martedì 7 marzo 2017

ITALIA-GERMANIA 4-3

Giovedì 23 febbraio a Parma, insieme alla delegazione locale di ONAV guidata da Giacomo Faelli (grazie per l'impeccabile organizzazione), abbiamo rigiocato Italia-Germania 4-3, non prendendo a calci un pallone ma degustando alla cieca 7 bottiglie di Riesling: 4 italiane e 3 tedesche.
La scusa calcistica è servita per confrontare alcune tra le migliori produzioni rieslingose delle due nazioni e farsi un'idea sullo stato dell'arte del lato secco, trocken, del Riesling.
Come è andata, dunque? L'Italia (che, lo ricordo, non vanta propriamente una lunga ed importante tradizione in materia di Riesling, soprattutto se paragonata a quella teutonica), pur avendo espresso valori significativi, ha mostrato di faticare a competere con il meglio della produzione tedesca. I Riesling italiani in linea di massima sono più semplici, ma costano molto meno ed hanno un buon rapporto qualità/prezzo. I Riesling tedeschi invece si esprimono su livelli assoluti.


Detto ciò, era importante compiere questa piccola esplorazione, con un occhio di riguardo alla “nuova” classificazione tedesca del VDP e ai GG (Grosses Gewächs, cioè i “Grand Cru” secchi), che nelle migliori aree d'espressione – Pfalz, Rheingau, Nahe e Rheinhessen (la Mosella dà ancora il meglio nei vini con residuo zuccherino) – riescono a comunicare tutta la complessa energia salata frutto della mirabile combinazione territorio-vitigno-cervello che si verifica in queste zone.
E a proposito di cervelli, i migliori esemplari NON sono vini cerebrali (uno degli stereotipi sul Riesling) e riescono a regalare un carattere caldo ed espansivo, dirompente e immediato, che nel tempo sa farsi più rarefatto, minerale e complesso.


Insomma, il Riesling non finisce mai (...di stupirci, perché le bottiglie, quelle, una volta stappate, finiscono troppo presto).
A seguire le note sui vini, in cui ho rispettato l'ordine di servizio dei vini durante la serata.
PS un grazie a Francesco Agostini del GDA Riesling (info: onewinelover@gmail.com), alla Taverna del Gusto e a Nicola Libelli per avermi fornito le bottiglie.
E un grazie a Giacomo Faelli per le foto.

LANGHE RIESLING HERZU 2015 – Ettore Germano
Vigna a Cigliè, 500 metri slm; suolo limoso, calcareo e pietroso; fermentazione in acciaio per 40 giorni, no malolattica, 6 mesi sui lieviti senza batonnages. Alcol 14%
All'ultima annata in commercio di Herzu il delicato compito di aprire la sequenza. In questa fase di gioventù esprime esuberanza fruttata (mela verde, agrumi) con cenni speziato-balsamici e floreali (lavanda), senza che con il passare dei minuti il profilo cambi sensibilmente. Come se per ora restasse ingessato in un caldo - e comunque molto gradevole - carattere di relativa semplicità. Bocca vouminosa e calda, grassa ma salata, ancora un po' compressa.


PFALZ LANGENMORGEN 2013 – Dr. Bürklin Wolf
Vigna a Deidesheim, impianto del 1976, 125-150 metri slm; suoli di arenaria rossa, argilla calcarea e argille sabbiose con basalto nel sottosuolo; resa/ettaro 30 Hl, vendemmia in due passaggi, fermentazione con lieviti indigeni in botte di 25 anni da 850 litri, affinamento sulle fecce fini senza batonnages, imbottigliamento ad agosto 2014.
PRODUZIONE: 850 bottiglie, DATI ANALITICI: alcol 12,3% vol, estratto secco 23,5 g/l, zuccheri residui 2,4 g/l, aciditá totale 8,3 g/l
Naso inizialmente chiaroscurale e un po' inquieto, con lievi cenni gassosi che ben presto cedono il passo a toni di susina gialla, erbe secche, sassi di fiume e spezie dolci. Il naso rimarrà cangiante per tutta la serata. Bocca nervosa e snella, verticale e quasi sferzante d'acidità; un corpo sottile innervato da una sapidità molto energica. Scalpita da tutte le parti: così come l'Herzu scalda, questo rinfresca e ravviva.


ALTO ADIGE TERLANO BERG 2013 – Ignaz Niedrist
Appiano Monte (vigna Untersteiner), suolo calcareo; fermentazione in acciaio per tre settimane, no malolattica, affinamento in acciaio. Alcol 13%
Il meno espressivo del primo terzetto e forse dell'intera batteria. Frutto maturo con sfumature lievemente affumicate e minerali (sasso bagnato) e sbuffi alcolici. Ampio al palato, anche compatto, formoso ma tonico al tempo stesso, manca di qualche scossone, di una scintilla. Piacevolmente lineare.

ALTO ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2012 - Kuenhof
Vigna a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80% in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI ANALITICI: acidità 6,3 g/l, residuo zuccherino 3,9 g/l, estratto 21,5 g/l, alcol 12,5%
Lieve idrocarburo e primi accenni di evoluzione verso note terziarie eleganti. Palato fine e saldo, sapido. Di eleganza quasi compassata, austera nel senso che si concede senza effetti speciali, incide con linearità e semplicità progredendo con naturalezza e scioltezza. Sostanza, più che forma. E piace per questo.


ALTO ADIGE VALLE ISARCO KAITON 2013 - Kuenhof
Vigna a Mara (Bressanone), colle Lahner, 650 metri slm; suolo di sabbia argillosa e rocce scistose; fermentazione con lieviti indigeni 80% in acciaio e 20% in acacia, affinamento sui lieviti per 7 mesi
DATI ANALITICI: acidità 7 g/l, residuo zuccherino 2,2 g/l, alcol 13,5%
Più strutturato e ricco del precedente, ha una marcia in più sul fronte del vigore salato. Carattere minerale, idrocarburico, affumicato con sfumature fruttate: sentori di ardesia, erbe aromatiche, pesca bianca, scorza d'arancia e toni lievemente balsamici.

NAHE HERMANNSHOHLE 2012 - Dönnhoff
Vigna a Niederhäuser, impianto degli anni '50, altitudine 130-175 metri slm; suolo di ardesia grigio-nera, rocce ignee estrusive, porfido e calcare; fermentazione e affinamento in acciaio e botti di legno. Alcol 13,5%
Un fuoriclasse che al naso adesso esprime soprattutto fiori (zagara, camomilla) e frutti (pesca, quasi albicocca, arancia), poi zafferano. Il naso oggi vive di toni “dolci”, con la parte minerale sullo sfondo; la bocca è vivida e potente, strutturata, molto articolata e complessa. Da risentire negli anni.


RHEINGAU BERG ROTTLAND 2012 - Künstler
Vigna a Rüdesheim, suoli di ardesia grigio-rossa e quarzite; fermentazione e affinamento in botti di legno da 1.200 litri.
DATI ANALITICI: alcol 13,5% vol, zuccheri residui 6,9 g/l, aciditá totale 6,6 g/l
Vino di peso come annunciato dai toni olfattivi. Giocato su un carattere più morbido e rotondo dei precedenti, ha bella complessità fruttata (pesca, pera matura, ananas) completata da toni di miele e pasticceria. Bocca ricca e polposa ma non molle. C'è materia, più che slancio, ma la struttura è compatta e darà soddisfazioni negli anni a venire.


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