmente dai tratti più meridionali e arrotondati;
“apparentemente” perché qua e là spuntano acidità citrine, le
sapidità spingono comunque sempre con decisione e poi ci si può
imbattere in vini più difficili da catalogare, belli e turbolenti
come quelli di Koehler-Ruprecht.
8
vini per raccontare il Pfalz, 4 coppie (annata giovane/annata meno
giovane) che traducono al meglio il territorio.
Un
grazie per le foto a Luca Cannizzaro.
Gaisbohl
2015/2011 – Dr. Buerklin-Wolf
La
serata viene inaugurata da un monopole di Dr.
Buerklin-Wolf, il Gaisbohl di Ruppertsberg, con un 2015
che esprime goiventù: naso fruttato e molto floreale, bocca salda e
fresca innervata da acidità ben matura con ritorni di lavanda e
sfumature quasi balsamiche che escono con l'ossigenazione. Molto
preciso, qualcuno scambia la sua attuale linearità giovanile per
semplicità, ma è un finto-semplice che farà uscire il suo
carattere negli anni; il 2011 invece ha naso più
pronto ed evoluto con toni minerali di sassi e pietre; il palato -
potente e strutturato – rivela i suoli argillosi del Lage di
provenienza, chiudendo con buona freschezza.
Pechstein
2015/2009 - Dr. Von Bassermann-Jordan
Ci
si sposta a Forst con queste due versioni di Pechstein, vigna
particolarissima con vene di basalto nero-verdi: il 2015
mostra una ricchezza espressiva che a tratti quasi sfiora l'opulenza
con naso di pesca matura e mela e un palato strutturato e
dall'attacco rotondo, ma con finale salino; mentre il 2009
esibisce toni di caramello e confettura di pesca e albicocca, naso
“dolce”, dunque, anche se con l'aria escono note di pietra
focaia; in bocca ha volume, ampiezza e potenza, ma anche compattezza
nel finale.
Ungeheuer
2015/2002 – Georg Mosbacher
Restiamo
a Forst con l'accoppiata di Mosbacher, che comprende il vino più
datato della serata. 2015 agrumato, con acidità citrina che
aiuta a sostenere brillantemente una struttura importante. Piazzato
nella sequenza dopo i vini di Bassermann-Jordan pare quasi agile e
snello ma, così come Gaisbohl 2015 di Buerklin-Wolf è un
finto-semplice, questo è un finto-magro di bella precisione
espressiva. Il 2002 gioca su un carattere olfattivo di
evoluzione integra, con cenni di frutto maturo-in confettura,
caramello bruciato-croccante alle nocciole, idrocarburi sullo sfondo.
In bocca poi rivela il meglio di sé, grazie ad una impalcatura viva
e nervosa, persino spigolosa e dall'energia salata quasi astringente.
Kallstadter
Saumagen auslese trocken 2014/2008 – Koehler-Ruprecht
Azienda
fuoriuscita dalla VDP, unica della serata a riportare in etichetta i
praedikats anche per i vini più importanti. Da questo Lage
anticamente cava di gesso, il 2014 offre toni floreali, poi di
miele e cera d'api, con attacco di bocca rotondo e ampiezza nello
sviluppo che mascherano una bella freschezza di fondo. Vino di classe
e personalità. Poi, per ultimo, il vino meno rassicurante della
serata, annata 2008, con naso complesso fatto di eleganti
sfumature minerali evolute (anche una lontana sensazione di
cherosene) e rimandi di frutto maturo; poi il palato: freschissimo e
tagliente, una sferzata in contrasto con il naso. Vino selvatico ed
emozionante.
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