Giovedì 23 febbraio a Parma, insieme alla delegazione locale di ONAV
guidata da Giacomo Faelli (grazie per l'impeccabile organizzazione), abbiamo rigiocato Italia-Germania 4-3, non
prendendo a calci un pallone ma degustando alla cieca 7 bottiglie di
Riesling: 4 italiane e 3 tedesche.
La scusa calcistica è servita per confrontare alcune tra le migliori
produzioni rieslingose delle due nazioni e farsi un'idea sullo stato
dell'arte del lato secco, trocken, del Riesling.
Come è andata, dunque? L'Italia (che, lo ricordo, non vanta
propriamente una lunga ed importante tradizione in materia di
Riesling, soprattutto se paragonata a quella teutonica), pur avendo
espresso valori significativi, ha mostrato di faticare a competere
con il meglio della produzione tedesca. I Riesling italiani in linea
di massima sono più semplici, ma costano molto meno ed hanno un buon
rapporto qualità/prezzo. I Riesling tedeschi invece si esprimono su
livelli assoluti.
Detto ciò, era importante compiere questa piccola esplorazione, con
un occhio di riguardo alla “nuova” classificazione tedesca del
VDP e ai GG (Grosses Gewächs,
cioè i “Grand Cru” secchi), che nelle migliori aree
d'espressione – Pfalz, Rheingau, Nahe e Rheinhessen (la Mosella dà
ancora il meglio nei vini con residuo zuccherino) – riescono a
comunicare tutta la complessa energia salata frutto della mirabile
combinazione territorio-vitigno-cervello che si verifica in queste
zone.
E a proposito di cervelli, i
migliori esemplari NON sono vini cerebrali (uno degli stereotipi sul
Riesling) e riescono a regalare un carattere caldo ed espansivo,
dirompente e immediato, che nel tempo sa farsi più rarefatto,
minerale e complesso.
Insomma, il Riesling non finisce
mai (...di stupirci, perché le bottiglie, quelle, una volta
stappate, finiscono troppo presto).
A seguire le note sui vini, in
cui ho rispettato l'ordine di servizio dei vini durante la serata.
PS un grazie a Francesco
Agostini del GDA Riesling (info: onewinelover@gmail.com), alla
Taverna del Gusto e a Nicola Libelli per avermi fornito le bottiglie.
E un grazie a Giacomo Faelli per
le foto.
LANGHE RIESLING
HERZU 2015 – Ettore Germano
Vigna
a Cigliè, 500 metri slm; suolo limoso, calcareo e pietroso;
fermentazione in acciaio per 40 giorni, no malolattica, 6 mesi sui
lieviti senza batonnages. Alcol 14%
All'ultima
annata in commercio di Herzu il delicato compito di aprire la sequenza. In questa
fase di gioventù esprime esuberanza fruttata (mela verde, agrumi)
con cenni speziato-balsamici e floreali (lavanda), senza che con il
passare dei minuti il profilo cambi sensibilmente. Come se per ora
restasse ingessato in un caldo - e comunque molto gradevole -
carattere di relativa semplicità. Bocca vouminosa e calda, grassa ma
salata, ancora un po' compressa.
PFALZ
LANGENMORGEN 2013 – Dr. Bürklin
Wolf
Vigna
a Deidesheim, impianto del 1976, 125-150 metri slm; suoli di arenaria
rossa, argilla calcarea e argille sabbiose con basalto nel
sottosuolo; resa/ettaro 30 Hl, vendemmia in due passaggi,
fermentazione con lieviti indigeni in botte di 25 anni da 850 litri,
affinamento sulle fecce fini senza batonnages, imbottigliamento ad
agosto 2014.
PRODUZIONE:
850 bottiglie, DATI ANALITICI: alcol
12,3% vol, estratto
secco 23,5 g/l, zuccheri
residui 2,4 g/l, aciditá
totale 8,3 g/l
Naso
inizialmente chiaroscurale e un po' inquieto, con lievi cenni gassosi
che ben presto cedono il passo a toni di susina gialla, erbe secche,
sassi di fiume e spezie dolci. Il naso rimarrà cangiante per tutta
la serata. Bocca nervosa e snella, verticale e quasi sferzante
d'acidità; un corpo sottile innervato da una sapidità molto
energica. Scalpita da tutte le parti: così come l'Herzu scalda,
questo rinfresca e ravviva.
ALTO
ADIGE TERLANO BERG 2013 – Ignaz Niedrist
Appiano
Monte (vigna Untersteiner), suolo calcareo; fermentazione in acciaio
per tre settimane, no malolattica, affinamento in acciaio. Alcol 13%
Il
meno espressivo del primo terzetto e forse dell'intera batteria.
Frutto maturo con sfumature lievemente affumicate e minerali (sasso
bagnato) e sbuffi alcolici. Ampio al palato, anche compatto, formoso
ma tonico al tempo stesso, manca di qualche scossone, di una
scintilla. Piacevolmente lineare.
ALTO
ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2012 - Kuenhof
Vigna
a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia
argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80%
in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI
ANALITICI: acidità
6,3 g/l, residuo zuccherino 3,9 g/l, estratto 21,5 g/l, alcol
12,5%
Lieve
idrocarburo e primi accenni di evoluzione verso note terziarie
eleganti. Palato fine e saldo, sapido. Di eleganza quasi compassata,
austera nel senso che si concede senza effetti speciali, incide con
linearità e semplicità progredendo con naturalezza e scioltezza.
Sostanza, più che forma. E piace per questo.
ALTO
ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2013 - Kuenhof
Vigna
a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia
argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80%
in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI
ANALITICI: acidità 7 g/l, residuo zuccherino 2,2 g/l, alcol 13,5%
Più
strutturato e ricco del precedente, ha una marcia in più sul fronte
del vigore salato. Carattere minerale, idrocarburico, affumicato con
sfumature fruttate: sentori di ardesia, erbe aromatiche, pesca
bianca, scorza d'arancia e toni lievemente balsamici.
NAHE
HERMANNSHOHLE 2012 - Dönnhoff
Vigna
a Niederhäuser, impianto
degli anni '50, altitudine 130-175 metri slm; suolo di ardesia
grigio-nera, rocce ignee estrusive, porfido e calcare; fermentazione
e affinamento in acciaio e botti di legno. Alcol 13,5%
Un
fuoriclasse che al naso adesso esprime soprattutto fiori (zagara,
camomilla) e frutti (pesca, quasi albicocca, arancia), poi zafferano.
Il naso oggi vive di toni “dolci”, con la parte minerale sullo
sfondo; la bocca è vivida e potente, strutturata, molto articolata e
complessa. Da risentire negli anni.
RHEINGAU
BERG ROTTLAND 2012 - Künstler
Vigna
a Rüdesheim,
suoli di ardesia grigio-rossa e quarzite; fermentazione e affinamento
in botti di legno da 1.200 litri.
DATI
ANALITICI: alcol
13,5% vol, zuccheri
residui 6,9 g/l, aciditá
totale 6,6 g/l
Vino
di peso come annunciato
dai toni olfattivi.
Giocato su un carattere più morbido e rotondo dei
precedenti, ha bella
complessità fruttata (pesca,
pera matura, ananas)
completata da toni di miele e pasticceria. Bocca ricca e polposa ma
non molle. C'è materia, più che slancio, ma la struttura è
compatta e darà soddisfazioni negli anni a venire.
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